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Gay & Bisex

Curiosità africane


di underscore
30.11.2023    |    15.097    |    13 9.2
""Ma io non sono gay…" "Ma lo so, non c'entra, e poi..."
Per motivi di salute frequento con una certa costanza un ospedale di un capoluogo di provincia lombardo.
Chi soffre di qualche malattia deve fare i conti non solo con i disagi fisici ad essa connessi, ma anche con il grande impegno, soprattutto in termini di tempo, che richiede curarsi con serietà.
Uno dei più tremendi "sbattimenti" è quello di trovare parcheggio: se per caso si arriva verso metà mattina tutti i parcheggi gratuiti sono ovviamente occupati, ma non è semplice nemmeno trovare un posteggio tra quelli a pagamento.
Fortunatamente, ci sono alcuni ragazzi africani, giovani e meno giovani, che svolgono la funzione di parcheggiatori.
Questi ragazzi, per altro, non sono per nulla invadenti una volta trovato il posto: provano a venderti una cintura o un braccialetto, ma si accontentano anche di una monetina o di un semplice "no, grazie".
Fra questi ce n'è uno che mi ha spesso aiutato negli ultimi mesi, e che ho sempre ringraziato con un paio d'euro, oppure comprando qualche oggetto tra le sue cianfrusaglie.
L'altro giorno si è ripetuta la medesima scena e, dopo averlo salutato, sono andato in ospedale dove mi è toccato fare una lunghissima anticamera.
Per trascorrere il tempo ho iniziato a trastullarmi in qualche pensiero vizioso, e mi è venuta la curiosità di immaginare il cazzo di questo ragazzo (di cui per altro non sapevo nemmeno il nome).
Le molte seghe su siti di trans mi hanno fatto sviluppare una certa predilezione non solo per gli strumenti di queste stupende creature, ma anche per i classici "big black cock" che spesso trapanano la sissy, la crossdresser, ma anche la brasiliana di turno. A volte mi sono anche soffermato sulla serie "Blacked", dove alcune strafighe bianche prendono cazzi neri a gogo.
Io, avendo frequentato prostitute transessuali, ho avuto il piacere di maneggiare qualche bel cazzone carioca, ma mai una vera nerchia nera.
Finita la mia visita decido quindi di provare a fare qualcosa per soddisfare la mia "curiosità africana", e le mie numerose esperienze mercenarie mi forniranno lo spunto necessario.

Quando torno alla macchina il ragazzo è lì e mi saluta affabilmente come sempre: "Ciao capo, tutto bene".
"Si tutto bene, e tu?".
"Bene grazie, anche se fa un po' freddo. Prendi qualcosa dai, così mi aiuti".
"Ascolta, lo sai che non mi serve niente di quello che vendi, però, visto che sei sempre così gentile con me, ti offro un panino e una birra, così ti scaldi un po' e ci presentiamo... sono mesi che mi salvi con il parcheggio e non so il tuo nome".
"Mi chiamo Khamisi e tu?".
"Piacere, Marco".

Saliamo quindi in macchina e andiamo in un bar lì vicino, da lui conosciuto, più tranquillo rispetto a quelli affollatissimi della zona ospedaliera.
Lui ordina un panino e una birra, mentre io prendo una focaccia: seduti al tavolino parliamo del più e del meno e lui mi racconta che vive in un appartamento con altri due ragazzi che, come lui, lavorano per mandare qualcosa alla famiglia in Sudan.
Mi sembra una persona per bene, ma adesso posso osservarlo meglio.
Dice di avere 24 anni, è alto intorno al metro e ottanta, ed è snello, seppur di corporatura abbastanza muscolosa. Sembra anche pulito, nonostante lavori tutto il giorno su un piazzale.
Finita l'oretta di "pausa pranzo" mi chiede di riportarlo sul posto di lavoro.
Una volta saliti in macchina è il momento di mettere in atto il mio piano.

"Senti Khamisi, c'è una curiosità che non riesco a togliermi proprio... magari tu potresti aiutarmi, ma mi vergono un po'... ma è vero quello che si dice di voi africani?".
"Eh dai Marco, ma che discorsi sono?!"
"Eheh scusa, ma è una curiosità che può venire, anche guardando i siti porno…"
Nel frattempo, vedo che Khamisi guarda fuori dal finestrino, cercando di non incrociare il mio sguardo.
"Senti dai, ma se ti do 20 euro me lo fai vedere? Lo tiri fuori qui in macchina un minuto, almeno scopro la verità su questa leggenda metropolitana".
Adesso noto che Khamisi mi guarda con più attenzione.
"20 euro in un minuto non sono un brutto guadagno dai..."
"E va bene, accosta".

Fermo la macchina di lato e accendo le quattro frecce: la strada di periferia non è esattamente un luogo ricco di privacy, ma non è nemmeno una via del centro.
Finalmente Khamisi abbassa leggermente calzoni e mutande e tira fuori il suo cazzo... il suo cazzone sarebbe meglio dire: saremo sui 14 cm da molle. Una vera asta d'ebano larga e spessa, sormontata da un po’ di pelo pubico e con la cappella che fa capolino più chiara fuori dal prepuzio.
"Amico, complimenti davvero, ma per 20 euro credo di essermi guadagnato anche la visione delle palle". E così Khamisi abbassa ulteriormente le mutande per scoprire due grossi coglioni neri e pelosi.
"Soddisfatto?"
"Certo, ecco a te quanto dovuto" gli rispondo allungando i 20 euro... ma nel farlo faccio notare bene al mio amico africano che ho dentro anche una banconota da 50 euro e una verde da 100.

