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Giovanni, dopo tanto...


di giustinos
13.03.2021    |    8.685    |    4 9.3
"“ ti fa piacere rivederlo? Me lo guardavi sempre in palestra, quante seghe ti ci sei fatto?” “Parecchie!” Dico poco primo che tirasse fuori il cazzo “Apri..."
Giovanni è un mio amico, quell’amico che da sempre avrei voluto scoparmi, purtroppo giovanni è etero o almeno così pensavo fino all’anno scorso.
Siamo amici da quando avevamo 15 anni, Giovanni è un ragazzo biondino non tanto alto, di quelli magrissimi, con la pelle chiara, ma comunque un po’ peloso. Il tipo perfetto.
Dopo la fine della scuola ci siamo visti di meno, ma comunque abbiamo continuato a frequentarci. È un tipo piacevole, tranquillo, di quelli che sanno che sono gay e non gliene frega niente. Per un periodo siamo andati in palestra assieme, quando ci spogliavamo prima della doccia non si copriva il cazzo, era a suo agio! Quello che se lo copriva ero io, nel guardarlo mi veniva sempre durissimo, non ci potevo fare nulla, devo ammettere pure di avergli rubato un paio di calzini usati in palestra e pure 2 mutande... mi ci sono fatto delle gran seghe annusando il suo odore.
È sempre stato fidanzato, passando da una ragazza all’altra, mi raccontava si come le scopava, dove gli sborrava, di quanto godevano... ed io le invidiavo, volevo il suo cazzo ovunque ed essere ricoperto dalla sua sborra... quando tornavo a casa ovviamente erano seghe!
Cambiava ragazza più spesso delle mutande fin quando non si mise con Cristina, di lei non mi raccontava nulla, per lei era uscito di testa, sparito dalla circolazione. Fin quando non lo lasció, fu un evento devastante per lui, meno per me, dato che ricominció ad uscire in compagnia e particolarmente con me.
Non lavoravo in quel periodo e la sera facevamo tardi a bere cercando di tirarlo su. Anche se minuto beveva davvero tanta birra!
Una sera bevemmo più del solito e la discussione degeneró più del solito, Cristina, ormai diventata ‘Quella troia!’ ora non era più un rimpianto romantico, ma la mancanza di un buco dove sborrare.
“Sai che non vengo da quando mi ha lasciato? È un mese cazzo!”
“Un mese? Io in un mese mi scopo almeno 6-7 ragazzi e mi faccio almeno 40 seghe! Come cazzo fai zio?”
“Non mi piace farmi le seghe, ho voglia di scopare, mi accontenterei anche di un bel bocchino”
Io glielo avrei fatto, li sul posto, immediatamente! Se me lo avesse chiesto mi sarei infilato sotto il tavolo, subito.
“Sai che penso? Che se fossi frocio sta sera ti porterei in un posto tranquillo e ti scoperei!”
“È un peccato!”
“Cosa?”
Merda! Gli avevo fatto capire che mi piaceva... come cazzo sarei uscito da quella situazione?
“Niente, ragionavo a voce alta, mi dispiace amico!”
Forse speravo che fosse troppo sbronzo per avermi capito.
Passarono altri quindici minuti di chiacchiere e si fecero le due.
“Dai ti riporto a casa, andiamo, stasera offro io!”
Si alza e mi segue, pago e ci avviamo verso la mia macchina.
Era davvero sbronzo, non riusciva a camminare dritto. nonostante questa andatura storta peró gli guardo fra le gambe, si vede il suo pacco, è davvero grosso come lo ricordavo. Se lo strizza spesso, mi sa che tutta quella birra sta facendo effetto! Non dice nulla comunque e saliamo in macchina, infondo vive a circa dieci minuti di distanza.
Mentre svolto nella sua via sento che schiarisce la voce.
“Puoi tirare dritto? Ti dico io dove curvare”
“Tutto ok? Hai litigato con i tuoi?”
“ No no, sono tranquillo, ma tu vai avanti, hai fretta? Devi tornare a casa?”
“No no”
Continuo dritto.
Mi fa svoltare prima a sinistra, 300 metri avanti, poi a destra, siamo in mezzo alla campagna.
“Gira qui!”
“Ma non c’è un cazzo!”
“Non preoccuparti”
Siamo in uno spiazzo sterrato, deserto.
Non capisco e sinceramente sono a metà fra l’inquietato e l’eccitato.
“Sei mai stato qui?”
“No”
“È qui che me le sono scopate tutte”
“Bel tour!”
“A quanti sei questo mese?”
“Di cosa?”
“Di cazzi che hai preso?”
Avvampo, non so cosa dire, sento la bocca secca
“Non saprei... 4, 5 forse”
“A te li dimentichi pure? Ahahahah”
Non dico niente, dentro sto morendo
“Il mio lo ricorderesti?”
Annuisco
“E lo diresti a aualcuno se stasera mi aiuti a sborrare?”
Scuoto la testa
“Bene, mi piacciono le troie e mi sa che tu hai parecchia esperienza vero?”
“Bheee”
“Cosa faresti per farmelo diventare duro?”
“Ehh.. ti scappa da pisciare?”
Oh no, nell’eccitazione, fra l’alcol e la situazione paradossale devo aver detto la prima cosa che mi è venuta in mente.
Sorride e mi guarda, sono imbarazzatissimo
“Effettivamente si! Ma non piscio all’aperto, non ci riesco!”
Mentre lo dice ha già tirato il seggiolino della mia auto tutto indietro ed allargato le gambe.
Con una mano mi indica lo spazio che ha fra le gambe.
Intontito ed eccitato capisco il messaggio e mi metto fra le sue gambe non senza fare acrobazie.
