Lui & Lei
Sorpresa in Hotel

09.05.2025 |
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"Mi sentii trascinato in una danza inaspettata, un triangolo perfetto in cui non c’era gelosia, solo desiderio condiviso..."
La pioggia cadeva sulle strade di Milano mentre rientravo nell’hotel. Erano quasi le 17 di, e il silenzio rarefatto della hall contrastava con il ritmo caotico della città. Era la prima volta che soggiornavo lì, ma sapevo dentro di me aver fatto la scelta giusta. Appena entrai, il suo sguardo mi trafisse.Lei era dietro il banco della reception. Capelli raccolti con disinvoltura, labbra morbide trattenute in un mezzo sorriso, e quegli occhi—scuri, intensi—che mi fissavano con una consapevolezza bruciante. La riconobbi all’istante. Non era solo la ragazza dell’hotel. Era lei. Quella con cui avevo chattato qui su annunci69. Parole scambiate di notte, fantasie lasciate a metà, promesse scritte con dita tremanti sullo schermo.
«Camera 415?» mi chiese, con voce bassa e un accento milanese appena accennato.
Annuii, cercando di mantenere un tono neutro, ma dentro ero un’esplosione.
Mi porse la tessera magnetica, sfiorandomi intenzionalmente la mano. Uno scambio fugace, ma carico di corrente.
Poi disse sottovoce:
«Il mio turno finisce tra venti minuti. Se vuoi…»
Non risposi. Non ce n’era bisogno.
Salendo in ascensore, il cuore mi martellava nel petto. Mi tolsi giacca e camicia appena arrivato in stanza, lasciando solo una luce fioca a filtrare dalla lampada. L’attesa era elettrica. Al ventesimo minuto esatto, bussò.
Indossava ancora la divisa da receptionist, ma con il primo bottone slacciato e una luce negli occhi che parlava più di mille messaggi. Dietro di lei, un uomo. Più grande di me, dallo sguardo sicuro e tranquillo.
«Lui è mio marito», disse lei. «Sapeva di noi. E ne era incuriosito.»
Lui annuì.
«Ci siamo scritti anche noi, ricordi? Non volevamo dirtelo subito. Volevamo vedere se ci sarebbe stata intesa.»
Silenzio. Poi un sorriso. Tutto aveva senso. Tutto era già scritto.
Lei si avvicinò a me, appoggiandomi la mano sul petto nudo. Il tocco era morbido ma deciso. Le nostre bocche si cercarono, e il primo bacio fu lungo, caldo, trattenuto da giorni di tensione. Lui restava a guardare, ma i suoi occhi non erano distanti: erano coinvolti, affamati.
Poi fu lui a intervenire. Si avvicinò, sfiorando il collo di sua moglie, baciandola con dolce possesso mentre le sue mani percorrevano la sua schiena. Mi sentii trascinato in una danza inaspettata, un triangolo perfetto in cui non c’era gelosia, solo desiderio condiviso.
La divisa cadde lentamente, lasciando scoprire pelle liscia e desiderio vivo. Le lenzuola divennero testimoni silenziose di mani che esploravano, bocche che trovavano, corpi che si univano. Lei gemette il mio nome mentre lui la teneva tra le sue braccia, guidandola, offrendola, e prendendola con me. Non c’erano ruoli fissi, solo piacere che si moltiplicava.
Il tempo si dilatò. I sospiri si mescolarono. E Milano, fuori dalla finestra, restava a guardare.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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