Ripartiamo verso il posteggio, con lui un po' più pensieroso di prima, non so se per lo spettacolino erotico che ha inscenato o per i soldi che ha visto.
Siamo quasi arrivato quando gioco l'altra carta: "Ascolta, ti dico la verità, so che è da cretini e non devi pensare male, ma mi è venuta voglia di farmi una sega... questa cosa mi ha ricordato quando negli spogliatoi di pallone mi fermavo con alcuni compagni a misurarci l'uccello e tutto finiva con una bella sega. Ti va di farmi compagnia?".
"Ma io non sono gay…"
"Ma lo so, non c'entra, e poi... senti... ti do 50 euro se mi fai compagnia, però io non conosco il posto adatto".
Ancora una volta la questione monetaria sembra convincerlo: "Va bene faccio strada io".

Mi conduce un po' fuori città, dove la periferia si trasforma in squallida campagna. Li c'è un vecchio casolare abbandonato, pieno di rifiuti, cartacce, preservativi... sembra il luogo di ritrovo di tossici e barboni. Ma siamo in pieno giorno e quindi decido di non farmi demoralizzare dall'ambiente, tanto più che Khamisi mi dice che li ci portava una ragazza che si è scopato per qualche mese e con la quale si vedeva in pausa pranzo.
Arriviamo in una stanza dove ci sono un paio di sedie non troppo sporche e prendiamo posto: lui sembra in imbarazzo ma io per sciogliere la tensione tiro fuori prima i 50 euro e poi uno di quei famosi porno di Blacked sul cellulare, nella fattispecie (per chi volesse cercarselo) quello dove un cazzone nero si scopa in bocca la biondissima Tysen Rich, per terra contro un muro.
Io ho tirato fuori il mio cazzo, che con i suoi 15 cm da eretto rientra in una tristissima norma, ma sono già duro. Vedo che Khamisi cerca di concentrarsi sul filmato e che la sua bestia, che da molle è lunga come la mia da dura, ma sicuramente più larga, fatica ad alzarsi.
Io provo ad incitarlo: "Lo vedi che bestia ha tra le gambe questo attore, scommetto che la tua è proprio così... potresti pure tu fare film porno e scoparti delle fighe bionde come questa".... "Chissà com'è bagnata questa cagna a leccare un cazzone nero di queste dimensioni"... e a forza di volgarità vedo che la sua bestia si è indurita: parliamo di un cazzo suoi 20/22 cm, largo, venoso, sormontato da una cappella ancor più larga che esce ritmicamente dal prepuzio mentre Khamisi si sega con intensità.
Sotto le palle sono sode, pelose, ben delineate e rugose.
Lo faccio segare ancora per 2 o 3 minuti, poi, quando l'eccitazione è ormai sicura, è il momento di giocare il tutto per tutto: "Ascolta Khamisi, ho ancora 100 euro che mi ballano in tasca, cosa ne dici se ti faccio un pompino?".
Lui mi guarda sgranando gli occhi, ma china a testa sul filmato e dice con voce gutturale: "va bene".
Mi inginocchio e, mentre con una mano continuo a segarmi il mio "cazzetto", inizio a dedicarmi a quel bel cazzone nero. Inizio leccandogli le palle e il sotto palle, le lecco e le succhio con avidità e capisco dai suoi mugugni che gli piace: con la mano gli stringo il cazzo e sento che diventa durissimo... a quel punto passo al cappellone, al quale do piccoli baci, leccatine sul frenulo e tutto alla base della cappella per poi iniziare a succhiare, prima solo la parte alta e poi tutta l'asta.
Sento che il suo corpo si sta irrigidendo, che i muscoli si tendono: sono solo pochi minuti che mi sto gustando questo nerchione e purtroppo sta già per venire.
Mi godo un altro paio di pompate, soprattutto alla cappella, e poi torno a leccargli e succhiargli lo scroto, mentre con una mano mi sego e con l'altra sego lui.
In pochi secondi viene, schizzando 4 o 5 getti di sborra calda, bianca e densa che vanno purtroppo a colpire il pavimento... quasi contemporaneamente anche io sborro, per terra e sulla mia mano.
Khamisi crolla sulla sedia, mentre io mi pulisco con i fazzolettini e spengo il video porno.
Girandomi prendo il borsellino ed estraggo la banconota verde: "100 euro ben guadagnati..." Lui mi guarda e mi dice: "Neanche la mia ragazza qui in Italia o mia moglie in Africa mi fanno sborrare così tanto". Io gli sorrido e gli dico "Devi dire loro di studiare di più sui porno, io ho imparato così", e ridiamo entrambi.

Torniamo quindi alla macchina e poi al parcheggio. Ci ringraziamo vicendevolmente, lui mi dice che i soldi gli saranno molto utili per pagare l'affitto. "Caro Khamisi " gli dico "devi sperare allora che mi mettano una visita al mese, così potrò sempre aiutarti in cambio di un po' del tuo uccellone nero".
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