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Gay & Bisex

Capodanno 2008 2


di SERSEX
01.06.2025    |    2.173    |    4 9.3
"«Hai mai fatto l’amore con un uomo, oltre a me?» Mauro scuote la testa..."
Aprile 2009, Bologna

Il pub è lo stesso dove andava a bere d'inverno, prima che quell'incontro gli cambiasse le giornate.
Giò ci è entrato per caso.
È con un amico, ma la testa è altrove. Ha ordinato una birra scura, è appoggiato al muro vicino all’angolo meno illuminato. È lì che lo vede.
Mauro.
Seduto al bancone, da solo. Capelli leggermente più lunghi, giacca nera aperta sul petto, lo stesso profilo che Giò aveva accarezzato con le labbra quella notte.
Il cuore accelera. Le mani sudano. Quindici mesi che sembrano un respiro.
Si avvicina piano, come se il pavimento potesse crollare da un momento all’altro. Mauro lo sente, si gira. Lo guarda. Nessuna sorpresa. Solo occhi lucidi, stanchi.
«Non sei cambiato,» mormora Mauro.
«Tu sì,» risponde Giò, «ma sei ancora tu.»
Silenzio.
Mauro prende fiato. «Ho pensato a te ogni giorno.»
«Io non ho fatto che odiarti.»
«Lo so. Ma mi odiavi con addosso il mio odore, vero?»
Giò trattiene un nodo in gola. Non può negarlo.
«Che cosa ci fai qui?»
«Non lo so. Forse aspettavo di trovarti. Forse speravo di no.»
Un attimo. Poi Mauro si alza.
«Andiamo via. Se vuoi.»
Giò lo guarda. Sente qualcosa risvegliarsi in fondo allo stomaco. Un calore noto, sporco, desiderato.
«Andiamo.»

La porta, a casa di Giò, si chiude piano dietro di loro.
Giò appoggia le chiavi sul mobile, si volta, e Mauro è già lì, vicino. Occhi bassi, respiro pesante. I minuti in auto sono stati silenziosi, tesi. Ora che sono soli, il tempo si piega.
«Non dovevi sparire così,» dice Giò, senza alzare la voce.
«Lo so.»
«Mi hai lasciato in un vuoto che non si è più riempito.»
«Lo so…» Mauro si avvicina. Gli prende il viso tra le mani. «Ma se fossi rimasto… l’avrei fatto solo per egoismo.»
Giò lo guarda, ferito. «Hai fatto sesso con me e poi sei sparito. Cos’è, ti sei pentito?»
«Mai.» La voce di Mauro è ruvida. «Quella notte è la cosa più vera che io abbia vissuto negli ultimi vent’anni.»
Si baciano. Lento, poi feroce. Le mani si cercano come se fossero state congelate per mesi. I corpi si urtano, si scoprono di nuovo.
Giò lo spinge sul letto, gli slaccia la camicia. Mauro geme piano, si lascia fare. La pelle calda, viva, ancora familiare.
Poi si irrigidisce.
Giò lo sente.
«Che c’è?»
Mauro si alza leggermente, lo guarda.
Occhi lucidi, la voce rotta.
«Ho due figli, Giò. Due adolescenti. Una stronza di ex moglie che da anni insinua che io… che io non sono quello che fingo d’essere. Se io adesso… se io confermo tutto, loro si spezzano. Tutto crolla.»
«E tu?» sussurra Giò, «Tu non ti spezzi?»
«Io lo sono già.»
Silenzio.
Giò si stacca, resta a guardarlo, nudo a metà, come spogliato anche dentro.
Mauro si avvicina, lo stringe.
«Io ti amo. Ma non so se posso vivere questo amore.»
Il respiro di Giò è rotto, ma non si allontana.
«Allora fallo adesso. Solo per stanotte. E poi vattene. Ma fallo davvero.»

