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Sogno cuckold (prima parte)


di serialtrickster
29.12.2018    |    14.749    |    2 9.4
""C'è qualcosa che non va?" gli chiesi senza smettere di fissare gli occhi di lei, che da qualche minuto, senza interruzione, erano fissi sui miei..."
Questo racconto è un mix di vari episodi reali, conditi e legati con un pò di fantasìa. E' dedicato a qualcuno che forse lo leggerà.
Avevo preso contatto con una coppia su un sito di annunci. Era una coppia interessata agli incontri cuckold, che valutava eventuali proposte. Dopo il primo contatto via sito, arrivammo a sentirci in skype e i feci un idea di quello che poteva interessare loro. Un uomo che sceglie di vivere esperienze cuckold è per certi versi, simile ad uno che sceglie il BDSM. La parte forte è la persona che subisce. E' colui che cerca qualcosa e che ha qualcosa da offrire come controparte. L'offerta di maschietti che cercano una bella scopata è altissima, la domanda dei mariti in cerca di emozioni forti, disposti a cedere la moglie in cambio, assai meno. Quella di coppie che vivono positivamente queste esperienze, dove lei è complice consapevole ed assolutamente disposta senza la minima forzatura, sono rare. Chi si avvicina ad una coppia che gioca in questo ambito deve averlo capito ed interiorizzato, o è meglio che si limiti a tentare di rimorchiare al pub.
Loro sembravano, dai primi contatti, appartenere all'ultima categoria, la più pregiata.
Lui, in una chiacchierata in cam, mi aveva presentato la moglie. Lei aveva scambiato due parole, esibendosi in qualche posizione davanti alla cam mentre attendevano un player per la serata; lei mi aveva lasciato l'idea di essere una donna che viveva serenamente e con piacere quella situazione, nella quale viveva esperienze sessuali fisicamente forti, mentre il marito godeva dell'essere umiliato e dall'altro uomo. Lui gestiva i contatti scremando quelli che apparivano impreparati alla richiesta, lei ri-selezionava i candidati che le potevano essere fisicamente interessanti, entrambi ottenevano quello che volevano.
Un giorno, tra un impegno e l'altro, riuscimmo a trovare le condizioni per incontrarsi. Mi presentai a casa loro, con qualche minuto di ritardo. Lui arrivò ad aprirmi la porta, accogliendomi con un sorriso. Era un uomo curato, fresco di taglio di capelli, Mi porse la mano per stringerla, una normale forma si comune saluto. Fermo sulla porta accennai ad un sorriso di sufficienza e gli dissi, con voce calma:"Dovresti spostarti. Vorrei salutare la tua signora." La sua espressione si bloccò mentre era sull'entrata, poi, spostandosi parzialmente dietro la porta mi invitò ad entrare. Arrivò lei, una bella donna slanciata con i capelli a spazzola di un nero profondo, che creavano uno splendido contrasto con gli occhi di un bellissimo blu. Aveva un bel sorriso con una punta di malizia, non le era sfuggito che il gioco era già iniziato.
Lei mi si avvicinò, con una sorta di composto interesse e mi strinse la mano, dopo un paio di contatti telematici, mi stava esaminando dal vivo. Allora entrai in casa. Ci sedemmo sul lor divano, io da una parte e loro dall'altra, con lei che era posizionata più vicina a me. Lei mi stava studiando, era evidentemente una che sa di essere attraente e non si condede per poco. Io mi rilassai e cominciai a parlarle guardandole gli occhi. Credo fosse quello il momento in cui lei decise che le andavo bene, perchè si rilassò e cominciò a parlare in modo più animato. Lei andò a prendere del vino, che versò in tre bicchieri, lui fece il gesto di rendere il suo e lo bloccai, con un "fermo." detto a voce calma ma decisa. Lui si bloccò con la mano a mezz'aria e mi guardava negli occhi. Lo fissai e gli dissi: "io voglio bere con la tua signora, non con te": E lui ritirò la mano. Lei lo guardò con un sorriso. Lui stava entrando nel gioco, con quel misto si sensazioni contrastanti che in genere animano gli appassionati di cuckold. Lei cominciava a lasciarsi andare. Bevemmo insieme tutto il bicchiere mentre lui, seduto sul divano, si limitava ad osservarci senza aver toccato il suo. Lei era scalza, con addosso un abito corto e scollato, con sotto una specie di maglietta.
Lui entrò nel gioco con un "perchè non ti metti più comodo? Noi, di solito, appena possiamo togliamo le scarpe, almeno in casa,... " detto a voce contenuta. Ero preparato. Dal loro profilo su A69 emergeva un feticismo di lui verso i piedi maschili e risposi: " Ottima idea, e perchè non mi aiuti tu, a togliere le scarpe?" Lui si chinò verso i miei boots e cominciò a lavorare sui lacci. quando tolse il secondo boot, divenne evidente, sul lato del calzino, all'altezza della caviglia, un buco. Era troppo netto per sembrare casuale, e lei, che si aspettava evidentemente un azione di qualche genere, mi guardò divertita. Lo guardai con un sorriso altrettanto divertito e dissi:" Oh, guarda, c'è un buco nel mio calzino,... Magari potresti provvedere tu, mentre tua moglie mi intrattiene,..." Ed estrassi dalla tasca un rocchetto di filo ancora incellophanato ed un ago. Lui era in ginocchio, io ero seduto, lei si godeva lo spettacolo e lui cominciava a respirare in modo accelerato.
