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Gay & Bisex

Io E Simone


di freek1977
19.01.2019    |    8.077    |    3 8.6
"Fu inevitabile, eravamo entrambi eccitatissimi e pronti per l’atto finale: prese un paio di cuscini, mi ci fece sdraiare a pancia sopra e mi sollevò le..."
Tutto cominciò in una torrida sera d’estate quando, tornato come sempre a casa dal lavoro dopo mezzanotte, prima di mettermi a dormire accesi il pc per navigare un po’ in rete. Durante l’ultimo periodo, prima che io e il mio ragazzo ci lasciassimo, venni a conoscenza di una chat specializzata per gli “orsi”, ovvero di quel genere di gay piuttosto in carne che io rappresento in pieno. 
Scoprii di avere una discreta cerchia di ammiratori, che nel gergo del mondo gay vengono detti “cacciatori”, ed ogni sera rispondevo con gioia ai messaggi che mi lasciavano durante il giorno. A poco a poco cominciai a nutrire il desiderio di conoscere dei cacciatori al di fuori della mia regione, così, una volta finita la stagione in gelateria, avrei potuto andare a trovarli e magari passare un bel weekend in giro per l’Italia. 
La prima città che mi venne in mente di voler visitare fu Roma, che avevo visto solo di sfuggita l’anno prima, in occasione del concerto di Madonna a cui avevo partecipato con il mio ex. Nella chat era semplice fare una ricerca: bastava scrivere il nome della città, il ruolo che si cercava e il gioco era fatto. 
Io scrissi che cercavo un cacciatore, attivo, a Roma e vennero fuori decine di risultati: cominciai a selezionarne qualcuno, per leggere il loro profilo e guardare le loro foto e ad un certo punto, in mezzo a tutti gli altri, vidi un’immagine che mi fece trasalire. Era lì, moro, bello, seduto su un divano e con un’aria così affascinante che sprizzava erotismo da tutti i pori; appena vidi la sua foto pensai: “caspita, quanto me lo farei questo!”. 
Presi coraggio e gli scrissi il classico messaggio che mettevo ogni volta, che consisteva in un saluto e nella fatidica domanda se gli piacessero i ciccioni, sperando che la risposta fosse positiva. Non ricordo di preciso se mi rispose il giorno seguente o qualche tempo dopo, ma ricordo la gioia che ho provato quando trovai il suo messaggio una sera, che diceva di sì. 
Continuammo così per qualche tempo, lasciandoci messaggi in chat, finché non cominciammo a prendere confidenza e ci scambiammo gli altri contatti, tra cui la mail, l’indirizzo su messenger e il numero di cellulare. Non era un bel periodo per me, io mi sentivo ancora molto triste e depresso per la fine della storia con Franco e spesso, anziché parlare di sesso, con i miei nuovi amici conosciuti nella chat parlavo di come mi sentissi e loro cercavano di tirarmi su il morale. 

Simone era uno di questi: l’attrazione che provavo per lui era forte, ma le nostre conversazioni erano così belle che a poco a poco cominciai a provare per lui un’amicizia sincera e anche da parte sua fu lo stesso. Quando arrivò il mese di novembre, e con esso la fine della stagione in gelateria, cominciai a progettare di andare finalmente a trovarlo: non stavo nella pelle, avrei conosciuto quel ragazzo che suscitava in me emozioni così diverse. Da un lato gli volevo bene davvero, lo consideravo una persona speciale che mi aveva aiutato nei momenti più duri, quando piangevo tutti i giorni per la fine della mia storia d’amore, ma dall’altro provavo ancora per lui una forte attrazione fisica e un grande desiderio di farci sesso. 
Appena comunicai la mia volontà al diretto interessato, ricevetti una risposta che fu quasi una doccia gelata: non si trovava più a Roma, ma era tornato a Palermo, nella sua città Natale e non era neanche più single; si era fidanzato addirittura con una ragazza, poiché il mondo gay lo aveva deluso. Non sapevo più che fare: ero sempre più in bilico tra essere per lui un vero amico, lasciando da parte il desiderio sessuale, o cercare in tutti i modi di incontrarlo e farlo mio, almeno per un giorno o due. 
Nel frattempo mi arrivò un regalo dal mio operatore di telefonia mobile: un mese di chiamate gratis e, approfittando di ciò, cominciai a chiamarlo regolarmente; chiacchieravamo di tutto, stavamo al telefono per ore, raccontandoci cose che probabilmente non avevamo detto a nessuno. Ormai era il mio confidente maggiore, ogni volta che avevo un problema ne parlavo con lui e anch’egli mi parlò della sua situazione, un po’ particolare, che stava vivendo con un suo amico. 
