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Gay & Bisex

Ma perché le occasioni particolari capitano sempre agli altri?


di Membro VIP di Annunci69.it happychuck
03.07.2013    |    9.517    |    10 9.4
"C’era un’altra coppia poco distante e un’amica o campagna del bel maschio che poco più in là stava distesa a leggersi un libro..."
Sarà mai possibile che tutte quelle occasioni strane e particolari per farsi delle belle scopate con bei maschietti dai corpi scultorei capitano sempre agli altri e a me non succede mai? Si va be’ la maggior parte delle storie pubblicate nelle sezioni dei racconti dei vari siti di incontri gay sono solo frutto di fantasie erotiche ma alcuni, e guarda caso proprio quelli più eccitanti, dicono sempre che sono veri …
Mi trastullavo con questi pensieri mentre immerso nelle trasparenti acque di un mare apparentemente incontaminato gratificavo i miei occhi dalla visione di quel pene monumentale.
Si proprio monumentale. Era là sullo scoglio più vicino, attaccato penzoloni ad un corpo quasi statuario, che si stava divertendo a fare movimenti di non so’ quale disciplina sportiva che sembrava ispirata a qualcosa di orientale: le gambe semiflesse che ogni tanto si allungavano, prima l’una si protendeva fino ad essere perfettamente perpendicolare al corpo mettendo in tensione il quadricipite, poi il ginocchio si ripiegava e il piede lentamente tornava a poggiarsi sullo scoglio, con movimento studiato, prima la punta, poi il tallone. E quindi l’altra gamba si protendeva allo stesso modo per eseguire gli stessi movimenti. In mezzo a cotanta bellezza, dondolava quella meraviglia. In posizione di riposo assoluto. Tanta tanta pelle morbida che avvolgeva un bel salsicciotto, lasciandone scoperta solo una puntina rosea e poi, dal pube, scendeva giù a formare uno scroto enorme e penzolante per contenere un bel paio di testicoli.
Ogni tanto, con mosse da ballerino classico, il corpo si allungava sulle punte dei piedi e si girava offrendo ora un culo perfetto. Due natiche sode, tirate, alte, muscolose, con gli incavi laterali che mostravano una muscolatura sobria e ben allenata. Ma anche in quella posizione, rivolto di spalle verso di me, che continuavo a stare immerso nelle trasparenti acque marine ad ammirare cotanta bellezza con le mani sul cazzo che non voleva saperne di starsene fermo, la cosa che attirava sempre l’attenzione era il pene monumentale, che penzolava e appariva e scompariva in mezzo alle gambe al di là delle natiche. E che me ne fregava delle spalle larghe e muscolose, degli addominali a tartaruga, del petto tornito e ben pronunciato, il tutto colorato da una bellissima abbronzatura … insomma un insieme da dio greco. Eccolo li il “miodiogreco”.
Quel vedo non vedo era ancor più eccitante della visione diretta spaparanzata, spiaccicata sullo scoglio, quando il maschio ballerino, si concedeva un po’ di meritato riposto disteso a godere il bacio del sole sulla pelle, con le gambe divaricate.
Il luogo dove tutto questo si svolgeva era poco frequentato. C’era un’altra coppia poco distante e un’amica o campagna del bel maschio che poco più in là stava distesa a leggersi un libro.
Il meraviglioso paesaggio che offriva quel luogo appartato e riservato dove si poteva prendere il sole a fare un bel bagno tutti nudi, era improvvisamente passato in secondo piano ed era diventato solo una cornice, quando, poco dopo il suo arrivo, quell’uomo aveva cominciato a spogliarsi e a mettere in mostra tutti i gioielli di cui madre natura lo aveva dotato. Ora la mia attenzione era tutta catalizzata da lui.
Faticai non poco per uscire dall’acqua senza mostrare i segni del mio turbamento. E forse non ci sono nemmeno riuscito.
Al ritorno a casa cominciai a far scorrere ritmicamente la mano sul mio cazzo che non voleva saperne di rilassarsi immaginando cose turpi con quel cazzo in bocca e nel culo finché un caldo fiotto di bianco latte uscì a più riprese sparpagliandosi sul mio ventre e facendomi così placare l’eccitazione.
