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Posseduto e desiderato


di apsweetlover
02.08.2020    |    21.992    |    22 9.7
"Teneva la sua mano sulla mia natica ferma e mi tirava a sé..."
Vivevo all’estero in un paese un po’ arretrato. Avevo da poco compiuto 12 anni e a scuola le ragazzine impazzivano per me. In classe eravamo una trentina e molti erano ripetenti plurimi. C’era un ragazzo che ormai aveva 17 anni ed era ormai alto almeno 20 cm in piú di me.
Erik spesso parlava con me, gli ero simpatico palesemente. Ad ogni occasione si andava in bagno assieme per sfuggire ai prof. più pesanti.
In palestra era l’unico che dopo la ginnastica faceva la doccia insieme a me e ad un altro paio di compagni. Non avevo mai visto un pisello così grande anche a riposo e coi peli, io che avevo avuto solo da poco la prima sborrata e due peli due sulle palle.
A metà anno eravamo ormai amici e passavamo assieme la pausa pranzo prima delle lezioni del pomeriggio. Un giorno gli chiesi come mai io non avessi ancora tanti peli come lui e non tanto grande come il suo. “Ti cresceranno tranquillo tra un anno o poco più. Hai già avuto la cremina dal pisello?”
Risposi di sì da almeno 6 mesi un po’ arrossendo. Stavo in fondo confessando che mi masturbavo già da tempo.
“Allora non aspetterai molto presto ti si faranno i peli folti come i miei”
“Ed anche il coso mi diventerà grande come il tuo?”
“Dipende, bisogna misurare quanto è lungo oggi alla tua età per capire”
“Da dove lo misuro?”
“Dall’attaccatura del tuo cazzo in alto alla pancia fino alla punta. Ma devi misurarlo quando è duro”
“Non ho capito da dove”
“Andiamo in bagno che ti faccio vedere”
Una volta al chiuso del cesso si sbottonò il pantalone e lo tirò fuori dalle mutande. Era moscio ma era lungo e grosso. “Guarda da qui a qui”
“Ho capito.”
“Fammi vedere da dove a dove”
Non sapevo che fare ... tirare fuori il mio o toccare il suo?
Scelsi di puntare delicatamente un dito sulla base del cazzo e poi sulla punta. Lo sfiorai leggero, in fondo era un po’ imbarazzante.
Il suo cazzo al mio tocco sulla punta si indurì di colpo.
“Urca” dissi sorpreso.
“Dai misuralo” mi disse suadente, “usa le dita della mano come un metro”
Mi prese la mano sinistra la mise a paletta e la mise alla base del cazzo. “Dai usa anche l’altra vicina.” Mi sentivo confuso, in pericolo, ma non volevo farlo vedere. Spavaldo misi le altre 5 dita dopo le prime e poi spostai la sinistra in avanti.
Dandomi un contegno disinvolto dissi “15 dita più un poco di più..”
Sotto le dita sentivo la carne dura e calda di quel cazzo grande teso.
Tolsi le mani e non potei non notare che era proprio bello. Grande e lungo ma plastico e con una forma armonica. Come le statue del giardino della scuola ma tanto più grande.
“Dai ora misurati il tuo” e così dicendo mi sganciò la cintura e senza aspettare mi caló i calzoni e gli slip in un colpo solo.
Incredibilmente il mio cazzetto era diventato duro e per quanto piccolo era lì teso.
Mi sentivo in difficoltà, percepii il pericolo di qualcosa ma non feci in tempo a reagire. Mi prese la mano e me la mise sul cazzetto e mi fece misurare. 8 dita appena.
“Non mi convince la tua misura. Mettilo contro il mio pisello”
Non attese me, ma prese il mio cazzo con la mano sinistra e facendo un passo avanti lo mise accanto al suo pelle contro pelle. Per tenermi ben vicino mi mise la destra sul culo nudo avvicinandomi di più. Mentre respirava forte mi disse “vedi non è piccolo”.
Teneva la sua mano sulla mia natica ferma e mi tirava a sé. Poi lasciato i nostri cazzi mi mise la mano intorno alla vita e si chinó verso il mio viso. Aveva la sua bocca umida a pochi centimetri dalla mia che ero tutto teso col corpo all’indietro. Sentivo il suo cazzo durissimo contro la pancia.