Lui e il suo amico si vedevano praticamente tutti i giorni e spesso uscivano in tre, ovvero loro due e la fidanzata di Simone ed erano un terzetto molto affiatato. Da qualche tempo, però, questo amico lanciava a Simone dei segnali che egli recepiva come inequivocabili: sguardi piuttosto appassionati, brividi ad ogni suo abbraccio, sms sul cellulare (e post su Facebook) in cui tra le righe si leggeva che l’amicizia poteva trasformarsi in qualcosa di più. 
Non riuscii ad essere lucido, la gelosia cominciava ad impadronirsi di me: finché si trattava della sua fidanzata non potevo fare niente, non volevo certo intromettermi in una coppia felice, ma adesso c’era un terzo incomodo e dovevo intervenire. Al solo pensiero di Simone tra le braccia del suo amico, il sangue mi ribolliva: non potevo permettere che ciò avvenisse, lui era mio e di nessun altro. 
Mi misi subito in azione: cominciai a cercare il modo più veloce ed economico per andare a Palermo e quando fui sicuro di quale fosse l’aereo da prendere, gli orari, la spesa e tutto il resto, comunicai a Simone che sarei andato a trovarlo. Egli fu sorpreso della mia decisione, soprattutto perché non gliene avevo mai parlato in modo chiaro, al massimo gliel’avevo buttata là come battuta, ma mi disse subito di sì, aggiungendo che mi avrebbe ospitato a casa sua. 
Ero al settimo cielo, prenotai il primo volo per la Sicilia con la certezza che avrei fatto di tutto per andare a letto con lui, ben consapevole che avrei potuto mandare in frantumi un’amicizia ormai solida e importante. Quel viaggio in aereo durò un’ora o poco più, ma a me sembrò interminabile: per tutto il tempo fui preda di un turbinio di emozioni contrastanti, non sapevo se stessi sbagliando o se stessi facendo la cosa giusta e, soprattutto, non sapevo come Simone avrebbe reagito alla mia proposta. 
Quando scesi dall’aereo lui era là, ancora più bello di come lo vedevo in fotografia e con quell’aria di chi ci sa fare parecchio, soprattutto a letto, che a me faceva impazzire: lo abbracciai forte e in quel preciso istante decisi che lo volevo, doveva essere mio, a qualsiasi costo. 
Nel pomeriggio mi fece fare prima un giro per Palermo e poi nella sua città, un piccolo paese non distante dal capoluogo e la sera mi portò a cena con le persone più importanti della sua vita, ovvero la sua ragazza e il suo amico. Ero lì, di fronte al mio rivale e non riuscivo a far altro che pensare a quanto fosse fortunato a vedere Simone tutti i giorni, a poterlo stringere e addirittura baciare. 
Come avrei voluto essere al suo posto… Io avrei sicuramente agito in modo diverso, non avrei avuto tutte le remore che aveva lui e mi sarei buttato fra le braccia di Simone; sì, esatto, loro due non avevano ancora fatto l’amore ed io ero lì per batterlo sul tempo. 
Non importa se dopo si sarebbero messi insieme o avrebbero fatto sesso per tutta la vita di nascosto dalle reciproche mogli, io dovevo arrivare prima e fare sesso con Simone. Ormai era diventata un’ossessione, non mi era mai capitato prima e non sapevo spiegarlo: di bei ragazzi in chat ne avevo conosciuti, ma lui era l’unico che mi facesse questo effetto; forse era dovuto alle sue dimensioni, dato che un giorno mi disse di avercelo intorno ai 20 cm, ma non volevo credere che fosse solo una questione di grandezza. 
Dopocena rimanemmo a parlare: io raccontai un po’ della mia storia, ed essi fecero lo stesso; a fine serata Simone accompagnò a casa la sua ragazza e anche il suo amico e rimanemmo finalmente soli. Con mia grossa soddisfazione scoprii che dormivamo nella stessa stanza: pensai che fosse fatta, che lui fosse già mio, dovevo solo provarci un po’ e tutto sarebbe filato liscio. 
Non andammo subito a letto, ma rimanemmo a chiacchierare un altro po’ e quando egli mi disse che era felice di aver conosciuto un amico vero come me, scoppiai in un pianto dirotto: come potevo essere un amico vero, se l’unico scopo della mia visita era quello di fare sesso con lui? Non riuscivo a guardarlo negli occhi, mi sentivo un verme: avevo tradito la sua fiducia e gli confessai di getto tutte le mie emozioni e i sentimenti che provavo per lui, supplicandolo di perdonarmi se non ero stato l’amico che lui pensava che fossi. 
Per tutta risposta egli si avvicinò e mi baciò, e a quel punto io non seppi più resistere: ricambiai il suo bacio, che sicuramente era partito come un bacio amichevole, con molta passione, mordendogli leggermente le labbra e sfiorando con la lingua la sua. 
