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Lui & Lei

Quando una moglie....


di quartofederico
12.03.2020    |    32.909    |    42 9.8
"Fatti vedere come sei fatta e siine fiera, perché hai un "bel vedere" da mostrare"..."
Ancor oggi, dopo vent'anni di matrimonio, amo mia moglie con la stessa intensità e passione di quando si era giovani.
Oggi siamo una coppia matura e chissà se non è proprio questo che ci rende più spregiudicati, quasi volessimo recuperare il tempo perduto.
Ricordo che, una volta, dovevo ingaggiare una lotta vera e propria per vedere mia moglie completamente nuda, come "mamma l'aveva fatta".
Era di una ritrosia incredibile e questo fatto mi costringeva ad avere comportamenti che non si addicono per niente ad una coppia sposata.
La spiavo... sì la spiavo dal buco della serratura se andava in bagno per un bisogno fisiologico, ma soprattutto se era lì per fare la doccia o quando, rientrata in camera, doveva procedere alla sua vestizione.
Restavo lì ad ammirarla mentre, gradualmente, spostava l'accappatoio per ricoprire intere zone di pelle con crema idratante profumata, e, a volte, venivo anche rampognato perché, stando lì immotivatamente, le impedivo di procedere all'operazione con la cura che meritava.
Mi piaceva ammirarla mentre indossava il reggiseno, le mutandine o le calze; oh, le calze... che bel momento ricco di sensualità vederla seduta sulla sponda del letto, mentre, alzata una gamba per volta, infilava quei delicati indumenti, dai piedi, quei piedi che, perfetti e curati, mi incantavano tanto.
Cercavo di dissimulare tutte queste mie tendenze, perché mi rendevo conto che il mio era un comportamento surreale.
Ma cosa potevo farci?
Amavo vedere il corpo nudo di mia moglie e fantasticavo sulla possibilità che altri potessero vederlo.
Quando si faceva l'amore, le luci dovevano essere soffuse e non mi permetteva di riempirmi gli occhi e la mente delle sue fattezze.
Il momento più intrigante?
Quando si entrava in un negozio di abbigliamento e lei si ritirava in camerino per la prova dei capi.
"Mettiti davanti alla tenda e fa attenzione che nessuno mi veda", si raccomandava, ma io, non resistendo, sbirciavo e, se lei se ne accorgeva, mi assaliva dicendo:
"Porco, che fai?... Lo sai che ho vergogna?!"
Ecco come si svolgevano i nostri rapporti intimi.
Ma questo, fino a che mi vestii di carattere e pretesi che mi si spogliasse nuda in salotto; vi chiederete perché "in salotto"?
Perché è la parte della casa dove si ricevono estranei ed a me faceva l'effetto come se in quell'ambiente aleggiassero le essenze delle diverse persone che vi entravano con sul viso l'abituale maschera dell'ipocrisia, del moralismo, del perbenismo.
In quell'ambiente così insolito, rispetto alla camera da letto, doveva primeggiare la nudità di mia moglie, quasi fosse una novella "venere", nella sua procacità più oscena, mentre ancora ribadiva:
"Ho vergogna!", quasi si sentisse esposta alla valutazione di un fantomatico pubblico.
"Oh, insomma... te e la tua vergogna... basta... fatti vedere come sei fatta e siine fiera, perché hai un "bel vedere" da mostrare".
In questo modo riuscii da farle perdere parte del suo ritegno e quando facevo l'amore con lei non smettevo di farla ammirare allo specchio, lodando le sue intimità, il piacere che trasmettevano e le delizie che avrebbero potuto provocare in chi avesse avuto la fortuna di ammirarla.
Ero riuscito a renderla più disinibita, ma si era ancora lontani da ciò che desideravo con ardore.
E così, mentre ci deliziavamo in qualche amplesso, giù a farle immaginare che qualcuno ci stesse spiando, che la osservava come e quanto le piacesse godere, ed avvertivo in lei un mutato senso di libidine: stavo facendo emergere in lei, la sua latente "lussuria":
"Porco - mi diceva - cosa mi fai fare? Però è bello!"
Finalmente si stava capacitando di quanto potesse essere intrigante quel nuovo modo di concepire l'atto sessuale.
Poi, l'estate scorsa, per le vacanze estive, ci recammo a Palinuro.
Lì le feci acquistare un nuovo costume da bagno, che, per vero, usciva di molto dai canoni suoi soliti:
"Ma - commentò - non trovi sia troppo striminzito, per queste mie abbondanze?"
"Mia cara, devi abituarti alle mutate espressioni della moda. Quando andrai in spiaggia, vedrai che così, rispetto a tante altre, sei ancora più che coperta".
Si lasciò convincere ed acquistammo il capo.
Ovviamente, in spiaggia, non era l'unica che mostrava, però notai degli sguardi più che interessati provenire da un uomo, vicino di ombrellone: a dire il vero, un bell'uomo, capelli brizzolati, fisico asciutto; indossava occhiali tipo "Ray-ban" ed uno slip, che faceva risaltare la sua dotazione.
