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Mio marito a casa di Omar 1a parte


di coppiaestero
18.08.2023    |    14.178    |    24 9.4
"Un grande salone, con due divani e un basso tavolino da salotto, un angolo cucina, e dallaltra parte tre lettini con i rispettivi comodini..."
Alle 18.00 è rientrato mio marito. Volevo raccontargli la mia avventura ma l’ho visto entusiasta e ansioso di raccontarmi cosa gli era capitato inaspettatamente.
-“Cosa è successo? Hai ancora dolore per l’incontro di ieri? "Era stato brutalizzato da un nero". No! No! Amore. Non puoi nemmeno immaginare cosa mi è successo! 
Adesso ti racconto tutto.

-"Il mio capo, mi ha visto troppo stanco, e ha deciso di farmi rientrare a casa in anticipo, e mi ha pregato di passare dall’ufficio postale, per spedire una raccomandata. Mentre compilavo la ricevuta di ritorno: –“Allo, Mario, come va? Tutto bene? La signora Helen sta bene?“- 
Chi ho visto? Era Omar con Abuamar! Erano anche loro alla posta. Omar mi ha chiesto di aiutarlo a compilare la ricevuta. Siamo usciti insieme. 
Mi hanno ringraziato e invitato a casa loro.
Mi è tornato in mente quando, dopo aver goduto mi è caduto addosso schiacciandomi col suo peso.
Ho sentito un formicolio allo stomaco, ho avuto un brivido di piacere, e non ho potuto rifiutare il loro invito. Ci siamo avviati verso casa loro non lontana dall'ufficio postale, come vecchi amici. La loro casa. Un grande salone, con due divani e un basso tavolino da salotto, un angolo cucina, e dallaltra parte tre lettini con i rispettivi comodini. Omar mi ha fatto accomodare sul divano, e si è seduto vicinissimo a me con la gamba attaccata alla mia. Il movimento dei suoi quadricipedi mi trasmetteva ansia mista a libidine che mi faceva vibrare; ogni tanto col braccio mi cingeva la spalla facendomi capire che era arrapato.

Mi guardava con una evidente luce di desiderio negli occhi e mi ha detto esplicitamente che gli era piaciuto il giorno prima, perché ero stata molto brava (usando il femminile) a prenderlo tutto dentro sollevando il culo per farlo entrare in profondità e aveva goduto come un cavallo.  -"Sì, è stato molto bello ed eccitante anche per me..."- ho risposto, guardando in direzione dell.inguine.
Mi ha accarezzato la nuca e la spalla, era eccitatissimo. Toccandoselo mi ha detto: -"Ti piace? Vuoi che te lo metta di nuovo?"- Non gli ho fatto capire quanto desiderassi essere preso e violentato subito.
-"Hai un culo profondo che vuole il cazzo"- Da dietro le spalle, ha infilato la mano nel pantalone, è scesa lungo il solco delle natiche fino al buco e col grosso dito medio lo ha violato. Ero eccitata come una porca e, non nascondo che gli ho facilitato l’accesso.
Quel dito direttamente sul culo mi ha fatto sentire troia; fremevo, ed ero già pronto a farmelo mettere. Al contatto ho emesso un piccolo gemito e il brivido di desiderio non è sfuggito ad Omar. Con la sinistra si è accarezzato il cazzo, dicendo che ero una grande checca, una vacca che voleva far muggire di piacere. Voleva sbattermi e tenermi impalata sul cazzo senza fretta, per farmi godere col culo pieno.
 
