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Un tango per tre


di Membro VIP di Annunci69.it PinkyePingu
13.01.2024    |    257    |    1 9.0
"In un paio di passaggi ravvicinati sentì chiaramente il pacco ingrossato di Bruno che le sfiorava il pube e la cosa le diede una botta di adrenalina..."
La serata alla milonga si prospettava piacevole. Sara si era preparata al meglio per impressionare i ballerini di tango che avrebbero partecipato a quella serata speciale dedicata ad Astor Piazzolla. Aveva messo un abito nero aderente sul busto con una gonna ampia. Le scarpe erano quelle tipiche da ballerina di tango, alte e sensuali, scarpe che negli uomini stimolavano sempre dei pensieri lascivi. Aveva annodato i lunghi capelli biondi in uno chignon acconciatura che faceva risaltare il suo lungo e sottile collo. Si era depilata completamente e spalmata di crema il corpo più volte perché voleva che la pelle brillasse sotto le luci dei riflettori.

Era arrivata alla milonga quando oramai molte delle coppie erano formate e la musica pulsante la sala. Il suono del bandoneon spingeva i ballerini in figure sinuose e romantiche. Sara si guardò intorno e subito venne avvicinata da un signore distinto e di una certa età che l'invitò ad un primo ballo. Il ballerino la guido in una serie di figure semplici, ma efficaci. Le piaceva l'idea di essere trasportata da un uomo che le imponesse il suo ritmo. Il primo ballo l'aiutò a scaldarsi per prepararsi al resto della serata. Voleva godersi quella occasione e possibilmente conoscere nuove persone.

Fece altri tre balli con altrettanti tangueri, nessuno dei quali particolarmente bravo. Ma di ognuno gradì le mani forti che la facevano ruotare e che l'accompagnavano dove volevano loro. Si scoprì ad annusare i profumi e la pelle dei tre uomini, questi tutti e tre sulla quarantina.

Dopo il terzo ballo sentì una voce alle sue spalle: "Ciao Sara! E' un piacere vederti qui stasera. Non pensavo saresti venuta". Era Felipe, il suo meraviglioso maestro di tango. Era un uomo sulla cinquantina che ballava da Dio. Le rarissime volte in cui era riuscita a fare un tango completo con lui si era sentita trasportata in un mondo parallelo. Inoltre, la vicinanza del corpo di Felipe le dava sempre una piacevole sensazione nelle viscere. Quando tornava a casa dopo quei balli con lui, scopriva puntualmente degli umori luccicanti che le bagnavano le mutandine. "Ciao Felipe. Non sarei potuta mancare a questa serata.". Il maestro le propose: "Ti va di fare un ballo con me?". Non le sembrò vero.

Partì la musica di Maria de Buenos Aires e, come sempre, Felipe iniziò il percorso che l'avrebbe trasportata in quel solito mondo magico. L'uomo la faceva volteggiare come se fosse sospesa su un cuscinetto d'aria e lei si muoveva provando a colpire Felipe con le figure che lui le aveva insegnato durante l'ultimo anno in cui aveva frequentato quella scuola. Il fiato dell'uomo sul collo nudo durante alcuni passaggi ravvicinati le dava dei brividi che si propagavano dal grembo alle gambe. In alcuni momenti sentiva Felipe che la stringeva più del solito, quasi a farle sentire il corpo aderente al suo. Avrebbe voluto che quella musica non finisse mai. "Spero di vederti dopo alla nostra cena, Sara." la risveglio Felipe al termine del tango. Sara lo guardò come implorandolo di fare un secondo ballo con lei, per continuare ad annusarlo ancora per qualche minuto, ma Felipe si allontanò rapidamente per andare ad accontentare altre ballerine della scuola.

Rimase dispiaciuta e quella sensazione aumentò quando vide avvicinarsi Bruno, l'assistente di Felipe. Era un tipo alto e con un bel fisico. Ballava anche lui benissimo e le aveva insegnato molte cose. Tuttavia, quello che la infastidiva era che lui si dimostrava molto aggressivo nei suoi confronti. Ogni ballo con lui era un continuo tentativo da parte sua di farle sentire il suo corpo e di sfiorarle il collo e le labbra con il suo viso. La cosa le rendeva ogni ballo con Bruno una sorta di combattimento che rendeva meno piacevole il volteggiare sull'onda dei ritmi argentini. "Ti va di fare un tango anche con me, Sara?" le disse prevedibilmente lui. "Mica vorrai far godere il piacere del tuo profumo a tutti gli uomini della milonga tranne che a me?" sorrise malizioso lui.

Iniziarono a danzare sulle note di un famoso tango di Piazzolla e Bruno partì con le sue mosse seduttive. Aveva ancora addosso l'eccitazione che le aveva dato Felipe per cui gli sfioramenti di Bruno le procurarono delle sensazioni miste. Era arrabbiata per la testardaggine del corteggiamento di Bruno, ma, allo stesso tempo, era inebriata dall'odore mascolino emanato dal corpo del suo nuovo compagno di ballo, odore che si mescolava, nelle sue narici, a quelle di Felipe e degli altri tangueri. L'uomo le sfiorava la schiena nuda e le faceva descrivere con i suoi passi figure perfette. In un paio di passaggi ravvicinati sentì chiaramente il pacco ingrossato di Bruno che le sfiorava il pube e la cosa le diede una botta di adrenalina. La musica scemò e Bruno le diede un bacio sul collo. Quella era una delle sue zone più erogene per cui il suo corpo vibrò in maniera fortissima, cosa che sicuramente fu notata dall'uomo.

"Ci vediamo dopo a cena. Speriamo di farti ubriacare così, forse, almeno stasera ti lascerai un pò andare." la salutò Bruno allontanandosi. Sara sorrise, anche un pò sollevata dal fatto che l'aggressore si era finalmente allontanato, ma poi le si accese una lampadina. Bruno aveva detto 'speriamo' come se ci fosse un piano che la riguardasse organizzato da lui e da qualcun altro. Scosse la testa come ad allontanare un pensiero: probabilmente aveva sentito male oppure il tizio si era sbagliato nel parlare.

Il resto della serata trascorse tranquilla. Diversi ballerini si successero e Sara si scoprì puntualmente a provare a sentire il profumo di quei corpi mascolini. Un paio di essi le fecero di nuovo bagnare la patatina e la mente cominciò a vagare immaginandosi in balia di un paio di quei ballerini, una fantasia che da anni alimentava, ma che aveva bassissime probabilità di avverarsi.

Alla cena della serata, organizzata nella sala adiacente alla milonga, parteciparono una ventina di persone. Lei si trovò seduta di fianco a Felipe e di fronte a Bruno. La cosa la incuriosì, ma poi non ci fece tanto caso visto che il vino cominciò a scorrere e lei era esaltata all'idea di avere Felipe tutto per sé per una sera. Nel rumore della tavolata, Felipe si avvicinava spesso con la scusa di parlarle all'orecchio e il suo fiato, vagamente alcolico, le faceva ogni volta rizzare i capezzoli. La cosa la lusingava molto anche perché Felipe non si era mai lasciato andare così con lei. Anche Bruno si dava da fare, anche se, fortunatamente, il tavolo li separava. Lui, però, non le dava tregua. Le faceva battute sempre più spinte e provava a toccarle le gambe sotto il tavolo. Il fiato di Felipe e la mascolinità di Bruno le stavano dando alla testa più del vino. Sentiva le mutandine fradice e i capezzoli, già normalmente turgidi per costituzione, le facevano quasi male all'idea di quei due uomini concentrati su di lei.

Ad un certo punto Felipe le chiese se le andasse di prendere una boccata d'aria con lui. Lei non ci pensò su un secondo e gli disse subito di si. La possibilità di stare da sola con lui la eccitava da morire. Uscirono dalla sala ristorante, attraversarono la milonga e arrivarono nel giardino sul retro. La serata era piacevolissima: una perfetta serata di tarda primavera ricca di profumi e di silenzio. Si sedettero su delle sedie disposte attorno ad una lunga tavola di legno e le chiacchiere virarono ben presto su temi personali. Felipe le raccontò della sua separazione e del fatto che oramai da due anni non frequentava più nessuna donna. Sara si trovò a confessargli che, a parte frequentazioni saltuarie, volte più a sfogare i suoi istinti sessuali, nemmeno lei aveva avuto rapporti stabili da quattro anni. In un momento di pausa della piacevole chiacchierata si guardarono intensamente e Felipe la baciò.

La cosa la colse di sorpresa, ma rispose prontamente al bacio avvolgendo la sua lingua intorno a quella dell'uomo. Sentì le mani di Felipe che la tiravano a se e, poi, passarle sopra la parte attillata del vestito in corrispondenza dei capezzoli. Felipe le scoprì i seni e si tuffo a mordicchiarglieli con voracità. Lei si offrì a lui affinché l'uomo le potesse succhiare i due capezzoli alternativamente. Mentre l'uomo le leccava quei due chiodi rosa, cercò con el mani il pacco di lui che ora si vedeva enorme sotto i pantaloni neri da tanguero. Gli abbassò la cerniera e fece scattare il cazzo oramai in tiro da sotto gli slip. L'uomo si alzò in piedi e le porse la cappella che lei cominciò immediatamente a leccare e a cospargere della propria saliva. Non le sembrava vero che l'uomo dei suoi sogni, che pensava inarrivabile, la stesse scopando in bocca col suo cazzo. Gli abbassò i pantaloni e continuò a spompinarlo mentre gli massaggiava le palle e gli passava le dita sullo sfintere, causandogli ogni volta dei fremiti che lei sentiva trasmettersi all'asta del cazzo che aveva in bocca.

