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Tempi di quarantena capitolo 1


di Kainman
27.07.2023    |    24.718    |    4 9.8
"” “Beh niente, non so se è vero perché non ho altre esperienze ma tu diciamo che confermi la diceria” “Menomale..."
Questo racconto è stato scritto nei primi tempi della pandemia ma mai pubblicato finora. Buona lettura

Capitolo 1

Conosciamo tutti bene il periodo storico in cui ci troviamo.
Da un anno a questa parte tutto è cambiato, le restrizioni sono molte e c'è chi le vive peggio, chi meglio.
Questa è la storia di due persone che, nonostante condividano lo stesso sangue e la stessa data di nascita non potrebbero essere una più diversa dall'altra.

Siamo a Gennaio 2020 e Federico viveva in alloggio comune insieme ad altri studenti nelle prossimità delle università di Bologna. Si sente di questo virus che arriva dalla Cina, ma nessuno ci dà peso. Fino a quando le scuole di ogni ordine e grado vengono chiuse, pertanto lui decide di rientrare anticipatamente di dieci giorni presso la sua casa di famiglia nel Bresciano.

Anche Fabrizio, detto Fabo, a causa della sospensione del suo corso alla facoltà di Ingegneria decide di partire da Siena per tornare in Lombardia.

Un mese prima, quando di tutto questo non si sapeva ancora nulla, era arrivata la rottura definitiva con Jessica, la sua ragazza.
Ormai da molto che la tensione era alle stelle, dopo che durante la notte di Halloween l'aveva trovato ubriaco mentre limonava in modo spinto con la cugina di lei, padrona di casa per la serata, anch'essa con un livello di alcool in corpo non indifferente.

Ovviamente la cosa non si era più ripetuta, e se fosse stato sobrio non l'avrebbe mai fatto, almeno non con lei nelle vicinanze, ma nonostante sostenesse di averlo perdonato era diventata ossessiva nei suoi confronti, fino ad arrivare all'esasperazione.
Fabo era sempre stato piuttosto attivo sessualmente e, dopo la rottura, non perse occasione per cercare sesso occasionale ogni qualvolta possibile. Nella settimana prima della chiusura degli atenei era stato con 4 donne diverse, una con il doppio dei suoi anni.
Era incerto in merito al ritorno momentaneo dai suoi genitori, ma quando una sera, provandoci con una tipa nuova, si accorse che era Jessica, cancella ogni dubbio e fa le valige. Aveva bisogno urgente di cambiare ambiente.
I suoi genitori erano piuttosto premurosi, e furono lieti di avere i figli a casa in un momento così incerto, ancora non si sapeva niente in merito al COVID, ma c'era già una brutta sensazione in giro. "Sì certo ti aspettiamo, sistemo la stanza" disse subito la madre all'annuncio del suo ritorno, senza aggiungere altro.

Al suo arrivo alla stazione venne suo padre a prenderlo, che fu felice di vederlo sebbene non fosse molto espansivo. Lo avevano visto per due giorni soli per Natale, e prima non era più salito in Lombardia da Luglio. Arrivato a casa trovò la madre che lo accolse a braccia aperte, molto più espansiva di lui.
Qualche minuto più tardi si aprì la porta del balcone, da dove rientrò suo fratello dopo aver fumato. "Ciao" fu l'unica parola che si scambiarono, prima di proseguire i propri discorsi con i genitori.
Non erano mai stati affiatati loro due, fin da piccoli. Non che avessero mai litigato profondamente da non più parlarsi, ma fin dall'adolescenza non erano soliti rivolgersi la parola se non per motivi di necessità. Ed i loro genitori ne erano abituati ormai, quindi non istigavano più al colloquio tra i due, nonostante sapessero che non si vedevano dall'estate precedente.
Fabo addirittura ignorava che anche Federico avesse deciso di tornare presso i suoi genitori in quel momento. Non si sentivano mai neppure per messaggio.
Si accorse che anche lui era appena arrivato, notando che la valigia del fratello si trovava ancora in corridoio. "Non so per quanto tempo rimarrete o dovrete rimanere, ma per questi primi tempi dovrete condividere la stanza, scusateci. Stavamo sistemando la soffitta per far lavori e tutta la roba è nella tua vecchia stanza ora" disse la madre rivolgendosi a Fabo.
"Amen, tanto sarà per poco" sbottò Federico senza dire altro, e andò a sistemarsi nella sua vecchia camera da letto, seguito dopo una decina di minuti da Fabo.
Passarono i primi giorni senza colloquiare tra loro nonostante la convivenza forzata, anche se in realtà in quella settimana non passarono troppo tempo insieme, in quanto entrambi uscivano spesso, ignorando che sarebbero state le ultime possibilità di farlo.

