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Lui & Lei

Io e Greta (Prima parte)


di Membro VIP di Annunci69.it RockAndBlues
15.12.2023    |    2.771    |    0 10.0
"Non ci metto molto a ricominciare a mugolare di piacere nel sentirlo muoversi dentro di me..."
Nota dell'Autore: Questo racconto era già presente su A69 nel profilo da Singolo (BlackMoonCat). Ora felicemente in coppia ripropongo e completo la saga di Greta...

Sono circa le 3:00 di notte mentre mi incammino con passo malfermo lungo la via semibuia della città in direzione del parcheggio. Il silenzio è rotto solo dall’irregolare schioccare dei miei sandali sabot azzurro turchese sul selciato del marciapiede.
Una leggera folata di frizzante venticello primaverile notturno mi si infila sotto la minigonna jeans solleticandomi la passerina e le natiche, ricordandomi che le mie mutandine bagnate di pipì sono rimaste nel cesto della biancheria a casa di Greta.
Tra l'abbondante alcool ingerito ed il turbinio di emozioni provate ho la testa leggera ed i pensieri un po’ annebbiati, ed ecco che a qualche decina di metri dalla mia auto d'improvviso la mia vescica reclama nuovamente di essere svuotata.
Stringo forte le cosce, ma il desiderio di urinare è impellente. Non credo resisterei fino a casa e rischierei di farla sul sedile. Mi guardo attorno ma non c'è alcun bar o locale, e anche ci fosse ovviamente a quell'ora sarebbe già chiuso da un pezzo.
Scruto ancora una volta in torno a me, non c'è anima viva che mi possa vedere. Non resisto più devo farla lì e adesso!
Sollevo la minigonna sopra i fianchi e faccio appena in tempo ad accovacciarmi tra due auto che il getto caldo esce prepotentemente spruzzando dalla mia fichetta liscia. Sospirando chiudo gli occhi, mentre il fastidioso premito abbandona il mio pube man mano che la vescica si svuota. In quella posizione un pensiero astruso e peccaminoso attraversa la mia mente obnubilata...

I mie perversi ed ubriachi neuroni si mettono in moto e mi fanno immaginare un avvenente ragazzo sui trentanni, alto, bello, dal fisico sportivo che passa casualmente di lì. Mi vede con la fica ed il sedere al vento, io lo guardo a mia volta e ondeggiando i fianchi gli faccio intendere che ho una certa voglia. Lui si avvicina, mi fa alzare per poi mettermi senza tanti complimenti a novanta sul cofano della macchina li a lato e mi rivolta la minigonna sulla schiena.
Mi fa divaricare le gambe. Sento il rumore della zip dei suo pantaloni che si apre. Le sue calde mani mi accarezzano le natiche e me le allargano leggermente. Un istante dopo il suo grosso membro punta dritto alla mia fica vogliosa e delicato ma deciso si fa strada dentro di me.
Mugolo ed ansimo nel sentire quel grosso cazzo nel mio ventre; Lui si accorge che mi piace tantissimo e afferrandomi con le mani per i fianchi inizia a scoparmi con veemenza.
Gridolini di piacere mi escono strozzati dalla gola mentre il calore del piacere mi invade tutto il corpo. Istintivamente porto una mano tra le cosce ed inizio a sgrillettarmi la clitoride turgida.
In pochi istanti esplodo in un potente orgasmo mentre lui continua a far schioccare il suo ventre contro le mie natiche. Serro le cosce strizzandogli il cazzo affondato nella mia passera. Sento che anche lui sta per venire ed infatti mi tira dai fianchi ancora più forte verso di se. Il suo membro pulsa dentro di me ed un attimo dopo, con un profondo sospiro di soddisfazione, mi riempie di caldo seme.
Ansimante allenta la presa e si ritrae lentamente dalla fica calda e ancora in preda agli spasmi. L'orgasmo è stato intenso e dirompente ma ho ancora tanta voglia, anzi parecchia.
Mentre sono ancora a novanta sul cofano della macchina porto le mani sulle mie chiappe allargandole e mostrandogli la rosellina del mio culetto.
Dimeno ancora i fianchi e contraggo i muscoli del mio ano per fargli capire che anche il mio spregiudicato culetto desidera ardentemente le sue attenzioni. Al richiamo non sento però alcuna risposta.
