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La dottoressa e la tedesca


di Tinny
24.08.2019    |    19.536    |    8 8.5
"Erika alzandosi ed andando a guardare la sala d’attesa, mi dice che io ero l’ultimo e un caffè lo avrebbe preso volentieri..."
Stiamo a fine agosto, mi chiamo Simone ho 41 anni e vivo da solo in un piccolo appartamento. Sono le 8:30 quando scendendo dal letto, sento il rumore della pioggia provenire da fuori. Guardando le previsioni del tempo con il cellulare, capisco che oggi sarà tutto il giorno così.
Non potendo andare in piscina o a farmi un giro in Mtb visto il tempo, decido di andare dalla dottoressa a far vedere gli esami del sangue fatti la settimana scorsa.
Dopo una veloce doccia, indosso un paio di mutande nere, un paio di jeans e una maglietta a maniche corte blu.
Arrivato nello studio della dottoressa, vedo con mia felicità che davanti a me ci sono solo 2 persone, un uomo di circa 60 anni e una signora sui 50 anni. Chiedo come faccio sempre : chi è l’ultimo?
Il signore risponde che è la signora, e questa alzando la mano pronuncia delle parole in tedesco. La cosa mi ha lasciato per un attimo disorientato, perché abitando in un piccolo paese di sole 1200 persone è atipico trovare degli stranieri. Io parlando solo l’inglese, non ho capito sinceramente cosa ha detto, ma era evidente che il mio turno era dopo di lei.
Dopo 15 minuti la porta dello studio si apre ed esce il paziente che vi era dentro. Sulla porta si affaccia la dottoressa dicendo: avanti il prossimo. Io alzando lo sguardo riconosco la mia dottoressa, si chiama Erika avrà una 60 di anni, ma li porta bene. Il fisico è ancora bello sodo, alta e snella. Non indossa il classico camice bianco, ma semplicemente una maglietta maniche corte e un paio di pantaloni lunghi attillati. Non nego che mi sono masturbato parecchie volte pensando a lei. Il suo punto di forza è il culo, piccolo e bello sodo. Infatti non appena si gira per rientrare nello studio i miei occhi cadono sulle sue chiappe. Questa visione però viene interrotta dal signore presente nella sala d’attesa che entrando chiude la porta.
I minuti passano ed ecco che esce il signore e come prima la dottoressa si affaccia sulla porta per far entrare il paziente successivo. La signora “straniera” si alza e si incammina verso la porta dello studio. Io mi godo nuovamente la visione del culo della dottoressa, ma questa volta ammiro anche il culo della signora, che detto tra noi non era per niente male.
Io ritorno nei miei pensieri, aspettando il mio turno.
Con mia sorpresa dopo pochissimi minuti, la porta dello studio si apre. Wow, come ha fatto in fretta mi sono detto. Invece sulla porta si affaccia Erika, che con uno sguardo perplesso e silenzioso, scruta la sala d’attesa, anche se c’è poco da guardare, poiché ci sono solo io.
Dopo qualche secondo, la dottoressa finalmente parlando mi dice che la paziente che è nel suo studio è tedesca, si è trasferita da poco in Italia e parla poco per dire niente l’italiano. E purtroppo lei non riesce a capire di cosa ha bisogno.
Purtroppo io gli dico che il tedesco, non lo conosco, parlo solo l’inglese.
Erika, mi dice di entrare per vedere se la signora capisce l’inglese.
Entro nello studio, chiudendo la porta alle mie spalle. La dottoressa si risiede nella sua postazione, e difronte a lei seduta vi è la signora con una espressione tra l’angoscia e lo smarrimento.
Io rivolgendomi alla signora gli chiedo: you speak English?
La signora con una espressione sollevata, mi risponde :Yes
Per fortuna la signora parla anche l’inglese.
La dottoressa a questo punto, anche lei sollevata, perché altrimenti non sapeva come uscirne, mi chiede di dirgli che purtroppo lei non parla il tedesco e l’inglese, e l’unico modo per comunicare era che io facevo da interprete, e se la cosa gli andava bene.
Non sapendo ancora cosa sarebbe successo da li a poco, traduco alla signora quanto detto dalla dottoressa.