Nei giorni successivi aspettavo con ansia che l’uomo arrivasse per godermi di nuovo tutto la spettacolare esibizione. Mi assalì anche il dubbio che si fosse accorto delle mie attenzioni e dei miei sguardi insistenti, perché l’ultimo giorno cercò di appostarsi in una posizione da dove poteva essere più vicino ai miei sguardi.
Mentre percorrevo la strada di ritorno a casa immaginavo sempre di sentire dei passi dietro di me che si facevano sempre più vicini e poi due braccia robuste mi spingevano nella radura sotto l’ulivo, le mani frettolose mi abbassavano il costume e un cazzo spettrale abusava del mio buchetto…
Mmmhhhhh, ma perché queste cose possono raccontarle sempre solo gli altri?
E così la vacanza era arrivata all’ultimo giorno e nulla di tutto quello che avevo sperato era successo e come al solito mi ero sparato una infinità di seghe appagando soltanto la mia fervida immaginazione. Comunque era stata ugualmente bellissima, in un ambiente stupefacente, un mare che ai Caraibi se lo sognano, un clima eccellente, lontano dallo stress quotidiano della città. A malincuore mi avvio al porto dove stava per arrivare la nave che mi avrebbe riportato alla mia quotidianità.
Ma guarda un po’ chi c’è proprio lì, in attesa della stessa nave? Lui il miodiogreco, in compagnia di un maturo signore un po’ fricchettóne: sandali a ciabatta similbirkenstock, pantalone stropicciato arricciato sulla caviglia, camicia fuori dai pants sbottonata fino a metà per mostrare il petto villoso, fularino annodato al collo, cappello di paglia (finto Panama) zaino indossato a penzoloni solo su una spalla. Il miodiogreco invece indossava infradito, un paio di shorts che mettevano in risalto i quadricipiti ben allenati e due natiche belle ritte, maglietta trendy un po’ strapazzata, occhiali da sole infilati a mo’ di passata a far risaltare il bel cespuglio di corti riccioli neri, zainetto e trolley poggiati in terra li a fianco.
“Bonsoir” mi sorride lui “Buonasera” rispondo io mostrando ‘trentotto’ denti. Che gentile, penso. Mi vuole trombare, spero.
Ma guarda un po’ il caso: facciamo il viaggio di notte sulla stessa nave. Chissà!!! Ma che ti vai a pensare!!! Quelle cose le leggi solo nei racconti degli altri …
La nave arriva, si sale a bordo, al ponte n. 5 i due si fermano e girellano nella hall sembra in cerca di qualcosa. Io salgo al ponte n. 7. C’è il bar di prua con un’ampia hall con divani spaziosi dove posso stendermi, così la notte potrò dormire comodo. Sposto la tendina di uno degli oblò alle spalle dei divani e vedo che si affacciano proprio sulla prua. La nave non è affollata, anzi direi proprio che è quasi vuota. Ecco ancora uno dei benefici di cui si gode a fare le vacanze ancor prima che inizi l’estate. A proposito domani sarà il solstizio d’estate ci vorrebbe proprio una bella scopata per festeggiarlo a dovere ……
La nave salpa, i soliti convenevoli di sempre, qualcuno che saluta dal molo, la scia fotografata dal ponte di poppa, la terra che si allontana … tutto come da copione. Il sole è tramontato. Il buio sta avvolgendo la nave, l’orizzonte è appena percettibile. La mia testa frulla ancora intorno a quel pensiero. Ma perché le occasioni particolari capitano sempre agli altri? Ci potrebbe essere qualche passeggero solo che ha voglia di scopare? O qualche marinaio? Stasera non me ne andrò a dormire finché non ho trovato da scopare.
E lui che fine avrà fatto col suo amico? O sarà il suo compagno? Forse avevano preso la cabina e a quest’ora staranno già scopando come ricci. Se il maturo è quello che lo prende, domani mattina camminerà a gambe larghe.
