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La punizione 2


di iltiralatte
13.11.2023    |    1.481    |    2 7.0
"Dopo il lavoro torno a casa, prendo la cagnetta e mi reco al solito prato..."
Come tutte la mie storie pure questa è frutto esclusivo della mia fantasia per cui ogni riferimento a persone o cose realmente esistenti è puramente casuale.

Alcide
I cani correvano felici nel loro prato brullo.
Era presente un terzo uomo per cui dovevamo limitarci e stare seduti composti.
Io “Ieri non ho potuto fare a meno di notare come Arco ti abbia obbedito all’istante. È sempre così?”
Ste “Naturale!”
Io “E come hai fatto? Insegna anche a me. Mi piacerebbe dominare il cane come ho visto saper fare a te.”
Ste “Già dominare, questa è la chiave ma si deve esserci portati. In alternativa puoi cominciare con l’addestramento. Procurati dei premietti: piccoli biscotti, wurstell appena scaduti grandi quanto un’unghia o coccole che sai le piacciano assolutamente. A questo punto ti riempi le tasche con questi premi e puoi cominciare. Ci sono alcuni comandi base, a terra, seduto, piede, indietro. Tu ripeti il comando fino alla nausea ed ogni volta che lo esegue correttamente gli dai un premietto. Se hai abbastanza pazienza giorno verrà che ti obbedirà anche senza bisogno di incentivi.”
Io “Sei proprio abile: sei una donna proprio eccezionale. Sai un mucchio di cose … e chissà quante potresti insegnarmene!”
Ste “Certo potrei … ma certamente non qui.”

Diletta
Oggi sono di buon umore. So che ad Alcide piace da matti essere stuzzicato dappertutto ed in tutti i sensi.
Ultimamente lo ho trascurato un po’.
Io sono un’artista e non posso gettare a terra la cazzuola al termine delle 8 ore di lavoro. Un artista lo è 25 ore al giorno e, se una vuole divenire una grande artista deve anche studiare, poi studiare ancora, esercitarsi, vocalizzare ed infine ancora studiare.
Questa è la mia vita, in attesa di quei 5 minuti in cui il pubblico, applaudendoti, ti ripagherà di tutti i tuoi sacrifici.
Miei sacrifici? Nostri sarebbe più corretto affermare.
Gli applausi spetteranno a me ma anche Alcide è coinvolto. Lo amo tanto ma lui è obbligato a rinunciare a sua moglie. Deve ascoltarla fino a farsi cadere le orecchie e, quando ha voglia di fare l’amore, deve rassegnarsi ad andare a letto da solo, piccolo pulcino sperduto in quel grande letto matrimoniale perché sua moglie sta studiando un qualche spartito.
Ma questa sera ho deciso: voglio farmi completamente perdonare ed io so come”
Faccio una bella doccia ed indosso la lingerie più provocante che possiedo.
Una leggera vestaglietta trasparente e sono pronta,
Lo attendo così agghindata.
Sono un po’ delusa: Alcide mi sembra intimidito come se fosse tornato ai primi tempi della nostra relazione.
Questa notte abbiamo fatto l’amore ma mio marito, il mio stallone, sembra essere tornato un puledrino alle prime armi.
Io volevo dividere con lui la mia gioia.
Qualcuno deve avermi notata oppure il mio manager ha imparato a fare miracoli: il fatto è che è riuscito a fissarmi un provino con la *****.
Dovesse andare bene sarei lanciata in campo nazionale.
Per me sarebbero la gloria ed il successo. Per lui l’orgoglio di avere una moglie famosa e tutta innamorata di lui.
Comunque troppo importante è il provino. Non posso e non devo fallirlo. Se ha qualche problema gli passerà.
Io ora devo studiare ed esercitarmi alla nausea.
Corro agli Studios.

