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Lui & Lei

I DUE GUARDONI


di timotitam
13.12.2010    |    33.873    |    0 7.6
"“Cosa è successo" -ho chiesto..."
I due blocchi di appartamenti della nostra palazzina, hanno i balconi che danno sul cortile, fatti a ringhiera, con una disposizione ad “L”, di conseguenza sono curiosi l’un l’altro.
Abitando all’ultimo piano ed avendo acquistato recentemente entrambi gli alloggi, che ne formano uno unico, non abbiamo di che preoccuparci tranne dei due vicini “guardoni”che abitano in quelli sottostanti.
Mia moglie, al mattino è abituata fare le pulizie di casa standosene con la camicia da notte, sempre abbastanza corta, naturalmente senza mutande ma senza nessuna intenzione di provocare qualcuno se non me quando sono a casa. Stando però così abbigliata, quando si china, mette in bella mostra tutto il suo ben di dio, sempre perfettamente depilato e rasato come la passera di una bimba.
Io la chiamo sempre mia moglie, ma a tutti gli effetti siamo compagni da quasi venti anni, nonché ex amanti di quando lavoravamo insieme ed ambedue precedentemente sposati, io con prole, ormai alta ed indipendente; ma veniamo al dunque.
Anche se ha poco meno di cinquanta anni, io ne ho qualcuno in meno, devo riconoscere e non detto da me, che sarei di parte, ma detto da altri uomini anche molto più giovani, che quando la vedono commentano, è ancora per la sua età, un gran bel pezzo di figa; bionda, occhi grigio-verdi e carnagione chiara.
Una sera, rientrando a casa, mi ha raccontato quanto era accaduto: “Sai amore, stamattina stavo dando una pulita ad un balcone e ad un tratto, con la coda dell’occhio, mi sono accorta che all’interno dell’appartamento sottostante, non il vicino, ma tutti e due i coinquilini di pianerottolo, se la godevano nel vedere le mie intimità che offrivo inavvertitamente muovendomi e chinandomi. Sai che come vuoi tu, in casa non porto mai le mutande di conseguenza lo spettacolo per quei due maiali era più che garantito e soddisfacente. A quel punto mi è venuto un dubbio!!!…vuoi vedere che questi due mi hanno guardata a dovere anche quando stavo sistemando l’altro balcone? Così per convincermi, ho deciso di ritornare ancora dall’altra parte. Non sono passati cinque minuti che i due, come sospettavo, si sono spostati nell’altro appartamento, pronti a rivedere magari ancora un po’ di spettacolo. Niente affatto li ho lasciati sazi di quello che avevano già visto.”
Quello accaduto in mattinata ci ha fatto fare una risata, non per il fatto in se stesso, ma pensando a quei due che avrebbero potuto rischiare l’infarto.
Grazia, così si chiama mia moglie, è un tipo estroverso e se c’è da fare qualche pazzia, non si tira mai indietro. Conoscendola bene, gli ho proposto di far ammattire i due “spettatori” con una nuova provocazione. Grazia in un primo momento, a riguardo di quello propostogli, è rimasta un poco titubante, ma poi ha accettato compiaciuta e quindi è partito il piano “bricolage.”
Il signor Aldo e il signor Silvio, fanno parte di quella categoria di lavoratori andati a riposo molto precocemente e non da meno, di quegli uomini che non hanno un garage, ma una officina e passano il loro tempo in comune a fare, disfare e trafficare su ogni cosa compresa la piccola manutenzione della palazzina; mariti succubi delle loro mogli, ambedue comari, un po’ giunoniche e nemmeno poi tanto attraenti.
Il piano scatta casualmente una mattina quando era in svolgimento la manutenzione programmata dell’ascensore e l’immancabile sorveglianza dei due “controllori” agli addetti ai lavori.
Grazia mi ha chiamato subito sul telefonino e mi ha spiegato tutto quanto era accaduto, confermandomi che l’operazione era iniziata e stava andando per il verso giusto. La circostanza dell’occasione, era capitata a fagiolo, quindi toccava a lei il gioco, ormai era d’accordo a seguire il copione previsto.