Il bacio stava diventando sempre più profondo, io cominciai a scivolare verso il basso, e alla fine lui fu completamente sopra di me; era bellissimo, sentivo il suo corpo contro il mio, le mie mani continuavano ad accarezzarlo dappertutto, con vigore, facendogli percepire la mia eccitazione. Iniziai a spogliarlo, ed egli non faceva nulla per opporsi: quando rimase a petto nudo cominciai a leccargli i capezzoli e a succhiarglieli, facendolo gemere di piacere, ormai non potevamo più tornare indietro, qualsiasi cosa sarebbe successa l’indomani mattina, volevo andare fino in fondo. 
Rompendo qualsiasi indugio, gli tolsi anche i pantaloni e vidi che l’eccitazione era palese anche da parte sua, tirai via anche gli slip e mi avventai sul suo fallo, facendo di tutto per farlo godere. Lo leccavo lentamente, poi me lo infilavo in bocca, fino alla gola, cercando di farlo entrare tutto, anche se non ci riuscivo completamente, e glielo succhiavo con veemenza: avevo desiderato quel momento così a lungo che cercavo di fare tutto il possibile per farlo stare bene. 
Nel frattempo anche Simone cominciò a spogliarmi e, dopo aver giocato un po’ con le mie tette, ci ritrovammo in un fantastico “69”: io ero sopra, intento a succhiare il suo maestoso fallo e a leccargli i testicoli, e lui sotto, a leccare il mio ano e ad infilarci ogni tanto le dita per cercare di allargarlo un po’. Fu inevitabile, eravamo entrambi eccitatissimi e pronti per l’atto finale: prese un paio di cuscini, mi ci fece sdraiare a pancia sopra e mi sollevò le gambe, ricordandosi quale fosse la mia posizione preferita, cercando di entrare dentro di me. Quello che avevo sempre desiderato stava avvenendo: stavo facendo sesso con Simone ed era magnifico come io mi aspettavo; entrò lentamente, poiché il suo fallo aveva delle dimensioni ragguardevoli ed aveva paura di farmi male, ma quello che più mi stava facendo godere non era sentire il suo corpo che entrava nel mio, ma il fatto che egli per tutto il tempo aveva continuato a guardarmi negli occhi, con un’intensità ed un erotismo tali, che rimarranno un ricordo indelebile per tutta la mia vita. 
Cominciò a penetrarmi piano, per permettere al mio corpo di abituarsi e quando io sentii di essermi rilassato e di poterlo accogliere con tranquillità, lo spronai ad aumentare il ritmo e a farmi suo completamente. I suoi colpi così intensi e profondi ogni volta mi facevano trasalire, non potevo neanche sfiorarmi, se no avrei rischiato di venire in qualsiasi istante; lui se ne accorse e decise di cambiare posizione: mi fece sdraiare completamente a pancia sotto, in modo da non avere la possibilità di masturbarmi mentre egli mi penetrava. 
Sentivo il suo corpo muoversi sopra di me, ero così felice ed eccitato che mi scese anche qualche lacrima di gioia, sollevai un po’ la testa e Simone non perse occasione per baciarmi sul collo e, di sbieco, anche sulla bocca. Lo sentii aumentare il ritmo, capii che stava per arrivare all‘orgasmo e lo pregai di non uscire, fu talmente bello sentir esplodere la sua gioia dentro di me che mi venne da piangere; egli mi abbracciò forte e rimase sdraiato sopra di me per alcuni minuti, facendomi sentire protetto. 
Naturalmente, dopo che Simone si spostò, ebbi anche io il mio orgasmo, masturbandomi mentre egli mi penetrava con le dita, dopodiché ci mettemmo a dormire, senza aggiungere alcun commento. Il giorno successivo nessuno dei due parlò di ciò che era successo la sera prima, era come se quella parentesi meravigliosa si fosse aperta e richiusa subito dopo; da parte mia, ci tenevo molto a conservare la sua amicizia e non volevo rovinarla in nessun modo, credo che da parte sua fosse lo stesso. 
Due giorni dopo il mio arrivo fu l’ora di ripartire: salutai Simone con un forte e lungo abbraccio, promettendogli che saremmo rimasti per sempre amici e che, alla prima occasione, sarei di nuovo andato a trovarlo. Non so se e quando avverrà il nostro prossimo incontro, ma so che potrò sempre contare su di lui: da quella sera la mia ossessione per lui è sparita, lasciando spazio solo all’amicizia più sincera. 
Fare l’amore con lui è stato bellissimo e rimarrà per sempre un ricordo custodito gelosamente nel mio cuore, ma sono consapevole che non avverrà mai più; ognuno nella vita deve fare delle scelte, ed io ho scelto di avere un meraviglioso amico, a cui vorrò per sempre bene.
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