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La punizione 6


di iltiralatte
17.11.2023    |    1.539    |    6 7.2
"Corro immediatamente agli Studios, anche con lui dovrò affiatarmi, ” Scoppiai a ridere Io “Calma star dagli occhi tristi..."
Come tutte la mie storie pure questa è frutto esclusivo della mia fantasia per cui ogni riferimento a persone o cose realmente esistenti è puramente casuale.

Bruno
Sono il manager di Diletta che si è dimostrata di gran lunga la mia cliente migliore.
Lei è nata per cantare e, quando lo fa, sembra un Angelo sceso dal cielo per allietare le nostre vite.
Eppure qualche cosa non mi convince: sono convinto che lei possa migliorare ancora.
La conosco sin dai suoi primissimi esordi quando riuscii ad ottenerle un’audizione per °Voci Nuove°.
Già allora cantava benissimo e mostrava una professionalità, un attaccamento al lavoro ed una fantasia che ne avrebbero fatto la stella che è divenuta oggi ma ho notato un cambiamento in lei: qualche cosa che la frena ancora.
La ragazza solare che ho conosciuta sembra essersi trasferita altrove.
Questa è Diletta ma non è la mia Diletta ed io, come manager, devo assolutamente aiutarla se voglio che la sua carriera duri a lungo.
Tra i miei compiti c’è pure quello di controllare e scegliere la sua posta.
Separare cioè le missive strettamente personali, che naturalmente le vengono immediatamente trasmesse, dalle offerte di lavoro, di mia competenza, alle lettere dei vari fans che sono affidate alla valutazione di una segretaria appositamente assunta: è lei che decide a quali si debba rispondere (e nel caso lo fa fingendosi Diletta) e quali cestinare lasciando unica traccia di se nel numero totale, sempre crescente. Di missive ricevute.
Fra “Ho qui una lettera diversa dalle solite Bruno, che ne faccio?”
Io “Mostramela, ma perché dici che è diversa?”
Fra “Almeno il 90/95% degli scritti, sono lettere d’amore, (Sposami. Voglio sempre sentirti cantare, sono il tuo schiavo . ecc). Questa invece, anche se l’amore può essere desunto, è diversa. Devi proprio leggerla.”
Presi dalle sue mani il foglio ed inforcai gli occhiali: “Cara Diletta, mi allieto sempre ogni volta che ti sento cantare. Per questo ti ringrazio ma, se me lo consenti, vorrei ancora di più da te. Il tuo è un canto dolcissimo che sembra volerti indirizzare direttamente al Paradiso, ma avverto in esso una nota contraria. Sembra che tu stia fuggendo dall’Inferno senza riuscirci e che questa sia la tua destinazione finale cui alla fine condurrai pure me. Forse è per questo che ti chiamano la diva dagli occhi perennemente tristi, ed è per questo che ti sollecito: qualsiasi cosa ti sia capitata devi imparare a metterci una pietra sopra. La vita è sofferenza ma è soprattutto gioia. Suo per sempre ****.”

Io “Buona Molly, lo so che mi vuoi bene.”
Dil “Ciao Bruno, ci sono novità?”
Io ripiegando la lettera “Ciao Diletta, nessuna novità a meno che tu non voglia considerare tale un nuovo strumentista.”
Dil “Va bene, ho capito. Corro immediatamente agli Studios, anche con lui dovrò affiatarmi,”
Scoppiai a ridere
Io “Calma star dagli occhi tristi. Che tu sia una stakanovista è assodato, ma datti un attimo di tregua e soprattutto dallo a lui. Prima che con te lascia che si affiati ai suoi colleghi orchestrali. Anzi, perché non ti prendi un giorno libero? Porta un po’ al parco i tuoi 4 cani, loro non apprezzano magari le tue note ma vivono in funzione tua e per questo meritano amore (parole tue).”
Dil “Va bene. Se così mi ordina il mio padrone obbedirò.”
Mi si avvicinò, mi stampò un grosso bacio sulla guancia e, con un cenno di saluto a Franca recuperata Molly si diresse all’uscita.
Io “Hai ragione Franca, questo ammiratore ha identificato con precisione il problema che affligge la nostra cliente. Rispondigli ringraziandolo e prendi nota del suo indirizzo: se mai Diletta dovesse cessare di essere la dama triste parte del merito sarà anche suo e lo ricompenseremo adeguatamente.”
Franca mi salutò accomiatandosi ma io la fermai.
Io “Aspetta un momento! Diletta va sempre in giro accompagnata dai suoi 4 cani, ma i cani, in origine , erano 8.”
Fra “Intendi la sigla di °Voci Nuove°?”
Io “Si proprio quella. Se ben mi ricordo gli altri 4 cani appartenevano ad un’unica persona; una donna. Rintracciala e convocala qui, da qualche parte dobbiamo pure avere il suo numero di telefono.”
Dopo aver scribacchiato qualche cosa sul suo taccuino Franca tornò al suo ufficio.

