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Prime Esperienze

"Prove tecniche di "trasgressione"


di quartofederico
11.03.2021    |    19.719    |    16 9.8
"Aveva una sessantina d'anni, niente affatto male, dall'aspetto curato, sembrava una persona a modo..."

Mio marito, mentre raccontavo, mi teneva per mano, ed io, con lo sguardo, fissavo il muro.
Non nascondo che, insieme ad un pizzico di vergogna, provavo una strana eccitazione.
Comunque, senza mai essere interrotta, arrivai alla fine e solo allora cercai gli occhi di Gennaro.
"Che fai non parli" chiesi agitata, mentre lui, tranquillo, mi sorrideva.
"Sei eccitata? - chiese - io sì"
E così dicendo, prese la mia mano e se la portò sulla patta del jeans.
Era davvero eccitato: da sopra la stoffa potei palpare il suo cazzo duro.
"Solo una cosa,,, l'aveva più grosso del mio" chiese.
Ero frastornata e non mi aspettavo questa richiesta, ma risposi subito:
"Il tuo è più bello" eludendo, certamente, la domanda.
In effetti ricordavo molto bene il membro di Corrado; era davvero più grosso del suo, ma non me la sentii di affermarlo esplicitamente.
"E poi, mi ha soddisfatta e fatto tanto godere, che difficilmente lo cambierei con quello di un qualsiasi Corrado".
Ma gli eventi che si stavano presentando, mi fecero, per forza di cose, cambiare idea.
Si alzò e prendendomi per mano mi aiutò ad alzarmi dal divano; mi prese tra le sue braccia baciandomi con immenso trasporto.
Quella sera rifacemmo l'amore con la stessa foga della sera precedente, ma Gennaro, inaspettatamente, mentre mi chiavava cominciò a sussurrarmi parole come:
"Sei la mia puttana vero? Dimmi che per me faresti qualunque cosa, quello che mi hai raccontato mi ha ringalluzzito; lo senti come è duro?"
In effetti mi stava possedendo con un vigore differente, me lo sentivo in profondità e mi piaceva davvero molto
"Mi stai facendo impazzire, sto godendo continua, non fermarti" risposi con voce roca
"Sì, ma rispondimi: faresti qualunque cosa per me?" mi ripeté.
"Sì, ma muoviti più forte" dissi, mentre stavo venendo.
Quel “sì” fu magico, anche lui, con un sospiro profondo, sborrò nel mio ventre.
Ci accasciammo l'uno sull'altro esausti, ma felici, e senza pulirci ci addormentammo.
Mi svegliai e lui non c’era nel letto.
Non era la prima volta che, mentre facevamo l’amore, mi apostrofava con parole come quelle della sera precedente, ma, dette dopo quello che gli avevo raccontato, mi fecero un effetto diverso e mi portarono a meditare sulle stesse. Dovevo assolutamente sapere cosa stava frullando nel suo cervello.
Il tempo di stiracchiarmi e sedermi che apparve Gennaro, con due tazzine di caffè ed il bricco piccolino del latte.
“Buongiorno, amore mio, hai dormito bene?” disse poggiando il vassoio sulle mie gambe.
“Sì, grazie, sei il mio tesoro, anche il latte! Dammi un bacio”.
Si sedette sul letto accanto a me e, mentre sorseggiavamo il caffè, disse:
“Stanotte mi è piaciuto moltissimo; se non ti fossi addormentata subito, avrei fatto il bis. Anche tu non ti sei risparmiata; ti ho sentita molto eccitata e partecipe, credo proprio che dobbiamo crearci un…diversivo, che riaccenda la nostra passione, non ti pare?”
Conoscevo quel sorriso, ma non riuscivo a capire dove voleva andare a parare; però sapevo, anche, che ora non avrei sicuramente cavato un ragno dal buco, per cui decisi di non rispondere ed aspettare.
Uscii di casa, per andare in ufficio, con una idea fissa in testa: che intenzione aveva Gennaro? Cosa mi sarei dovuto aspettare?
