Racconti Erotici > Lui & Lei > Le avventure del giovane MC - il terzo anno - Etero, omo o bisessuale? - cap 3
Lui & Lei

Le avventure del giovane MC - il terzo anno - Etero, omo o bisessuale? - cap 3


di ilromantico73
12.05.2017    |    7.302    |    15 9.2
"“Eppure non sembravi disdegnare le mie attenzioni con la lingua..."
Proseguono le avventure erotiche del nostro MC. Perdonatemi la lentezza di pubblicazione ma ci sono stati molti impegni improrogabili... seguitemi anche sul mio profilo Facebook

https://www.facebook.com/Il.Romantico73/

ci saranno succose novità, retroscena e curiosità sui personaggi.


“No mettiti a pancia in giù come stavo io” mi guardò dubbiosa ma dopo quello che le avevo lasciato fare non poté certo tirarsi indietro. Guardai il suo corpo esile e con poche forme, per certi versi mi ricordava incredibilmente Lara. Certo anche le differenze erano molte, Luisa era lesbica e questo mi eccitava tremendamente, ma Lara era una bomba del sesso, era la sessualità fatta carne. Comunque fosse anche Luisa era a suo modo attraente e non mi sarei certo tirato indietro. Cominciai a baciarla e leccarla tutta, le feci quello all’epoca un comico tv chiamava un pigiamino di saliva. Non trascurai nessuna parte del suo corpo, dai lobi delle orecchie alle dita dei piedi che trovò particolarmente stimolante. Mi dedicai poi con gran passione al suo sesso e al suo ano facendola sollevare come io stesso avevo fatto. Quando mi sollevai per mettermi il preservativo e finalmente farlo lei mi bloccò:
“non ti azzardare a mettermelo dietro o ti ammazzo!” non stava scherzando, non c’era nessuna ironia nella sua voce.
“Eppure non sembravi disdegnare le mie attenzioni con la lingua.”
“La lingua è una cosa, un cazzo è un’altra. Non l’ho mai fatto con nessuno figuriamoci se la prima volta voglio farlo con te.”
“Allora devi farmi una promessa.”
“Cosa?”
“Che se lo farai con Camilla poi lo farai anche con me.”
“Ma che c’entra?” replicò.
“Beh alla fine non è una richiesta tanto diversa dalla tua” la incalzai. In effetti avremmo di fatto promesso la stessa cosa. Luisa parve pensarci decisamente più a lungo di quanto avevo fatto io. Probabilmente non considerava la possibilità di provarlo con Camilla così remota come lo era per me.
“Uff va bene. Ma comunque sia deciderò io come e dove, e se mi farà male non se ne farà comunque di nulla.” Lo trovai un compromesso accettabile.
Mi posizionai sopra di lei e lo infilai nel suo sesso lasciandola però a gambe strette tra le mie. In quella posizione entravo meno, cosa che lei comunque preferiva, in compenso le premevo decisamente sulla parte anteriore della vagina che trovava particolarmente gradevole. Mi avvicinai al suo orecchio e le sussurrai:
“fingi che io sia Camilla” sentii partirle un brivido. Iniziai a prenderla con movimenti lenti e profondi, cercai di essere dolce come avrebbe potuto essere Camilla e le accarezzai con dolcezza la schiena. Dopo poco Luisa alzava sempre più il sedere per consentirmi movimenti più ampi, ansimava e gemeva. Io invece stavo zitto per non rompere la magia che sembrava essersi instaurata. Dopo meno di dieci minuti la sentii contrarsi e sussurrare un:
“Sì Camilla sììì.” Anche io raggiunsi l’orgasmo, mi tolsi delicatamente da lei e mi sdraiai sul letto. Nemmeno questa volta assunse la solita posizione fetale, doveva davvero essere stato piacevole e rilassante. Quando si rese conto di cosa aveva detto venendo si girò a guardarmi:
“scusa, davvero. Non volevo fare così, mi spiace.”
“Non capisco, di cosa ti stai scusando?” chiesi dubbioso.
“Sono venuta pensando a Camilla e ho detto il suo nome.”
“E quindi?”
“Non… non ti dà fastidio che goda pensando a lei?”
“No. Te l’ho detto io. Anzi sono lusingato a sapere che sia stato piacevole come se l’avesse fatto lei” ero sincero.
“Ma voi maschi non siete quelli che pensano sempre di essere gli elementi fondamentali dell’orgasmo femminile?” chiese in un tono che era una via di mezzo tra il serio e il canzonatorio.
“Non saprei, non io di sicuro. Ormai dovresti conoscermi i miei limiti li ho ben presenti… almeno su queste cose.”
“E te? Anche te pensavi a Camilla?”
“No.”
“E… e a chi pensavi?” chiese con un tono di voce appena udibile.
“A te!” risposi con estrema sincerità “sei una ragazza talmente carina che non serve certo pensare ad altro godere, anzi semmai devo pensare a cose meno belle per resistere di più.” Parve davvero colpita, gli occhi mi sembrarono farsi lucidi e mi abbracciò, cosa alquanto strana per lei.