“Sono rientra dal supermercato, ma l’ascensore era in manutenzione e avrei dovuto fare cinque piani a piedi, carica di borse come ero. Li a controllare, come al solito c’erano i due signori in questione, ci siamo salutati e quando ho incominciato salire le scale, ho sentito le loro voci che mi hanno detto “signora, ma cosa fa? l’aiutiamo noi, tanto siamo qui far niente, dia a noi le borse!”
Scommetto che se avessi indossato dei pantaloni, nessuno dei due si sarebbe scomodato, ma siccome, avevo quel vestitino leggero a fiori, svolazzante e soprattutto corto, i due marpioni, si sono subito offerti di aiutarmi. “Grazie, siete molto gentili, gli ho detto, sono un po’ carica, altrimenti dovrei fare almeno un paio di volte su e giù per le scale.” “Non si preoccupi signora, la aiutiamo noi” e velocemente si sono impossessati delle borse, permettendomi così di liberarmi di ogni ingombro e precederli sulle scale; hai capito i furbacchioni!
Capita al volo la situazione, ho incominciato a salire sculettando in modo tale che il vestitino si muovesse in tutti i sensi e facesse evidenziare le cosce e le natiche coperte da quelle mie solite mutandine, che sai, sono come un francobollo.
A metà salita mi sono fermata chiedendo loro se ce la facessero. “Nessun problema, signora, noi andiamo adagio, adagio, lei intanto vada pure ad aprire la porta.”
Quale era lo scopo?.. Far si che io li precedessi di una rampa per poter vedere meglio lo spettacolo, ed è ciò che ho fatto fino all’ultimo pianerottolo, dove mi sono fermata, mi sono girata verso la salita della scala, ho alzato il ginocchio tenendo la gamba ben divaricata per poter sorreggere la borsa e fingere di cercare lentamente in essa il mazzo di chiavi, cosi per loro che stavano salendo affannosamente, si sono travati davanti agli occhi anche il panorama anteriore, tanto è che il signor Aldo è inciampato in uno scalino e da una borsa sono usciti tre o quattro pacchetti che sono rotolati fino al giro scala sottostante. Gli ho chiesto se si era fatto male, e sono scesa di quei pochi scalini per aiutarlo a raccogliere il tutto ma accovacciandomi ho tenuto apposta le gambe larghe, sbattendogli davanti al naso la mia pisella forse coperta o forse no date le dimensioni delle mie mutandine bassissime e di un leggero velo di pizzo.
Il signor Aldo è diventato paonazzo e stentava a parlare, ma si è ripreso quasi subito dalla visione della mia patata così tanto ravvicinata.
Siamo entrati in casa ed appoggiata tutta la spesa, ormai dovevo continuare nell’operazione appena iniziata e così, come avevamo stabilito, gli ho detto: “Vi vedo sempre al lavoro nel vostro garage o per la manutenzione della palazzina, ma pagando, naturalmente, fate anche piccoli lavori privati di giardinaggio? perché dovrei sistemare le piante e la piccola serra sul terrazzo.”
“Nessun problema signora, mi hanno risposto facciamo di tutto, siamo ancora dei giovanotti in gamba! ci consideri a sua disposizione per tutto ciò che desidera”, ma con un sorrisino allusivo, così siamo rimasti l’accordo che ne avrei parlato con te per decidere e che gli avrei fatto sapere qualcosa in merito.”
La mattina dopo, mia moglie si è accordata con i due ((giovanotti in gamba)) per fare i lavori il giorno seguente, di mattina, abbastanza presto e con il terrazzo ancora in ombra.

