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La camera rossa


di Unicornlovers
04.01.2021    |    800    |    8 9.4
"Tolse il plug ormai sgonfiato, si mise dietro di me appoggiò la cappella sul buchino e mi infilò tutto il cazzo dentro..."
Ci sono tante sorie da raccontare, tante favole ormai dimenticate dalla nostra mente sempre di corsa, dalla nostra vita frenetica e senza un attimo di respiro.
La nostra vita, lavoro, amici, casa, il cane, le bollette, le telefonate a qualsiasi ora...la nostra vita che aveva bisogno di una pausa, per te, per noi, per farmi sentire ancora la tua puttana.

Ci siamo conosciuti per puro caso, o forse perchè qualcuno lo facesse accadere e quel qualcuno non aveva idea di quanto eravamo perfetti assieme, è stato un lampo e ci siamo ritrovati a scopare in una camera in affitto, come animali, come una cosa sola, più passava il tempo e più le nostre manie, le nostre perversioni affioravano e man mano svanivano..
Tu così giovane, ma così sicuro, hai permesso alla mia anima scura e sporca di venire a galla e mettersi in ginocchio, davanti a te per assaggiare ogni parte del tu corpo.

È martedì, decidiamo di partire, una vacanza non può altro che farci bene, è estate e io decido di mettermi un lungo vestito nero, in autostrada comincio a stuzzicarti, come sono solita fare, alzo un pò la gonna, sopra le ginocchia, prendo la tua mano e la infilo sotto, il tuo sguardo sbigottito è unico nel sentire che sotto non ho nulla...ma non è ancora il momento.

Trascorriamo un paio di giorni tranquilli, cene fuori, lunghe passeggiate e qualche scopata in albergo...ma voglio di più.

Arriva il momento di partire, gli dico che faremo un'altra strada per tornare a casa, gli imposto il navigatore e lui comincia a guidare senza fare troppe domande...è il suo compleanno.

Dopo 3 ore di viaggio arriviamo a destinazione, un luogo all'apparenza scarno, in mezzo a una zona industriale, nel nord Italia; mi faccio dare le chiavi e chiudiamo l'auto nel parcheggio.
Entriamo in una stanza rossa, di fronte a noi un enorme letto tondo con delle cinghie sulle estremità, specchi ovunque e il suo sguardo finalmente si accese.
Lui andò subito a farmi una doccia, io preparai la stanza con i miei giochi...i miei plug, i miei falli, la wand e tenni per me la mia codina preferita.
Quando lui uscì dal bagno toccò a me preparami, calze aperte, corsetto nero di pelle, tacchi 15 in vernice...e la mia codina che iniziava a aprire il mio buchino per lui...volevo solo essere la sua cagna.

Il un attimo mi ritrovai in ginocchio, con le mani bloccate dietro alla schiena e il suo cazzo davanti alla faccia.
"Leccami le palle"
...e lo feci, prima una e poi l'altra, comincia a succhiarle, fino a che mi prese per il collo e me le infilò entrambe in bocca
"Ti piace la bocca piena eh?"
...annuì con la testa, il rossetto rosso cominciava a sbavare a causa della saliva che non riuscivo a ingoiare.
"Allora vediamo quanto la vuoi piena"
tirandomi pe i capelli mi tolse le palle di bocca e ci nfilò il suo cazzo, in un attimo era in gola, comincio a scoparmi la testa come se fossi una bambola, non respiravo e ne volevo ancora.
"Vediamo quanto sei cagna"
mi tirò su tenendomi le mani bloccate dietro alla schiena, mi ritrovai stesa a faccia in giù sul letto, non riuscivo a muovermi, non vedevo dove fosse, avevo paura..
Mi tolse la codina e cominciò a leccarmi il buchino, aveva qualcosa in mano, la mia figa era completamente fradicia, ma a lui non interessava quella, almeno non ancora.
Mi tirò su il culo, tenendo la mia faccia sul letto, allargò bene le natiche e sentì qualcosa di freddo entrarmi dentro, sussultai, provai a urlare ma in cambio ricevetti uno sputo in faccia e uno schiaffo sulla coscia destra.
"Ti ho detto che puoi parlare?"
Mi infilò il plug di colpo dentro, non potevo urlare, ma avrei tanto voluto...
Si ferò e cominciò a schiacciare la pompetta...era quello gonfiabile, sentivo le viscere aprirsi, non potevo muovemi, dentro di me gridavo "ti prego basta".
"Lo allarghiamo bene, così dopo te lo rompo definitivamente"
e così fece...tolse il plug ormai sgonfiato, si mise dietro di me appoggiò la cappella sul buchino e mi infilò tutto il cazzo dentro.
"Che gran puttana che sei"
Cominciò a scoparmi, sempre più forte, con una mano mi teneva le braccia e con l'altra mi tirava i capelli a ogni colpo, sempre di più, il mio viso era intriso di lacrime, ero inerme...
Mi inculò fino a venire...e finalmente quando quella densa colata bianca mi schizzò dentro, seppi che era finita..mi distesi, ancora legata..
"sono le 9 di sera, la camera è nostra fino a domani mattina...lo sai che abbiamo appena iniziato"

..........
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