Si è fatto tardi, ho già girato tutti i ponti della nave, le hall di tutti e tre i bar, ma nessun maschietto solo che abbia attirato la mia attenzione. Tutti in piccoli gruppetti, coppiette in atteggiamenti da innamorati, coppie più mature molto più sobrie. Qualcuno a fumare all’aria aperta prima di rientrare. Eravamo nel pieno di una bella sciroccata con vento caldo e aria umida appiccicosa tanto che anche sul terrazzino del ponte di prua, dove normalmente si deve indossare qualcosa per ripararsi dal freddo, si poteva stare tranquillamente in canottiera.
Uffa sono stanco mi devo riposare. Torno al mio divano e mi distendo. Fa un caldo infernale, l’aria condizionata non funziona bene. Cazzo ma quello nel divano di fronte al mio è lui e, a fianco a me, c’è il suo amico che sta ronfando. Lui mi sorride, si stringe nelle spalle come per chiedermi scusa per il disturbo. Ma quale disturbo!! stasera ci provo davvero.
Seguo con attenzione tutte la sue mosse, prende qualcosa dallo zainetto e se ne esce sul ponte. Mi alzo e lo seguo ostentando indifferenza. Lui accende una sigaretta, si appoggia al parapetto della nave, mi avvicino, mi appoggio anch’io al parapetto: “bonsoir, il fait chaud” sorrido ancora con trentotto denti, “Si fa molto caldo” risponde lui di rimando con un sorrisetto ammiccante. Solo ora noto che in mano ha un bicchiere di plastica colmo di un liquido ambrato, simile al brandy, che beve a piccoli sorsi, alternandolo ad una tirata dalla sigaretta… Ha risposto in italiano, forse vuole facilitare l’approccio. E così mi accingo a fare tutti i giochetti che dovrebbero servire ad attirare la sua attenzione. Mi allontano faccio capolino da dietro una scialuppa e guardo le sue reazioni. Mi apposto in una zona buia della prua e aspetto che si avvicini. Niente sempre li a bere il suo drink e fumare la sua sigaretta….
Dopo una mezz’ora di questi corteggiamenti comincio a perdere le speranze, mi metto seduto poco distante. Nulla. Gli torno vicino e mi appoggio al parapetto, il suo sguardo punta all’orizzonte, forse guarda la luna, non è ancora piena, ma è molto luminosa. Nessun segnale.
Ecco si muove, rientra nella hall per riempire di nuovo il bicchiere e tornarsene fuori a sorseggiare il suo nuovo drink. Ho perso definitivamente le speranze. Desisto. Non posso rischiare di fare sesso in un posto pubblico come la coperta di una nave con uno mezzo brillo. Potrei andare incontro a dei guai. Me ne ritorno sconsolato al mio letto di fortuna. Fatico ad addormentarmi, ma piano piano cedo e scivolo fra le braccia di Morfeo.
Il sonno però non è tranquillo, fa caldo mi sveglio spesso sempre con quel pensiero fisso: ma perché le occasioni particolari capitano sempre agli altri? Controllo spesso cosa fa quello stronzo di maschio statuario (non è più il “miodiogreco”); si è disteso sul divano e sta dormendo con le gambe divaricate e le mani dietro la nuca. Eccolo che si sveglia, solleva la testa incrocia il mio sguardo, sorride, si alza in piedi, controlla che lo guardi ancora, mi invia un’occhiata ammiccante, mi fa cenno di seguirlo. Sono incredulo. Mi guardo intorno i pochi presenti dormono tutti, nessuno sveglio nei dintorni, sono le tre e chi vuoi che sia ancora sveglio a quest’ora della notte?
Mi alzo in piedi seguo il miodiogreco all’esterno, c’è ancora aria di scirocco, afosa e appicciocosa. Si dirige verso una zona buia nel terrazzo di prua proprio a fianco dell’oblò della hall del bar. Si appoggia con le spalle contro la parete tenendo l’inguine un poco discosto, come se volesse offrirmelo, mi guarda, ammicca mi fa intendere che il pranzo è servito, pronto per essere consumato.