La signora dopo qualche secondo di esitazione, mi risponde che va bene.
Erika come prima cosa, mi dice di dirgli che essendo la prima volta ,deve compilare al computer la sua scheda personale. Ed è così, che scopro che si chiama Sophie, ha 49 anni ,alta 1.65m , pesa 65 kg, non ha particolari problemi di salute, tranne per una operazione di ernia inguinale che ha avuto qualche anno fa.
È venuta in questo studio medico, perché è da qualche giorno che ha un dolore abbastanza forte nella parte bassa della schiena.
La dottoressa alzandosi, si dirige verso il lettino e mi dice di dirgli che deve visitarla per capirne di più, che si deve spogliare rimanendo in biancheria intima e di sedersi sul lettino.
Ora vi dico che la cosa stava diventando imbarazzante, mai avrei immaginato questa mattina scendendo dal letto di ritrovarmi in questa situazione. Sia io che la signora, infatti ci guardiamo negli occhi con un certo imbarazzo.
Guardandosi un po’ attorno, e con qualche attimo di esitazione Sophie, si toglie le scarpe, la gonna color crema che indossa, mostrandomi un paio di mutandine bianche minimal, infatti riesco a vedere perfettamente dei ciuffi di pelo che escono dalle sue mutande e il solco lasciato dai labbri della sua vagina. Il mio stato d'animo stava passando dall' imbarazzo all’eccitazione.
Con un filo di voce, Sophie mi dice se può tenere la maglietta, poiché sotto non porta il reggiseno. Qui giocando un po’ sulle traduzioni tra Sophie ed Erika, si lo so sono un porco, gli dico che deve per forza togliere anche la maglietta, perché deve guardarle la schiena.
Sophie sempre più imbarazzata con gesti un po’ impacciati si toglie la maglietta, cercando con le mani di coprirsi il seno. Io trovandomi però davanti a lei, riesco a vedere anche se per pochi secondi le sue tette. Direi che porta una terza, il seno è quello di una cinquantenne, ma fa sempre piacere vedere una donna nuda.
A questo punto rimasta solo con le mutande Sophie si siede sul lettino. La dottoressa a questo punto incomincia a visitarla, misurando la pressione, e poi con lo stetoscopio, appoggiato sulla schiena, gli controlla i polmoni. Poi passa sul davanti, facendogli distendere le mani sui fianchi. In questo modo il suo seno è completamente esposto al mio sguardo, che posso ammirare in ogni suo dettaglio. I capezzoli sono piccoli, ma l’aureola ha un colore molto scuro.
Vi dico che ho il pene in piena erezione, lo sento pulsare e vibrare all’interno delle mie mutande. Sento perfino dolore talmente è duro, vorrei infilarmi una mano nelle mutande per sistemarlo, ma cerco di resistere. Basterebbe qualche colpo per venire in una copiosa pioggia di liquido seminale ed imbrattare il pavimento.
Ora Erika, facendosi capire a gesti, gli dice di sdraiarsi a pancia in giù sul lettino. Una volta che Sophie si è sistemata sul lettino, la dottoressa con un gesto improvviso gli abbassa un po’ le mutande e incomincia con dei gesti tipo massaggio a taccarle la schiena partendo dall'alto per scendere piano piano fino al solco del suo culo. Rivolgendosi a me, mi dice di tradurle, che Sophie doveva avvisarla quando sentiva dolore. Io eseguo traducendo tutto quanto.
Quando la dottoressa con le mani le tocca la parte finale della schiena, dove incomincia il solco del culo, Sophie emette un urlo di dolore, accompagnato da una smorfia.
Dopo una decina di secondi, Erika comunica che molto probabilmente ha un infiammazione del retto, che gli causa questo dolore alla schiena. Per essere sicura deve controllare il suo retto con l’endoscopico. Io cerco di tradurre tutto quanto, pregustandomi già la scena.