Non sapevo come sciogliermi da quella presa. Sentii la sua mano che cominciava a correre lieve e dolce sul mio culetto senza peli. Mi piacevano quelle carezze. Gli misi una mano sul petto per fermarlo ma lui la prese e di forza se la mise sul cazzo e si avvicinò di più alle mie labbra spingendomi contro il muro per impedirmi di staccarmi.
Strinsi il suo cazzo e lo sentii fremere, accidenti che bestia, “ed ora che succederà?”
Mi mise le labbra contro le mie a bocca aperta e mi arresi.
Sentii la sua lingua entrarmi in bocca e girare contro la mia lingua. Un bacio lungo senza fine. Le sue mani ora carezzavano con forza il mio culetto, e ad ogni rotazione sentivo un dito che percorreva lo spacco del sedere. Un po’ solletico un po’ piacere.
Girai il viso per respirare ma mi rigiró la testa e mi rimise la lingua in bocca. Cominciai a copiarlo spingendo indietro quella lingua calda che un po’ mi soffocava.
Respiró e sibilò “oh amore si cosí”
Non smetteva di baciarmi profondo e voglioso. Ogni tanto si metteva un dito in bocca e poi umido di saliva lo metteva piano piano sul mio buchino. Sapevo cosa sarebbe accaduto ora. Cercai di staccarmi e invece mi spinse giù in ginocchio di forza. “Se mi ami bacia lui come baci la mia lingua” disse eccitato mettendomi il cazzo rosso e viola davanti al bocca mentre mi teneva la testa con le mani e la tirava verso quel cazzo di fuoco. Mi sembrava ancora più grande.
Chiusi gli occhi e mi arresi. Presi la cappella in bocca e stringendo piano le labbra mossi la lingua intorno al cazzo.
“Si così amore, anche su e giù”
Seguivo il movimento delle sue mani e del suo bacino e lo slinguavo veloce. In fondo non era spiacevole così come non lo erano stati i suoi baci.
Poi con troppa saliva ingoiai e succhiai un attimo.
Un ah accolse il mio risucchio e capii che così gli piaceva. Più leccavo e succhiavo più sentivo le sue mani lasciare la mia testa libera.
Continuammo per un tempo lungo non so, forse dieci minuti buoni. Poi di colpo tirò via il cazzo dalla bocca dicendo “così mi farai venire subito”. Che diamine voleva dire con quel venire? Venire dove?
Mi tirò su e mi rimise la lingua in bocca per una bacio lungo e voglioso. Sentivo che non era in grado di fermarsi e onestamente mi era piaciuto quel grosso cazzo succhiato e leccato. Avevo voglia di rifarlo. Feci per abbassarmi ma mi fermò, mi fece girare ed appoggiare al lavandino mentre lui si sedeva sulla tazza. Mi spinse a 90 gradi e di colpo sentii la sua lingua leccarmi il buco e le natiche. Me le mordicchiava e poi mi infilava la lingua nel culetto e ci girava dentro. Poi ad un tratto sentii la sua punta entrare nel buchino. Era bellissimo sentire quella cosa calda entrare nel buco. Mi leccó a lungo e ogni tanto sentivo la sua lingua entrare di più dentro. Ormai sentivo il buchino aperto come un senso di freddo che entrava nel buco profondo.
Poi mi tirò all’indietro col busto e da dietro mi giró il viso e mi baciò profondo ed infoiato.
“Giura che sei il mio amore è sarei sempre il mio amore”. Non sapevo che diamine dire, ma la sua voce aggressiva non ammetteva repliche.
“Sei il mio amore sempre il mio amore” balbettai.
“Ora sarai mio per sempre, saró il primo e l’unico e tu non farai questo con nessuno mai”.
“Si”
Mi rimise a 90 gradi e si sputò sul cazzo e sulle dita.
Mi infilo le dita sul buco e lo bagnó tutto più volte.