Allarme Virus, Corona Virus. Chiusura totale. Lock down. Non si esce salvo gravi necessità. Paura. Decreti. Tensione. Slogan e canti dai balconi. Ansia. Oppressione.

Come tutti anche la famiglia dei ragazzi risentì di queste sensazioni, soprattutto in vista di un'incognita sulla fine di tutto quello.
Queste sensazioni, però, portarono i due fratelli a fare quello che non avevano più fatto da più di 10 anni: parlarono tra loro. Confrontarono le ansie, le paure, le costrizioni, ed entrambi si sentivano soffocare per la mancanza di uscite.
Federico, dopo 10 giorni dall'arrivo, alzando gli occhi dal telefono dal nulla se ne uscì una sera in stanza "Impazziremo tutti rinchiusi come cani porca ..." terminando la frase con imprecazioni e bestemmie. Era da sempre una persona delicata e fine nella normalità, con atteggiamento e carattere piuttosto effeminato. Ciò nonostante sapeva anche essere una persona parecchio rude in atto all'esasperazione. Per contro, in quei momenti, si dimostrava molto più grezzo del più che etero Fabo.

Dopo i primi 12 giorni di lock-down, quest'ultimo iniziò ad avere seri problemi di astinenza sessuale. Mentre stava con Jessica lo facevano almeno 2 o 3 volte la settimana e, da quando era venuta meno l'intimità tra loro la sua vita sessuale era pure aumentata. Ora era da più di due settimane che non scopava, arrivando a doversi smanettare più volte in un giorno per placare la voglia, forse anche dovuta al senso di costrizione.
Non aveva quasi mai parlato di sessualità con Federico, anche perché ovviamente la vedevano in modo diverso. Sebbene non avessero un rapporto amichevole, fin dalla prima adolescenza in cui il fratello minore aveva palesato la sua omosessualità, Fabo non ne era mai stato urtato.

Una sera, dopo essersi già svuotato nel pomeriggio, stava sfogliando alcuni video erotici. In quel momento gli era sufficiente vedere un paio di tette o culo, meglio se le tette erano 2 paia, per eccitarlo immediatamente. Normalmente toglieva l'audio direttamente ai video ma in quel momento, mentre con la sinistra maneggiava lentamente sotto il piumino, si apre una pubblicità erotica tipica dei siti porno, che fece subito voltare Federico, che subito cosa stava facendo e disse “Sei un coglione”
“Perché mi dai del coglione?” rispose lui
“Cazzo fai adesso, ti guardi porno e ti tocchi con me qua?” disse Federico scazzato
“Embhe?” Disse Fabo alzandosi di piedi di fronte al fratello “Non mi risulta che questo ti disgusti, no? E poi sei mio fratello che male c’è se lo faccio?” continuò mentre si palpeggia il pacco di fronte a lui
“Levami sto schifo da davanti”
“Bah che permaloso” rispose Fabo
“Permaloso? Cazzo credi di essere l’unico che ha una voglia porca? Ho voglia di un cazzo tanto quanto tu di figa ma non per questo mi smanetto in camera”
“Ma mica mi smanettavo, mi sono solo toccato un po’ “ sbottò
“Sì, e continui, evita”
“E che sarà mai, mica ho paura che mi violenti solo perché sei gay”
“Credi che non sarei capace di farlo? Ripeto, ho voglia quanto te, quindi tienitelo lontano, coglione” rispose secco Federico e si voltò dall’altra. Fabo se ne tornò al suo letto in silenzio, un po’ perplesso.

“Ma porca puttana, sei capace a tenere gli spazi tuoi?” esplose Federico quando qualche giorno dopo Fabo in mutande gli fece cadere addosso un libro dalla mensola sopra al suo letto
“Ti ho detto di starmi lontano con sto pacco di merda” aggiunse quando il fratello si allungò per rimettere a posto il libro caduto, con le mutande a 40 cm dalla sua faccia
“Ancora sta storia, e che fastidio ti dà, sta pure nelle mutande”
“Ti ho detto che ho voglia” esclamò Federico, gli si alzò davanti e gli mise le mani nelle mutande e seguì dicendo “Credi che non abbia il coraggio di prendermelo?”
Fabo rimase di sasso con la mano del fratello avvolta attorno al cazzo e non disse una parola.
Fabo faceva sempre lo spavaldo, ma in quel momento lui aveva preso il sopravvento, e proseguì “Quindi se non vuoi che lo faccia stammi lontano e se devi menartelo vai in bagno come tutti” detto questo mollò la preso e tornò a sdraiarsi come se nulla fosse.
Anche Fabo tornò al suo letto, ancora più perplesso, e un po’ barzotto. D'altronde erano settimane che nessuno, nessuna, glielo toccava.