Volto lo sguardo e leggo nei suoi occhi un certo imbarazzo, vorrebbe accontentarmi ma il suo grosso cazzo ha deciso di prendersi un po’ di riposo.
Il mio desiderio è troppo forte e decido di dargli un aiutino per accontentarmi. Mi rialzo in piedi e dopo essermi voltata mi inginocchio davanti a lui.
Fissandolo negli occhi con uno sguardo di sfida glielo prendo in bocca ed inizio a succhiarglielo lentamente, assaporando il dolce miscuglio del suo sperma e degli umori della mia fica.
Lui mi osserva a sua volta estasiato. Dopo poche pompate il suo membro è di nuovo prepotentemente in erezione nella mia bocca.
Senza nemmeno accorgermene mi ha scaraventato di nuovo a novanta sul cofano della macchina; con le dita raccoglie un po’ del suo stesso seme che ancora cola dalla mia fica e con delicati movimenti circolari inizia a lubrificarmi il culetto spingendo leggermente con i polpastrelli.
Non ci vuole molto che il mio sederino voglioso si rilassi e lasci entrare le sue dita, e poco dopo avverto la sua grossa cappella puntare dritta sul mio ano.
Spinge lentamente, deciso ma delicato, lasciando che il mio sfintere si rilassi ancora di più e gli consenta di entrare. Basta poco e finalmente lo sento scivolare tutto dentro.
E’ una sensazione fantastica! Il tipo ci sa veramente fare. Mi afferra di nuovo per i fianchi e affonda ancora di più il membro nel mio culo, schiacciandomi le natiche contro il suo addome piatto e scolpito.
Rimane immobile qualche istante facendomi sentire tutta la sua virilità, poi lentamente comincia muoversi; con grande sapienza inizia a fottermi il culo, dapprima pian piano per non farmi male, poi aumentando profondità e ritmo. Non ci metto molto a ricominciare a mugolare di piacere nel sentirlo muoversi dentro di me.
Nel ventre divampa per la seconda volta il calore dell'eccitazione e la mia fica è di nuovo fradicia di piacere oltre che ancora grondante di sperma del precedente amplesso.
Ondeggio i fianchi, assecondando i suoi movimenti e stringo le natiche per sentirlo ancora meglio mentre mi scopa con foga; alcuni colpi possenti e il suo cazzo è prepotentemente dentro di me ancora più in profondità. Rimane improvvisamente immobile con le dita che stringono ancora più forte i mie fianchi, facendomi quasi male, mentre mi eiacula abbondantemente nelle viscere con il suo secondo orgasmo.
Seppur estremamente eccitata io però non sono ancora venuta; Lui se né accorto e da gran signore non vuole lasciarmi insoddisfatta. Rimanendo con il cazzo piantato per bene nel mio culo stacca le mani dai fianchi e infila due dita della mano sinistra nella mia passerina bagnatissima mentre con la destra inizia a masturbarmi titillandomi la clitoride dura come il marmo.
Ed eccolo che arriva... il piacere divampa irrefrenabile di nuovo nel mio ventre, sale lungo tutto il corpo; il cuore mi batte a mille, il respiro si fa corto e strozzato, tutti i muscoli del corpo si contraggono contemporaneamente e nella testa un'inebriante senso di leggerezza mi manda in estasi... Un istante che sembra un’eternità. Lentamente i muscoli si rilassano mentre il calore di uno dei miei migliori orgasmi continua a pervadermi il corpo…

Riapro gli occhi e ritorno alla realtà: Ma che cazzo sto facendo!
Sono ancora accovacciata tra le due auto. Sotto di me la pozza di pipì e la mia mano destra che sta ancora accarezzando la fica calda e bagnata di umori ed urina.
Nella mia ubriachezza, persa nella lussuriosa fantasia, senza nemmeno rendermene conto, come una troia ninfomane ho finito col masturbarmi lì in mezzo alle auto. In ogni caso è stato un meraviglioso orgasmo. Anche il mio culetto prova degli spasmi quasi come fosse stato realmente scopato a dovere.
Rimanendo in quella posizione con la mano pulita rovisto nella borsetta che ho a tracolla cercando delle salviettine umidificate che porto sempre con me. Finalmente le trovo e mi ripulisco alla meglio la passerina e anche la mano con cui mi sono masturbata e che odorava anche di piscio.