Egli, al pari di me, faceva finta di guardare altrove, ma di continuo i suoi occhi erano rivolti alle opulente forme di mia moglie.
Mi divertivo a scrutarlo e, nel contempo, mi inorgoglivo a pensare che stesse fantasticando su quelle forme, e chissà quali pensieri gli turbinavano nella mente.
Una mattina mi svegliai un po' più tardi del solito e non trovai mia moglie in casa. Era evidente che si era avviata in spiaggia.
Mentre mi preparavo a raggiungerla e, riandando con la mente a quel bel tomo che ammirava mia moglie, decisi di temporeggiare nella mia preparazione, per far sì che tra mia moglie ed il tipo potesse crearsi qualcosa.
Quando ritenni che poteva bastare, mi diressi in spiaggia e mi fermai al bar del lido.
Da lì potevo scrutare l'ombrellone occupato da mia moglie, con di fronte la sdraio del tizio che ormai non faceva per niente finta, ma, sfrontatamente, si gustava il fisico prorompente di mia moglie.
Presi il cellulare, aprii whatsApp e le mandai questo messaggio:
"Dove sei?"
"In spiaggia", rispose.
"Si ti vedo, sono sul lido; prendo un caffè, lo vuoi anche tu? Te lo porto".
"No, grazie".
"Hai il costume comperato l'altro giorno, vero?"
"Sì, però continuo a pensare che sia troppo ridotto".
"No, affatto, a me piace da matti, lo sai! Il solo pensiero che ti si possa vedere la "gnocca", mi fa impazzire".
"Sei un porco".
"Lo so, ma so anche che a te piace che io lo sia. Hai notato qualcuno che ti guarda?"
"C'è un tizio che ha spostato la sdraio; lo tengo di fronte e penso proprio che mi stia osservando".
Era tutto vero; l'avevo già appurato, e mi piaceva che il gioco si facesse più ardito.
"Dai, fammi contento, sposta un po' lo slippino.... fagliela vedere!"
"Sei matto?... e se quello si avvicina?"
"Non ti preoccupare che ti sono vicino; dai appena un po'...."
"Mi vergogno".
"Dai, spostalo come se fosse successo per caso... che si fosse spostato da solo".
Incredibile, mi stava assecondando nel gioco; chi lo avrebbe mai ritenuto possibile; evidentemente il soggetto le piaceva, ed il gioco anche.
"Ok, ma solo un po'. Non so quanto si riesca a vedere. Fatto! Mi sa che ce l'ho tutta da fuori".
"Lui, che fa?"
"Non oso guardarlo"
"Dai, sbircia...."
"Si sta toccando..."
"Davvero?... non ci credo!!!!"
"Sei un porco... che mi fai fare...."
"Ho il cazzo duro..."
"Se per questo, anche quello...."
"Come fai a dirlo?"
"Si è coperto il costume con l'asciugamani. Dai, vieni subito che l'ha cacciato fuori".
"Ok, se non te la senti di proseguire, copriti... vengo subito"
"Aspetto te per coprirmi... ma vieni subito, penso si stia masturbando"
Quando arrivai sul posto, lei era ancora con il costume di lato e la sua adorata fica completamente esposta; lui, sebbene avesse l'asciugamani a coprirlo, era chiaro che si stava menando il cazzo duro.
Quando fui al suo fianco, lei si rimise in ordine; egli capì che lo spettacolo poteva dirsi finito e si girò dall'altra parte.
Quel giorno il gioco finì così,ma per me era appena cominciato.
Che bello sapere che mia moglie avesse osato tanto; fino ad ieri dovevo fare i salti mortali per ammirarle la figa, e, oggi, l'aveva mostrata ad uno sconosciuto.
“Hai visto il suo cazzo?”
“Non ti rispondo, sei un porco.”
Passò quel paio d ‘ore in un assoluto mutismo, ma era eccitata lo sapevo, lo riconoscevo dal rossore delle gote e dal suo sbattere delle palpebre.
Tornammo a casa sotto braccio, io osai stringerla per i fianchi, me lo concesse. Appena in casa la strinsi a me e la bacia in bocca. Le tolsi il mini reggipetto e baciai e succhiai i capezzoli duri e grossi come la falange del mio dito medio.
Si tolse da solo lo slippino ed io la spinsi verso il divano. Ero durissimo. La feci girare e la presi a pecora, era già tutta bagnata.
Entrai in lei in un sol colpo un piccolo gridolino di dolore / piacere e cominciai a scoparla con passione.
Venne una prima volta e mentre godeva mi ripeteva:
“Sei un porco, sto diventando, per colpa tua, una troia.”
“Come era il cazzo del tuo ammiratore?”
Un attimo di eccitato silenzio, poi:
“Non so la lunghezza, non sono riuscita a valutarla, ma mi è sembrato bello grosso.”
"Dì la verità: se avessi potuto, te lo saresti scopato?"
"Se proprio ci tieni a saperlo, sì... con la fantasia me lo sono sentito dentro".
"Promettimi, allora, che lo farai....."
Dopo questo suo parlare venni, e le inondai la figa di calda sborra.
Purtroppo il tipo non lo rivedemmo più.
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