Poi sentii la sua cappella premere contro il mio buco. Prima lento e delicato
Spingeva con piccoli colpi lenti in avanti e sentivo il mio buchino che non riusciva a farlo entrare. Sapevo che stava per sverginarmi ma non avevo paura.
“Non farmi male”
Spingeva da fermò contro il buco facendo pressione ma non muoveva il bacino. Ogni tanto si sputava sul cazzo e sulle dita e cominciò a far entrare un dito bagnato nel buco.
All’ingresso del dito era bello ma poi quando andava profondo nel buco mi dava fastidio.
Non so come ma ad un certo punto fra premere col cazzo e con il dito me ne infilò un secondo. Mi sentii aperto e mi piacque sentire il buco aprirsi.
“Mi piace con le dita ma se vai profondo mi da fastidio” dissi dandomi un contegno.
Si abbassó di colpo e mi infilò la lingua profonda in culo. Sentivo la sua carne guizzare nel buco umida e bagnata. Era bellissimo. Avrei continuato per ore a sentire la sua lingua infilata nel buchino.
Si tiró si è mi sussurró “amore ora ti farà un pochinino male ma poi ti piacerà moltissimo. Ti amo”
Prese la cappella contro il buco e mi allargó le natiche con le mani. Spinse con forza e all’improviso sentii il buco che si aprì con un bruciore forte. Sentii il cazzo entrato con tutta la cappella. Era grande e faceva male. Mi diede due colpi lenti e lo tiró fuori. “Aspetta che devo farti passare il dolore e aprire il tuo buchino un poco ancora.”
Mi rimise il cazzo contro il buco mentre ci sputava sopra. Entrò ed uscì 5 o 6volte. Ad ogni volta sentivo il buco bagnato e col fresco che entrava.
Misi un dito per vedere e il mio buchino stretto era aperto come un buco di lavandino.
Mi aveva aperto e sverginato pensai. In fondo non tanto dolore, ma neanche tanto bello.
Invece a quel gesto mi prese per i fianchi e mi schiaffó il cazzo dentro con forza.
Comincio a entrare sempre più profondo e con forza.
Sentivo il suo cazzo tutto dentro e mi sentivo bene. Mi piaceva quella cosa durissima che spingeva dentro di me con forza e voglia. Mi tirava a sé e mentre mi stantuffava mi baciava pazzo in bocca.
Poi mi ha girato e messo con la schiena sul lavandino e ha infilato il suo cazzo profondo mentre mi baciava goloso e mi teneva le gambe contro il petto.
Poi mentre mi sussurrava “mio mio mio amore mio mio” ho sentito il suo respiro affrettarsi veloce e un aaahhrrrg mentre sentivo un fiotto di liquido riempirmi il culo.
Continuò a pomparmi e a schizzare per almeno un minuto.
Si fermó. Mi aveva preso completamente. Sapevo che ora sarebbe successo qualcosa e sarebbe stato decisivo per la mia vita.
Mi baciò dolcemente e risposi con passione. Mi era piaciuto tanto e mi piaceva quel cazzo un po’ meno duro ma ancora grande ancora nel mio culetto tutto aperto.
Ci rivestimmo in silenzio.
“Da oggi sei mio”
“Sono tuo”
Nel secondo semestre facemmo l’amore ogni giorno in pausa pranzo. Il suo cazzo mi entrava facile e sempre voglioso ed in classe ogni volta che potevo non visto gli sfioravo il cazzo nei pantaloni. Qualche volta che si scappava in bagno assieme mi buttavo sul suo cazzo a succhiare veloce.
Ero diventato proprio bravo. Più volte me lo feci venire in bocca in pochi attimi. Lo eccitavo a tal punto in classe che quando lo tirava fuori giá gocciolava.
Negli ultimi mesi ero io che lo facevo sedere sulla tazza e me lo cavalcavo di spalle o di fronte finché non mi appoggiava sul lavandino e mi sborrava dentro mentre mi baciava impazzito.
Lui mi ha sverginato ma io l’ho fatto morire d’amore.
Poi tornI in Italia e lo persi di vista. Sei stato il mio primo amore Erik. Spesso ti sogno la notte mentre immagino il tuo cazzo sfondarmi ancora una volta.
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