Stranamente quella sera non ritornò sull'argomento e, dopo aver cenato, ci ritrovammo in salotto a guardare un film in tv, io sul divano e lui rilassato nella sua poltrona preferita. E nemmeno a letto; dopo il solito bacio della buonanotte, si girò sul fianco e si addormentò.
"Strano, veramente strano" chiesi tra me e me e, ovviamente, questa cosa non mi convinceva affatto; di sicuro stava rimuginando qualcos'altro.
La mattina, come il giorno precedente, mi portò il caffè a letto, dopo di che corsi in bagno, seguita dal suo sguardo.
Quando ritornai in camera per vestirmi, lui era ancora in mutande e stava scegliendo la camicia da indossare.
"Domani, ti andrebbe di andare al mare, così chiudiamo la nostra casetta, che ne pensi?" chiese
Era l'ultimo sabato di un settembre che era stato il vero prosieguo di un'estate meravigliosa.
"Se a te fa piacere, senz'altro, così prendiamo ancora un po' di sole, che male non fa di certo" risposi, avvicinandomi per essere aiutata ad abbottonare il reggiseno.
Lo fece e mi donò pure una palpatina al mio voglioso culetto.
Trascorsi il pomeriggio dal parrucchiere, che volle a tutti i costi accorciare un po' i miei capelli, mentre la ragazza mi curò le mani e laccò le miei unghie con uno smalto rosso ciliegia.
"Signora è bellissima - mi disse la ragazza - se viene di là, glielo metto anche sulle unghie dei piedi". E la seguii nel retro del salone.
Lo stesso stupore lo lessi negli occhi di mio marito quando rientrai e, quando mi strinse a sé, percepii, davvero, il suo desiderio e, solo allora, compresi che ero davvero pronta a soddisfare qualunque suo desiderio.
Quella sera mi avviai a letto, mentre lui finiva di scrivere delle mail e non lo sentii arrivare, in quanto mi addormentai subito.
Il mattino dopo volevamo metterci in viaggio presto per non trovare traffico e velocemente ci preparammo. Gennaro scese per controllare l'auto ed io mi vestii in fretta: gonnellino jeans corto e T-shirt bianca, con sotto un bikini bleu che mio marito adorava vedermelo addosso.
Misi nella borsa un cambio anche per lui e stavo per chiudere casa, quando Genny mi fermò.
"Aspettami giù, chiudo io" mostrandomi nel rientrare in casa, le mani sporche.
Impiegò un paio di minuti e lo vidi arrivare con un sacchettino da regalo, che poggiò sul sedile posteriore.
Entrò in macchina, mise in moto ed uscimmo dal viale.
"Cos'è?" chiesi esternando la mia solita curiosità.
"Un regalo per te" rispose sorridendomi
"Per me?" ed allungai il braccio per prenderlo.
Aprii il sacchettino e, da dentro una confezione regalo che scartai in fretta, venne fuori un plug anale.
Era un cazzetto di sette o otto centimetri lungo, che mi rigirai un paio di volte tra le mani.
"L'ho comperato ieri pomeriggio al sexy shop che ha aperto da poco, qualche volta andiamo assieme a farci un giro. Sarà come quello della tua collega?" chiese.
Il porcello si riferiva a Giorgia la mia collega che si era fatta l'amante e che usava il plug per preparare il culo per l'incontro con lui. Lo indossava la mattina e se lo toglieva solo quando era con il suo uomo. Me lo aveva confidato ed io, in tempi non sospetti, l'avevo raccontato a Gennaro.
"Dai indossalo: nel vano portaoggetti c'è del gel" mi disse come fosse una cosa normale.
Dovevo e potevo rifiutarmi, ma, come ipnotizzata, aprii il cassettino e tirai fuori il tubetto.
"Come faccio" dissi impacciata, ma con il solo desiderio di accontentarlo.
"Togli lo slip, scivola sul sediolino verso il basso e alza un po' le gambe, dovresti riuscirci"
Velocemente mi tolsi la parte di sotto del costume e lubrificai prima il plug e poi il buchino, e guardando il mio uomo, rosso in viso per l'eccitazione, poggiai la punta dell'oggettino sul mio buchino e lo spinsi dentro.