Mi fiondo ai suoi piedi e comincio a carezzare le cosce, toniche, robuste, sode, le mani salgono lentamente dentro al gambale degli shorts, si soffermano a palpare l’inguine. Poi possano sopra la cinta ed entrano sotto la canotta, scivolano sull’addome, poi sul torace, si soffermano ai capezzoli.
Mi sono alzato in piedi e comincio a saziare la bocca e la lingua assaggiando ogni parte di quel corpo divino. Sollevo la maglietta e la faccio uscire dalla testa adagiandola a terra, la lingua lecca l’ascella, il petto i capezzoli, le labbra li racchiudono e li succhiano a lungo. Sento i suoi mugugni di piacere e io godo del piacere di assaporare quel corpo per tanto tempo desiderato. Le mani massaggiano i glutei mentre la bocca scorre su tutto il torace leccando e baciando, baciando e leccando e mordicchiando dolcemente. I fremiti della sua pelle e dei suoi muscoli, insieme ai mugolii contenuti mi raccontano il suo piacere. Anch’io fremo e godo del piacere di vedere finalmente esaudito il desiderio di un contatto ravvicinato con quel corpo da miodiogreco. Gli shorts sono precipitati a terra e hanno lasciato completamente libero il cazzo monumentale, che già in avanzato stato di eccitazione comincia a svettare e a far vedere tutta la sua statuaria bellezza. Cazzo com’è bello!! e quanto!! Comincio a carezzarlo, e mentre bacio e lecco l’inguine strofino le guance su quel turgido arnese, il naso vi passa accanto a percepire quel dolce profumo di maschio. Mi inginocchio davanti a lui ad adorare la sua forma stupenda.
In quale religione lo hanno innalzato a poteri divini? Non me lo ricordo e non me ne frega so solo che condivido l’opportunità di adorare un cosi fantastico oggetto e di doverlo venerare con attenzione assoluta. La bocca scesa dall’inguine allo scroto, dopo avere succhiato una ad una le due gonfie sfere e poi averle unite in un unico boccone, comincia a sfiorare la base della lunga asta, la bacia, la picchietta con la lingua per tutta la sua lunghezza e la friziona con le labbra provocando l’indurimento totale. Ora è davvero marmoreo, il glande è quasi nudo, il prepuzio si sta stirando sulla verga ha solo bisogno di essere un po’ accompagnato. Allora la bocca lo accoglie al suo interno, lo stringe lievemente e scivola verso il basso. Ecco, ora è proprio tutto stirato, e il glande completamente scoperto comincia a esplorare la cavità della bocca. E’ a questo punto che l’impazienza del miodiogreco si fa sentire e d’un sol colpo affonda tutta l’asta nella gola reggendo la testa affinché non avessi possibilità di ritrarmi. E inizia così un armonioso andirivieni che a tratti mi toglie il respiro e quando la punta arriva nel profondo della gola il piacere è assoluto; peccato che ogni tanto l’inizio di un conato mi costringe a ritrarmi. Si va avanti così per un bel po’; ogni tanto riprendo respiro e raccolgo la pelle del prepuzio per succhiarla e sbaciucchiarla, poi di nuovo tutto in gola finché la lingua non arriva a solleticare i testicoli. E poi di nuovo fuori e ancora giù, sento il suo respiro affannarsi e i suoi movimenti farsi sempre più profondi. La mia mano ha afferrato il mio cazzo durissimo e comincia a massaggiarlo …. Eccolo sta ansimando troppo, sta per godere, l’eccitazione è alle stelle …. AAHHH vengooo …. Dice lui mentre mi scarica in gola uno, due, tre, quattro …. fiotti di caldo latte e io mentre ingoio tutto quel buon nettare e trattengo quell’enorme cazzone nella mia gola, mugulo il mio piacere e scarico fiotti di seme sul pavimento del ponte …..
Che porcelli siamo stati e che soddisfazione aver finalmente potuto abbeverarmi da quelle due otri ben colme di nettare.
