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Lui & Lei

Laura e una pazzia – parte 2


di Giorgio_2013
14.03.2016    |    4.836    |    0 9.5
"Laura mi lasciò fare, ma dopo qualche istante, mi disse civettuola che per strada in centro forse non stava bene mettere una mano sul fondo schiena ad una..."
Ci lasciammo con un lungo bacio, in cui le lingue ebbero la meglio sulle nostre labbra.
Mi disse che aveva voglia di una pizza e se la sera dopo mi andava di uscire a mangiarla con lei. Figurarsi se dicevo di no.
Passai a prenderla la sera dopo verso le 20:30 e andammo in pizzeria: pizza e birra come ai vecchi tempi… come ai vecchi tempi Laura indossava una mini gonna, il top con una scollatura molto generosa e scarpe con il tacco.
Mangiammo con gusto e bevemmo pure. Parlammo del più e del meno, ma tralasciando tutte le chiacchere che facemmo arrivo al dunque!
Dopo la pizza facemmo una passeggiata in centro, quando con un’insolita spavalderia gli misi una mano sul sedere. Laura mi lasciò fare, ma dopo qualche istante, mi disse civettuola che per strada in centro forse non stava bene mettere una mano sul fondo schiena ad una “ragazza sposata”.
Staccai la mano e chinandomi al suo orecchio, perché fossero parole solo per lei, gli proposi di andare in camporella, in memoria dei tempi passati e soprattutto perché non ce ne era mai stata occasione. Laura accettò, perché come me lei aveva voglia di scopare.
Cosi tornammo indietro alla macchina. Partimmo e arrivammo in una stradina di campagna, nascondendoci dietro ad una macchia di alberi, in un posticino tranquillo …era tardi, l’ora giusta per scopare in camporella
Perdemmo quasi subito le nostre inibizioni.
Io ne approfittai, le mie mani palpavano con molta scioltezza le sue cosce, la schiena, il sedere in modo particolare.
Laura si stava eccitando sempre di più! Era tutta bagnata nella figa e continuando a palpeggiarla in poco tempo si ritrovò col mio cazzo in mano e poi in bocca.
Intanto io mi dedicavo al suo culo e alle sue tette.
In un baleno Laura si ritrovò nuda alla mia mercé senza nemmeno capire come.
Io so solo che Laura era molto arrapata, voleva sentire il mio cazzo dentro la sua figa. E mentre cercava la posizione migliore per essere penetrata dal mio cazzo, io la bloccai e gli dissi:
- No…voglio il tuo culo come ieri!”
A Laura la cosa non dispiaceva, solo che il culo gli bruciava ancora un poco dopo la maratona del giorno prima. Mi chiese:
- Ma, qui in auto, come mi metto?
Gli dissi di scendere, tenere la porta aperta e mettersi in ginocchio sul sedile. Laura obbedì. Lei era nuda in ginocchio sul sedile con me dietro, che stavo per prendermi il suo culo.
Mi misi dietro calandomi i calzoni e i boxer e so solo che in un attimo mi stavo masturbando sul suo fondo schiena, strusciandolo avanti e indietro tra le sue chiappe. Con l’aiuto del pollice, spinsi improvvisamente la cappella dentro il buco del culo di Laura, a secco, senza lubrificarglielo come il giorno prima. Con la cappella gli trivellavo il buco del culo, infilandomi sempre più in profondità, allargandola tutta quanta.
Sentivo il mio cazzo che si spingeva sempre più dentro di lei. Laura provava una sensazione mista di dolore intenso e di piacere perverso. Mentre glielo infilavo nel culo, la sculacciavo e lei mi rispondeva dicendo che gli piaceva come rimbombavano le sue chiappe.
Il mio cazzo era arrivato tutto dentro, tanto che sentivo i peli della sua figa farmi un leggero solletico.
Ah che bello, tanto che le mie mani strinsero i suoi fianchi e iniziai a sbattere il mio corpo contro il suo, con violenza, facendo entrare e uscire il mio cazzo dal suo culo, con botte profonde. Così facendo, la tenevo anche per non farla cadere sul sedile di guida.
Laura mentre gli violentavo il culo, gemeva e urlava sommessamente dal dolore, misto a piacere. Con la mia mano scivolai sotto, arrivando tra le sue gambe, per masturbarla.
Alla fine pure io iniziai a respirare in modo più profondo e veloce, aumentando la velocità e la potenza con la quale facevo urtare il mio corpo contro il suo, riempiendogli avidamente il buco del culo con la mia carne. Poi un’ultima botta, dopo averla presa per le spalle e tirata indietro con forza, una botta per fargli entrare e sentire tutto il mio cazzo… subito dopo il mio liquido caldo si liberava nel suo culo, con la mia bocca che gemeva per il piacere.
Mentre sborravo, muovevo il mio cazzo lentamente, avanti e indietro, svuotandomi le palle dentro Laura… fino a quando non scivolò fuori dal suo culo ancora duro e soddisfatto.
Il buco del culo di Laura rimase allargato per qualche attimo, prima di richiudersi lentamente. Io con il cazzo ancora in erezione gli chiesi di pulirlo fino all’ultima goccia. Cosi lei fece, inghiottendo lo sperma che colava dal mio pene.
Laura aveva il culo dolorante, ma era appagata come non mai. Anzi era completamente fuori di testa. Rimase seduta per un pò in auto, ancora nuda, con lo sperma che gli usciva dal culo.
Mi avvicinai, l’accarezzai e la baciai voluttuosamente, chiedendogli di esaudire un mio vecchio desiderio.
Laura mi chiese:
- Che desiderio? Mi hai preso il culo, più di così cosa vuoi!
- Ti voglio scopare in tutte le posizioni possibili, qui all’aperto… – gli risposi eccitato
Senza aggiungere altro so solo che poco dopo eravamo distesi sull’erba, sul cofano dell’auto, con lei a pecorina, in piedi… insomma in qualsiasi modo il mio cazzo potesse scopare la sua figa, il suo culo e la sua bocca. Laura godeva come una porca e non ne aveva mai abbastanza. Io invece grufolavo come un porco per quanto godevo…
Dopo parecchio tempo e dopo esserci ripresi un attimo, riaccompagnai Laura, semi-vestita, a casa.
Laura mi diceva che si sentiva uno schifo, non che non gli era piaciuto, tutt’altro, ma si sentiva piena del mio sperma da tutte le parti, sporca di terra, col culo e la figa doloranti… E ce la ridevamo insieme mentre lo diceva.
L’accompagnai a casa, dentro casa. Ci baciammo, poi Laura si sedette e restò per pochi istanti ferma: era devastata!
Aveva avuto un’esperienza intensa (sentiva ancora la figa e il culo in fiamme). Mi chiese di rimanere ancora un pò, mentre si faceva una bella doccia calda. Acconsentii, ma più pensavo a quello che era successo in questi due giorni, più mi eccitavo ancora.
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