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Galeotta fu la palestra (parte 1)


di Lupen77
05.04.2019    |    16.539    |    17 9.6
"Quanto accaduto mi incuriosì molto: come mai mi guardava così insistentemente? In cuor mio, sperai potessi interessargli, ma a volte la fantasia galoppa e ti..."
Premessa: questo è il mio primo racconto di natura erotica, l’inizio corrisponde a realtà ed essendo un evento in divenire, ho lavorato di fantasia per il suo proseguo.
Si accettano critiche, consigli, approvazioni in merito.



Sono ormai almeno 7-8 anni che frequento la stessa palestra, una struttura di media grandezza posta nella periferia della città in cui lavoro, frequentata da gente di ogni estrazione sociale e di tutte le età; tuttavia, si contraddistingue per il fatto che circa la metà dei suoi clienti appartenga alle forze dell’ordine (poliziotti, carabinieri, finanzieri, soldati dell’esercito), dato che nei paraggi vi sono le caserme dei rispettivi corpi di appartenenza.
In questi anni ho avuto modo di gioire delle splendide fattezze di questi ragazzi di 20-30 anni, quasi tutti di origine meridionale, che arruolatisi nelle forze dell’ordine sono poi stati trasferiti nelle regioni del nord, ed eccoli, quindi, nella mia palestra.
Non vi dico quante fantasie vedendo i loro corpi nudi nello spogliatoio o ancor meglio sotto le docce, poi sarà il fascino della divisa, ma in molti di quei corpi mi ci sarei perso con sommo piacere, eheheh!!!

La prima volta che mi capitò di vederlo fu qualche anno fa, ma non mi colpì particolarmente… non rientrava in quella cerchia di manzi con cui fantasticavo di avere chissà quale tipo di avventura, avevo avuto modo anche di vederlo nudo sotto le docce, era anche ben messo, ma altri erano sorprendentemente più dotati di lui.

Una fredda domenica mattina di qualche mese fa andai in palestra e cominciai il mio consueto allenamento e notai che c’era anche lui, ma me ne disinteressai: verso le 13:30 sul finire del mio allenamento ci trovammo casualmente ad una distanza di qualche metro in una zona un po’ defilata della palestra, anche l’orario faceva sì che in quel momento ci fossero davvero pochi altri clienti. E fu in quella occasione che incrociai per la prima volta il suo sguardo e da lì iniziò il tutto.

Mi stavo apprestando a svolgere l’esercizio di addominali con la schiena appoggiata alla palla medica, e sollevando il busto notai che mi stava osservando dallo specchio su cui frontalmente stava facendo bicipiti coi pesi da in piedi: ogni qualvolta sollevavo il busto, incrociavo il suo sguardo fisso su di me e quando terminò il suo esercizio si voltò verso di me, fissandomi spudoratamente e il gioco di sguardi proseguì fin tanto che non finii l’allenamento e mi diressi allo spogliatoio in quanto avevo un impegno nel pomeriggio.
Quanto accaduto mi incuriosì molto: come mai mi guardava così insistentemente? In cuor mio, sperai potessi interessargli, ma a volte la fantasia galoppa e ti fa fare dei film in testa che poi dopo scopri essere dei bluff.

Ora ve lo descrivo: alto poco meno di 180 cm, età apparente tra i 30-35 anni, fisico massiccio sugli 80 kg, palestrato il giusto, gamboni, braccia possenti, pelle liscia e chiara, viso regolare, capelli corti neri con un taglio simile al mio, barba nera curata, labbra carnose, naso dritto, sopracciglia curate e due profondissimi occhi neri. Nell’insieme davvero un bel ragazzo.

Mi capitò di incontrarlo una sera in settimana dopo pochi giorni, si stava allenando credo insieme ad un suo commilitone, mi lanciò solo un paio di occhiate furtive, e pensai che non volesse farsi sgamare, essendo in quel momento la palestra molto affollata. Ebbi modo anche di sentire la sua voce, un bel vocione con forte accento meridionale, ma non riuscii a identificare l’esatta regione di provenienza, data la musica alta che risuonava all’interno della palestra.

