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La punizione 5


di iltiralatte
16.11.2023    |    1.034    |    6 7.2
"” Raggiungemmo il bar e ci sedemmo ad un tavolino come due buone amiche chiacchierine, ognuna con la sua bibita davanti, Io “Stella, so che sei l’amante..."
Come tutte la mie storie pure questa è frutto esclusivo della mia fantasia per cui ogni riferimento a persone o cose realmente esistenti è puramente casuale.

Alcide
Ho paura di essere nei guai.
Diletta è venuta a parlarmi dello strano comportamento di Molly che la ha trascinata sin davanti alla villetta che Stella ed io usiamo come pied a terre.
Lei era incuriosita: non sospetta ancora di nulla ma il passo, a questo punto , è breve: troppo breve.
Per questa volta me la sono cavata, le ho detto che probabilmente li abita Arco ma la scusa è debole: troppo debole.
Non posso certo dirle la verità, quindi telefono a Stella e le do appuntamento all’area cani.
Io “Eccoti finalmente.”
Ste “Cosa succede?”
Io “Solo che Molly ha guidato Diletta alla casa che usiamo da pied a terre. La sua ubicazione non è più segreta ne segreta è la casa stessa. Dobbiamo smettere di vederci, almeno per un po’.”
Ste “Ma cosa vai bofonchiando? Per quale motivo dovremmo interromperci? A me piace il tuo fucile molto migliore di quello moscio di mio marito.”
Io “Diletta non è una stupida e dopo l’altra sera conosce pure tuo marito. Cosa succederebbe se ci scoprisse e gli rivelasse il nostro adulterio? Te lo dico io: io finirei estromesso da casa mia e tu saresti sottoposta alla reazione di Samuele, qualunque essa sia.”
Ste “Non essere ridicolo” Samuele forse sospetta qualche cosa ma, anche se venisse a sapere, abbasserebbe le orecchie accettando silenziosamente la situazione. È un uomo senza nerbo, senza spina dorsale e senza fantasia. Invece di godere per le piccole torture che gli infliggo, come del resto faccio con te, preferisce defilarsi. La posizione del missionario per lui è il massimo dell’erotismo. Sono pronta a giocarmi tutto: dovesse venire a sapere qualche cosa correrebbe a ringraziarti perché gli soddisfi la moglie, lasciando lui libero di masturbarsi a volontà.”
Io “Capisco Stella, anche tu hai i tuoi problemi. A me però interessa conservare il mio matrimonio con Diletta. Lei la amo tu sei solo un bel passatempo. Quindi chiudiamo la nostra relazione: restiamo amici se vuoi ma non esploriamo più letti assieme.”
Ste “Vuoi lasciarmi così? Stronzo te ne pentirai.”
Mi allontanai fischiettando con la mia cagnolina. Stella non sarebbe mai più stata la mia amante. Ora ero proprio tranquillo. Avevo tradito ma l’avevo fatta franca

Diletta
Qualche cosa non quadrava.
Una donna lo sente a pelle quando da qualche parte ha una rivale!
Perché comperare e soprattutto nascondere quel guinzaglio chiaramente inadeguato? Avrebbe potuto mostrarmelo, dirmi che aveva compiuto una cazzata nel suo acquisto e la cosa sarebbe finita li.
Gli avevo chiesto il telefono di Stella. Aveva risposto di non sapere dove fosse finito salvo ricomparire pochi attimi dopo con un biglietto recante il numero.
E come faceva Stella a sapere della nascita dei cuccioli se nessuno le aveva telefonato? Infine la villa: Molly aveva dato segni di conoscerla bene ed Alcide aveva ipotizzato che fosse la casa di Arco. Ma Arco non era il cane di Stella? Possibile non abitasse con lei? Ed in questo caso dove si era nascosto quando Molly, parte del suo branco si era fermata alla cancellata abbaiando?
Tutte queste domande, sommate tra loro , portavano ad una conclusione unica: un risultato cui mi rifiutavo di credere.
Quella sera facemmo l’amore ma mi resi conto che quella distratta ero io. Troppe brutte idee mi frullavano per la testa
Il giorno successivo dovevo finalmente girare la scena coi cani che avrebbe simbolizzato la crescita degli stessi da cuccioli ad adulti durante la puntata di °Voci Nuove°-
Lavorai coscienziosamente e cantai come non avevo mai cantato.
Stella era li ad assistere si all’esibizione dei suoi cani ma contemporaneamente anche della mia.
In una pausa un po’ prolungata della lavorazione mi avvicinò un tecnico.
Tec “Ho visto che ti sei portata il pubblico.”
E sorrideva malizioso.
Io “Pubblico? È solo la padrona della metà dei cani.”
Tec “Ma davvero non sai chi hai portato con te? Abbiamo ancora tempo, vieni e te la mostro. Quella donna è una delle regine del social.”
Incuriosita lo seguii nel suo bugigattolo.
Due rapide battuta alla tastiera e quella che apparve era indiscutibilmente Stella. Vestita di pelle in modo che nulla lasciava all’immaginazione e con un frustino in mano, altra posa in cui ammanettava un uomo al suo letto per poi farci l’amore, sempre col vestito di pelle mentre conduceva a passeggio col guinzaglio un uomo a quattro zampe come un cane. … come un cane!
In un attimo tutto mi fu completamente chiaro. Sapevo cosa era accaduto, sapevo il perché e soprattutto sapevo come avrei dovuto reagire.
Al termine della mia lavorazione, quando il regista ci liberò tutti come prova della sua soddisfazione mi feci consegnare i due guinzagli dei cani adulti e, seguita da un inserviente col trasportino dei cuccioli, raggiunsi la mia “amica”.
Io “Piaciuto lo spettacolo?”
Ste “Assolutamente interessante, non avevo mai assistito a delle riprese.”
Io “Accompagnami al bar degli Studios, ho assoluto bisogno di una bibita. Ne offrirò una anche a te.”
Raggiungemmo il bar e ci sedemmo ad un tavolino come due buone amiche chiacchierine, ognuna con la sua bibita davanti,
Io “Stella, so che sei l’amante di mio marito.”
Ste “Ma che dici?”
Io “Non negare guarda e posai sul tavolo la foto che mi ero fatto stampare dell’uomo al guinzaglio. Come mai la regina del sado-maso incontra un uomo ed ora quello possiede un guinzaglio identico?”
Ste “E anche fosse? Io non ho obbligato nessuno.”
Scoppiai a ridere
Io “Certo che non hai obbligato nessuno, non ne hai assolutamente bisogno.“
Ste “Allora cosa vuoi da me?”
Io “il tuo aiuto per punirlo.”
Ste “Ma cosa stai dicendo? E cosa vuoi fare? Vuoi forse avvertire mio marito? Anche Alcide mi ha fatto la medesima minaccia.” E si morse la lingua.
Io “Dunque lo ammetti? Bene, però mi piacerebbe una tua collaborazione disinteressata, non mi piacciono le minacce.”
Ste “Va bene, non sono interessata a rubarti Alcide, Cosa vuoi che faccia?”
Io “Nulla che ti costi qualche cosa: parlami del sado-maso.”
Ste “Mi inviti a nozze … ed io che mi ero immaginata chissà quale elaborata punizione nei miei confronti”
Si chinò in avanti e quasi mi rintontonì di parole per due ore.
Io “Con questa conversazione ritengo compensata la tua mancanza nei miei confronti. A mai più rivederci.”
Stella se ne andò e da allora non ho più saputo nulla di lei.