Sophie viene fatta scendere dal lettino, e fatta mettere in piedi, facendo questi movimenti le mutandine che erano già abbassate per metà, cadono ai suoi piedi. La sua vagina si trova a meno di un metro da me. Come avevo potuto intuire, non è depilata completamente, ma una peluria curata fa da contorno a quelle labbra vaginali ben pronunciate. Ora non so, se Sophie si è rassegnata oppure incomincia pure lei a prenderci gusto con questa inaspettata visita, ma non si cura più di coprirsi le parti intime, oppure di limitare la visuale.
La dottoressa la fa girare di spalle, piegare in avanti facendogli appoggiare i gomiti sul lettino, praticamente Sophie si ritrova a 90 gradi. Con le mani gli divarica leggermente le gambe.
Io mi sposto posizionandomi proprio dietro di loro. Sophie si accorge di questo mio movimento, ma non dice nulla. Erika preso uno sgabello e l'endoscopio, incomincia la visita. Con una mano gli tiene una chiappa divaricata. In quella posizione e con la luce del endoscopico, io entro in estasi. Il suo ano è bellissimo sembra bello stretto, il suo buchino è circondato da una aureola rosata, le sue grandi labbra vaginali si vedono pure da dietro. Avrei voluto che il tempo si fermasse per ammirare questa splendida opera d'arte all’infinito.
Non appena la dottoressa gli infila l'endoscopio, Sophie emette un gemito, ma non saprei se di piacere o di dolore. Dopo qualche minuto Erika finisce la visita e mi dice di comunicargli che può rivestirsi.
Tradotto tutto, continuo a fissarla mentre si riveste, ammirando per l’ultima volta la sua vagina e le sue tette.
Una volta rivestita ci dirigiamo alla scrivania della dottoressa.
Erika comunica che ha riscontrato due piccole emorroidi, che gli causano questo dolore alla schiena, in quanto queste vanno a comprimere un nervo. Nulla di grave sono in via di assorbimento e nel giro di qualche giorno il dolore dovrebbe sparire. Per aiutare la guarigione gli verrà prescritta una pomata da applicare due volte al giorno.
Io traduco il tutto a Sophie che finalmente la vedo assumere un’espressione più tranquilla e accennare un sorriso.
Mi ringrazia per la traduzione e ringrazia anche la dottoressa, e propone per sdebitarsi un caffè nel bar qui sotto sia a me che ad Erika.
Erika alzandosi ed andando a guardare la sala d’attesa, mi dice che io ero l’ultimo e un caffè lo avrebbe preso volentieri.
Sinceramente io mi ero completamente dimenticato per quale motivo mi trovavo in questo studio medico, poiché ero ancora stra-eccitato per quello che era successo. Fu la dottoressa a dire che potevamo andare a prenderci un caffè, dopo avermi visitato e saputo di cosa avevo bisogno. Così poi avrebbe chiuso lo studio.
Io traduco tutto a Sophie per informarla che accettavamo il suo invito. Io ero tranquillo, poiché dovevo solo far vedere gli esami del sangue, quindi nulla di imbarazzante.
Da una cartellina, prendo i fogli degli esami e glieli porgo alla dottoressa, la quale incomincia a controllare i valori confrontandoli con quelli fatti sei mesi fa che ha salvato sul computer. Dopo averli controllati e aggiornati, mi dice che i valori sono nella norma, che è tutto a posto.
Aggiunge però che dalla mia scheda personale, risulta che è passato più di un anno, dall’ultima volta che mi ha visitato controllando i valori della pressione. Senza lasciarmi il tempo di dire qualcosa, Erika si alza dalla sedia dirigendosi verso il lettino. Cazzo questa scena mi sembra di averla già vista.
La seguo, d’altronde indosso le maniche corte, la pressione si può prendere tranquillamente così, mi dico nella mia testa.
Arrivati vicino al lettino, la dottoressa pronuncia la frase che temevo: “ si spogli completamente rimanendo solo con le mutande. Merda, non è che mi vergogno a mostrarmi in mutande davanti a due donne, ma è che sono ancora tremendamente eccitato per prima, ho ancora il pene in piena erezione.
Non ho scelta, incomincio a spogliarmi incominciando a togliermi le scarpe. Facendo questo, incrocio lo sguardo di Sophie, che nel frattempo si era alzata e si era avvicinata. Nel suo sguardo vedo un’espressione divertita, che viene confermata da un sorrisetto mentre i nostri occhi si incrociano.