Poi dopo un mese circa ci fu il nostro primo contatto: era sempre una domenica di tarda mattina, io ero sul finire del mio allenamento quando lo vidi entrare in sala pesi: per fortuna anche in quel frangente c’erano pochi clienti e si apprestò a fare i sollevamenti col bilanciere sulla panca, si voltò e mi chiese se potevo dargli assistenza nell’esercizio: mi avvicinai a lui col cuore in gola e lo aiutai, ma non ci dicemmo nulla, forse vinti dalla reciproca timidezza, tuttavia parlarono i nostri occhi: che emozione poter ammirare i muscoli delle sue braccia flettersi e mettersi in evidenza e vedere che nello sforzo continuava a fissarmi e a sbuffare… solo quando ebbe finito l’esercizio, si sollevò in piedi, ringraziandomi e toccandomi il braccio con fare maschio. Io abbozzai un sorriso di circostanza in preda alla mia atavica timidezza, sorriso al quale lui contraccambiò. Mi ero perso nei suoi occhi e avevo la testa in subbuglio: che davvero ci stesse provando con me?

Ne ebbi la conferma la domenica successiva: quella mattina andai in palestra più tardi del solito, e questa volta fui io a trovarlo già in sala pesi, dallo specchio mi vide arrivare, si voltò, mi sorrise e mi salutò. Ottimo inizio pensai.
Durante l’allenamento capitò diverse volte che i nostri sguardi si incontrassero, ma non ci fu nessun contatto, fin tanto che mi diressi allo spogliatoio. Mi denudai e mi diressi alle docce: è sempre una splendida sensazione sentire il getto dell’acqua calda sul proprio corpo dopo un’intensa attività sportiva, e mentre ero assorto in questi miei pensieri, sentii alle mie spalle aprirsi il soffione della doccia di fronte alla mia e pensai:”Con tutte le nove altre docce vuote che ci sono, chi cazzo è che si va a mettere proprio in quella di fronte alla mia?”.
Così voltai solo la testa e mi venne un coccolone: era lui, nudo, messo di spalle che aspettava che l’acqua venisse calda per poter poi fiondarsi sotto il getto.
“Cazzo!!! E mo che faccio?”, così pensai tra me e me, voltando la testa di nuovo verso il muro e cercando di tenere a bada le mie emozioni.
Sentii che doveva essersi messo sotto il getto dell’acqua in quanto la doccia emetteva un rumore differente e discontinuo.
Non mi vergognavo di mostrarmi nudo di fronte a lui, per fortuna ho sempre avuto un buon rapporto col mio corpo… più che altro ero preso da una sorta di eccitazione e non sapevo se sarei riuscito a tenerla a bada, e così di scatto mi voltai frontalmente verso di lui!

