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Unico Threesome - Racconta Elena parte 4 - La Villa


di Hannibal
03.02.2023    |    2.771    |    14 9.7
"Ero ormai sul letto tramortita, ma Paolo non era ancora venuto e volle scoparmi nuovamente anche lui..."
Appena fummo entrati Marco andò a cercare qualcosa da bere, intanto Paolo si era abbassato i pantaloni ma non mi aveva messo giù, mi penetrò mentre ero fra le sue braccia sollevata, avvinghiata con le cosce ai suoi fianchi e con le braccia attorno al suo collo.
Con le sue grandi mani sulle mie natiche mi faceva andare su e giù, ero una bambola nelle sue mani.
Marco tornò con tre bicchieri e una bottiglia di prosecco che aveva trovato nel frigo, Paolo non mi lasciò andare subito mi adagiò sul bracciolo del divano facendomi ruotare e me lo infilò nuovamente da dietro.
Non è una posizione dove raggiungo l’orgasmo facilmente perché il pene non mi sfrega il clitoride, ci pensò Paolo a masturbarmi il clitoride cingendomi la vita con un braccio mentre con l’altra mano mi sculaccia e mi stringeva le natiche.
Venni nuovamente e Paolo fu soddisfatto, si staccò un po', lui non era ancora venuto, e si mise a sorseggiare il prosecco che Marco aveva preparato.
Non feci in tempo a bere il mio che Marco mi fu addosso, mi prese in braccio e mi portò in camera da letto e cominciò anche lui a scoparmi con energia sul bordo del letto, io avevo la patata in fiamme ma notai la sua maggiore lunghezza e il ritmo di Marco che, conoscendomi molto bene, è il mio preferito, in più Marco sapeva che la posizione sul bordo del letto con le gambe alzate mi piace molto così venni per la terza volta, anche perché Paolo nel frattempo mi baciava e succhiava i miei capezzoli.
Ero ormai sul letto tramortita, ma Paolo non era ancora venuto e volle scoparmi nuovamente anche lui.
Forse Paolo lo consigliò sulla posizione perché anche lui mi sollevò le gambe appoggiandole sulle sue spalle, si appoggio su di me per far strisciare il pene sul clitoride. E’ una posizione che mi piace molto perché mi sento penetrata sino in fondo.
Paolo questa volta fu molto dolce mi portò piano piano all’ennesimo orgasmo e venne anche lui, sentii il suo pene pulsare violentemente purtroppo il preservativo mi privò del piacere di sentirmi riempita del suo seme.
CI addormentammo tutti e tre per diverse ore, al mattino una fievole luce permeò la tenda che copriva le finestre della camera da letto, stavo ancora sonnecchiando e non sapevo se il cazzo che mi stava penetrando era reale oppure era il sogno della sera precedente!
Era reale! Marco mi stava scopando di nuovo, dolcemente, si appoggiò su di me e mi baciava il collo, Paolo dormiva ancora.
Ma volli farlo partecipe, così cominciai a accarezzargli il torace e andando verso il basso il ventre e il pene che era a riposo.
Non lo fu per molto, si svegliò anche lui e cominciò anche lui a baciarmi.
Marco si è dovuto sollevare un po' per dargli spazio ma loro due erano molto coordinati
Gli tirai il pene, che nel frattempo aveva ripreso le dimensioni da lavoro, verso di me e lui me lo mise in bocca.
“ti và bene come colazione?
“preferirei averlo altrove”, risposi.
“Ti accontento subito”
Non si lasciò certo pregare, nel frattempo Marco era venuto, stranamente veniva molto presto, probabilmente la situazione lo eccitava e quando scambiavamo due battute con Paolo, non riusciva più a trattenersi.
Paolo mi rigirò e mi mise a pancia sotto, stavolta invece che allargare le gambe le tenni strette, avevo la figa ormai spalancata, per il troppo uso, e volevo sentire l’attrito del pene sulle pareti, in pratica tenevo il cazzo di Paolo stretto con i muscoli delle gambe in modo da rendergli un po' difficile penetrarmi.
