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La scommessa


di Membro VIP di Annunci69.it Ade-69
01.12.2017    |    37.984    |    4 10.0
"Slegatola dalla colonna le tolse il reggiseno e la fece sdraiare sul tavolino di vetro che era sufficientemente lungo da farle appoggiare il corpo dalla testa..."
Erano anni che aspettava quel momento: sarebbe stata nelle sue mani, a sua disposizione per 5 ore... le avrebbe potuto fare qualunque cosa e lei non avrebbe potuto rifiutare nulla... aveva perso la scommessa!
La stanza dell'albergo aveva un letto a baldacchino in ferro battuto e poco distante da esso una colonna rotonda; una poltrona con i braccioli in legno ed un tavolino in cristallo davanti ad essa... era tutto come fatto apposta per una seduta di bondage come aveva sempre sognato.
Laura arrivò puntuale, vestita con una camicetta di seta beige ed una gonna corta nera, scarpe nere con un leggero tacco e calze velate sempre nere; come da istruzioni aveva portato completi intimi, biancheria e costumi da bagno per creare numerose situazioni.
Era incuriosita e forse un po' eccitata da qualcosa che non aveva mai fatto ma che, come le era stato promesso, l'avrebbe fatta godere come non mai. Bevve soltanto un sorso di gin prima di dirsi pronta ad iniziare, lui fece partire il cronometro che avrebbe scandito la fine delle 5 ore ed accese la macchina fotografica.
Prima di farla accostare alla colonna le mise una mascherina di seta nera sugli occhi e legatole i polsi con la corda le alzò le braccia e gliele assicurò in alto legandole alla colonna, le accarezzò il viso, il seno – sbottonandole due bottoni della camicetta – e la sua mano continuò a percorrerle il corpo fino ad arrivare alle caviglie; gliele legò unite e poi le assicurò alla colonna.
Sbottonatole completamente la camicetta le scoprì un reggiseno nero che le evidenziava bene il piccolo seno, con le labbra e la lingua indugiò sul décolleté e poi scese all'ombelico, con le mani le abbassò la gonna per leccare e mordicchiare quei pochi centimetri di pelle tra il reggicalze di tulle e la mutandina in pizzo nero.
Il respiro di Laura cominciò ad essere affrettato ed ansimante, e non era ancora successo nulla! Dopo appena un paio di baci sul pube coperto dal pizzo le fece qualche scatto: le caviglie affusolate legate, una figura intera ed il viso con la bocca semiaperta.
Slegatola dalla colonna le tolse il reggiseno e la fece sdraiare sul tavolino di vetro che era sufficientemente lungo da farle appoggiare il corpo dalla testa alle natiche; le assicurò i polsi alle gambe del tavolino rivoltandole le braccia all'indietro.
Le allargò le gambe per legarle le caviglie alle altre gambe del tavolino in maniera che il pube fosse completamente esposto seppur coperto dal piccolo slip.
Il contatto della pelle con il freddo cristallo del tavolino le aveva inturgidito i capezzoli, egli prese alcuni cubetti di ghiaccio dal freezer e li mise in un bicchiere che appoggiò sul ventre di Laura strappandole un gemito. Con un cubetto di ghiaccio le sfiorò le labbra per poi scendere sul mento e da li al collo ed al petto, lasciando una striscia di goccioline durante il percorso; indugiò parecchio sui seni prima di accarezzarle i capezzoli ormai eretti con il cubetto di ghiaccio che diventava sempre più piccolo.
Scese fino all'ombelico dove lasciò quanto rimaneva del cubetto ed afferratone un altro cominciò a passaglielo sul ventre e sullo slip indugiando all'altezza delle grandi labbra contribuendo a bagnare il pizzo; oltre ad avere il respiro sempre più affannoso Laura cominciò a gemere e questo fu il segnale per lui che, dopo averle fatto qualche foto, prese ad asciugarle con la lingua tutto l'umido che il passaggio del cubetto aveva lasciato.
Dopo alcuni minuti di questo - trattamento - egli si alzò e le slegò le caviglie, le sfilò le scarpe e prese ad accarezzarle i piedi e le belle gambe affusolate fasciate nelle fini calze nere; gliele sfilò delicatamente entrambe e le infilò nuovamente le scarpe che ora davano un tocco molto sensuale alla pelle bianca del piede e della caviglia sottile. Le sfilò con decisione le slip ormai bagnate e Laura sperò che lui la possedesse in quel momento, perché il piacere provato era stato bello ma - incompleto - ed avrebbe voluto chiederglielo quando lui con una mossa inaspettata le accostò le umide slip alla bocca strofinandogliele sulle labbra; gliele infilò infine in bocca e le fece una foto in primo piano.