Tolto le scarpe, mi tolgo la maglietta, cercando di prendere tempo sperando che l’erezione diminuisca. Purtroppo ciò non accade, quindi passo a togliermi anche i pantaloni, rimanendo solo con le mutande. Abbassando lo sguardo vedo il mio pene spingere sulle mutande, è impossibile che la cosa passi inosservata.
Alzando lo sguardo incrociò nuovamente gli occhi di Sophie, che è lì ancora più vicino che mi fissa compiaciuta, divertita, imbarazzata vedendo l’erezione nelle mie mutande, ma anche incuriosita.
Erika, invece anche se è impossibile che non si sia accorta di nulla, facendo finta di nulla, mi dice di sedermi sul lettino. Mi misura la pressione, mi controlla le ghiandole della gola esternamente con le mani, poi prendendo un bastoncino, mi fa aprire la bocca e mi controlla la gola. La visita continua prendendo lo stetoscopio, con il quale mi controlla i polmoni e il cuore.
Nella mia testa mi dico: “bene ora avrà finito, posso rivestirmi"
Invece la dottoressa, mi dice di scendere dal lettino di mettermi in piedi vicino a quella parete, che mi misurava ancora l'altezza.
Immaginate un uomo in mutande, in piedi contro una parete, dritto con le braccia sui fianchi ed eccitato.
Infatti la dottoressa, alla fine parlando ad alta voce mi dice che non pensava che vedere Sophie nuda, mi causasse tutto questo sconquasso di ormoni.
Credo che Sophie avesse capito cosa aveva detto la dottoressa, perché insieme ad Erika si sono messe a ridere.
Io non sapendo cosa dire, mi esce che non è così piacevole, perché dopo un po’ incomincia a far male.
La dottoressa ritornata seria, mi dice che avere un erezione è normale quando si vede una donna nuda, ma provare dolore no. Senza lasciarmi spiegare che il dolore era causato solamente dal fatto che il pene era in un posizione scomoda, che bastava sistemarlo meglio, infilando una mano nelle mutande e “ravanare un po’ “ , la dottoressa chinandosi con gesto inaspettato mi tira giù le mutande, mettendo in vista il mio pene.
Non mi aspettavo un gesto simile, guardando Sophie, noto che anche lei ha assunto un espressione incredula.
Il mio pene era lì dritto e osservato da due donne, di cui una inginocchiata davanti a me, con la sua bocca a pochi centimetri. Sentivo il suo respiro sulla mia cappella.
La dottoressa però come se fosse una cosa normale, mi palpava i testicoli, controllando ogni centimetro dei miei genitali. Per poi con una mano scappellare il mio glande e osservare il glande bello gonfio e di un colore rosato scuro.
Vi giuro che il palpeggiamento dei testicoli più il movimento della sua mano per scappellare il glande, mi stava facendo venire, sentivo già il liquido salire.
Per fortuna Erika, ha mollato la presa. Dicendo che il dolore poteva essere causato da un un’inizio di varicocele. Inoltre mi chiede se durante un rapporto sessuale, prima di avere l’orgasmo provo dolore.
Per fortuna che Sophie, non capisce cosa ha detto, perché queste domande mi mettono tremendamente in imbarazzo.
Gli rispondo che è da diversi mesi che non ho un rapporto sessuale e quindi non saprei rispondere. Pensavo che a questo punto la cosa finisse lì, invece la dottoressa mi dice che non può darmi dei medicinali se non è sicura di quello che ho, e quindi dovevo provare a masturbarmi e capire se provavo dolore. Potevo se volevo un po’ di intimità andare in bagno, altrimenti accomodarmi sul lettino.
Non sapevo cosa fare, da una parte quando mi potrà ricapitare di potermi masturbare davanti a delle donne in uno studio medico. Dall'altra parte, la cosa mi mette un po’ a disagio e cosa dico a Sophie che è lì davanti a me che mi guarda?
Ho bisogno del vostro aiuto, voi cosa fareste?
Commentate .........

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