Non ne potevo più, ero eccitato, quell'uomo emanava un odore di maschio in calore, che mi dava una libidine incredibile facendomi perdere ogni dignità di maschio, mi faceva sentire femmina ed ero pronta a farmi possedere. Mi sono guardata intorno, per capire se potevamo farlo subito, Abuamar era impegnato a cucinare. Ho incominciato a biascicare le parole con la bocca pastosa, piena di eccitazione: -“ Voo-vorresti mettermelo di nuovoo? Lo hai già duro?“-

-"Sì... toccalo, è diventato duro per te! Vuole aprirti il culo facendoti gemere di piacere e riempirti di sborra! Tu lo vuoi il mio cazzo? Dì la verità che non vedi l'ora di fartelo mettere"- Mi ha preso la mano e l’ha portato sulla patta gonfia. Che bello...!!! Sì… mi piace…. l'ho tirato fuori, l'ho stretto nella mano accennando la masturbazione mentre il mio culo ha subìto un nuovo brivido di piacere. -"Dai, girati zoccola che voglio farti godere mentre ti stantuffo in culo"- Mi sono girato e inginocchiato sul divano permettendogli di smanacciarmi le natiche.  Mi ha preso in braccio come se fossi la sua femmina, e mi ha portato sull’altro divano che era in un angolo più riparato e più in ombra, senza darmi il tempo di sbottonarmi la cintura, mi ha preso i bordi del pantalone insieme agli slip, li ha abbassato scoprendomi il culo e le natiche, mi ha abbrancato, tirandomi verso il suo inguine, e facendomi sentire il contatto con la sua verga, mi ha strappato dei gemiti di piacere che gli hanno fatto capire quanto fossi pronta ad essere sodomizzata. Vieni... vieni checca che ti faccio gridare di piacere"- Mi è piaciuto quel minimo di brutalità che mostrava l'impazienza di possedermi. Mi ha fatto sentire troia, e non vedevo l'ora di essere posseduta. 

Mi ha fatto piegare meglio in avanti aprendomi le gambe, mentre col polpastrello del medio è andato a tastare il pertugio. Ero cotto, la bocca si era riempita di schiuma libidinosa mentre il buco era pronto ad essere slabbrato dal mostro di carne che già conoscevo. Ha ripetuto la carezza salendo dall'interno delle cosce e, arrivato al sedere, ha aperto le natiche con entrambe le dita delle mani e, con volgarità, ha sputato sopra il forellino voglioso, mentre io gli facilitavo il compito, piegandomi a rana, sollevando il culo che vibrava di desiderio... Ha usato il dito per spalmare la saliva introducendo nel sedere una falange insalivata. Mi aveva preparato e messa in posizione, e adesso aspettavo l'arrivo del suo cazzo, con ansia e desiderio. Io ero col pantalone abbassato solo posteriormente e lui aveva il cazzo che usciva dalla patta e sballonzolava a destra e a sinistra, minaccioso come un cobra gigante.

Lo ha avvicinato al buco senza brutalità. Mi faceva sentire femmina e mi tranquillizzava accarezzandomi la nuca, le spalle, i fianchi e le natiche, dicendo che dovevo stare tranquillo, che voleva solo farmi godere. Tremavo di desiderio come una foglia al freddo del mattino. Aspettavo con ansia di essere preso dal mio toro. Finalmente si è piegato sulle gambe, permettendo al suo cazzo di abboccarsi al mio ano che tenevo aperto con le mani; lo ha forzato a schiudersi tenendoselo in mano e lentamente ha fatto entrare ed uscire, più volte, il prepuzio dal buco libidinoso, dandomi un piacere indescrivibile, poi ha fatto pressione e man mano che la bestia si faceva largo tra le crespe del mio culo, lui si alzava sulle gambe e mi appendeva al piolo di carne, non perdevo l'equilibrio perché le sue braccia mi tenevano ai lati e le mani mi arpionavano per guidarmi con precisione sul pistone che stava entrando nel mio sedere. Che bella sensazione essere tenuto appeso al duro cazzo del nero. Lui era alle mie spalle e tenendomi arpionato sul cazzo, mi scopava. Quando affondava mi sollevava e perdevo il contatto col divano e quando lo estraeva mi rimetteva sul divano per poter estrarre la lunga mazza. Ero preda del gigantesco uomo che mi sollevava sul cazzo durante la penetrazione e poi mi rimetteva sul divano, instancabile, in un gioco di estrazione e di penetrazione accompagnato da piacevolissime carezze fatte a tutto il corpo, spalle, gambe, cosce, fianchi e persino sui capelli, sulle guance, e sulla bocca in cui inseriva il pollice che succhiavo e, da quella checca libidinosa ed esperta che ero diventata, già desideravo un altro cazzo in bocca da far godere ingoiandolo tutto. Ero la sua vacca in calore.