I giorni passavano e le angosce aumentavano, nella loro zona poi era ancora peggio, le restrizioni erano al massimo rispetto al resto d’Italia. Fabo cercava di sfogarsi il più possibile in bagno come aveva detto il fratello ma era la sera che l’ormone si faceva sentire di più, anche se cercava di nasconderlo. Ormai anche senza guardare ne pensare a nulla in particolare quasi ogni sera aveva un’erezione, che cercava di placare solo toccandosi un po’.
Una sera di quelle, piuttosto tardi, girato di spalle se lo stava muovendo in una sega lenta, sebbene non si vedesse i rumori erano evidenti, e Federico disse “Che cazzo ti avevo detto? Smettila, minchia vai in bagno”
“Che palle” sbottò solo Fabo, e smise con quello che stava facendo.
Poco dopo si addormentò ma si svegliò non molte ore dopo, con il cazzo più duro di prima. Controllò che Federico dormisse quindi si abbassò i boxer ed iniziò a segarsi con gli occhi chiusi, lentamente senza pensare a nulla.
“Ti avevo avvertito stronzo” gli ringhiò Federico a pochi centimetri dalla faccia
“Che cazzo…” disse Fabo ma in un secondo il fratello gli tolse brutalmente la mano e mise la sua bocca al posto
“No Fede che cazzo fai” disse cercando di toglierlo ma lo spinse giù più volte, era particolarmente forzuto e più muscoloso rispetto a lui, finché Fabo decise di desistere, lasciandolo fare fino a che poco più di un minuto più tardi gli esplose in bocca, e rimase immobile.
“E lavati meglio, ti sa di piscio. Stronzo” disse Federico rialzandosi dopo aver pulito tutto con la lingua ed ingerito, prima di tornarsene a letto come niente fosse successo.
Al mattino seguente quando si svegliò vide che Federico era già al pc con le cuffie indosso, sicuramente stava seguendo qualcosa del suo ateneo online.
Dopo un’ora quando finì gli si avvicinò e disse “Fede, ieri notte…”
“Ti avevo detto di smetterla o no? Se non volevi sono cazzi tuoi avevi solo da lasciarmi stare. Non rompere il cazzo, vattene”
“Ma non volevo…”
“Se non volevi l’hai fatto comunque, sono cazzi tuoi. Lasciami studiare” chiuse la conversazione rimettendosi le cuffie e voltandosi.
Non parlarono più al riguardo e a Fabo gli sembrò che il fratello fosse di nuovo più scontroso e distante di quanto fosse prima di quel periodo. A lui questo dispiaceva perché, anche se in ombra, ci teneva a lui.
Non poteva dire che avesse goduto a pieno di quella notte, un po’ per la brevità un po’ per lo shock del momento, però dovette ammettere a se stesso che lui sapeva il fatto suo. Era ovvio, sicuramente aveva maturato una buona esperienza fin dall’adolescenza, tanto quanto lui con il mondo femminile.
Ogni giorno che passava a Fabo sembrava che fosse più scontroso, e iniziava a risentirne davvero, contando anche che la chiusura forzata continuava, così una sera cercò di instaurare un discorso, senza desistere alle sue risposte ghiacciate.
“Fede, posso chiederti una cosa?”
“Che vuoi?”
“Non ne parliamo mai, e non so niente da mamma e papà. Tu sei fidanzato adesso? Hai qualcuno?”
“No. Nessuno fisso. Perché, che te frega?”
“Solo per parlare. Stavi con qualcuno prima di tutto questo?”
Federico si giró verso di lui perplesso per quelle domande, lo fissò un attimo e rispose “Sì stavo con uno più grande di me”
“E adesso? vi siete lasciati?”
“L’ho lasciato io a capodanno”
“Davvero? Anche io e Jessica ci siamo lasciati in quei giorni”
“Non te l’ho chiesto”
Fabo aspettò qualche secondo poi riprese “E come mai vi siete lasciati?”
“Io, l’ho lasciato, dopo che si è fatto scopare da almeno 3 dei miei cosiddetti amici quella notte”
“Scopare da loro? Ma tu non sei passivo? O lo era anche lui?” Fabo si mise seduto sorpreso dalla risposta
Federico rimase sdraiato guardando il telefono, ma le sue risposte sembravano cambiare tono, meno gelido “Siamo entrambi versatili, io più passivo e lui più attivo ma quella notte ha voluto essere la cagna di turno”