Riprese con il suo ritmo finalizzato a farmi soffrire, lo teneva quasi tutto fuori e lo rigirava fra le labbra della vagine, poi all’improvviso dava due o tre colpi sino in fondo e io impazzivo, Lanciavo un lungo gemito e a volte venivo, quando sentiva che venivo continuava con i colpi fin in fondo per completare il mio piacere.
Dopo un po', non saprei dire dopo quanto si sfilò, forse ero stata io con i movimenti del bacino a sfilarlo forse è stato lui ma usci e rimase fuori qualche secondo, poi tornò alla carica ma sembrava aver preso la direzione sbagliata, con il senno di poi lo fece intenzionalmente.
Mi ritrovai il cazzo di Paolo a premere nell’ano e prima che potessi protestare fu dentro.
“Non lì, mi fai male!”
“Troppo tardi è già dentro, ti faccio davvero male?”
In realtà mi faceva male, ma non volevo deluderlo, volevo dargli tutto! volevo che godesse come io stavo godendo, in tutti i modi possibili.
“Se fai piano, se sei dolce non mi fai male, mi piace”, gli dissi.
Paolo fu molto dolce, me lo mise dentro molto piano e mentre mi baciava il collo, allargai le gambe per permettergli di entrare meglio e fargli capire che non aveva ostacoli quando voleva penetrarmi.
Certo mi faceva male, devo riconoscere però che mi piaceva, anche perché aveva cominciato a masturbarmi, quello che mi dava fastidio era essere quasi completamente passiva.
L’unica cosa che potevo fare attivamente era succhiarlo a Marco che nel frattempo mi aveva avvicinato il suo pene alla mia bocca.
In quella posizione potevo solo muovere un po' il bacino e niente altro, venni nuovamente era un orgasmo misto a dolore, non so se era la penetrazione anale, oppure la sollecitazione del clitoride che mi fece venire ma indubbiamente ebbi un altro orgasmo.
Intenso e doloroso, un orgasmo misto a dolore, da una parte il dolore che rallenta l’orgasmo, dall’altra l’orgasmo che nasconde il dolore, fu un lunghissimo orgasmo forse proprio perché era frammisto al dolore.
Appena cominciò il mio respiro divenne molto più affannoso e comincia a gemere e a lamentarmi del dolore.
Ma appena cominciò Paolo fu tutt’altro che dolce, capì immediatamente che ero in orgasmo e lo cacciò dentro violentemente e i suoi colpi furono tutti profondi e violenti, mi teneva i fianchi e accelerava i colpi tirandomi a se e allontanandomi con le mani.
Mi sentivo penetrata sino alla pancia e sentivo il suo bacino sbattere contro le mie natiche.
In quel momento Marco raggiunse l’orgasmo e mi riempì la bocca con il suo sperma, non feci in tempo a ripulirmi e anche Paolo raggiunse l’orgasmo dentro di me, sentii lo spruzzo del suo sperma dentro di me piacevolmente caldo.
Sentivo il suo pene pulsare e a ogni pulsazione un nuovo fiotto di sperma si insinuava dentro di me.
Quattro, cinque volte, non saprei dire quante ma volevo che non finissero mai, ogni volta che sentivo il fiotto di sperma temevo fosse l’ultima.
Poi si accasciò su di me e rimase dentro di me a lungo senza muoversi con la residua turgidità del pene, io comincia a accarezzargli le mani e le braccia, girai la testa e riuscii a raggiungere la sua bocca, gli infilai dentro la lingua e anche lui fece lo stesso, giocavamo con le nostre lingue per chi doveva entrare nella bocca dell’altro.
Dopo lunghissimi minuti il pene si riposò, usci dall’ano e lui si rigirò sul fianco stringendomi con un braccio sul suo torace.
Ci addormentammo tutti e tre per almeno un’ora perché al nostro risveglio era quasi ora di pranzo.
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