Lui & Lei
La sedia (prima parte)

19.08.2016 |
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"Io mi fermo un istante, mi mordo il labbro e stringo leggermente la punta della lingua tra i denti quasi a voler fermare la voglia di morderti il collo e di succhiarti..."
Ho preparato tutto; per prendermi il tempo necessario ho dovuto mentire ed io odio mentire.Osservo la scena ma non mi piace; qualche cosa stona, non suscita l'effetto che volevo.
Sembra più una sala delle torture stile Hellraiser... spaventa invece di rilassare.
Cambio tutto!
L'ambiente è importante e deve riflettere gli stati d'animo che voglio creare; devi sentirti a tuo agio, coccolata, venerata, viziata ma deve anche passare quel sottile velo di appartenenza.... devi sentirti mia perchè per questa notte ti voglio mia.
Ora ci siamo, le candele sono posizionate giuste, la musica è adatta alla situazione e la sedia è lì, al centro della scena quasi a dominare.
Deve farti sentire Regina ma farti anche percepire quel senso di appartenenza al tuo Re, un senso di appartenenza dolce, voluto, sincero.
E' ora.
Lascio accese le candele, spengo la musica, sistemo le ultime cose, accendo gli incensi profumati e vengo a prenderti.
Suono; spii dalla finestra, sorridi e mi fai un cenno che indica un minuto...
Ti aspetto senza scendere dalla moto.
Sali e ti stringi a me, ti sento, sento il tuo cuore battere forte... ti sembra strano che non ti abbia detto neanche una parola, neanche un bacio.
Il viaggio dura poco, non è lontano il posto e tu lo riconosci... non è la prima volta che sei stata qui.
Sistemo la moto sul cavalletto, mi sfilo il casco, ti sorrido e finalmente lasci andare un pò di tensione.
Leggo nel tuo sguardo molte domande: perchè fa così? perchè non parla? che cosa avrà in mente?
Saliamo.
L'atmosfera ti piace lo vedo dal tuo sguardo; sorridi, inspiri per gustarti il profumo che circonda l'ambiente, ruoti leggermente la testa da destra a sinistra quasi ad aiutare gli occhi a seguire le innumerevoli candeline che circondano la stanza.
Il tuo sguardo si sofferma sulla sedia; sorridi e mi guardi.
Ricambio il tuo sorriso con uno sguardo malizioso e compiaciuto mentre con un dito sfioro il tasto che fa partire la musica.
Ti tendo la mano volgendo il palmo verso l'alto e con un gesto educato ma deciso afferro delicatamente due dita della tua mano e ti accompagno verso la sedia.
Con un piccolo movimento della mano faccio in modo di farti roteare innanzi a me; ora la sedia è alle tue spalle.
Ti guardo, ti osservo, ti ammiro... Tu, da brava regina sostieni lo sguardo e con la punta della tua lingua segui il contorno delle tue labbra che rispondono con un sorriso ancora più malizioso.
I nostri respiri si fanno più lenti e profondi e sembrano impartire il ritmo alla danza delle fiamme delle candele che ci circondano... è la musica o i nostri respiri che muovono tutte quelle fiammelle?
Con il palmo della mano sinistra disegno il contorno del tuo fianco fino ad arrivare alla base del tuo collo con un dito... non c'è bisogno di spiegarti nulla... tu chini leggermente la testa e con la lingua bagni la punta del mio dito e sospiri.
Mentre stai muovendo ancora dolcemente la lingua e la bocca sul mio dito, la mia mano destra si appoggia sulla tua spalla che con delicata decisione ti fa accomodare sull'improvvisato trono.
Mi guardi mentre la tua lingua ormai lontana dal mio dito, ancora non ha finito di danzare tra le tue labbra in quella bocca meravigliosa che sembra voler dire tutto senza emettere nessun suono.
I nostri sguardi non si sono mai mollati un istante e sembra che ognuno di noi stia facendo a gara a chi arriva più in fondo all'anima; quella stessa anima che troppe volte si è nascosta per chissà quali paure o per chissà per quale finto coraggio.
Ti strizzo l'occhio mentre ti sorrido e tu rispondi chiudendo per un istante gli occhi e mordendoti il labbro.