Stavano entrambi accettando il gioco. Lei aveva smesso di parlare e si era slacciata il vestito e tolta la maglietta, ricoprendosi senza coprire nulla, col vestito corto. Si stava concedendo ma non era ancora il momento. Infierii su di lui: " Vammi ad appendere la giacca" Il mio tono era tranquillo, quello di chi è consapevole che sarà ubbidito. Molti pensano di avvicinare le persone attratte dalla dominazione psicologica strillando parolacce da scuola media. Nulla di più sbagliato. Il gioco è nella mente. Appena lui porse la mano per prenderla lo bloccai con lo sguardo e, guardandogli la mano gli dissi, sempre con tono calmo: "Vai a lavare quelle mani". Lui si alzò e guardò lei per un secondo prima di obbedire. Lei cambiò la posa quasi impercettibilmente, ma il metalinguaggio arrivava ben chiaro. Allungai una mano e la attirai a contatto con me. Le misi una mano dietro la nuca, afferrandole i capelli alla base della testa, con mano ferma ma senza violenza alcuna e la mossi, per portare le sue labbra sul mio collo. Lei accettò e corrispose, con una serie di baci aspirati, alternati a passaggi di lingua che contribuivano ad alzare la temperatura di entrambi. Lui tornò con le mani evidentemente umide. La guardò e lei guardò lui. Il loro contatto visivo durò forse un secondo, ma comprendeva un messaggio chiaro. Si comincia il gioco. Tenendole sempre i capelli la guardai dritto negli occhi, poi guardai lui e gli porsi la giacca, permettendogli di prenderla. Lui andò ad appenderla mentre mi toglievo camicia e maglietta. Al suo ritorno gli dissi: "ora slacciami i pantaloni, che mi voglio scopare tua moglie." Lui obbedì di nuovo. appena mi ebbe calato i pantaloni, gli ordinai di piegarli e metterli sulla sedia li vicino, con la cintura arrotolata. Mentre lui obbediva portai la testa di lei sul mio cazzo e cominciò un pompino lento e carico di giochetti con la punta della lingua. Lui guardava con una respirazione che tradiva l'eccitazione. Io continuai ad infierire: "ti sembra quello il modo di piegare dei pantaloni?" Intanto lei continuava il lavoretto magistrale che stava facendo.
Lui ripiegò i pantaloni e ri-arrotolò la cintura. "Così è accettabile, ora siediti e continua a rammendare, che non ho più bisogno di te". Era seduto nell'angolino del divano e ci fissava. Avrebbe potuto cucirsi le dita insieme al calzino senza accorgersene da tanto che era preso ad osservare la scena. Ero seduto in modo molto rilassato sul suo divano, sua moglie era semi-inginocchiata sul tappeto steso davanti a me, con le mani appoggiate alle mie ginocchia e me lo succhiava che era una forza della natura, mentre lui rammendava. Lo guardai e gli dissi:" Ora spogliala". Non ho mai dovuto gridare in quelle situazioni. Non ce n'è mai stato bisogno. Aveva ormai solo l'abitino addosso, mezzo calato, fu questione di un attimo ed era nuda in tutta la sua bellezza.
Le misi una mano sotto il braccio e, senza parole ma solo con il gesto e gli occhi nei suoi la invitai ad alzarsi e a sedersi sul divano con me. Lei ricambiava lo sguardo. Non aveva più parlato dall'inizio dei giochi, ma con lo sguardo comunicava in modo più che appropriato, per chi ha la sensibilità di capire. Si mise a cavalcioni sopra di me, ma non feci nulla per penetrarla, ne lei fece nulla per arrivare a tanto. Rimase li per qualche minuto, con la passera calda e bagnata a contatto col mio pene eretto. Ogni micro-movimento dovuto anche al semplice respiro aumentava il livello della nostra temperatura. Lui stava continuando a rammendare e ci osservava, con lo sguardo fisso e gli occhi spalancati. Le appoggiai le mani sui fianchi e le feci salire lenta,mente fino ad arrivare sotto le ascelle, poi le passai sul seno fino a stringere delicatamente entrambi i suoi i capezzoli tra le prime dita di ogni mano.
Lui si era fermato. "C'è qualcosa che non va?" gli chiesi senza smettere di fissare gli occhi di lei, che da qualche minuto, senza interruzione, erano fissi sui miei.
Senza guardarsi si stavano coscientemente eccitando a vicenda. Lui era estasiato dall'eccitazione di lei, che cominciava a respirare dilatando le narici, mentre lei godeva dell'eccitazione di lui, che era in ginocchio con un calzino malamente ricucito in una mano e gli occhi costantemente fissi su di noi. In mezzo a loro ero io, con una donna sopra di me che stava abbandonando i limiti dell'autocontrollo. Tenendola con una mano per uno dei seni la sollevai delicatamente, mentre con l'altra afferravo il mio cazzo e lo puntai verso l'alto. Lei spinse il bacino verso il basso appena sentita la cappella entrare tra le piccole labbra. Cominciammo una scopata lenta e trattenuta, fatta di movimenti volutamente lenti.

A breve la seconda ed ultima parte.
P.S.:adoro i commenti e le idee dei lettori.
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