Il mio toro godeva a sbattermi ed io godevo a sentirlo penetrare mentre il suo bacino sbatteva sulle chiappe... era un piacere incredibile. Tutto ciò che mi faceva e diceva mi dava piacere; mi provocava scariche elettriche che mi facevano vibrare lo sfintere che strizzava quel palo enorme che ricevevo nel retto.
Per il mio piacere lo stringevo con l’anello e con tutti i muscoli delle natiche, per sentirlo in tutto lo spessore e in tutta la sua lunghezza. Ero preda di un isterismo di piacere che si diffondeva a tutto il corpo facendomi gemere come una troia. Appesa come ero, al suo piolo di carne mi ha portata sull'altro divano. Avevo le mani appoggiate, come se stessi pregando Allah. Il suo membro duro non mi ha lasciata un momento, restando dentro di me. Ha puntato i piedi per terra e appoggiato le mani alla spalliera per poter estrarre e affondare, a stantuffo, l'enorme membro. Mi aveva sotto ogni volta che lo estraeva si creava un vuoto che risucchiava il mio ano, e poi mi inculava, con colpi poderosi che mi facevano sobbalzare in avanti. 

Mi sovrastava completamente, la sua bocca, si allontanava e si avvicinava, al mio orecchio e con gentilezza, mi sussurrava che avevo un culo fantastico e che lo facevo godere meglio di una donna.

Mi ha chiesto di diventare la sua troia... la sua femmina di tutte le domeniche. Mi chiedeva di stringere le chiappe per mungere il cazzo facendolo godere perché ero la sua troia, la sua checca fantastica. In quella posizione il suo torace mi sfiorava le spalle e sembrava che l’unico contatto che ci fosse tra noi, fosse la verga che come un pistone entrava ed usciva dal mio slabbrato ricettacolo. Ogni tanto mi dava dei colpi più poderosi che mi facevano sobbalzare in avanti, ma subito rinculavo per riprenderlo favolosamente tutto dentro.

Ero ormai una checca folle; mi contorcevo sotto di lui, isterica di piacere, danzavo sotto il suo cazzo da gorilla nero, sollevavo il culo preparandomi a ricevere nuovi colpi e sentivo il contatto del suo peloso bacino sui miei glutei, mentre i coglioni, come grossi batacchi, mi sbattevano tra le chiappe. Mi sentivo come una vacca in calore, e mi è sembrato quasi di sentire il muggito, della vacca che mi sentivo di essere diventata guardandomi nello specchio che era sulla parete.
Mi violentava. Sembrava un toro; sollevava il culo e poi lo riaffondava. Mi piaceva immaginarmi vacca e proprio come una vacca godevo muggendo muuuuhh, muuuhh, a bocca aperta sotto i suoi affondi.

Mi ha dato un godimento incredibile sciogliermi di piacere sotto i suoi colpi. Ho infilato una mano in mezzo alle gambe e l'ho preso per i testicoli tirandolo dentro di me. E' impazzito.

Eccitato mi ha gridato che ero una troia, che ero una checca in calore. Sì, in quel momento ero una checca, mi contorcevo sotto di lui per farmelo piantare tutto, fino in fondo. Mi ha dato gli ultimi poderosi colpi e prendendomi dai fianchi mi ha tirato con forza sul cazzo, schiacciandomi il culo sul suo inguine per poter ottenere l'affondo totale e scaricare nel retto più profondo un fiume di sborra calda, che accoglievo con un lento movimento circolare delle chiappe assecondando le pulsazioni del membro durante l'orgasmo.

Si è accasciato su di me, facendomi godere un orgasmo anale incredibile, senza che nemmeno mi fossi toccato il cazzo.

-“Amore, godere sotto quel toro, è stato qualcosa di eccezionale”- 
Mi ha detto mio marito, avendomi raccontato ogni particolare del rapporto con Omar.
NON è FINITA QUI leggete il prossimo...
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