Io “Buon giorno signora, la ringrazio per aver accettato il mio invito.”
Ste (ridendo) “Era un invito? Dal tono della sua collaboratrice sembrava una questione di vita o di morte!”
Io “Franca è sempre un po’ apprensiva, le domando scusa se la ha inutilmente allarmata ma è una brava segretaria e si merita di essere perdonata.”
Ste “Non si preoccupi, ci vuole ben altro per poter allarmare me.”
Io “Ecco signora, si ricorda che un paio d’anni fa noleggiammo i suoi cani per girare qualche scena?”
Ste “Altroché se mi ricordo, vi servono ancora? Mi consentirete di nuovo di assistere alle riprese?”
Io “Se vuole assistere non ha altro da fare che domandarmelo, in qualsiasi istante. Diciamo che una mano lava l’altra, lei fa un piacere a me ed io replico con una cortesia a lei.”
Ste “Allora non le servono i miei tesori?”
Io “Al momento no signora, ben altro è il motivo per cui ho chiesto di vederla.”
Lei mi guardò con aria interrogativa
Io “Quando è stata qui mi è sembrato di capire che lei e Diletta foste amiche anche al di fuori del set ed una sua amica è quanto mi serve ora.”
Ste “Ahi ahi, temo che amica non sia proprio la parola corretta, comunque prosegua.”
Io “Avete litigato? Mi spiace: io sto indagando sui motivi per cui la mia cliente è diventata la dama triste. Sono convinto che se fosse possibile rimuoverli la sua carriera potrebbe avere un ulteriore balzo in avanti.”
Ste “Vuole i motivi? Credo che li abbia davanti in me. Però, con la sua collaborazione, penso di poter fare qualche cosa in merito. Diletta è una brava donna prima che una eccellente cantante. In questi anni ho sempre seguito la sua ascesa: mai uno scandalo, mai del gossip di qualsiasi tipo. Mi sono affezionata a lei pur seguendole da lontano. Se vuole cancellarle quella note triste mi prenda un appuntamento con lei ad un orario decente e poi …”
Mi spiegò un paio di cose alcune delle quali dovevo ottenere io.

Diletta
Non capisco: Bruno mi ha preso un appuntamento al buio rifiutandosi di dirmi con chi.
Bru “È una donna. Quando la vedrai la riconoscerai al volo. Per piacere ascoltala con attenzione è per il bene della tua carriera, si, ma soprattutto tuo.”
Mi ha detto ed ora sono qui, al bar degli Studios, in attesa.
Ai miei piedi Molly si agita e comincia ad abbaiare.
Un istante dopo Stella, accompagnata da Arco è davanti a me.
Ste “Posso sedermi?”
Non ho parole: lo stupore mi ha tolto la favella.
Le indico la sedia.
Ste “Non mi aspettavi vero?”
Ritrovo la voce
Io “Credevo ci fossimo dette tutto quando ti ho congedato.”
Ste “Dal tuo punto di vista hai ragione. Mai mi sarei sognata di avvicinarti ancora se Bruno non me lo avesse chiesto.”
La guardai con aria interrogativa
Ste “Ti ho fatto male e me ne sono veramente pentita. A causa mia un velo di tristezza ti separa sempre dal mondo e vorrei poter rimediare.”
Io “Hai trovato una macchina del tempo? Puoi tornare al punto in cui convinci te stessa a lasciar stare l’uomo di un’altra?”
Ste “Purtroppo a questo punto non sono ancora arrivata, Ma siamo donne Diletta: io ho sbagliato, forse anche tu non sei proprio esente da colpe e di certo Alcide ha commesso la sua parte di errori. Però la vita prosegue; deve proseguire. E se è vero che amare vuol dire perdonare, dobbiamo anche accettare quegli sbagli ed impedire che essi ci avvelenino la vita!”
Io la guadai tristemente
Io “Parole, parole. Facile dire mettiamoci una pietra sopra e non parliamone più. Io, anche volendolo, come potrei perdonarti? Ora non ho più mio marito al mio fianco!”
Ste “Da quanto tempo non vedi Alcide? Se ti giurassi che mai più te lo toccherei saresti disposta a perdonare me e lui?”
Io “Non lo ho più visto da quando ho abbandonato la casa. Sono tornata un mesetto dopo e la casa era vuota come era stato cancellato ogni segno della sua presenza.”
Ste “Ma tu lo ami ancora? Saresti disposta a perdonarlo se te ne se ne presentasse l’occasione?”
Io “La fiducia mi mancherebbe Stella. Io capisco i tuoi discorsi ma onestamente neppure in te posso avere fede.”
Ste “La fiducia bisogna meritarsela ed è quanto io sto tentando di fare convincendo te nei miei riguardi. Ho un accordo col tuo manager: dagli retta senza badare per una volta ai guadagni. Io sarò al tuo fianco ma sta tranquilla, lascerò tutta la scena a te.”

