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QUANDO SBROCCANO… (parte terza)


di Giorgio_2013
21.11.2013    |    4.162    |    1 8.2
"Slacciai il suo reggiseno e lo lanciai..."
Premessa importante: ripensando a tutto quello che successe e che ho riportato nel racconto (prima & seconda parte), mi sono ritrovato a pensare ad una fantasia.
Quello che scriverò di seguito è PURA FANTASIA, suinagine per ciò che non accadde ma che, con il senno di poi, mi sarebbe piaciuto accadesse...

Era un giovedì sera e il telefono squillò. Caspita mi dissi leggendo e riconoscendo il numero. Era Laura a chiamarmi.
Risposi con un ciao allegro, a cui lei rispose altrettanto allegramente. Mi chiamava intanto che il marito Gianmarco era assente e, con mia sorpresa, il motivo era Rosy.
Sapeva che il giorno dopo sarei uscito con Rosy, sia perché lei glielo aveva detto sia perché l’aveva beccata imboscata nel magazzino della ditta intenta a masturbarsi.
Ah, quest’ultima cosa me la feci raccontare per bene…
Laura era andata in magazzino a vedere se Rosy aveva bisogno di una mano e, dietro a degli scatoloni impilati, l’aveva trovata a calzoni slacciati intenta a farsi un ditalino. Al momento Laura aveva guardato Rosy, che se ne stava a occhi chiusi a trastullarsi intensamente la passera, poi con fare quasi sadico gli aveva fatto prendere un coccolone gridandogli “beccata”.
Rosy superato il primo mancamento per la strizza, l’aveva mandata a quel paese ed imperterrita era tornata a farsi il ditalino, però guardando Laura negli occhi con un fare da troia.
Laura gli chiese direttamente se stesse pensando a me. Rosy, tra i sospiri che si erano fatti più sonori, gli rispose di sì. Mi avrebbe voluto lì a scoparla e, dicendolo, iniziò a menare la mano più velocemente sulla figa.
Laura si avvicinò e bloccandola gli disse che ora glielo avrebbe fatto lei il ditalino. Rosy non ebbe dubbi: sfilò la mano e si offrì alle cure di Laura.
Laura ridacchiando gli infilò la mano dentro le mutande e incominciò ad accarezzarla, fino ad arrivare a infilare due dita dentro la vagina pelata di Rosy, che la incitava ad andare più veloce. Laura inizio ad aumentare velocità delle ditta dentro alla figa bagnata di Rosy, fino a portarla all’orgasmo. Rosy venne in piedi sulle gambe tremanti.
Laura mi disse che sfilata la mano rimase ad osservare le sue dita bagnate ed appiccicose, assaggiandole anche.
“Eh Laura, così me lo stai facendo tirare” fu la mia replica alla fine del suo racconto, con lei aldilà del telefono che se la rideva, anzì rincarò la dose chiedendomi se sapevo cosa stesse facendo. Un ditalino le risposi con suo sommo piacere. Mi disse di sbattere Rosy l’indomani, così da calmarla un po’.
Venerdì sera. Passai a prendere Rosy, che si presentò all’appuntamento vestita come una troietta in calore.
Limonata veloce e andammo a bere qualcosa. Si parlava e si scherzava.
Uscimmo dal bar con la voglia dichiarata di scopare. Ci avviammo verso un motel.
Rosy seduta accanto a me, si infilava la mano sotto la gonna e trastullava la sua figa mentre io guidavo. Mi tentava e mi eccitava con le sue allusioni alla mia lingua, alle sue tette, alla sua figa e al suo culo, che voleva io le riempissi di sborra. La rassicurai che sarebbe stata riempita a dovere…
Arrivammo in camera. Il tempo di chiudere e di posare le giacche, che le nostre lingue erano attorcigliate in un bacio.
Le sue mani sfregavano sulla mia patta assicurandosi che il cazzo fosse teso… duro per il suo piacere.
Le mia mani passavano da dietro sul culo, che non era fasciato nei collant… La porca si era messa in autoreggenti! Palpai le sue chiappe, gliele allargai, poi passai davanti e scostando il minuscolo string, immersi le mie dita nella sua figa già dischiusa e bagnata.
Gli levai il maglione e la camicia. Slacciai il suo reggiseno e lo lanciai. Afferrai le sue tette con le mani e le portai alla mia bocca. Le baciai, le lappai e le succhiai con avidità, tra i suoi gemiti e parole di approvazione…
La afferrai per i fianchi e la spinsi (quasi la buttai) sul letto. Mi abbassai e armeggiai con la chiusura della gonna. L’aprii e con concitazione gliela sfilai lasciandola in autoreggenti e string…
Sarà che la consideravo una maiala, sarà stato per l’abbigliamento, la situazione o l’atmosfera creatasi, mi fiondai su di lei e senza difficoltà gli sfilai lo string…
Rosy dal canto suo mi aiutava nell’operazione: inarcò la schiena per far scivolare in avanti l’elastico; si abbassò e alzò le gambe perché io lo sfilassi; le sue gambe andarono verso l’alto a unirsi, poi scesero e si allargarono mettendo in evidenza il suo sesso aperto e bagnato. Mi chiamava e mi invitava.
Io fiondai il mio viso sulla sua figa, lappando e divorando il suo sesso con le mie labbra e lingua… volevo far entrare il mio viso in lei per lapparla in profondità! Con le dita violai l’intimità del suo culo, sditalinandolo come fosse la figa. Rosy gemeva e si bagnava.
Rosy si mise a chiedere con una vocina il mio cazzo e io, in risposta, chiamandola troia gli dissi di spogliarmi se lo voleva.
Ero in piedi davanti a lei, vestito. Rosy come una furia si alzò, mi si avventò addosso e iniziò a spogliarmi... riuscì a graffiarmi nelle sue operazioni. Intanto la sua bocca e lingua leccavano il mio corpo.
Finalmente mi aveva tolto tutto e mentre limonavamo, Rosy mi afferrò il cazzo e me lo menò velocemente facendomi anche male… ma era un dolore piacevole. La spinsi giù con forza.
Rosy si inginocchiò così davanti al mio uccello scappellato e iniziò a baciarlo, succhiarlo e a mordicchiare la cappella. Poi iniziò una pompa dal ritmo forsennato. Vedevo sparire l’asta nella sua bocca rapidamente, mentre le sue guance succhiavano e frollavano la mia carne, e tanto rapidamente ricompariva dalla sua bocca la mia carne lucida della sua saliva…

(... la fantasia continua...)
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