"Non riesco a farlo entrare tutto" e lui entrò in una piazzola di sosta della superstrada, mise le quattro frecce e:
"Girati sul fianco e rilassati" lo sfilò di nuovo e questa volta spinse lui me facendomelo entrare tutto.
Mi rimisi lo slip e una volta rilassata il fastidio iniziale lasciò il posto ad un delicato piacere.
Durante il viaggio un paio di volte mi chiese come andava, riferendosi ovviamente all'ospite nel mio ano e, avendolo rassicurato che non c'erano problemi, non ritornò più sull'argomento.
In effetti la presenza del plug la sentivo solo cambiando posizione sul sedile, ma, tutto sommato, aveva ragione Giorgia quando mi diceva:
"Mia cara, appena ti abitui, diventa davvero un ospite desiderato"
Arrivammo a destinazione dopo circa un'oretta e prima di entrare in casa ci fermammo sul lido per affittare ombrellone e lettini. Anche camminare con l'intruso accompagnatore non era affatto sgradevole.
"Devo fare la pipì - dissi a mio marito - forse è meglio che lo tolga"
"Aspetta, ti aiuto io - e accompagnandomi in bagno, mi fece sedere sulla tazza e, messa la mano dietro, me lo trattenne nel culo - prova a farla così!"
Era davvero impellente, perché uno scroscio alquanto rumoroso accompagnò la mia minzione.
Con la vescica piena quel cazzetto cominciava a darmi fastidio, ma man a mano che la pipì veniva espulsa, oltre ad un senso di sollievo, stava ritornando il piacere che il plug precedentemente mi stava donando.
Gennaro volle esser lui ad asciugarmi e, mentre una sua mano stazionava tra le mie natiche, con l'altra procedette a nettarmi la figa.
Mi alzai dalla tazza e tirai su gli slip.
"Dai, andiamo al mare?" mi disse
"Ok, ma lo debbo ancora tenere?" alludendo al dildo
"Se non ti dà noia, magari lo togli in spiaggia" rispose con un sorrisetto ironico.
L'atteggiamento sicuro di Gennaro, mi teneva in uno stato di strana eccitazione. Gli sarei saltata addosso; me lo sarei chiavato dentro al bagno, ma lui, con atteggiamento sfuggevole, mi prese per mano e mi portò fuori.
"Mi dici che ti passa per la testa" chiesi in macchina, mentre si percorreva il tratto di strada che si separava dalla spiaggia.
"Niente di che, ho voglia di un bel bagno e di tanto sole; e tu?"
Non risposi e appena arrivati sul lido, ci togliemmo quel poco che avevamo addosso e ci stendemmo al sole.
La spiaggia era semi deserta e, quasi per sfidare mio marito, mi tolsi il pezzo di sopra del costume, rimanendo con solo quello di sotto.
Gennaro, con gli occhi che brillavano:
"Non c'è nessuno, togli anche quello di sotto" chiese sottovoce.
"Aiutami" risposi alzando il culo dal lettino e prendendo l'asciugamano dalla borsa.
Si sedette sul mio lettino e in un baleno me lo tolse.
Mi girò sul fianco e, da dietro, con due dita mi sfilò il plug dal culo, che venne fuori con un soffio simile a: "Flop".
Mi sentii leggermente vuota, ma mi feci prendere tra le sue braccia e mi lasciai andare ad un suo seducente bacio.
"Facciamo un bagno" gli dissi, staccandomi da lui e avvolgendo, poi, il basso ventre nell'asciugamano, corsi verso il mare.
Mi seguì e, prima di entrare in acqua, feci cadere il telo e nuda mi buttai tra le onde.
"Ti piacerebbe se qualcuno ci vedesse nudi?" mi sussurrò.
Abbassando gli occhi, risposi: "Sì".
Non so cosa mi stesse succedendo, ma l'idea della trasgressione stava prendendo corpo nella mia anima.