La finzione di farsi trovare ancora addormentata è scattata puntualmente e così, la stessa sera, mi ha raccontato testualmente:

“Al suono del campanello alle 8,30 mi sono presentata alla porta fingendomi svegliata da loro ed ancora assonnata, chiedendo venia per il disguido ed adducendo la scusa di essere rimasta addormentata in quanto aver dovuto passare una notte un po’ insonne per causa tua, facendogli capire di aver fatto una di quelle scopate da cardiopalma come in effetti, amore, abbiamo fatto. Ciò era visibile sia dal mio viso ben rilassato sia dall’abbigliamento che ho voluto indossare: sai quella bella camicia di seta di lunghezza appena una spanna sotto la figona, con le spalline fini che iniziano appena sopra le tette! “Non ho ancora fatto colazione -gli ho detto- lo prendete un caffè prima di iniziare il lavoro?” ma tutti e due all’unisono con voce tremolante mi hanno risposto “no signora grazie, ci faccia vedere cosa dobbiamo fare.” Li ho accompagnati sul terrazzo ed ho iniziato la spiegazione, incurante di come mi stavo muovendo volutamente. Quando mi chinavo, gli mostravo tutta la mia nudità che avevo sotto la camicia e le ripetute indicazioni che gli davo per dove posizionare e spostare i vasi, me la facevano alzare mostrandogli sicuramente le mie chiappe, la figa e il mio bel buchetto del sedere come mi dici sempre tu, per non parlare di quando mi inchinavo, mostrandogli le mie tette, per fortuna ancora belle sode, tonde e traballanti ad ogni movimento che gli impedivano a tratti la visione completa della mia pancetta e del mio monte di venere, tutto bello senza un pelo, come piace tanto a te.
Una volta spiegati i lavori da fare, sono rientrata in casa per fare la colazione lasciando il signor Aldo e il signor Silvio con un sorriso dicendo: “vado a sistemarmi un pochino perché sono impresentabile” al che Silvio ha risposto “averne di impresentabili come lei!”… “grazie, che gentile signor Silvio, mi fa arrossire!”
La porta finestra della nostra stanza da bagno, da direttamente sul terrazzo, ma essendo al mattino in ombra a volte bisogna accendere la luce. Anche questo era previsto. Accendendo questa luce, tra l’altro molto luminosa, con la tendina velata che copre la porta, si può scorgere all’interno tutto quello che capita, quasi come se non ci fosse nulla.
Grazia continua così il suo racconto: “Sono entrata in bagno, aspettando il momento giusto che i due uomini erano rivolti verso la porta e subito si è accorto Aldo, che toccando dentro Silvio gli ha fatto segno di guardare nella mia direzione. Il lavoro da fare in quel punto del terrazzo, a dir tanto sarebbe dovuto durare dieci minuti, beh! è durato invece tutto il tempo che io sono rimasta in bagno e ce ne ho messo apposta parecchio di tempo. Oltre alla luce centrale, ho acceso anche tutti i faretti della specchiera, tanto da essere esposta come sotto i riflettori di un teatro ed ho iniziato lentamente a togliermi la camicia da notte. Ero completamente nuda, senza nessun velo, la mia posizione come su un palcoscenico, sempre rivolta verso il terrazzo.
Mi sono seduta sullo sgabello, ho allargato più che potevo le gambe, presentando in primo piano tutto lo splendore della mia figa e del mio culo, che solo poche ore prima, durante la notte, con te, avevano fatto faville in tutte le posizioni con quella inculata finale che mi piace da morire ed ho goduto molto anche al pensiero di cosa avrei fatto la mattina seguente. Ma bando a questo bel ricordo, continuiamo con cosa ho fatto. Ho cominciato col darmi una passatina alla figa con il depilatore, girandogli intorno accuratamente e delicatamente, spostando leggermente le grandi labbra prima da una parte e poi dall’altra spostandomi più giù fino a rasare bene anche la peluria rimasta sul buco del sedere. Ho preso lo specchio, e me la sono guardata da tutte le posizioni per vedere se tutto era ok, dopo di che mi sono infilata sotto la doccia già calda.”