Lo sgamai subito con gli occhi puntati sulle mie chiappe, ahahah! Lui sollevò immediatamente lo sguardo sorridendomi e piantandomi i suoi profondissimi occhioni neri nei miei: che bello che era… a quel punto decisi di passare all’attacco io, mettendo da parte la mia timidezza, iniziando a scendere poco a poco con lo sguardo.
L’acqua scorreva sull’incavo delle sue clavicole per poi scendere e dividersi tra i suoi prominenti pettorali, i capezzoli erano grandi e morbidi di un rosa chiaro, stupendi… il suo corpo brillava per il candore della sua pelle, e per effetto della sua depilazione total body.
Gli addominali erano appena accennati e poi proseguivano verso il basso ventre dove c’erano gli unici peli presenti sul suo corpo: un trapezio rovesciato, disegnato e curato, di pelo pubico nero accorciato sotto il quale un pisellotto candido, non di eccessiva lunghezza ma di diametro importante pendeva appoggiato ad una voluminosa sacca dei coglioni, che sodi, iniziavano a rilassarsi per effetto dell’acqua calda, e la forma di una cappella di importante dimensione si delineava coperta dal prepuzio… che visione spettacolare…
In quel mentre mi accorsi di aver indugiato troppo sulle sue splendide fattezze, sollevai lo sguardo ed incontrai i suo occhi e il suo sorriso… chissà se anche lui aveva scrutato il mio corpo, mentre io mi ero perso nell’osservare il suo.
D’istinto chiusi la doccia, e imbarazzato mi diressi verso la sauna, sbattendo la porta dietro di me, con la speranza che lui sentisse… e mi seguisse.
Entrato dentro la sauna venni avvolto subito dal tepore e mi appoggiai in piedi alla parete, socchiudendo gli occhi e cercando di riprendermi da quanto appena avvenuto, ma non ne ebbi il tempo… la porta si aprì ed entrò lui, che mi sorrise…
“Ciao…” mi disse…
“Ciao, beh, comunque io sono Alessio”
“Michele, piacere” e ci stringemmo la mano… poi si sedette di fronte a me sugli scalini di pietra…
“Da dove vieni?”
“Vivo a Torino da 5 anni, ma sono di origine calabrese” mi rispose.
“Immagino che tu appartenga a qualche forza dell’ordine, siete in tanti a venire in questa palestra”.
“Ebbene sì, sono poliziotto e mi hanno trasferito qui a Torino 5 anni fa”.
La nebbia di vapore all’interno della sauna sembrava ovattare il tutto, anche la nostra conversazione, eravamo visibilmente emozionati.
Michele, seduto com’era, si era piegato col busto in avanti e con gli avambracci appoggiati sui suoi gamboni depilati, coprendomi cosi la visuale delle sue parti intime: potevo solo scorgere l’attaccatura del suo trapezio pubico e, sotto le mani incrociate e protese in avanti, i suoi grossi ovuli iniziavano a pendere oscenamente, cazzo se erano davvero grossi…
Lui aveva il mio ambaradan a mezzo metro dalla sua faccia e in modo spudorato durante il nostro breve dialogo lo aveva fissato più e più volte.
Poi Michele d’un tratto si stiracchiò all’indietro, sollevando il busto e portando le braccia dietro la testa: io rimasi esterrefatto da quello che mi si palesò alla vista: il porco si era eccitato, una enorme cappellona gonfia rosa chiaro era sgusciata fuori dal suo prepuzio, mai vista una cappella così grossa… il suo cazzo si era imbarzottito, in posizione orizzontale, non lunghissimo ma bello largo e sotto due grosse uova pendevano rilassate e in modo osceno.
“Non so il perché, ma ogni volta che ti guardo mi fai questo effetto!” mi disse sfacciatamente.
Io iniziai ad avvertire i primi turbamenti nel mio basso ventre, il mio cazzo iniziava ad intostarsi, sentivo che si stava gonfiando e ogni secondo che passava si alzava di un centimetro fin tanto che scapocchiatosi da solo, raggiunse la posizione orizzontale sotto il suo sguardo di approvazione…
“Forse è meglio che io esca, prima che tu mi faccia un effetto ben peggiore!”
Così aprii la porta della sauna e me ne uscii, sentendo le fragorose risate di Michele alle mie spalle.
Mi diressi immediatamente alla doccia, tra l’altro sotto le docce c’erano anche altri due uomini, entrambi sulla quarantina, uno dei quali sgranò gli occhi alla vista del mio pisellone barzotto che sbatacchiava a destra e manca.
Aprii l’acqua fredda e pensai intensamente ad un noto ex politico italiano, di sesso femminile, al quale sono solito pensare quando sono in preda ad una violenta eccitazione, talmente brutta da farmela passare istantaneamente… funziona sempre con me e mi toglie sempre da questi momenti di imbarazzo… e funzionò anche quella volta, eheheh!
Dopo un paio di minuti, sentii sbattere la porta della sauna, ma Michele non comparve subito… la sua mega cappella era di nuovo vestita del suo prepuzio, e il pisellone aveva perso di consistenza, ma pur sempre tozzo, e i palloni dondolavano al suo incedere verso la doccia, erano ipnotici… semplicemente era da stupro… uno splendido maschio che improvvisamente aveva raggiunto l’apice di tutte le mie fantasie erotiche…
Per fortuna si mise nella doccia a fianco della mia, divisi da un separè di plastica, oltre al quale c’era lui, l’oggetto dei miei pensieri più porci… e di nuovo dovetti pensare a quel noto ex politico italiano, per non incorrere in una violenta erezione!
Chiusi la doccia e mi diressi nello spogliatoio, avevo la mente in subbuglio ed ero accompagnato da uno strano sorrisetto da ebete dipinto sulla faccia… piacevo a Michele e lui piaceva a me… i nostri corpi avevano parlato per noi…
Mi rivestii con i miei automatismi, nel mentre anche Michele era uscito dalle docce e si stava rivestendo… finii prima di lui, gli passai davanti per uscire, ci salutammo a voce, con lo sguardo e con il sorriso, e ricevetti anche un suo occhiolino…

Quando arrivai a casa, visibilmente turbato ma super felice, svuotai il borsone della palestra e solo lì mi accorsi che in un angolo, piegato si trovava un biglietto di carta… “Scrivimi 33563….. Tuo Michele”
Ecco spiegato perché Michele, uscito dalla sauna non era venuto subito alle docce… aveva lasciato questo messaggio col suo numero di telefono nel mio borsone!
Mi sdraiai sul lettone, abbassai boxer e tuta in colpo solo, chiusi gli occhi, impugnai il mio cazzone già durissimo e con la visione di Michele seduto davanti a me a gambe divaricate e con le mani incrociate dietro la testa, spudoratamente eccitato, ci volle poco affinché mi imbrattassi il corpo di sborra e, a seguire, cadere estasiato in un sonno profondo.

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