Ritornammo sulla sabbia e, anche se con un po' d'ansia, mi rimisi nuda sulla sdraio compiacendomi degli sguardi di mio marito e apprezzando appieno i raggi di questo caldo sole autunnale.
Pranzammo nel ristorante a ridosso dell'arenile e poi, di corsa, ritornammo in spiaggia, per non perdere nemmeno un attimo di quel bel tepore. Trascorremmo, così, al sole tutto il pomeriggio.
"Faccio la doccia: mi dai il cambio di biancheria? - chiese Gennaro guardando l'orologio - sono le sette meno un quarto".
"Aspetta, vengo pure io" esclamai, alzandomi dalla sdraio.
Facemmo la doccia assieme e, asciugatici con l'unica spugna a disposizione, ci rivestimmo.
"E questo?" porgendomi il plug.
"Lo rimetto in macchina" dissi con gli occhi bassi e, sottobraccio, ci avviammo all'auto.
Avviò il motore e uscì dal parcheggio.
Tenevo in mano il cazzo di gomma e con il gel lo lubrificai e spostando lo slip lo puntai sull'ano.
Scivolò dentro subito e, aggiustandomi il costume, mi sedetti comoda sul sediolino.
Intanto mio marito prese la strada per casa, ma ad un certo punto svoltò per un viottolo sterrato che portava verso la pineta.
"Dove andiamo?" chiesi curiosa
"Aspetta! Voglio dare uno sguardo oltre la boscaglia".
Piano piano, a causa della strada dissestata, raggiungemmo uno spiazzo dopo gli alberi, a ridosso di una immensa spiaggia libera.
Entrammo in quella specie di parcheggio, mentre il sole stava tramontando e dove già erano parcheggiate due automobili, quasi affiancate.
Gennaro fece lentamente il giro per sbirciare: in una c'era una coppia e nell'altra un uomo solo.
"Ti va di fermarci come quando eravamo fidanzati, ci mettiamo là in fondo"
"Ma non è pericoloso? Ho paura con quello che si legge sui giornali" risposi abbastanza agitata.
"Non ti preoccupare; se notiamo cose strane mettiamo in moto e andiamo via" mi disse in tono rassicurante, spingendo, contemporaneamente, la mano tra le mie gambe.
Non risposi anche perché cominciavano le farfalle a ballarmi nello stomaco.
Abbassò il mio sediolino e mi stesi, mentre lui alzò il mio gonnellino fino all'ombelico.
"Quanto sei bella! Mi fai impazzire" e togliendomi lo slip butto la faccia tra le mie gambe.
Gli carezzavo il capo, mentre la sua lingua lambiva la mia vagina e la percorreva dal basso verso il clitoride.
Alzai il culo e, senza volerlo, feci uscire il plug dall'ano.
"Scopami dai scopami" supplicai, mentre goffamente cercai di spingere di nuovo il cazzetto dentro le mie viscere.
"Ne vorresti due - alludendo al cazzo - uno davanti e l'altro dietro?".
Risposi di sì, pensando ad un fallo di gomma, mentre lui stava, sicuramente, pensando ad altro.
Si buttò su di me e in un solo colpo mi penetrò.
Era davvero bello con due cazzi, nonostante le dimensioni ridotte di quello che avevo nel culo.
Da dov'ero, vedevo ben poco, mentre Gennaro, che mi era sopra riusciva a guardarsi intorno.
"L'auto con la coppia si sta muovendo - mi disse - che facciamo?"
Mi alzai quel tanto che mi permise di dare uno sguardo e difatti vidi l'auto che stava facendo il giro del parcheggio.
Era di traverso rispetto alla nostra e scorgemmo una coppia su per giù della nostra età.
Ci scambiammo uno sguardo tutti e quattro, poi l'uomo della coppia fece manovra e mise l'auto perpendicolarmente alla nostra.
La donna, senza scomporsi, in ginocchio sul sediolino, cominciò a succhiare il cazzo del proprio uomo, mostrandoci il suo culo bello e grosso. Forse, su suggerimento del marito, aprì le gambe facendoci intravedere anche il suo figone scuro, completamente aperto.