(nella nostra, si può vedere tutto perché il vetro arrotondato è tutto trasparente)
“Immaginati cosa io non abbia potuto fare per arrapare i due. Mi sono insaponata e lavata culo e tette, rilavata, risciacquata la figa fino ad infilarmi anche un paio di dita nell’interno per quasi un minuto. Finalmente sono uscita ed ho incominciato asciugarmi appoggiando un piede sullo sgabello, e qui, altra trovata. Fingendo sempre di essere sicura di non essere vista, ho aperto l’anta dell’armadietto, ho preso la crema ed ho cominciato a spalmarmela su tutto il corpo con dei movimenti da brivido. I due, intanto, “lavoravano” costantemente davanti alla porta.
Sempre più sicura di non essere vista da nessuno, ho preso nello stesso armadietto, sai quella crema che ha il tubo e il tappo che tu dici sempre che sembra ad un cazzo con la sua cappella con una grandezza e lunghezza non da poco conto, beh! mi sono seduta sullo sgabello e sempre rivolta verso la porta, con la crema mi sono data una bella passata sulla figa ed ho iniziato ad infilarmelo fino a che non me lo sono preso dentro tutto. L’ho agitato avanti e indietro per qualche minuto, poi l’ho tolto, mi sono data una bella passata di crema anche sul buco del culo e lentamente me lo sono infilato tutto. Lo sai che io vado matta quando ho un cazzo nel culo ed anche se non è reale, e a volte gioco anche con quello godo come una maiala.
Ho sentito un rumore proveniente dall’esterno che mi ha fatto ritornare in me e a questo punto non potevo più far finta di nulla. Mi sono infilata l’accappatoio, scegliendo apposta quello un po’ più lungo di una giacca, me lo sono tenuto chiuso sul davanti anche perché ho voluto lasciarlo senza la cintura e sono uscita sul terrazzo.
“Cosa è successo" -ho chiesto. “Nu...nulla, sisignora -mi ha risposto Aldo- abbiamo rovesciato un vaso” “Ah! meno male pensavo peggio”; così mi sono girata per rientrare ed a questo punto ho fatto finta di allarmarmi notando che da fuori si vedeva bene tutto ciò che succedeva all’interno, mi sono voltata e gli ho detto: “Ma allora da fuori avete visto tutto ciò che ho fatto!” “Fortunatamente, si!” ha detto Silvio, che per me era il più sveglio dei due. Quella battuta mi ha colto un po’ di sorpresa ma ho voluto rimarcargli ciò che loro avevano già fatto e visto nei giorni scorsi.
“Si, me ne sono accorta che tutti e due mi avete dato delle belle occhiate!” “...ma guarda, guarda, cosa vedono i miei occhi, c’e’ un risveglio di giovinezza?” indicandogli la rigonfiatura della loro patta dei pantaloni
“Signora, siamo ancora uomini, forse non più virili come qualche tempo fa , ma funziona ancora; solo, che … ma lasciamo perdere” ed io “con le mogli che vi ritrovate!” “Proprio così” annuì Silvio.
I due ripresero a sistemare il terrazzo, mentre Grazia li dirigeva nelle ultime cose da mettere a posto, sempre col suo accappatoio cortissimo, che a volte faceva finta di dimenticarsi di essere senza cintura ed automaticamente si apriva mostrando ancora le sue nudità alla loro vista.
Ricomponendosi, esclamava: “una volta più o meno, non importa tanto è tutta roba battezzata e già vista!”
Era così giunto quasi mezzogiorno, il lavoro era finito ed Aldo e Silvio dovevano rientrare a casa per il pranzo. Sicuramente alla vista delle loro mogli i loro cazzi si sarebbero ammosciati in un batter d’occhio e cosi sarebbe finita anche l’operazione “bricolage”.
Niente affatto, Grazia mi ha telefonato in ditta, spiegandomi per filo e per segno tutto ciò che era successo, ma che non avevano voluto essere pagati per il lavoro fatto. Lei si era un po’vergognata, ma si erano però accordati per il pomeriggio per finire con una pulizia generale.