Barcollando mi rialzo. Risistemo la minigonna e mi guardo ancora una volta attorno per assicurarmi che nessuno mi abbia visto in quel momento di osceno autoerotismo.
A fatica arrivo alla macchina, cercando stavolta nella borsetta le chiavi. Una volta trovate la apro e ci salgo.
Sto per mettere in moto, ma per quanto alticcia, un piccolo barlume di lucidità mi fa capire che non sono nelle condizioni di guidare e che rischierei solo di fare qualche incidente.
Decido allora di reclinare un po’ il sedile e di riposare li fino a che non me la sento di tornare a casa.
Chiudo gli occhi e tiro un profondo sospiro. La mia fichetta sta ancora pulsando per l'intenso orgasmo provato; riapro per un istante gli occhi e osservando nella mia generosa scollatura mi rendo conto che anche i miei capezzoli sono turgidi e stanno spingendo impertinenti contro il pizzo bianco del reggiseno a balconcino, stampandosi anche sulla camicetta di seta.
Un sorriso sornione compare sul mio viso mentre socchiudo gli occhi ripensando a quanto appena successo e a quanto avvenuto ancor prima con Greta.

Greta è una collega di lavoro, ci conosciamo da qualche anno, ma solo di recente siamo entrate in confidenza. Lei è una bella ragazza di 32 anni, dal fisico minuto e tonico, con un bel seno che si fa notare, ma non eccessivamente prosperoso, al contrario del mio che invece non manca di attirare costantemente l’attenzione. Il suo viso, che a primo impatto appare perennemente imbronciato, nasconde invece un carattere molto dolce e delicato. Una difesa che ha dovuto, suo malgrado, mettere in atto per proteggersi dalle brutture che la vita le ha riservato in passato. I suoi occhi castano scuri hanno qualcosa di magnetico, di imperscrutabile, ma che si illuminano e parlano da soli con le persone di cui ha assoluta fiducia. Anche i lineamenti del suo viso, incorniciato da capelli nero corvino lisci che le arrivano dalle spalle, sembrano essere allo stesso tempo severi e delicati. Così come le sue piccole e morbide labbra rosa regalano caldi sorrisi alle persone che le sono emotivamente vicine.
Il nostro rapporto, fino a poco tempo fa, è sempre stato cordiale ma limitato dal lavorare insieme nello stesso luogo. Ultimamente però reciproche vicissitudini personali ci hanno portato ad aprirci una all’altra e diventare amiche, anzi qualcosa di più che semplici amiche.
Con la mia recente separazione dopo anni di matrimonio, il mio morale è crollato vertiginosamente, rendendomi cupa, silenziosa ed apatica. Ed è stata proprio Greta che in questo periodo oscuro ha saputo portarmi un po’ di luce.
Vedendomi abbattuta, una sera, terminato il lavoro, mi ha invitato ad andare bere qualcosa con lei in un locale della zona. Tra un drink e l’altro abbiamo iniziato a chiacchierare del più e del meno e man mano che il tempo passava e l’alcool iniziava a fare il suo effetto ci siamo lasciate andare a qualche confidenza in più, scoprendo così che aveva avuto una adolescenza piuttosto burrascosa ed un rapporto distonico con i propri genitori (in particolare con il padre) che l’hanno portata ben presto ad emanciparsi e ad andare a vivere per conto proprio.
Dal canto mio invece ho iniziato a lamentarmi della mia vita abbastanza piatta e monotona fino ad un matrimonio scontato e finito ben presto.
Nel giro di poco tempo nelle nostre uscite insieme eravamo diventate piuttosto confidenti, tanto che mi confessò che per pagarsi gli studi universitari aveva lavorato come spogliarellista in alcuni locali notturni, assecondando tra l’altro la sua indole un po’ esibizionista e disinibita. Non so perché, ma quella confidenza non mi stupì più di tanto. In qualche modo, prima che la conoscessi meglio, la sua espressione seria mi dava l’impressione di nascondere qualcosa di oscuro e peccaminoso.