Ora mi guarda dall’alto in basso. Ha le mani sulla zip e se la sta abbassando.
“ ti fa piacere rivederlo? Me lo guardavi sempre in palestra, quante seghe ti ci sei fatto?”
“Parecchie!”
Dico poco primo che tirasse fuori il cazzo
“Apri la bocca, ce la fai a bere tutto? Non voglio sporcarti la macchina”
Annuisco.
Se lo scappella “ahhh” sento poco prima dell’inizio del getto.
Sento il suo piscio caldo scorrermi giù per la gola, deglutisco, ma sta pisciando davvero molto e deglutisco parecchie volte prima di appoggiare le labbra sulla sua cappella. Bevo il suo piscio e ho la sua cappella in bocca, sono al settimo cielo.
“Bravo... vedo che hai ancora sete nonostante la birra... bevi bevi”
Continuo a deglutire finche non finisce, se lo scrolla dentro la mia bocca come fossi un cesso.
Finito di pisciare sento l’odore della sua cappella, è uguale a quello delle mutande che gli rubavo per segarmi.
“Pompa!”
Dice abbassandosi i pantaloni sotto le ginocchia e allargando le gambe.
Non me lo faccio ripetere e inizio a far entrare la sua asta barzotta in bocca. L’avevo tanto desiderato e ora ero li, ci stavo mettendo tutto il mio impegno. Mentre pompo il suo cazzo diventa sempre più duro e grosso, davvero grosso. Lo guardo in faccia.
“ non so se riesco a prenderlo tutto in...”
Non finisco la frase, mi afferra la testa e mi pianta il cazzo in gola
“ dai che ti piacciono grossi, lo dici sempre, pompa troia”
Mi sembra di soffocare, ma riprendo a pompare, vorrei arrivare fino alle palle, ma mancano almeno 10 cm di cazzo per arrivare fin li.
Asseconda i miei movimenti con la sua mano che inizia a darmi un ritmo tenendomi la testa. Ritmo sempre più veloce, spinge sempre più forte, poi un colpo secco.
“Prendilo tutto!”
Ho il naso sul suo pube e il suo cazzo mi è dentro fino a metà gola, vorrei estrarre la lingua e leccargli le palle, ma non c’è modo, la mia bocca è aperta al massimo e sto per vomitare.
Lascia la presa, tossisco, ma riprendo subito a pompare sempre più forte, il suo cazzo è quello che ho sempre voluto.
Mi prende per i capelli mi alza dal suo cazzo con una certa rabbia.
“ vai dietro, voglio incularti”
“O...ok”
Mi sbrigo, vado dietro passando fra i sedili, lui passa da fuori, mentre esce e rientra mi tolgo pantaloni, mutande e felpa.
Mentre entra alzo le gambe.
“ non voglio vederti in faccia, girati”
Mi giro, abbasso la testa sul sedile e alzo il culo verso l’alto.
“Vieni qui, sul bordo”
Mi dice tornando fuori dall’auto, mi metto sul bordo, con le ginocchia sul sedile e i piedi fuori dall’auto.
Senza perdere tempo appoggia la cappella al mio buco. Non se l’è lubrificato, ne ha lubrificato il mio culo. Mi afferra per i fianchi, con un colpo mi tira a se e spinge dentro tutto il suo cazzone. Urlo, un dolore lancinante, mi sento trafitto da un ferro rovente. Cerco di andare in avanti per toglierlo, mi fa troppo male, ma mi trattiene a se con forza.
“Stai zitto e fermo, non è il primo che prendi, guarda come è entrato!”
Mi fa malissimo, lui riprende a scoparmi. Un dolore atroce, ma sono eccitatissimo, è così abituato a scoparsi una fica che non sa come si scopa un culo. Va avanti per poco in realtà, anche lui dopo un mese che non sborrava doveva avercela li, pronta ad uscire.
“Sborrati sulla mano”
Mi dice. Non so perchè, ma obbedisco, sono così eccitato che vado su e giù due volte e sborro sulla mia mano. Mentre vengo mi dice.
“Bravo! Ora leccala dai..”
Sono ancora così eccitato che obbedisco e la lecco tutta come un cane lecca una ciotola di acqua quando ha sete.
“Ohhh ti piace la sborra è? Tieni allora!”
Come lo dice due colpi duri e secchi poi un gemito e sento che il suo cazzo inizia a pulsare e riempirmi. Doveva essere davvero pieno, almeno dieci schizzate, ognuna accompagnata da un colpo e da un gemito.
Finito di sborrare lo estrae in un colpo solo, facendomi ancora malissimo.
Rimango con il culo in alto, deve essere rimasto allargato, sento la sua sborra colarmi sulle cosce, era davvero tanta come sembrava, pur non essendo ancora uscita tutta. Sento le sue dita che ne raccolgono un po’, mi giro per guardarlo, vedo le sue dita che si avvicinano alla mia faccia, apro la bocca e gliele lecco.
“Rivestiti ho sonno”
“Certo”
Dico e mi ricompongo in un lampo.
Ritorno al posto di guida e lui in quello del passeggero.
Tornando verso casa sua non parliamo e nemmeno ci provo a parlare, non so cosa dire.
Arrivo sotto casa sua.
“Allora grazie e... scusa, ci vediamo!”
“Non devi scusarti”
“Buonanotte!”
“Grazie a...”
Non finisco la frase, è già sceso, sento ancora male al culo, ma se volesse scoparmi ancora tornerei subito indietro...

Continua...

Questo insieme agli altri racconti lo trovate nella raccolta che ho pubblicato su Amazon
Titolo: La strada di L
Autore: Giu Stinos
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