Mauro è lì, in piedi in mezzo alla stanza, la camicia sbottonata che lascia intravedere il petto. La luce calda della lampada sul comodino gli disegna le linee addosso, come se fosse scolpito dal ricordo.
Giò lo osserva in silenzio, con una rabbia che non è più rabbia, ma fame, bisogno, resa.
«Fallo adesso. Solo per stanotte. E poi vattene. Ma fallo davvero.»
Mauro non risponde. Gli si avvicina piano. Lo bacia. Ma stavolta è un bacio diverso: non più esitante, non più frenato. È pieno, lungo, consapevole. Le lingue si intrecciano con urgenza, come se avessero dovuto parlare per mesi.
Le mani di Giò si chiudono sui fianchi di Mauro, gli sfilano lentamente la camicia. Ogni bottone saltato è un sospiro, ogni centimetro di pelle scoperta è un ritorno.
Mauro si lascia fare, poi reagisce. Afferra la maglietta di Giò, la solleva con un gesto deciso, gliela sfila da sopra la testa e resta lì a guardarlo.
«Sei più bello di come ti ricordavo.»
«Non dire stronzate.»
«Non lo sono. Non stasera.»
Le mani di Mauro scendono. Gli slacciano i jeans, lo accarezzano sopra i boxer.
Giò chiude gli occhi e si lascia sfuggire un gemito, trattenuto troppo a lungo.
«Mi sei mancato da morire.»
«Non lo dire, Mauro. Non così.»
Mauro si inginocchia davanti a lui. Lentamente. Gli sfila i pantaloni, poi i boxer. E resta lì, in ginocchio, con il volto vicino al sesso di Giò, che pulsa già duro e vivo.
«Posso?» chiede, come se volesse ancora un permesso.
Giò annuisce. Gli prende il viso tra le mani. «Solo se è vero. Solo se non è un sogno.»
E Mauro comincia a baciarlo. Prima i fianchi, poi l’interno delle cosce. Lo fa tremare.
E infine lo prende in bocca, lentamente, con una cura che sembra una preghiera. Giò geme, gli affonda le dita nei capelli. Ogni movimento di Mauro è lento, profondo, affamato ma controllato, come se stesse imparando di nuovo il corpo di Giò.
Quando si ferma, ha gli occhi lucidi.
«Mi fai paura, Giò.»
«Perché?»
«Perché se ti amo anche solo un po’ di più, non riesco più a tornare indietro.»
Giò lo tira su, lo stringe contro il petto nudo.
«Allora resta. Ma resta nudo. Nudo dentro.»
Si stendono sul letto. I corpi si cercano e si trovano senza fatica. Giò si spinge sopra di lui, gli bacia il collo, i capezzoli, la pancia. Mauro trema. Lo desidera, lo vuole tutto.
Giò si sposta in mezzo alle gambe, lo guarda.
«Hai mai fatto l’amore con un uomo, oltre a me?»
Mauro scuote la testa.
«Solo tu. Solo quella notte. E ora.»
Allora Giò si prepara. Usa la lingua, prima, piano, lì dove Mauro si apre. Lo accarezza con il fiato caldo, poi con la bocca, facendolo tremare, gemere, allargarsi.
Poi le dita, lente. Una, poi due. Mauro geme, morde il cuscino.
«Vai… fammi tuo… adesso…»
E Giò entra, piano. Lentamente.
Il calore, la resistenza, poi l’accoglienza.
Mauro lo stringe con le gambe, lo abbraccia forte.
«Ci sei, ci sei dentro. Finalmente.»
Iniziano a muoversi insieme, lenti, profondi, in silenzio. Solo il rumore dei corpi che si cercano, il respiro che si fa irregolare, i sussurri spezzati.
Ogni spinta è un mese d’attesa. Ogni ansimare è un rimorso sciolto.
«Ti amo, cazzo… ti amo…» geme Mauro.
Giò accelera. Li prende la furia. Il letto si muove. Il corpo si tende.
Mauro viene con un grido sordo, senza toccarsi. Solo per il piacere. Solo per l’amore.
Giò lo segue, pochi secondi dopo, dentro di lui, con tutto.
Restano fermi così. Abbracciati. Sudati. Nudi.
Il cuore di Mauro batte forte contro il petto di Giò.
«Adesso che facciamo?»

Giò lo stringe. Gli bacia i capelli.
«Ora dormiamo. Domani vediamo se hai ancora paura!»

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