Io e Genny rimanemmo a guardare, ma il suo dito stava trastullando il mio clitoride, mentre io masturbavo il suo cazzo.
"Ti piace - mi chiese - sei tutta bagnata"
"Sì molto, come un film porno" risposi con il cuore in gola.
Inaspettatamente la portiera, lato guida, si aprì e scese l'uomo con il cazzo duro da fuori. Girò intorno
all’ auto, aprì l'altro sportello e tirando la moglie verso l'esterno, cominciò a chiavarla a pecora.
Mentre lo spettacolo continuava, ci accorgemmo che non eravamo più solo noi a guardare; infatti l'uomo di quell'altra auto era sceso dalla sua e si era avvicinato indisturbato alla nostra.
Aveva una sessantina d'anni, niente affatto male, dall'aspetto curato, sembrava una persona a modo.
Ma quello che stava scopando, dovette avvisare la propria donna di questo inaspettato guardone, perché notammo prima il suo irrigidirsi e poi il cercare di ricomporsi.
Però il marito continuò a parlarle, e noi sentimmo lei dire distintamente:
"Se è solo per guardare, va bene, ma non farlo avvicinare".
Dovette sentire anche lo spettatore che non era molto desiderato, poiché fece un passo indietro e si accorse, solo allora, che io e mio marito, mezzi nudi ci stavamo masturbando.
"Posso guardarvi?" chiese timidamente e, non ricevendo risposta da parte nostra, interpretò il silenzio come un assenso.
Intanto, quegli altri due, ci stavano dando dentro di brutto; lo sconosciuto allungò il collo per vedere meglio e, senza nessun permesso, si tirò fuori il cazzo e cominciò a segarsi.
Era un cazzo duro e grosso, sicuramente più corpulento di quello di mio marito e, forse, anche di quello dell'altro uomo, tanto che la donna dell'altra macchina alzò la testa e, strabuzzando gli occhi
"Ma è enorme?" disse ad alta voce.
"Adesso lo chiamo" suggerì il marito, ma lei non volle e continuarono a scopare.
Il maschio, ancor più ringalluzzito, si avvicinò maggiormente alla nostra auto.
"Ti piace, vuoi accarezzarlo?" mi propose mio marito, mentre lo guardavo estasiata.
"No, ti prego, stasera no!" ma, pur volendo, non sarei stata di grande conforto per l'uomo che, al culmine del piacere, eruttò una quantità di crema densa che in parte imbrattò il mio sportello.
Non si ripulì nemmeno e, con il cazzo semiduro, si allontanò verso la sua auto.
Sia noi che l'altra coppia lo vedemmo mettere in moto ed uscire dal parcheggio.
"NO STASERA, NO" quindi, se Genny avesse insistito, l'avrei toccato il membro di quello sconosciuto?
Che cazzo mi stava succedendo?! Ero in uno stato di turbamento mentale fuori dal comune.
Mentre riflettevo su quello che stavo vivendo, mio marito si staccò da me e scese dalla macchina.
"Dove vai?" chiesi stupita e lui venendo dalla mia parte disse:
"Dai... scendi, scopiamo fuori... così ci possono guardare meglio!"
Uscii dall'auto e, come un automa poggiai le mani sul cofano, con la gonna totalmente alzata sui fianchi, aspettai che il cazzo mi infilzasse.
Ora li vedevo bene, i nostri due vicini, come essi ammiravano noi.
Non capivo più nulla e, con il pene di mio marito davanti ed il plug dietro, venni urlando senza nessun ritegno.
Mi accasciai sulla lamiera calda del vano motore, mentre Gennaro si svuotava dentro di me.
Anche l'altra coppia aveva raggiunto l'acme del piacere e stava per rientrare in auto, quando lei ci ripensò e, accovacciatasi, si mise a pisciare.
In segno di solidarietà verso la sconosciuta amica e, sotto gli sguardi concupiscenti del mio e del suo uomo, la raggiunsi e feci altrettanto.
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