In scogliera

E’ fine stagione.Girovago in macchina senza sapere esattamente dove andare. Esco dal paese e prendo la panoramica che fa il giro dell’isola.

Arrivo a Tegge. Il baretto storico che ha visto almeno due generazioni di Dreamofthebluturtles imperversare si accinge a chiudere. Quel posto di notte mantiene intatta una magia che solo frequentandolo la si può comprendere in pieno.

La Scogliera che dà le spalle al baretto e la spiaggia che lo fronteggia sono luoghi dove ho goduto di momenti speciali, illuminati dalla luna e da compagnie con le quali ho fatto molto più che del sesso. Esperienze, conoscenze, emozioni, vita.

La luna è esattamente quella, oggi però manca la compagnia.

Mi fermo. Entro dentro al locale per una birra che non ho alcuna intenzione di consumare dentro e forse anche il proprietario, in procinto di chiudere, non ha molta voglia che io la consumi dentro il locale.

Riesco all’aperto e prendo la direzione della scogliera. Un strada sterrata che oltrepassa il locale, si arrampica per un tratto non proprio breve e si apre mostrando davanti una distesa rocciosa protesa fino al mare delimitato lateralmente da un costone che sale per qualche metro.

Mi sistemo sulla parte sollevata rispetto al mare, fondamentalmente senza un obbiettivo particolare. Solo il rumore del mare, la schiuma che si ferma contro la roccia, il silenzio, uno scorcio di luna e forse solo per questa sera insieme alla birra un po’ di solitudine.

Passa qualche minuto, il mio ozio pensieroso viene attirato da alcune voci in apparente avvicinamento.

Di primo acchito non capisco, poi man mano più nitide si percepiscono le risate. Sono posizionato in modo tale da non essere percepibile se non individuando il punto preciso e osservandolo con attenzione.

Di contro vedo abbastanza bene ciò che rimane sotto di me.
Una coppia. Isolani o turisti? Direi più isolani.

Non più di 22-23 anni ad una rapida occhiata. Molto carini entrambi, anche se lei ovviamente attira di più le mie attenzioni. Tipologia di ragazza che mi piace. Capelli castani, lunghi che scivolano sopra le spalle, Un viso che intravedo delicato ma con quel pizzico di malizia che non guasta. O forse sono io a percepirla così. Carnagione ambrata. L’oscurità non me la fa valutare in pieno come vorrei, però vedo pantaloncini corti, scarpe da tennis, magliettina.
Una bellezza fresca. Di quelle che profumano di salsedine e ti rinfrescano con la loro purezza giovanile. Lui…non l’ho osservato. No scherzo, beh un bel giovine, alto (per essere sardo), barba incolta, biondino, fisico atletico senza esagerazioni.

Caracollano abbracciati lunga la scogliera, fortunatamente per loro senza inciampare. Arrivati ad una decina di metri dall’acqua si guardano e fissano la loro postazione. Asciugamano per terra, lei si toglie la maglia, rimanendo con il reggiseno. Più la osservo anche se da lontano e più ne sono intrigato. Non eroticamente. Mi intrigano entrambi, mi piacciono. Mi ricordano me un po’ di anni fa (ovviamente la parte maschile della coppia).

Carezze, baci, tocchi sinuosi, gesti che si susseguono incastonati come note in uno spartito ben assortito.

Istanti passati ad esplorare i reciproci corpi, le rispettive pelli. A sondare ogni singolo senso, i profumi, i sapori, i tocchi.

Vedo spuntare dalla borsa della ragazza un cellulare. Lui lo poggia sul terreno. Lo vedo un po’ scompostamente digitarci sopra con le dita, mentre lei lo bacia lungo tutta la schiena abbracciandolo.

“ Dai Valerio…”
“ un attimo Dany…”

Finalmente conosco i loro nomi. Qualche istante e capisco anche la manovra del cellulare. Il ragazzo si gira e porta a sé la ragazza, finendo con il volto tra i seni.
Intanto delle note salgono nell’aria…note familiari.

“You better love loving you better behave.”

“You better love loving you better behave”

“woman in chains woman in chains”

Trasecolo. Bella, sublime e di classe…vintage. Sono così giovani…quando alla giusta atmosfera dai un tocco di classe. Chissà se anche lui ha un fratello molto più grande ad averlo educato su quella strada musicale.

Il reggiseno si slaccia e i capezzoli liberi vengono morbidamente baciati e leccati. I sospiri si mescolano alla musica.

“well it’s a world gone crazy keeps woman in chain”

“it’s under my skin but out of my hands i’ll tear it apart but we won’t understand”

“i will not accept”

Il giovane scivola tra le gambe della ragazza, la cerniera scende insieme ai pantaloncini, lo intravedo scostare il perizoma e iniziale a giocare con la sua vagina. Per qualche secondo lentamente, il tempo di far scemare la musica e poi più rapido e con foga appassionata.