Alcide
Stanotte Diletta è stata proprio strana!
Era diversa dalla Diletta che ho sempre conosciuta: entusiasta, passionale, piena di voglia di scopare. Mai mi si era proposta sotto questa luce: ha sempre voluto agire di rimessa, da seconda.
Non me la racconta giusta! Per la prima volta nella mia vita diffido di lei.
Vado in banca pensando al biglietto che ho trovato sul tavolo.
Diletta vorrebbe essere raggiunta agli Studios: sa che non mi piace il suo ambiente.
Troppo pieno di gente trasgressiva che ha la fantasia necessaria per fare il culo ad un sempliciotto (nei loro confronti) come me.
Alice sa che mi piace considerarmi il n°1 ma li, agli Studios quell’uno si trasforma in 2,3, …1000.
Mi spiace ma non intendo affrontare quell’ambiente: le mando un messaggio sul telefono e mi scuso. Impegni sopraggiunti la rivedrò questa sera.

Dopo il lavoro torno a casa, prendo la cagnetta e mi reco al solito prato.
Stella è già li.
Libero Molly e, senza pensaci bacio Stella. Lei non mi risponde: è passiva.
Ste “Siamo abbastanza cresciuti per fare i semplici fidanzatini, non credi?”
Io “Certo, ma non saprei dove portarti. Nelle nostre case ci sarebbe sempre il problema dei nostri rispettivi coniugi. Mettiamo che mia moglie scopra un tuo paio di mutandine o che tuo marito veda una mia maglietta. Troveremmo abbastanza complicato spiegare loro la presenza di quegli indumenti.”
Ste “Allora ti porto io. Posseggo una villetta isolata di cui mio marito ignora l’esistenza. La uso io, a volte, quando voglio un po’ di riservatezza. C’è anche spazio per i cani: più che altro io vengo qui per consentire ad Arco di socializzare con altri cani.”
Stella guarda Molly.
Ste “Mi sembra che Arco abbia socializzato abbastanza. Non credi che ora tocchi a noi?”
Chiudendo gli occhi per quella inattesa proposta confermai e mi lasciai condurre ad una villetta poco lontana che credevo disabitata.
Lasciammo i cani liberi nel piccolo giardino ed entrammo in casa,
La casa apparve, al suo interno, un poco spartana.
Ad un soggiorno semivuoto ricolmo di stuoie sul pavimento corrispondeva una cucina vuota completamente.
Un modesto gas a 2 fiamme, Tre pentole ed alcuni piatti spaiati che non avevano neppure un armadio in cui trovar posto.
Solo il frigorifero pareva moderno ed era ricolmo di liquori o di drink.
Pane o altri viveri non avevano diritto di cittadinanza in questa casa.
C’erano poi una seconda camera chiusa che non mi volle illustrare (la uso come magazzino) ed una splendida camera da letto in cui troneggiava, naturalmente, una favolosa alcova ai cui estremi due cancellate in ottone fungevano da capi del letto
Non perdemmo altro tempo in chiacchiere: come due affamati ci spogliammo e ci amammo voluttuosamente.
Ste “Mio marito non sa nulla di questa casa. Era mia da molto prima che ci sposassimo e la ho mantenuta per quando avessi avuto necessità di essere sola o, come in questo caso, per qualche divertimento estemporaneo. Se poi consideri che il posteggio delle auto è posto in modo che nessuno dalla strada possa scorgere le macchine, converrai che questo è il pied à terre ideale.”
Io “Sei fantastica, non finisci mai di stupirmi.”
Mentre le accarezzavo quello splendido seno finalmente liberi da quegli artificiosi fagotti, Stella prese da un portachiavi un mazzo di chiavi e me lo porse.
Ste “Se vorrai in futuro potremmo incontrarci qui, il posto per i cani c’è ed è sicuro e noi potremo divertirci ad imitare loro.”
Ancora stordito dalla favolosa scopata che avevamo appena concluso accettai con gratitudine quel mazzo.
In futuro quello sarebbe divenuto il nostro nido segreto.

Fine ?

Come sempre mi succede mendico critiche motivate (anche negative) e pareri, indispensabili per migliorarsi. In caso di racconti a puntate, la successiva sarà pubblicata unicamente se qualcuno lo chiederà.
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