“Te lo dico in tutta sincerità” esclamò dopo alcuni minuti “se io fossi etero potresti davvero piacermi tantissimo, forse potrei anche innamorarmi.”
Era indubbiamente il complimento più grande che Luisa potesse farmi per cui la baciai sulla fronte e la ringraziai. Se ne andò e rimasi sul letto a riflettere. Camilla e Luisa, così diverse e così attraenti, bisessuali innamorate tra di loro e anche un po’ di me. Camilla preferiva me, Luisa preferiva Camilla. Anche io preferivo ed ero probabilmente innamorato di Camilla, ma Luisa mi coinvolgeva non poco. Prima di allora non avevo mai esplorato il mondo dei bisessuali, avevo una mente semplice e piuttosto schematica, pensavo che esistessero gli eterosessuali e gli omosessuali, ero convinto che i bisessuali fossero o l’uno o l’altro ma non avessero il coraggio di ammetterlo. Probabilmente ero solo un gran coglione che sapeva ben poco della vita e che ragionava a schemi fissi e banali solo appena più ampi di quelli dei miei genitori. Loro, nonostante non fossero dei bigotti, dividevano il mondo in normali e pervertiti.
Ma se l’omosessualità e anche la bisessualità erano così normali e connaturate nell’uomo avrei potuto esserlo anche io? Come si capiva se uno era, non dico gay ma bisessuale? Che non fossi gay era evidente, mi piaceva troppo la fica, ma magari potevo essere bisessuale, mi sarebbero potuti piacere sia gli uomini che le donne. Tra l’altro avevo la convinzione, non supportata da nessuna evidenza empirica, che di base i gay avessero molte meno seccature non dovendo sopportare le donne. Come si faceva però a saperlo? Di certo non avrei provato a baciare o ad andare con un uomo per scoprirlo, però magari sarebbe bastato provare ad avere una fantasia sessuale con un altro ragazzo per averne almeno un’idea di base. Pensai a Marco, in fin dei conti era uno dei miei migliori amici oltre a essere il più bello, me ne rendevo conto anche io da maschio di quanto fosse attraente. Come provai a immaginarmelo nudo, e lo avevo visto nelle docce al liceo, magari che si avvicinava a me con l’occhio marpione che ben conoscevo avendolo visto all’opera, ebbi un profondo senso di disgusto. Sia per la situazione in sé che per me che ci stavo pensando. Non c’era dubbio, pur rispettando le scelte di tutti io restavo inguaribilmente etero. Mi piaceva solo e soltanto la fica. Certo anche il culo e le tette, ma dovevano comunque essere collegate a una fica.
Mentre me ne stavo sdraiato sul letto facendomi schifo da solo per quanto andavo pensando mi squillò il cellulare. Lucilla! Merda!
“Ciao Luci, come va?”
“Tutto bene, te?”
“Sì anche io bene, dai. Dimmi volevi chiedermi qualcosa?”
“Beh… ecco, mi stavo chiedendo se ti andasse di uscire stasera, pizza e pub?” era la mia serata libera, non lavoravo da Katia e sarei potuto uscire. Non sapevo cosa rispondere, se da un lato mi sarebbe piaciuta un’uscita in amicizia con una ragazza carina e simpatica come Lucilla, dall’altro avevo il timore che le cose si potessero complicare dato che lei aveva mostrato interesse nei miei confronti. Inoltre era davvero molto carina e temevo di cedere alle sue avance. Avrei dovuto pensarci bene ma anche velocemente, dovevo farle subito capire che sarei uscito con lei ma da amico, niente di più.
“Sì va bene, ci vediamo alle venti davanti casa tua?”
“Perfetto a dopo” e riattaccò. Coglione!
Non ero riuscito a dire altro, avevo solo fissato. Dovevo assolutamente darmi una svegliata e imparare a dire da subito cosa pensassi.
Alle venti ero davanti a casa sua, scese. Era attraente come sempre con un vestitino leggero.
“Ma che hai fatto al naso?” mi chiese subito dopo averlo fissato per un paio di secondi. Me lo accarezzai con delicatezza.
“Ho sbattuto qualche giorno fa” mi ero ben guardato da uscire con la protezione ma evidentemente ancora era più rosso e livido di quanto io stesso volessi ammettere.
“Mi spiace, come hai fatto?” insistette.
Non avevo nessuna intenzione di spiegare il mio incontro ravvicinato con la fica di Camilla per cui raccontai un improbabile incidente domestico per poi cambiare repentinamente argomento.
“Ah non posso fare troppo tardi che domani devo studiare, settimana prossima ho un esame” non riuscivo a credere di aver pronunciato quella frase.
