Gay & Bisex

Renzino


di cosmopoli
26.07.2013    |    7.787    |    6 8.5
"Doveva intuire quando stavo per venire..."
Era il classico gay effeminato, Renzino: viveva nel mio condominio, un palazzone dormitorio alla periferia delle città, popolato da un’umanità variegata. Aveva superato i cinquant’anni, aveva i capelli biondi tinti, un viso lunare da persona rotondetta, labbra spesso a canotto, occhiali spessi. Camminava sculettando, sporgendo in fuori un culetto prosperoso, evidenziato dai pantaloni di pelle o di lycra che portava aderentissimi.
Noi ragazzi del quartiere lo prendevamo in giro: quando tornava dal lavoro, faceva l’infermiere all’ospedale, lo circondavamo con i motorini, ci toccavamo il pacco, gli chiedevamo se voleva favorire. Lui reagiva dicendoci di lasciarlo in pace: aveva una nocetta sottile, e parlava esattamente come la gente si immagina a torto o a ragione che parlino i gay.
Un mio amico mi mise un giorno la pulce nell’orecchio: tornavamo dalla discoteca le palle gonfie per la voglia e lui se ne usci fuori con un “ secondo me Renzino a fare pompe non lo batte nessuno” Io gli risposi con un “ma va” ma dentro me qualcosa si muoveva. Il fatto era che il cazzo mi scoppiava spesso nei jeans e non aveva ancora trovato modo di svuotarmi per bene: andavo ancora a scuola,facevo l’ultimo anno della scuola superiore, e le ragazze erano moraliste, restie a osare qualsisiasi mossa che potesse poi attribuire loro la fama di puttana. E di uscire da solo la sera a cercare sesso non se ne parlava neppure.
Un pomeriggio tornavo dalla piscina: avevo un giubbotto di pelle, un chiodo, jeans bianchi aderenti, e il borsone con l’accappatoio e i costume. Salii sull’ascensore e c’era Renzino che vedendomi entrare mi lanciò una sguardo davvero eloquente verso la mia parte bassa. Entrarono anche l’inquilina del terzo piano con i bambini e le borse della spesa. La cabina aveva poca luce e si stava stretti e Renzino all’improvviso si appoggiò a me: sentivo il suo culo esattamente all’altezza del mio cazzo che nel frattempo si era indurito. Guardavo quelle chiappe fasciate dai pantaloni neri di pelle che gli lasciavano un solco in mezzo: Provavo l’impulso improvviso di piantarglielo dentro: me lo vedeva sculettare tutto con il mio uccello dentro, avvolgermelo tutto attorno e farmi sborrare…
Quando la donna con i figli usci, mi accorsi davvero che avevo un erezione gigantesca, messa ben in evidenza dai jeans bianchi stretti. Se ne accorse anche Renzino che senza dire niente mi mise una mano sopra e me lo strinse, dandomi i brividi
“ Hai tempo qualche minuto?” mi chiese, avvicinandosi.
“ Si “ risposi con un fll di voce..
“ Saliamo al terrazzo …a quest’ora non c’è nessuno…te lo ciuccio per bene…vedrai che ti svuoti…alla tua età”…
Io sprofondavo dalla vergogna, temevo che qualcuno ci vedesse, tuttavia non incontrammo nessuno.
Sul terrazzino del palazzo c’era una specie di stanzetta chiusa dalla quale si prendeva le scale per scendere.
Arrivati li mi misi appoggiato al muro e Renzino sembrava come impazzito…
“ quanto sei bono…sai di maschio…ti voglio annusare e leccare tutto” e mentre lo diceva mi leccava tutto il chiodo insalivandomi la pelle…Poi finalmente sentii mordermi il cazzo da sopra i jeans.” Sa un po’ di piscio …mi fai arrapare” si interrompeva per dirmi….Lo vedevo accovacciato ai miei piedi la testa bionda e sentivo la pressione delle sue labbra e della sua lingua sul mio pacco.
Poi finalmente mi apri la cerniera e me lo tiro fuori: era davvero un gran bocchinaro!. Iniziò con il lucidarmi la cappella e le palle con la lingua, poi se lo mise in gola e rimase senza succhiare per qualche istante, poi avidamente me lo ciucciava facendomi sentire il risucchio….doveva intuire quando stavo per venire..perché a quel punto di fermava, me lo teneva stretto fra le dita, mi succhiava i coglioni e ricominciava a ciucciarlo forsennatamente, alterando gola e lingua sulla punta.Cazzo che pompino mi stava facendo era davvero una fornace….poi alzò la testa e mi disse
“ ora scopami in bocca…io mi metto la testa appoggiata al muro come fossi la tua troietta…ci dai dentro bene…dammi pure delle belle botte: fai come se la mia gola fosse una figa…di te mi bevo tutto”…
Non resistevo davvero più…se avessimo continuato mi sarebbe scoppiato l’uccello…glielo sbattei un poì sulla faccia e poi glielo infilai in bocca. Iniziai a pistonarlo con grandi energia mentre lui faceva di tutto per avvolgermi con la bocca calda l’attrezzo..mi sentivo inghiottire da una specie di piovra idrovora….e alla fine cedetti sborrandogli in bocca….mi lasciai pulire dalla sua lingua..non restava una sola goccia di sborra.
Me lo rimisi nei jeans e senza dire una parola, imboccai le scale per tornare a casa.
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