Pensavo che ormai il fatto si fosse compiuto e la soddisfazione dei sensi fosse ormai placata e ora anch’io avevo da raccontare la occasione particolare. Ma alzandomi e guardando negli occhi il miodiogreco vedo ancora un lampo di desiderio. Allungo la mano e sento il bestione ancora bello turgido, “che vorrà mai?” mi chiedo speranzoso. Le sue mani possenti mi prendono e mi spingono contro la parete, mi sfilano i bermuda e il costume che prima avevo solo abbassato, mi abbassano la testa obbligandomi a piegare la schiena per mettermi a novanta gradi. Mmmhhhh vuole anche il buchetto. Non finisco di pensarlo e mi ritrovo con una lappata di una calda lingua fra le natiche e due mani ferree che me le allargano. La lingua si fa largo, il buchetto freme, lo imploro di non aspettare più ho una voglia da morire. Non ho mai preso un cazzo di quelle dimensioni, ma voglio provarlo e poi so benissimo che dopo l’attimo del primo impatto il muscolo si rilassa e il piacere subentra e ti pervade. La lingua ha ben lubrificato l’ingresso e la punta si affaccia, sento che preme. Alzo la testa a guardarmi d’intorno d’improvviso mi ha assalito il timore che qualcuno ci può vedere. Nessuno all’orizzonte, neanche dall’oblò della hall del bar si vede movimento. Allora lo incoraggio .. “e daiii spingiiii” … eccolo un affondo unico, mi fa sussultare, cazzo quanto è grosso, mi ha rotto tutto, ma che goduria .. “ohhh siiii … daiii scopamiiii” e così comincia la lunga maratona di quel maestoso fallo all’interno del mio buchetto; ano, sfintere, intestino, tutti occupati da quel morbido e caldo cilindro che si diverte ad andare e venire ad entrare ed uscire, a roteare e fermarsi. La prostata da quelle parti esulta e mi procura contrazioni che stringono il buchetto e allora si che il cannone si muove con più vigore.
Godo e ansimo e lui ansima e geme, finché dopo una buona mezz’oretta di penetrazione io raggiungo il mio secondo orgasmo gridandogli che è un porco a farmi godere così tanto e questo procura anche a lui l’eccitazione assoluta che si manifesta con l’ulteriore ingrossamento fuori misura del megacazzo e l’affondo totale finché i testicoli non arrivano a baciare il buchetto. Fiotti intensi di caldo seme si scaricano con fremiti e contrazioni e invadono tutto il mio intestino. Esausto per questa estenuante cavalcata si riversa sopra di me abbracciandomi e baciandomi sul collo per mostrarmi la sua gratitudine.
Lentamente fa uscire il pene dal culetto, io stringo il buchetto perché voglio conservare il più a lungo possibile dentro di me tutto il frutto del suo piacere. Poi mi fa girare, mi abbasso, lo pulisco dai residui di seme, un bacetto sulle labbra, un saluto con gli occhi pieni di reciproca gratitudine e, indossati di nuovo i nostri abiti, ce ne torniamo di all’interno ad occupare i nostri posti sui divani.
La voce del comandante della nave mi sveglia di soprassalto per avvertire che fra poco si attraccherà in porto, che gli occupanti delle cabine sono pregati di lasciare le chiavi alla reception e che i passeggeri sono pregati di avvicinarsi all’uscita. Ancora una volta tutto come da copione.
Mi ricomopongo, ripiego il sacco a pelo, risistemo il mio zaino, mi guardo d’intorno. L’amico del miodiogreco si è già alzato e si è avvicinato a lui per aiutarlo, lui fatica ad alzare le chiappe dal divano, sta appena appena in piedi sorretto dall’amico. La bottiglia ai suoi piedi è vuota.
Uuuhhhmmm … però .. che bel sogno ho fatto stanotte… sembra che sia stato tutto vero.
Cazzi suoi non sa che cosa si è perso se invece di ubriacarsi avesseeee …….
Stasera a casa mentre mi sparerò una sega mi devo ricordare per bene tutti quei particolari …..
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