Bru “Allora Diletta, ritengo che sarebbe buona cosa associare il tuo nome anche alla parola BONTÀ. Quindi ho pensato di organizzarti un concerto all’Ostello dei Senza Tetto. Per una volta non ci guadagneremo, anzi diciamocelo chiaro, sarà una perdita secca ma ritengo che la spesa consentirà un grosso progresso nella tua carriera.”
Io “Possiamo permettercelo? Allora sono d’accordo. Mi ricordo bene dei tempi in cui faticavo a conciliare il pranzo colla cena.”
Bru “Brava ragazza, sapevo di poter contare su di te. Vedrai che non te ne pentirai anche se Stella starà al tuo fianco lascerà a te il peso dello spettacolo. Tu limitati a recepire se e quando ti darà qualche cosa.”
Io “D’accordo, hai già pronte le locandine?”
Bruno mi mostrò alcuni volantini: erano orribili, io ero irriconoscibile e pure il mio nome d’arte era sbagliato.
Essere buoni d’accordo ma non fino a questo punto,
Protestai vivacemente.
Bru “È stato fatto apposta Diletta, come puoi pensare che io non curi la tua immagine? Concepisci che andremo in un ostello pieno di miserabili? Cosa succederebbe se si diffondesse in anticipo la voce che tu, la diva del momento, ti esibirai gratuitamente presso loro ad una certa data? Te lo dico io: ci sarebbe l’assalto ai posti disponibili col rischio che proprio i nostri beneficiati ne siano esclusi a favore di giornalisti e categorie più privilegiate, Rendendo noto il tuo nome a posteriori invece eviteremo questo problema e la pubblicità che ne trarremo sarà più immediata e diretta. Abbi fiducia in me!”