Un paio di giorni dopo telefonai a mio marito prima di tornare a casa
Io “Voglio farti una sorpresa ma ho bisogno di avere la casa libera per un’oretta. Vai a fare un giretto.”
Alc “D’accordo amore, tu comandi ed io ubbidisco.”
Giunsi a casa con tre inservienti con cui avevo ornai stretto amicizia
Ero precedentemente passata in rosticceria ed avevo acquistato viveri per un banchetto luculliano se riferito a due sole persone.
Mentre io mi cambiavo i miei amici apparecchiarono la tavola , esposero i piatti così bene che il tavolo era completamente ripieno sembrava addirittura più colmo di quanto fosse realmente.
Ero completamente vestita di pelle indossando un vestito che più che vestirmi rivelava tutte le mie forme: un nerbo in mano e quattro manette appese alla mia vita.
Così mi trovò Alcide al rientro e, dopo un attimo di sgomento sorrise.
Alc “Così anche tu ami queste cose: non lo avrei mai immaginato.”
Io “Una donna che non sa evolversi è destinata ad una vita triste e solitaria. Per questo ho organizzato per noi due una cenetta sado-maso.
Spogliati e distenditi supino sul letto.
Alcide obbedì con entusiasmo
Alc “bene non pens …. “
Io “Zitto “ comandai, “Se proprio devi rivolgerti a me, chiamami Padrona”
Gli mollai una leggera nerbata, tanto per ribadire il concetto.
Alc “Dil … Padrona, scusa se ti critico, ma le tue frustate erano leggere, puoi anche agire più violentemente”
Io “Hai trasgredito il mio ordine ma riconosco la tua buona fede quindi per questa volta non ti punirò.
Ora mettiti nella posizione dell’uomo vitruviano che ti ammanetterò al letto.”
Lo ammanettai alle quattro piantane del letto. Il nostro era un letto in ottone molto robusto.
Io “Ora mostrami quanto ti puoi muovere.”
Lui tentò e ritentò senza logicamente riuscire a muovere un muscolo.
Io “perfetto, ora tocca a me: aspettami buono vado in bagno a prepararmi.
Lo lasciai attendere una buona mezz’ora, sbavare gli avrebbe fatto sicuramente bene, quindi ricomparvi, vestita di tutto punto con un elegante tailleur ed una valigia già pronta in mano.
Io “Quasi dimenticavo di dirtelo, a me il sado-maso non piace. Addio, riceverai dai miei avvocati le mie richieste per il divorzio,”
Alc (gridando) “Ma mi lasci qui in queste condizioni?”
Io “Non temere, prima o poi qualcuno verrà a liberarti.”
Uscii dalla stanza e lo udiii ancora gridare “Diletta, perdono … perdonami …”
Poi giunsi in strada, chiusi la porta e non udii più nulla.
Il giorno dopo, a metà mattina, telefonai alla sua banca comunicando al primo collega che mi rispose che Alcide era rimasto in casa e di contattarlo, senza spiegare loro in quali condizioni si trovasse.
Era naturalmente in condizione pietose dopo quasi un giorno senza bere,
Fu inoltre necessario chiamare un fabbro per liberarlo, il che aumentò la sua vergogna.
In seguito divenne lo zimbello della banca e, non sopportando più il dileggio dei colleghi si licenziò.
In sede di divorzio ottenni la custodia del cane e da allora non so più nulla di lui.
Io ho avuto fortuna: sono diventata la solitaria ed inaccessibile diva dagli occhi perennemente tristi.

Fine

Come sempre mi succede mendico critiche motivate (anche negative) e pareri, indispensabili per migliorarsi. In caso di racconti a puntate, la successiva sarà pubblicata unicamente se qualcuno lo chiederà.
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