“Ma allora sei proprio un ragazzo a modo” replicò sorridendo “carino, attento, che studia. Ti avrei fatto più uno scavezzacollo.”
“No in realtà sono più un coglione. Però i miei mi stanno mantenendo qua con sacrifici, ogni tanto qualche esame devo pur farlo” ridemmo.
Effettivamente passammo una bella serata, allegra e divertente, lei era spigliata e simpatica. Mi ci trovavo davvero bene, solo che ogni tanto mi pareva mi lanciasse occhiate che lasciavano pensare che cercasse qualcosa di più dell’amicizia che andavo cercando io. Cercava degli innocui contatti, la mano sul tavolo, le ginocchia sotto, niente di provocante o eccessivo ma che avevano un significato ben preciso. Almeno per me. Quando la riaccompagnai a casa sua sul portone mi disse:
“Non ci sono le mie coinquiline stasera, ti va di salire?”
“Ecco, io veramente…” mi guardò con un’espressione provocatoria.
“Guarda che non ti mangio mica” e si avvicinò per darmi un bacio sulla bocca. Indietreggiai per evitarlo e lei se ne stupì.
“Oh scusa. Non… non avevo capito di non piacerti” disse con un tono molto triste “probabilmente ai tuoi occhi sono ancora la solita acciuga di allora.”
“No, no figurati. Non è questo, anzi sei molto attraente. Dico davvero è solo che…” non avevo la più pallida idea di come spiegare il fatto che cercassi solo un’amica. Mi sembrava una cretinata anche a me. Non avevo mai cercato un’amica avevo sempre cercato sesso dalle ragazze. Mi immaginai Marco e Luigi che alla mia frase “cerco un’amica” avrebbero risposto tossendo “frocio”.
“È solo che?” insistette lei.
“Sono gay!” che cazzo avevo detto?! Non riuscivo a crederci, per tirarmi fuori dagli impicci avevo detto la più grande puttanata possibile. Anche lei probabilmente se ne rese conto infatti scoppiò a ridere. Trovai la cosa quasi offensiva, va bene avevo detto una gran cazzata ma lei cosa poteva saperne, cosa sapeva di me. Mi sentii immotivatamente ferito nell’orgoglio. “Guarda che è vero. Sono gay.”
Si fece seria e mi guardò “non mi stai prendendo in giro? Non lo dici solo per scaricarmi?”
“Non farei mai una cosa del genere” coglione! Ero un vero e proprio coglione.
“Non… non mi sembri gay” continuò Lucilla squadrandomi da capo a piedi.
“Trovo questa affermazione sessista” mi parve una buona tattica difensiva attaccare per primo “non è che perché sono gay devo avere gusto nel vestirmi o avere atteggiamenti equivoci.”
“Scusa, mi hai frainteso. Intendevo dire che mi sembrava mi guardassi il culo con interesse. Per questo l’ho detto.” Avevo fatto l’ennesima figura di merda.
“Oh, ecco. Lo… lo sono da poco” ma cosa cazzo stavo dicendo.
“Che vuol dire che lo sei da poco?” mi guardò incredula. Ero incredulo anche io della stronzata che avevo appena detto.
“Nel senso che ho preso coscienza da poco di questa cosa” cercai di rimediare “ho sempre pensato di essere solo interessato alle ragazze, che in effetti non mi dispiacciono, ma ultimamente mi sto rendendo conto che preferisco di gran lunga gli uomini.” Ripensai a Marco nudo che mi si avvicinava guardandomi e per poco non ebbi dei brividi di disgusto.
“Oh?! Quindi sei bisessuale in realtà” disse con un tono tranquillo. Possibile che la bisessualità fosse così naturale per tutti?
“Beh non proprio” essere bisessuale mi avrebbe messo nella posizione di poter avere desiderio di lei comunque e non volevo che pensasse questo “diciamo che finora ho avuto più donne che uomini ma che da ora in poi non credo proprio di volerne altre. Sono interessato solo ai ragazzi.” Sperai di essere stato abbastanza chiaro perché non avrei voluto continuare su una discussione dove, sapevo, avrei potuto dire solo grandissime stronzate. Mi guardò seria, sembrava aver compreso, o almeno così sperai.
“Capisco” meno male “quindi se faccio così non ti fa nessun effetto giusto?” si avvicinò e mi passò delicatamente la lingua sulle labbra.
“No, nessuno” dissi con la voce strozzata e una potente erezione che mi cresceva nei pantaloni. “Ora però devi scusarmi, come ti dicevo domani devo studiare” e me ne andai a casa a tutta velocità. Dovevo assolutamente spararmi una sega quanto prima.


continua...
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.2
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Le avventure del giovane MC - il terzo anno - Etero, omo o bisessuale? - cap 3:

Altri Racconti Erotici in Lui & Lei:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni