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L’estasi della prima esperienza


di Membro VIP di Annunci69.it PinkyePingu
25.12.2023    |    6.707    |    5 9.7
"“Piacere, Bruno!” mi disse quel ragazzo bellissimo..."
“Ma davvero preferiresti un ménage a trois con un altro uomo, invece che con una donna” disse Sara a Marco, mentre erano stessi sul letto nella penombra, sudati, dopo una scopata meravigliosa.

“Si, certo. Capisco il tuo stupore visto che il sogno più frequente di noi maschietti è di possedere due donne contemporaneamente. Ma il mio pensiero, fisso, invece è di vedere il tuo sguardo di piacere mentre sei penetrata da un altro cazzo.”

Sara allora disse le parole fatidiche: “Allora, se sei proprio convinto di questa cosa, io so con chi fare la nostra prima esperienza. C’è Bruno, quel mio ex di cui ti avevo parlato e con cui avevo avuto una storia sfrenata di sesso cinque anni fa, che mi aveva proposto di possedermi con un altro uomo, ma avevo sempre rifiutato”.

Questa confessione mi aveva subito rimesso di nuovo il cazzo in tiro visto che ricordavo benissimo quando Sara, durante i nostri amplessi, nel pieno del nostro arrapamento, mi diceva che arnese enorme avesse Bruno e con che energia la pompasse quando stavano insieme.

Passarono due settimane ed un bel giorno ricevetti una telefonata da Sara: “Marco ho parlato con Bruno oggi a pranzo e gli ho raccontato delle nostre fantasie. Ha subito intuito cosa gli stessi proponendo e sembrava non stare nella pelle. Mi ha detto subito di si e che, se vogliamo, stasera stessa la cosa si può fare. Io non mi lascerei scappare l’occasione. Che ne dici”.

Quelle poche parole erano bastate a farmi avere un’erezione marmorea. “Meraviglioso Sara! Digli senz’altro di si.” le risposi.

Sara arrivò a casa prima del solito quel pomeriggio e trascorse due ore in bagno a prepararsi per la serata. Ne uscì vestita con un tubino aderente che faceva chiaramente capire l’assenza di qualsiasi biancheria intima. I suoi due capezzoli enormi spingevano contro l’esile tessuto del vestito e già a quella vista mi sentivo pervadere da una voglia incredibile.

Suono il campanello e Sara mi chiese di andare ad aprire. “Piacere, Bruno!” mi disse quel ragazzo bellissimo. Era alto, chiaramente allenato e in ottima forma ed aveva una stupenda carnagione mulatta. “Piacere, Marco!” risposi io.

Bruno entrò e venne accolto con un abbraccio molto espansivo di Sara che lo fece accomodare al tavolo da pranzo già pronto per la cena. Chiacchierammo del più e del meno amabilmente per un’oretta mentre degustavamo i piatti deliziosi che avevamo preparato nel pomeriggio e svuotavamo le due bottiglie di ottimo vino bianco che avevamo tenuto in frigo per quella serata. Il clima era diventato amichevole e goliardico, tanto che molte delle battute tra me e Bruno avevano cominciato ad avere delle chiare connotazioni sessuali. Sara ci guardava divertita e maliziosa. Conoscevo quello sguardo e sapevo che stava già pregustando nella sua mente il dessert della serata.

Nessuno faceva, però, il primo passo per cui decisi di rompere io gli indugi e inaspettatamente dissi: “Sara mi ha detto che hai una dotazione speciale. Perché non me la fai vedere?”. Bruno rimase solo per un attimo interdetto, ma, evidentemente, anche lui stava fremendo da un po’ sperando che qualcuno facesse la prima mossa. Per cui si alzò, sposto la tovaglia che copriva il tavolo e ci si sedette sopra. Aprì la cerniera dei jeans e tirò fuori un cazzo scuro ed enorme. Sarà stato quindici centimetri, ma era a riposo.

A questo punto Sara, che era stata spettatrice di quegli ultimi minuti, si avvicinò a Bruno seduto sulla tavola e gli si inginocchiò davanti prendendo in bocca quel membro gigante. Sara era una specialista del pompino e dopo solo pochi colpi capii cosa intendesse quando mi diceva delle dimensioni smisurate di Bruno. Quel cazzo già enorme a riposo era diventato un mostro di circa venticinque centimetri. Era nodoso e leggermente inarcato verso sinistra. Nonostante ciò Sara riusciva a farlo scomparire per due terzi nella sua gola vogliosa.

Quella immagine che era stata nella mia mente per anni, mi diede una botta di adrenalina spaventosa e decisi di entrare in gioco anche io per veder di cosa fosse capace la mia Sara. Mi spogliai velocemente e mi avvicinai col mio cazzo semiduro ai due. “Mica vorrai concentrarti solo sul tuo amico, amore mio” dissi ad alta voce. Sara si girò e mi guardò in una maniera lussuriosa. “Tranquillo amore mio. Stasera nessuno dei due si sentirà trascurato”.

Mentre Sara teneva nelle sue piccole mani la bestia di Bruno, spompinò con passione anche me che raggiunsi una durezza marmorea. Il mio membro era notevolmente più corto di quello di Bruno, ma era sicuramente più largo.

Bruno che sembrava impaziente disse: “Sara perché non facciamo vedere a Marco come ti piaceva essere presa quando vivevamo insieme?”. Sara sorrise e abbandonò il mio cazzo. Bruno si spostò e lasciò la tavola libera per Sara che si mise a pecora con il busto poggiato su di essa e i due buchetti ben esposti per noi.

Bruno le si avvicinò ed iniziò a pomparla nella figa. Senza preliminari glielo schiaffò fino in fondo e Sara emise un gemito che non fu esattamente di dolore. La pompava con una violenza inaudita, violenza che io personalmente non avevo mai usato con lei. Sara sembrava godere, invece, come una troia quel tipo di trattamento.

Mostruosamente arrapato per la scena che si presentava ai miei occhi, mi avvicinai col mio cazzo alla bocca di Sara che lo ingoiò avidamente. L’immagine di lei che sobbalzava sotto i colpi forsennati di quel meraviglioso mulatto, mentre mi spompinava con gusto mi stava quasi facendo perdere la ragione.

Bruno contribuì a farmela perdere del tutto: “Facciamo vedere a Marco come si concludevano le nostre scopate?”. Sara, che mi stava leccando con passione le palle riempiendole di saliva, mugugnò un si.

Bruno estrasse il cazzo oramai sul punto di esplodere dalla figa fradicia di Sara e lo puntò sull’ano. Strofinò la cappella sull’orifizio e senza particolari precauzioni lo infilò dentro. Sara sobbalzò, evidentemente disabituata a quelle dimensioni, ma anche in questo caso emise un gemito di piacere.

Non credevo possibile che Bruno la scopasse nel culo con quella forza, ma stava accadendo davanti ai miei occhi. La cosa a cui non ero pronto era che Sara disse: “ Bruno sono pronta, mandamelo giù nelle viscere fino in fondo”. Bruno che la stava pompando con forza, ma si stava tenendo dall’infilarglielo tutto dentro, diede un colpo di reni e fece scomparire gli ultimi dieci centimetri dell’arnese dentro di lei.

Diede una ventina di colpi animaleschi e poi grugnì sommessamente. Si stava svuotando dentro le viscere di Sara ed, evidentemente, doveva essere un fiume perché vidi chiaramente parte della sborra colare tra le gambe di Sara.

A questo punto Sara mi disse: “Amore ti prego, scopami anche tu nel culo ora”. Non me lo feci dire due volte, anche se non mi era mai capitato di infilare il mio cazzo in un buco pieno di sborra di un altro uomo. Il culo di Sara, finalmente lasciato libero da Bruno, era aperto come non l’avevo mai visto. Rosso, dilatato e pieno di sborra bianca.

La penetrai e sentii una sensazione di calore e di bagnato che riaccese la mia eccitazione. Iniziai a pomparla anche io con foga, immaginando che il mio cazzo non potesse procurarle danni dopo quello che avevo visto. Bastarono pochi colpi prima che mi lasciassi andare dentro di lei e sentii il mio seme caldo che si univa agli umori dei due.

Sara, stremata, disse: “Siete due amanti meravigliosi e mi avete fatto vivere la più perversa delle mie fantasie. Non credevo sarebbe successo alla prima occasione di un rapporto a tre. Ora, però, l’ultimo atto lo decido io.”.

Si sollevò dal tavolo dove era stata distesa per buoni venti minuti. Si inginocchiò e guardandoci negli occhi disse: “Lasciate che vi pulisca quelle due cappelle che sanno di me.”. Riuscì ad infilare i due cazzi insieme in bocca ora che non erano al massimo dell’erezione e si dedicò con grande passione, mentre si masturbava con una mano, a pulire fino all’ultima goccia di umori.

Bruno ed io eravamo totalmente in balia di quella donna stupenda che ci aveva portato dove voleva, ad un livello di estasi inattesa. Un’estasi che difficilmente sarebbe stata dimenticata e che sicuramente avrebbe preluso ad altri giochi con Bruno.
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