Sfilo dalla tasca una benda nera; tu sorridi ed ancora ti mordi il labbro inferiore ma questa volta con più decisione ed aggrottando lo sguardo.
Avvicino la benda alla tua bocca e tu capisci. L'afferri con i denti per la parte centrale e chinando la testa in avanti fai penzolare le due estremità del tessuto nel vuoto all'altezza dei tuoi seni.
Mi chino con un movimento elegante davanti a te come un cavaliere innanzia alla sua regina.
Mantego però il contatto visivo con i tuoi occhi.... sono il tuo Re e non un semplice Cavaliere.
Afferro con la mia mando destra una delle corde sotto la sedia, le avevi viste e sai già istintivamente cosa fare.
Posizioni le tue braccia tese dietro lo schienale e con la tua mano destra afferri il medio e l'indice per aiutarti a mantenere la posizione.
Lentamente mi alzo e mentre mi sposto dietro di te passo la parte centrale della corda alla mia mano sinistra... tu chiudi gli occhi, stringi ancora di più la benda tra i denti, inarchi la schiena mostrando ancora di più la bellezza del tuo seno da femmina e mostri il collo come se volessi fartelo mordere da un vampiro.
Io mi fermo un istante, mi mordo il labbro e stringo leggermente la punta della lingua tra i denti quasi a voler fermare la voglia di morderti il collo e di succhiarti...
Mi chino, questa volta davvero come un cavaliere, ed inizio a legarti i polsi usando la corda come se fosse parte di me, come se fosse il prolungamento delle mie dita per poterti sfiorare la pelle mentre eseguo i nodi dell'arte che ho pazientemente appreso per giocare con te.
Uso il resto della corda per fissarla alle due gambe posteriori della sedia, creando anche un intreccio che oltre ad avere un carattere puramente estetico sarà poi utile alla corda che userò per le tue caviglie.
Mi rialzo sorridendoti e senza mai mollare il tuo sguardo malizioso... stai iniziando ad eccitarti te lo si legge già negli occhi.
Con il piede sinistro cerchi la mia caviglia e poi inizi a risalire con la gamba.
Mi è sempre piaciuto questo tuo giocare da switch, questo tuo ribellarsi, questo tuo essere stronza, questi tuoi picchi di ribellione...questo tuo deisderare ordini non impartiti... il saper soddisfare l'altra persona andando al segno senza veri e propri ordini.
...se solo ne avessimo parlato tutti e due prima; chissà da quanto avremmo iniziato a giocare così.
Ti prendo con forza, non con violenza, la caviglia. La tengo decisa nella mia mano, ti sorrido e con il solo sguardo ti invito ad appoggiare il piede.
Conduco io mia Regina.
Non c'è bisogno di dire altro...sorridi maliziosamente e ti lasci condurre.
I tuoi occhi hanno un potere enorme; sembrano gli occhi di una Dea che sa giostrare qualsiasi uomo che incroci lo sguardo.
E' giunto il momento di renderli innoqui.
Prendo con le mani le due estremità della benda ancora ben salda nella tua bocca; tu, maliziosamente stronza, stringi i denti e mi penetri con lo sguardo come se stessi portando via la carne ad una leonessa affamata.
Ti sorrido a denti stretti e ti guardo come un leone che reclama il diritto al primo morso per il territorio che difende.
Abbassi lo sguardo ed allenti la presa facendo scivolare la benda ormai già salda nelle mie mani; con un gesto rapido quasi ad approfittare della momentanea resa, tendo bene la benda umida della tua saliva, sui tuoi occhi e la lego stretta dietro la tua nuca.
Ora sei mia.
Mi concedo una pausa... ti osservo girando piano piano attorno a te e senza mai distoglierti lo sguardo.
Osservo te seduta sulla sedia con le braccia tese all'indietro ed i polsi legati alle gambe posteriori; le gambe libere.
Sai che ti sto osservando.
Con dei movimenti graziosi ma decisi cerchi di seguire i miei movimenti; non vedi ma stai utilizzando tutti i tuoi sensi, tutto il tuo istinto, per cercare di seguirmi, di controllarmi.
Aspetti ed io aspetto.
Aspetto che il tuo respiro cambi...
(Continua...)
Mio
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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