Giunse il giorno del concerto. Non avendo spazio per l’orchestra si ripiegò sulla base su dischi, molte volte in discoteca ci avevo ricorso.
Mi stupii vedendo alcuni agenti della mia vigilanza privata davanti alle porte d’ingresso.
Ste “Quelli per oggi sono ai miei ordini, non fare loro caso!”
La sala era ora piena ma nessuno mi aveva ancora visto: tutto procedeva nel migliore dei modi.
Una voce dal palco: Bruno.
Bru “Oggi abbiamo pensato di organizzarvi una sorpresa. Immaginando che dei senza tetto abbiano in genere abbastanza pochi soldi per recarsi ai concerti abbiamo pensato di condurre il nostro concerti da voi. Solo una condizione vi pongo: durante le esecuzioni nessuno potrà lasciare il posto che occupa. Se non accettate questa richiesta siete pregati di abbandonare ora la sala.”
Nessuno si mosse.
Bru “Ed ora la vera sorpresa ecco a voi Diletta la dama dagli occhi tristi.”
Un boato attraversò il salone mentre io facevo il mio ingresso scortata da Stella.
Mani che applaudivano, gente che cercava di sporgersi oltre la schiena del vicino, applausi ovunque.
Mai mi ero sentita tanto vicina ai miei sostenitori.
Giunsi al palco ed attesi che la bolgia si calmasse, quindi cominciai:
“♫ ****** **** **** ♫”
Tutti sembravano impazziti eppure Stella, pur senza interrompermi mi sussurrò
Ste“Guarda la penultima fila, sulla sinistra”
Io pur senza interrompermi cercai con lo sguardo il punto suggeritomi ed impallidii.”
Un uomo era seduto a viso basso.
Continuando a cantare scesi dal palco e raggiunsi quella sedia. Ci arrivai al termine preciso della canzone.
Io “ …. ♫ Alcide, cosa fai qui?”
Alc “Questo è il mio posto Diletta: il buco che mi sono meritato!”
Io “Brava gente, vi ho promesso un concerto ed intendo mantenere la mia promessa, solo che ora ho bisogno di un vostro impegno. Controllare che quest’uomo, al termine, mi raggiunga sul palco.”
Molti applaudirono, due marcantoni invece mi raggiunsero: “Si fidi di noi signora, colle gambe o senza quest’uomo alla fine la raggiungerà.“
Terminai il mio concerto tra il tripudio generale ed alla fine i due marcantoni mi raggiunsero: “Certo che la gente ha una bella fantasia signora. Si figuri che questo elemento pretendeva che lo lasciassimo andare asserendo che era suo marito.”
Li ringraziai con un sorriso smagliante
Io “Gran fantasia davvero! Non ditelo a nessuno ma lui davvero È mio marito.”
Accompagnata da Bruno e Stella portai Alcide in una saletta che ci era stata gentilmente concessa.
Io “Ora mi spieghi cosa ti è capitato. Ti ho lasciato benestante in una abitazione civile e ti ritrovo senza un centesimo tra diseredati e disadattati.”
Alc “Dopo che mi hai lasciato, con quello scherzo che mi hai fatto, sono giunti dei colleghi a liberarmi. La faccio breve: il modo in cui tu mi avevi lasciato in brevissimo tempo finì sulla bocca di tutti ed in breve divenni lo zimbello dell’ufficio. Lo divenni ad un punto tale che non riuscii più a sopportarlo e dovetti dimettermi.
Da allora è stato un continuo rotolare sempre più in basso nella scala sociale. Non mi ero reso conto di quanto la mia stessa auto-fiducia originasse da te.
Già dal letto ti imploravo il perdono, permettimi di rinnovare adesso la richiesta. Anche se non sei più mia moglie forse l’animo in pace mi consentirà di risalire la china.”
Io “Ancora una volta ti stai sbagliando: io sono ancora tua moglie e, se sono stata troppo esagerata nella mia vendetta, sono io ora che imploro il tuo perdono.”
Alcide tentò di rispondermi ma fui io a zittirlo mettendogli un dito sulla labbra.
Io “Mi sembra di aver capito che al momento sei disoccupato, non è vero?”
Alcide mi rispose affermativamente con un cenno del capo.
Io “Avrei bisogno di un buon ragioniere che curasse il mio conto bancario, ne conosci uno tu?”
Bru (strizzandomi un occhio) “Certo anch’io stavo giusto cercando un impiegato del genere: certo lo stipendio non è elevatissimo ma dopo quanto hai passato forse potresti accontentarti.”
Alc “Ho imparato la lezione. Ora anche gratis verrei a lavorare per Diletta, riaverla è un sogno e se potrò realizzarlo diverrò il più ricco tra gli uomini . Non avendo lei neppure possedendo tutto il denaro del mondo potrei considerarmi ricco.”
Io “Ed io non ti assumo allora. Abbiamo sbagliato entrambi, in modo diverso ma lo abbiamo fatto. Io non ho mai chiesto il divorzio da te, quindi sei ancora mio marito. Vuoi ricostituire la nostra unione?”
Alc “Certo che lo voglio, anche se non so se me lo merito.”
Ste “Io sono stata la causa della vostra rottura, ma mi impegno solennemente a tenere sotto controllo costui: se è sfuggito ad una donna di certo mai riuscirà a sottrarsi al controllo di due.”
Dire che terminò in un abbraccio generale è una semplice ovvietà.

Bruno
Quasi due mesi sono passati.
Diletta è incinta e tutta la stampa si arrovella sull’identità del misterioso uomo che la sta rendendo madre.
Il ritorno pubblicitario di quella serata, doppiamente benedetta, è stato enorme, peccato non poterne organizza più di uno all’anno.
Diletta ha fatto un nuovo balzo in avanti nella sua carriera. Ora la sua voce conduce in un posto solo: il ♪ ♫ PARADISO♪ ♫ .

Fine

Come sempre mi succede mendico critiche motivate (anche negative) e pareri, indispensabili per migliorarsi.
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