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Lui & Lei

Un bollente addio


di missemrsex
07.02.2024    |    1.818    |    0 7.1
"Lo guardò nudo sul letto, aveva un corpo muscoloso e ben definito, la barba nera e folta che gli dava quell’aria un po’ misteriosa e poi c’era sempre quel..."
Seduta al tavolino di un riservato bar del centro, stava cercando di farsi passare quello stato di agitazione che la tormentava dal mattino. Era arrivata con mezzora di anticipo rispetto all’orario stabilito per l’incontro, con lo scopo di guardarsi intorno e di tranquillizzarsi prima del suo arrivo.
Si scrivevano da mesi, ognuno con la sua vita, ognuno con le sue storie, i suoi legami e il suo futuro. Eppure a chilometri di distanza e consapevoli della stranezza di quella affinità, era nato uno strano rapporto fatto di desiderio e idee condivise. Parlavano di libertà, quasi come dei sognatori ma bastava un attimo per far scoppiare la scintilla e iniziare a provocarsi. Era un crescendo di parole, prima trattenute e poi man mano sempre più esplicite. Si volevano. Non c’era altro da dire. Alla fine ci scherzavano su e ognuno ritornava alla sua vita come se nulla fosse successo.
O forse cercavano di convincersi che fosse così.
Poi quell’ occasione. Quel viaggio di lavoro improvviso che lo avrebbe portato così vicino a lei. Glielo disse solo durante il volo. Era indeciso e timoroso. Sapeva che vedendola non avrebbe potuto evitare di baciarla e possederla e che lei avrebbe fatto lo stesso. Che avrebbe dimenticato tutto di se stesso e che per qualche ora ci sarebbe stata solo lei e forse dopo sarebbe uscita definitivamente dalla sua vita.
Era strano quel legame, qualcosa di nuovo e mai vissuto e la voglia di toccare la sua pelle prese il sopravvento.
La vide, seduta, gambe accavallate, vestito corto e aderente, una scollatura profonda, le labbra carnose tinte di rosso che immediatamente immaginò sul suo corpo e quei grandi occhi che fissavano qualcosa in lontananza. Era pensierosa e il suo sguardo avevo perso ogni provocatoria malizia. Lui si fermò a pochi metri. Paura e desiderio si sfidarono alla pari poi lei si voltò e lo vide. Gli si bloccò il respiro. In silenzio lei lo osservò dall’alto verso il basso, poi risalì al suo viso e lo fissò e lui ritrovò nei suoi occhi quello sguardo che gli innescava la voglia di saltarle addosso. Si alzò e con un sorriso di sfida restò ferma ad attenderlo. Svanì ogni timore e lei vide apparire sul suo viso quella risata da stronzo che fingeva di non tollerare. Gli diceva sempre che gliel’avrebbe tolta a suon di sberle ma adesso desiderava soltanto una cosa… Avanzò verso di lei conservando quel sorriso e le si fermo a poche decine di centimetri.
Nessuno parlò poi lui portò una mano verso le sue labbra ma lei gliela bloccò con una velocità non prevista. Finse di volersi liberare e intanto l’altra mano si infilò tra i suoi capelli e avvolse la sua nuca. La tirò a se e liberata l’altra mano le afferrò un fianco e finalmente concretizzò le fattezze di quel corpo. La baciò sentendo montare dentro se ogni voglia sopita e lo sentì bene anche lei, la promessa era stata mantenuta. Sembrava di marmo quell’erezione che premeva contro il suo bacino. Il desiderio le era stato esaudito e quel bacio era arrivato ma adesso voleva altro. Sentì un fuoco nel suo ventre e gli slip che iniziavano a bagnarsi. Poco importava chi c’era intorno, sapevano solo che non riuscivano a smettere. Voleva toccarla e strapparle il vestito per posare finalmente le mani sul seno nudo. Le sfiorò un capezzolo turgido attraverso la stoffa poi di colpo si staccò, le prese una mano e camminò verso l’hotel alle loro spalle. Era lì che alloggiava.
Entrarono attraversando la hall e raggiunsero l’ascensore. Si chiusero le porte e mentre raggiungevano il 18esimo piano si avvinghiarono di nuovo toccandosi a vicenda. Le tirò fuori un seno e con la lingua le solleticò il capezzolo per poi prenderlo completamente in bocca e succhiare avidamente. Lei trattenne un gemito alzando la testa al soffitto luminoso, la bocca socchiusa e la mano che scivolava nei suoi pantaloni. Poi con un sussulto l’ascensore si fermò e si ricomposero giusto in tempo. Le afferrò di nuovo la mano e quasi la trascinò nel corridoio. Si fermò in fondo, inserì la chiave magnetica e le aprì la porta. La luce era soffusa, attenuata dalle tende chiuse. C’erano soltanto loro e il nulla intorno.
Si trovarono di nuovo faccia a faccia, lei provò a parlare ma lui glielo impedì baciandola nuovamente poi le afferrò i fianchi e la fece voltare contro lo specchio. Lei sapeva già cosa sarebbe successo. Era una fantasia che prendeva vita. Incrociò le braccia e le appoggiò al vetro, inarcò la schiena e sentì subito le sue mani che scivolavano dai fianchi alle sue natiche, poi le tirò su il vestito, le scostò il perizoma di pizzo nero e scivolò tra le sue gambe. Si bagnò completamente la mano mentre le sfiorava il clitoride ed entrava dentro di lei, poi ascoltando i suoi gemiti di piacere non fu capace di aspettare un secondo in più e la penetrò da dietro, come aveva sempre immaginato. Si volevano e ci erano riusciti e stavano vivendo qualcosa di stranamente nuovo per entrambi, un misto tra il volersi e il possedersi, un viaggio a senso unico nella culla del piacere. Era puro sesso. Semplicemente quello ma era scaturito da un desiderio mentale, una connessione perversa che li rendeva simili e vogliosi dei loro corpi.
Si spostarono verso il letto, lei si stese dal lato opposto dei cuscini e fissandolo dal basso lo guardò avvicinarsi, sentì le sue mani che le afferravano il viso e poi il suo membro toccare le sue labbra. Con una mano si toccò da sola e con l’altra strinse il suo pene. Arrivarono all’apice del piacere praticamente insieme.

Si svegliò di colpo, non riconobbe quel soffitto poi ruotò un po’ la testa e lui era lì che dormiva , un braccio sotto il suo collo e uno intorno alla sua vita. Si sentiva incredula, ancora dubitava della realtà di tutto mentre era certa dell’impossibilità di qualunque altra cosa tra loro due. Baciò le sue labbra e questo fu sufficiente a farlo voltare e liberarsi dal suo abbraccio. Si rivestì silenziosamente. Lo guardò nudo sul letto, aveva un corpo muscoloso e ben definito, la barba nera e folta che gli dava quell’aria un po’ misteriosa e poi c’era sempre quel famoso sorriso. Un nodo le salì alla gola ma decise ugualmente di andar via. Era giusto così.
Trovò un foglio e gli lasciò un messaggio. Solo una parola: Addio.
Aprì delicatamente la porta e uscì dalla stanza.

Ognuno di loro ritornò alla propria vita. Non si sentirono più ma conservarono entrambi lo stesso identico ricordo di un desiderio così intenso mai più provato con nessuno.
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