“Mi dispiace. Scusa se ti ho fatto parlare di queste cose”
“Niente, ormai è passata. E tu? Perché vi siete lasciati?” Federico posó il telefono e si mise seduto come il fratello, rivolto verso di lui
Fabo fu sorpreso della domanda e rispose “Beh diciamo che qui la cagna sono stato un po’ io, anche se non così tanto. Ad halloween mi sono scopato sua cugina, ma questo non lo sapeva, però ci ha beccato limonandoci, e da lì è diventata una cozza ossessiva”
“E adesso vuoi dirmi che ti sei fatto solo la cugina mentre stavi con lei?”
“No, beh con lei mi ha beccato, lo sai come sono. Perché, tu sei stato impeccabile?”
“Ovvio che no qualche scappata l’ho fatta pure io, ma non con lui presente nella stessa casa come ha fatto lui”
“Io da dopo di Jessica sono diventato ancora peggio, per questo adesso ho così voglia. Scusa se ti ho infastidito quando mi toccavo e mi esibivo, ammetto che era per darti fastidio di proposito”
“Vabbé, tanto tu avevi voglia e io pure quindi è andata così”
“Il mio problema è cha alla sera boom mi parte l’ormone” disse Fabo dopo una pausa
“Anche a me, ce l’ho in tiro tutte le sere, ma non sto lì a smanettarmi e toccarmi se sei lì di fianco”
“Ma per me puoi anche farlo, che mi frega, importante che non me lo metti in faccia” rispose Fabo
“Ah beh liberissimo anche tu di far quel che vuoi, ma se poi mi prende l’embolo di nuovo come quella notte poi non lamentarti” rispose Federico
“E chi si è lamentato?” rispose Fabo, e subit o aleggiò il silenzio, per poi tornare entrambi ai loro telefoni.
La notte seguente Fabo non riusciva a dormire con un’erezione insistente, ma cercó di non toccarsi e di addormentarsi. Si risveglió poco più tardi e sentì movimenti dall’altro letto, uniti a dei respiri profondi e accelerati. Capì che il fratello l’aveva ascoltato e si stava segando senza farsi problemi, la cosa non gli diede altre reazioni se non il sorriso, ed al rumore di quel fruscio si riaddormentó.
Dopo di quello, nelle tarde serate o notti seguenti, non si fece più problemi a toccarsi o segarsi anche solo per poco con lui in camera, ma aspettava che fosse addormentato, o almeno che lo sembrasse.
Una di queste, quando quasi si trovava al culmine, sentí nel buio la sua voce che diceva “Lo fai ogni sera adesso?”
“Scusa pensavo che…” inizió Fabo
“Fai quel che ti pare, non me ne frega” rispose secco Federico e si voltò. A quella reazione a Fabo passò l’eccitazione e si rimise a dormire.
Per alcune notti non fece più niente, anche se un paio di volte sentì lui che smanettava. Una di queste però era già l’una di notte e non riusciva a dormire rigirandosi più volte, così si spogliò perché sentiva molto caldo, ed iniziò a segarsi lentamente mentre si accarezzava il petto.
Trenta secondi più tardi si sentì togliere la mano, ma questa volta delicatamente, un’altra mano prendere il suo posto ed una bocca piacevolmente calda avvolgerlo.
Ne fu sorpreso ma non più shockato e lasciò che la pompa di Federico prendesse piede senza ostacolarlo.
Questa volta la sua durata fu di molto maggiore, ma soprattutto il piacere, assaporó ogni movimento di quella bocca e quella lingua. Sebbene verso la fine accelerò il ritmo, non lo fece da incazzato come la volta precedente, e Federico stesso poté godere meglio di quel servizio, che culminó con una buona serie di getti nella sua stessa bocca.
Dopo aver pulito tutto con la lingua non ci fu alcun commento e tornó al suo letto. Anche Fabo si rivestì e tornò a dormire.
“Posso dirti una cosa?” disse la sera seguente Fabo
“Dipende”
“Dicono che i gay succhino meglio delle donne perché sanno cosa si prova”
“E quindi?...”
“Beh niente, non so se è vero perché non ho altre esperienze ma tu diciamo che confermi la diceria”
“Menomale. Grazie”
“Fede?”
“Cosa?”
“Se ti va ancora, prendilo ogni volta che vuoi”
“Ok. Bene.” rispose secco chiudendo il discorso.

Segue nei prossimi capitoli
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