Dopo essere stata slegata si alzò dal tavolino, lui le tolse la mascherina e le diede da bere, era completamente nuda, eccitata e leggermente spaventata.
Lui le assicurò i polsi dietro la schiena con un paio di manette e cominciò a controllare gli indumenti che le aveva detto di portare: un body in tulle nero colpì la sua fantasia così come un costume da bagno intero che una volta indossato doveva coprire davvero molto poco! Le tolse le manette e le fece indossare il body e la mascherina: il suo corpo sottile e ben modellato si esaltava nella trasparenza del tulle che aderiva bene alle natiche ed anche ai piccoli seni; con la corda fece un cappio che le assicurò attorno alla vita e fece scendere un capo della corda fino al sedere facendolo poi passare tra le natiche e sul pube per poi assicuraglielo attorno al collo.
La fece inginocchiare davanti al letto, le legò i polsi ai due montanti del baldacchino e le ginocchia alle gambe del letto: era legata ad - ics - con la corda che le attraversava le grandi labbra e che lui, di tanto in tanto, tendeva per continuare a strapparle quei mugolii di piacere che lo stavano eccitando.
Le fece qualche scatto in quella posizione quindi decise che era giunto il momento di dare sfogo alla propria eccitazione: sfilò il suo membro dai pantaloni e lo avvicinò al viso di Laura che risultava legata alla giusta altezza; le accarezzò le guance e le sfiorò le labbra e solo in quel momento lei comprese che le veniva chiesto di dare piacere al suo - padrone - . Lei dimostrò di possedere lingua e labbra abili e lui la - ricompensò - dando dei piccoli strattoni alla corda che lei aveva tra le gambe ma mai tanto da farla giungere all'orgasmo; lui solo soddisfò la sua voglia ed un paio di fotografie ritrassero il viso di lei imbiancato dal seme.
Lui le slegò soltanto la corda che le attraversava il sesso e prese ad accarezzarle ancora la fessura umida ed i capezzoli tanto che lei arrivò a pregarlo di prenderla, di penetrarla di farla godere.
Dopo averla portata alle soglie dell'orgasmo lui si fermò improvvisamente, le si sedette davanti in poltrona mentre lei lo implorava di continuare completamente fuori di se dalla voglia.
Lui le si avvicinò e le slegò le gambe, quindi le slegò le braccia per assicurarle subito dopo i polsi dietro la schiena con le manette, Laura tentò in quella posizione di accarezzarsi e di strofinarsi addosso a lui, che la prese e la buttò sul letto per poi legarle assieme le caviglie ed assistere divertito ai suoi contorcimenti di piacere frustrato.
Quando lei si fermò, resasi conto che non poteva darsi alcun piacere, assunse un'espressione offesa e si girò supina. Lui le si sdraiò accanto e le slegò le caviglie, prese ad accarezzarla dolcemente sulle spalle e a darle lievi baci sul collo; con un coltello tagliò le spalline del body e lo fece scendere lungo il corpo sudato di Laura fino a sfilarglielo completamente. Le tolse le scarpe e le baciò i piedi, le caviglie fino a giungere all'interno delle cosce dove indugiò all'altezza dell'inguine.
Lei era nuda, tremante di desiderio e con i polsi ammanettati dietro la schiena; - mi fanno male le braccia, liberami - lei gli chiese, ma lui le tolse le manette solo il tempo di ammanettarla nuovamente alla spalliera del letto.
La fotografò ancora in quella posizione quindi le si sdraiò accanto: mancava ancora un'ora al termine del - pagamento - della scommessa e lui la trascorse ad accarezzarla, baciarla, leccarla e mordicchiarla in ogni parte del corpo; lei era al culmine del piacere, non aveva mai provato nulla del genere e non voleva altro che lui la riempisse di se.
Scaduta la quinta ora lui le tolse le manette: il debito era pagato ma Laura gli si avventò contro con impeto, lo volle spogliare e nelle tre ore che seguirono non smisero mai di darsi piacere reciproco in maniera completa ed assoluta.
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