“Sergio (questo è il mio nome), amore mio, mi disse, sono anni che siamo sposati, abbiamo chiavato in tutti i modi, davanti, di dietro, in bocca, abbiamo fatto insieme tanti scambi con altre coppie ma ci siamo sempre voluti bene, questi due poveri cristi mi hanno fatto pena. Gli ho fatto venire ancora il cazzo duro e sono rimasti come dei babbei, penso proprio che oggi un bel pompino come faccio con te, glielo dovrei fare, tu che ne dici amore, ti arrabbieresti?”
Conoscendo Grazia, sapendo come è spontanea nelle sue idee e fatti, non da meno essendo perfettamente a conoscenza di come mi succhia anche l’anima quando mi fa i pompini, acconsentii,… “ma solo un pompino!!” gli dissi …tanto i due verranno subito, pensai.
Alla sera, al mio rientro, Grazia terminò di raccontarmi ciò che poi era accaduto nel pomeriggio. “Verso le 16,00 suonano alla porta:
“pensavo vi foste dimenticati!”
“No signora, dopo questa mattina, tra il lavoro e la… scusi eh! la tirata di cazzo che ci ha fatto fare abbiamo fatto un pisolino pomeridiano!”
Con questa frase buttata li papale, papale, ho avuto la conferma che il Silvio era tra i due il più scaltro. “Bene adesso finite che poi sistemiamo le cose”. Ero ancora in accappatoio, e Silvio me lo ha rimarcato subito. “Signora vedo che anche lei non ha avuto un attimo di tempo, è ancora in accappatoio!” “No, no, è solo che oggi mentre vi aspettavo ho preso un po’di sole e mi sono appena fatta una doccia.” Mentre i due finivano di riordinare, mi sono distesa sul lettino prendisole del terrazzo e volontariamente tenevo le gambe leggermente aperte in modo tale che si scorgessero appena appena la figa ed il buco del sedere. Silvio prontamente mi ha detto: “eh no signora, se fa così ci risiamo, guardi, ce l’ho già duro, anch’io ribatte Aldo, poi non è facile farlo scendere!” Ero tentata di rispondergli: basta che andiate dalle vostre mogli ed è subito fatto, ma mi sono trattenuta, dicendo loro:
“Dato che non volete nulla per il lavoro che mi avete fatto, ci penserò io a farlo.” Mi sono tolta l’accappatoio, ho fatto sdraiare per primo il signor Aldo sul lettino, tenendo per dopo il signor Silvio che era senza ombra di dubbio il più tosto; mi sono abbassata, messa sotto le ginocchia un cuscinetto, e ho iniziato a slacciargli i pantaloni, gli ho tirato fuori l’uccello (oh dio, un uccelletto) e ho cominciato a spompinarlo ma non come so fare io, in modo molto più blando e distaccato. Dopo un trentina di succhiate, Aldo ha mugugnato che stava per venire, mi sono staccata da quella specie di cazzo, l’ho preso in mano, l’ho segato un paio di volte ed è venuto; gli ho dato fazzolettino di carta col quale lui si è pulito in fretta dicendomi “è stato un piacere enorme, signora Grazia.”
E’ stata poi la volta del signor Silvio, tenuto volontariamente per secondo e che nel frattempo per non essere invadente era andato a guardare la tappa del Tour de France in televisione. Davanti al video si è fermato Aldo mentre Silvio mi ha raggiunto in terrazzo dove io ero rimasta ad attenderlo.
Stesso approccio avuto in precedenza con l’amico, ma soltanto che davanti a lui le cose sono cambiate molto. Il signor Silvio, l’hai visto anche tu è un uomo ancora molto affascinante e giovanile, a differenza di Aldo, poi, grande sorpresa! allo sbottonare della sua patta, ehila! ancora un “signor cazzo!”