Ieri sera ci eravamo date il consueto appuntamento al nostro locale dove ormai eravamo delle habitué. Mentre sorseggiavamo il nostro primo drink avevamo iniziato a parlare di come era andata la nostra giornata al lavoro. Al secondo già eravamo passate a confidarci le nostre vicende personali. Io in particolare avevo cominciato a sfogarmi della mia noia ed insoddisfazione a livello sessuale nella vita di coppia. Greta sgranò gli occhi ascoltando la mia infelicità.
Non riusciva a credere che una donna procace e formosa come me non attirasse le voglie del proprio marito e che fosse un bel po’ che non facevo del sano sesso.
- E di te che mi dici ? Non hai nessuno che ti interessa ? - le chiesi
Greta stava arrossendo di colpo e un sorriso imbarazzato le comparve sul volto.
- Veramente sto passando un periodo un po’ particolare – mi rispose
- Vedi, spero che la cosa non ti sconvolga, ma io sono bisessuale e in questo periodo sono più attratta dalle donne che dagli uomini – aggiunse abbassando lo sguardo.
- Ti devo confessare una cosa anch’io – le risposi sorridendo
- E’ capitato anche a me di avere qualche esperienza simile – continuai arrossendo a mia volta
- Davvero ?!? -
- Davvero ! E’ successo diverso tempo fa. Però è successo anche a me di avere qualche esperienza -
Greta non credeva alle mie parole. La morigerata e sempre seriosa Alessia (ovvero io) aveva avuto esperienze saffiche.
- Dai racconta – mi incalzò incuriosita
Vincendo l’imbarazzo e aiutata dall’alcool, le raccontai di come alle superiori durante una gita dell’ultimo anno, per una scommessa, mi ero baciata con la lingua con una mia compagna di classe e che la cosa mi era piaciuta. La sera stessa eravamo capitate in camera assieme ed eravamo finite ad accarezzarci i seni e a masturbarci a vicenda.
Poi per un periodo non era successo null’altro. Fino alla festa di fine anno al palazzetto sportivo dove, complice l’inevitabile ubriachezza, mi ero ritrovata non sapendo nemmeno io come, nello spogliatoio femminile, con la testa tra le cosce di una ragazza di un’altra classe che nemmeno conoscevo, intenta a leccarle la figa.
- Ero talmente fatta che non sapevo assolutamente cosa stavo facendo – Ammisi vergognandomi un po’ per quei ricordi.
- Ho saputo solo dopo che la compagna con cui mi ero baciata la prima volta, aveva spifferato tutto quello che era successo tra noi ai quattro venti -
- Bella stronza di compagna ! - Commentò Greta
- Eh già ! - Annuii sghignazzando
- E tu come ti sei accorta di essere bisessuale ? - le chiesi
- Beh, in realtà ho sempre avuto maggior preferenza per le ragazze -
- Dai racconta ! - le dissi incuriosita puntandomi con i gomiti sul tavolino ed appoggiando il mento sul palmo delle mani
- Allora, diciamo che come te ho avuto anch’io le mie prime esperienze soft alle superiori, scambiandomi qualche effusione con un paio di compagne di classe. Ma la conferma l’ho avuta quando me ne sono andata di casa e ho cominciato a lavorare nei nightclub. Ho condiviso l’appartamento con un’altra spogliarellista dichiaratamente lesbica e a forza di esibirci nude e a toccarci l’un l’altra sul palco siamo arrivate ad innamorarci: abbiamo convissuto per circa tre anni. Il sesso con lei era fantastico, anche perché aveva parecchia fantasia -
- Tutto bene ? - Mi chiese Giada interrompendo la sua narrazione.
Si era accorta infatti che il mio sguardo si era fissato sul suo décolleté. Greta quella sera sotto la camicetta trasparente di chiffon nero, indossava un reggiseno a balconcino che le metteva bene in risalto le forme. Attraverso i suoi racconti già me la immaginavo avvinghiata ad un’asta da pole dance con addosso solo un micro tanga di pizzo. A quel pensiero un certo calore si faceva già strada tra le mie cosce: ormai eravamo al quarto drink ed i freni inibitori se ne stavano definitivamente andando.
- Ti va di venire da me ? - mi chiese improvvisamente spiazzandomi.
Ebbi un attimo di esitazione, ma poi sorridendole annuii.
Alcuni minuti dopo ero già in macchina, intenta a seguire quella di Greta in direzione di casa sua …
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