Vedo lei ansimare, prima piano e poi più incontrollatamente, lui afferra le sue chiappe tirando la donna a sé, mentre le mani di Daniela afferrano la testa del ragazzo tenendolo schiacciato. Lo molla solo per alcuni secondi cercando chissà cosa distendendo le braccia oltre la testa. Son pochi attimi e le mani tengono nuovamente il giovane tra le cosce.

Scruto tutto in rigoroso silenzio e rispetto. In un certo modo più che un classico guardone mi sento una specie di guardia del corpo che li sorveglia da lontano.
Nella mia mente immagino i dettagli che l’oscurità mi impedisce di distinguere nitidamente. La sua vagina madida di umori, esattamente come la bocca del giovane, dedito completamente a farla godere. La lingua che si poggia sul clitoride girandogli intorno, il suo spostarsi per sondare i punti sensibili della ragazza fino a trovarne la chiave del piacere. I respiri caldi, ora affannati ora lenti. I loro pensieri.

E’ questione di poco, ma lui all’improvviso riesce in qualche modo a divincolarsi. (Ma come, la lasci al momento più bello sul bordo del non ritorno? NDR). Invece il nostro Valerio comprensibilmente carico di ardore fa scivolare i suoi pantaloncini e i boxer mostrando una erezione “da attesa” evidentemente incapace di attendere oltre, entra dentro Daniela.

I sospiri e i flebili lamenti passano quasi subito a dei gemiti veri e propri.

Le gambe della ragazza si incrociano sulla schiena del suo amante intento a penetrarla con delicata fermezza, alternando alcuni secondi, dove la forza o la voglia di arrivare prende il sopravvento, a delle piccole pause con il desiderio di far durare quei minuti il più a lungo possibile. Intravedo l’alternanza tra penetrare e ritrarsi.

Un secondo dove lui si tira fuori quasi totalmente e si ferma, la osserva. Lei osserva lui gemendo sempre più incontrollatamente fino alla capitolazione, che entrambi percepiscono e che il ragazzo accompagna per ogni secondo fino al rallentare e all’uscire fuori.

Si guardano per qualche istante entrambi sorridendo, lei lo accarezza sul collo e sento sussurrargli qualcosa che suona come un: “ora tocca a te”.

Si cambiano di posizione, ora è lui sotto di lei a godersi la sua bocca che si muove, da quanto riesco a vedere, con dovizia e maestria. Affondi sorprendenti alternati ad altrettanti stop improvvisi. Il tutto accompagnato da sguardi che fissano il piacere del suo uomo. Lui la guarda adorante, forse perché rapito dal suo sguardo o forse perché la sua bocca lo rende…beh lo rende come tutti noi maschietti quando la nostra donna ci applica un appassionato pompino e nel suo sguardo (vero o falso che sia) leggiamo il desiderio e la gioia di avere tra le mani il pene più bello del mondo.

Lasciando da parte le divagazioni, Daniela torna alla carica, passaggi da brividi sull’asta e leggeri tocchi sotto il perineo.

Valerio è in estasi, cerca con il bacino di spingere il pene verso la bocca della donna, ma lei si ritrae con un sorriso malizioso.

“Ora sono io a fermarti sul più bello.”

“Perché?”

La vedo alzarsi dare le spalle al suo ragazzo, per un attimo la figura si staglia perfettamente e ne mostra sinuosamente i contorni.
“Cazzo che bella, che corpo” e la mia esclamazione sottovoce.

Credo che la cosa sia stata notata anche dal suo ragazzo, che alza il busto tenendosi sui gomiti e la osserva.

“Fermati un attimo, rimani così. Lasciati guardare.”

Lei ferma immobile, mi sembra volti appena lo sguardo verso il ragazzo.

Poi si siede rivolta verso il mare sopra il pene del suo uomo. Lo carica con foga, mordicchiandosi le labbra, aprendo e chiedendo gli occhi, mentre l’eccitazione di Valerio già all’apice prima è in procinto di esplodere da un momento all’altro.

“Sto per venire!”

Daniela apre gli occhi e per un attimo ciò che ha davanti a sé e sorride, il mare che lambisce a pochissimi metri i loro corpi, le rocce che intorno li custodiscono e li coccolano gelosamente.
Cerca alle spalle le mani del suo uomo per sorreggersi e per essere ancor più uniti. In tutto. Passano uno, due, tre colpi di bacino e Valerio esce, giusto in tempo per arrivare all’orgasmo. Sento il giovane emettere dei suoni sconnessi, associati ad un specie di mugolio.

Un orgasmo vigoroso, che la ragazza accompagna strofinando le labbra della sua vagina contro l’asta, fino all’ultimo fremito, all’ultima goccia e anche oltre.

Li osservo ancora. Distesi uno accanto all’altro, nudi scambiarsi carezze e ridere. Una immagine tenera e garbata.

Mi distendo anche io sulle rocce. Penso a quello che ho visto e al fatto di esserne stato spettatore silenzioso. Penso a loro e gli auguro di poterlo rifare tra venti anni con la stessa purezza. Stesso posto, stessa musica, stessa alchimia, stesso cielo.

Magari con lo stesso spettatore silenzioso. Sempre che non si sia rincoglionito.