“Ho cominciato a prenderglielo in bocca, e non ti dico che bellezza. A differenza dell’altro sentivo che ce la dovevo mettere tutta per farlo venire. Dopo un po’ mi facevano male le mascelle e la gola e ho pensato che per farlo venire dovevo fare in un altro modo, anche se non era nei patti, ma ho pensato: Sergio è molto aperto in queste cose, sa come sono fatta e senz’altro e mi capirà! Gli ho detto di venirmi sopra e di chiavarmi. Ad un cazzo così penso che nessuna donna, che abbia la voglia di farsi chiavare, sarebbe resistita dal non farlo. Ho aperto le gambe più che potevo offrendogli la figa tutta bagnata, invece lui ha affondato il viso tra le mie cosce ed ha incominciato a leccarmela divinamente. Ero in estasi, la sua lingua mi ha esplorata tutta ed invece di essere io a far venite lui, è stato lui a far venire me. A quel punto, si è rialzato e dolcemente mi ha penetrata fino in fondo. Scopa veramente molto bene, ho voluto in bocca anche la sua lingua che sapeva ancora dei miei umori dopo di che mi ha sussurrato in un orecchio “ho visto questa mattina che si è infilata nel culo quel cazzo finto, vuole provare anche questo vero?”
Lo sai come sono fatta io, per prendere un cazzo nel culo. Non gli ho nemmeno risposto, l’ho fatto uscire e mi sono girata subito a pecora. Per quella via era un po’ più difficoltoso, allora ho preso la crema solare che avevo li vicino, l’ho data a Silvio, e me l’ha spalmata a dovere sul buco del culo, quindi ho sentito il suo cazzo scivolare dentro e ha cominciato a chiavarmi nel culo con un ritmo divino. Credimi, Sergio, godevo come una vacca in calore e quando ho sentito che stava per venire gli ho detto che volevo che mi sborrasse in bocca. Cosi ha fatto, me lo ha infilato ancora in bocca e dopo un decina di spompinate, a differenza del suo amico, mi ha inondato tutta la gola. Non potevo sputarla perché il porco non tirava fuori il suo cazzo dalla mia bocca, e ciò non è che mi dispiacesse, quindi me la sono ingoiata tutta fino all’ultima goccia.
Ci siamo rialzati e siamo tornati in sala da Aldo il quale pensando solo ad un semplice pompino gli ha detto: “ce ne hai messo di tempo per venire!”
Salutati, si sono subito offerti per qualche altro lavoretto e io gli ho risposto che ne avrei tenuto presente se ci fosse stata la necessità.”
Questa è Grazia, donna con “D” maiuscola, amatrice e scopatrice stupenda!
Dopo quella vicenda non sono più successe altre cose; mia moglie continua con la massima serenità a comportarsi come sempre, pulizie del balcone in camicia o vestaglietta sempre senza mutande come sua abitudine, perché vuole sempre essere pronta ad ogni mio desiderio specialmente il sabato e la domenica quando io sono a casa. I due “amici” sempre pronti a sfruttare ogni occasione di “guardoni” ma sempre quando le proprie mogli non ci sono, addirittura si fermano sul balcone a scambiare qualche chiacchiera con Grazia, mentre lei imperterrita, prosegue nelle sue faccende e sicuramente mettendo in mostra tutto quanto mamma gli ha dato.
Qualche dubbio, ce l’ho solo per il signor Silvio; Grazia ne era rimasta sconvolta e molto entusiasta, senz’atro qualche scopata extra se la sono ancora fatta, se la fanno e se la faranno, tanto più che ho notato che qualche piccolo lavoretto non proprio femminile, a casa nostra è stato fatto, di conseguenza se l’onere dovuto è stato, è, e sarà il letto, è lei che si è presa, si prende e si prenderà qualche metro di cazzo in più nella sua vita.
D’altra parte io sono fuori città tutto il giorno per lavoro, e Grazia, qualche voglia giornaliera, non ostante i suoi quasi cinquanta anni se la può ancora permettere, devo dire però che con me non ha mai mancato di scopare benissimo, come sempre, in tutte le posizioni e modi come piace tanto a lei e anche a me.
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