L'uomo le abbassò le spalline del vestito e glielo sfilò completamente. La fece salire sul tavolone e la fece stendere di schiena. Iniziò a lavorarla con la lingua così sapientemente, passando dalle grandi labbra al clitoride e viceversa, che ebbe quasi subito il suo primo orgasmo. A quel punto Felipe decise di scoparla. Si tirò su e la penetrò con decisione. Aveva un cazzo di dimensioni normali, ma lo sapeva usare benissimo. La pompava con un ritmo che la faceva impazzire e nel mentre le torturava i capezzoloni facendoglieli quasi diventare viola. Lei si lasciò andare all'estasi della scopata, quasi dimenticandosi di trovarsi a poca distanza dagli altri compagni di ballo a poche decine di metri di distanza. Aveva la testa che le penzolava dal bordo del tavolo. Aveva gli occhi chiusi e si godeva la scopata con quell'uomo fantastico.

Ad un certo punto un altro cazzo le sfiorò la bocca semiaperta. Aprì gli occhi di botto e vide Bruno. "Hai visto che sono bastati un paio di bicchieri di vino per disinibirla, Felipe. Te lo avevo detto che stasera ce la saremmo scopata in due." disse con un ghigno satanico. Felipe lo guardò e sorrise compiaciuto. Sara si sentì vittima di un'imboscata e delusa dal fatto che Felipe si fosse dimostrato rapace e stronzo come Bruno. Tuttavia l'alcol e la consapevolezza che i due uomini, non sapendolo, stessero avverando la più porca delle sue fantasie, la spinsero a dire: "Stronzo, sono io che vi attirato qui, facendovi arrapare per tutta la serata. Ora fatemi vedere, se siete capaci, quanto siete maschi.".

A quelle parole il cazzo di Bruno divenne di pietra e la penetrò in bocca scopandola con forza. Mentre Felipe, anche lui esaltato dalle parole di quella porca, continuò a pomparla con forza ancora maggiore. Le botte dei due la portarono quasi al secondo orgasmo, ma per un attimo si fermarono perché Bruno e Felipe si scambiarono di posto. Bruno aveva un cazzo enorme e nodoso, molto duro, più di quello di Felipe, anche perché aveva una quindicina di anni in meno del maestro e, quindi, aveva più energia e testosterone. La sbatteva con una forza bestiale e questo le dava brividi incomparabili Il cazzo di Felipe in bocca era delizioso e lei lo sbocchinava cospargendolo di saliva mentre l'uomo continuava a scoparla in bocca. Venne per la seconda volta, gemendo come una cagna.

Bruno rallentò per un attimo, sentendo la vagina di Sara, pulsare e si concentrò: le piscio inaspettatamente dentro la figa. Sembrava non fermarsi mai quel flusso di urina calda che le riempivano la pancia Bruno tolse il cazzo oramai barzotto da dentro il corpo di Sara e il piscio proruppe come un'ondata fuori dalla vagina. Sara non aveva mai provato una sensazione come quella. Felipe fece posto a Bruno che le offrì il cazzo sporco di piscio e di suoi umori: non se lo fece dire due volte. Lo prese in bocca ricominciando a spompinarlo.L'odore e il sapore acre del piscio sopraffacevano i suoi sensi, ma nel frattempo sentiva la figa gocciolare di umori sul tavolone.

Mentre Bruno continuava a scoparsela in bocca per la seconda volta, Felipe torno tra le gambe di Sara. Questa volta gliele alzò, se le puntò sul petto e la inculò senza tanto ritegno. Sara urlò di dolore, ma poi, passati i primi momenti, cominciò di nuovo a godere. Felipe la sodomizzava con un ritmo costante penetrandola sempre più a fondo. Sentiva quel cazzo penetrarle nelle viscere. Disse a Felipe guardandolo negli occhi: "Ti prego sborrami nel culo. Ora!". Il maestro di tango non resistette e le riempi le viscere di seme caldo. Lei sentiva il cazzo di lui bollente e pulsante.

Bruno le uscì dalla bocca, si avvicinò a Felipe che era ancora nel suo culo e sborrò violentemente schizzando la pancia di Sara e anche quella del maestro. "Ora puliscici per bene perché dobbiamo tornare di là e finire la cena." disse Bruno. Lei, oramai sottomessa ai due uomini che l'avevano usata per bene, si accovacciò e pulì dai due cazzi fino all'ultima goccia di sborra, di piscio e degli umori del suo culo e della sua vagina.

Era stata travolta da sensazioni che aveva solo lontanamente immaginato, anche se le era rimasta la voglia di una doppia penetrazione, cosa che quei due porci sicuramente le avrebbero fatto se non fossero venuti entrambi e se non avessero dovuto tornare di là dagli altri.

Si rivestirono, tornarono di là, ma per il resto della cena Sara sentì il culetto colarle nelle mutandine il seme di Felipe. Sorrise pensando che sicuramente, di tutte le ballerine, quella sera il maestro era con lei che aveva ballato di più.


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