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Gay & Bisex

Un triangolo particolare - 2


di corsaro200
07.05.2025    |    7    |    0 8.0
"Continuando con una mano a segarmi con l’altra si liberò dei suoi pantaloni e mutande e cominciò a smanettarsi anche il suo..."
Capitolo secondo
Rimasti soli i due si trasferiscono in salotto e Saverio, guidato di Mario, prepara due drink. Con un bicchiere in mano le confidenze vengono spontanee e Mario confessa che è la prima volta che ha avuto un rapporto completo ed è avvenuto con un uomo.
- Visto quello che è successo in spiaggia e poi qui a casa tua con Vittorio, pensavo che tra voi due ….
- Vedi Saverio, quello che è successo in spiaggia e poi qui a casa è dovuto alla tua influenza, la tua disponibilità ed esperienza, lui e io fin ora ci siamo solo toccato i genitali, anche un po' scherzosamente. È stato lui a cominciare e, a differenza di me, penso che qualche esperienza l’abbia già avuta, io invece, anche se sono un uomo maturo, ho fatto il solitario. Nella mia situazione non è facile trovare un partner. Solo quando Vittorio un po' scherzosamente mi ha coinvolto, ho capito che non mi dispiaceva anche se lo stavo facendo con un uomo.
- E come è avvenuta la vostra conoscenza?
- Ora ti racconto e, dato che il drink lo hai finito e devi solo ascoltare, avvicinati e impegna la bocca succhiandomi il cazzo, che lo fai molto bene e mi dai molto piacere.
- Sai Mario i miei anni li ho ben impiegati, di esperienze ne ho fatte tante e non tutte nel ruolo passivo che ho avuto con voi. Visto che me lo chiedi con tanto garbo, mi metto all’opera mentre ti ascolto, ma se vorrai provare altro sono a disposizione.
- Non è tanto che Vittorio e io ci conosciamo, tutto è cominciato due settimane fa. Avevo bisogno di un accompagnatore e chiamai un giovane che fa volontariato in un’associazione che da assistenza ai non vedenti.
Composi il numero e:
- Pronto
- Buongiorno Francesco, sono Mario P… , puoi dedicarmi due ore per accompagnarmi?
- Porca vacca Mario, non posso, ho un impegno. Hai già chiesto ad altri dell’Associazione?
- Sei il secondo che mi dice di no.
- Senti Mario, sto con un amico, che conosco da sempre, siamo stati a scuola insieme. Gli ho più volte parlato dell’Associazione Volontari Assistenza Non Vedenti e mi è sembrato interessato. Aspetta un momento, voglio fare un tentativo.
Quando riprese mi disse.
“L’ho proposto a Vittorio, l’amico che è con me, e mi dice che è libero. Veniamo subito a casa tua, così fate una prova lì in casa per fargli vedere cosa deve fare. Sono sicuro che andrà bene.
Poco dopo i due sono a casa mia.
- Ti presento Vittorio, Mario istruiscilo e tu Vittorio impegnati e dai il meglio di te, io vado.
- Vittorio, è un piacere conoscerti. Hai visto camminare un cieco e il suo accompagnatore?
- Sì, ho visto più volte Francesco e anche altri.
- Bene, allora io ti metto una mano su una spalla e tu camminando avanti a me dovrai dire se c’è un gradino, un ostacolo. Mettiti di spalle davanti a me e proviamo.
Fatto un giro intorno al tavolo, andammo in un’altra stanza e lì Vittorio si fermò e disse.
- Mario, e se mi prendi o ti prendo sottobraccio, (e lo fece), non è più comodo e sicuro?
Feci un sorrisino di assenso e risposi.
- Certo che sì, anche se per una nostra prima volta è inconsueto.
- Aboliamo i formalismi.
- Bene. Allora ho una richiesta da farti.
- Dimmi Mario.
- Tu saprai che chi è cieco usa le mani, come fossero gli occhi, per farsi un’idea della persona con qui viene a contatto, i miei polpastrelli sono diventati più sensibili. Ti posso toccare?
- Certamente, a patto che, se anche a me viene voglia di toccarti, posso farlo, magari chiudo anche io gli occhi, per essere alla pari.
- Ma certo che puoi farlo, anche se nessuno me lo ha mai chiesto.
Eravamo difronte a meno di venti centimetri l’uno dall’altro, come poco fa con te. Vittorio nel sentirsi toccare a quel modo probabilmente si sentì molto coinvolto e, chiusi gli occhi, mi toccò anche lui muovendosi specularmente a come facevo io. Questa cosa nuova coinvolse e turbò anche me. La persona che andavo a scoprire toccandolo mi piaceva.
Ci toccammo allungo il viso, passandoci le dita anche sulle palpebre chiuse, sulle labbra non serrate ma appena socchiuse da sentire il soffio caldo sulle dita. Poi le mani scesero a toccare il collo, le spalle e più giù sotto le ascelle, accarezzando i pettorali, arrivando ai fianchi. Avevamo addosso giusto una maglietta aderente, da poter contare le costole e sentire quasi la pelle sotto le dita. Arrivati ai fianchi il piacere di toccarsi non si era ancora esaurito e andammo giù. Le dita delle mani accarezzarono le chiappe e il pube dove avvertii lo stesso gonfiore che avevo io.
A quel punto, feci un passo indietro e dissi.
- Si sta facendo tardi, dobbiamo andare.
Mentre queste parole mi escono dalla bocca, Saverio eccitatissimo per quello che stava sentendo, ci da dentro con più foga e passione e, per la seconda volta nella stessa giornata, sborro nella sua gola.
Subito dopo vengo preso da un torpore post coito e, quando mi riprendo, sento che Saverio ansima e chiedo.
- Saverio che hai?
- Da quando sono entrato in casa tua non faccio altro che ricevere sborro, non resisto più, devo sborrare anche io o scoppio. Mi sto segando.
- Potessi vederti.
- Non puoi vedermi, ma puoi fare di più. Puoi darmi una mano e, se non lo hai mai fatto, potresti anche scoprire che ti piace. Mi aiuteresti a sborrare con più vigore. Scivola giù sul tappeto dove sono sdraiato
Sorpreso di me stesso lo accontento. Saverio allunga il braccio, mi prende la mano e se la porta al cazzo.
Bastano pochi colpi datigli dalla mano di Mario e, con l’eccitazione che è andata sempre più crescendo, Saverio sborra, imbrattandogli la mano che viene subito ritratta.
- Scusami Mario.
- Ma che dici, sono io che mi devo scusare, ma è tutto così inverosimile per me che non controllo le mie reazioni. La prossima volta partiamo insieme, io a te e tu a me. Oggi sono venuto già due volte e sono appagato. Vado a prendere lo scottex.
………………..
- Saverio sei ancora disteso sul tappeto.
- Sì, Mario.
- Posso sdraiarmi vicino a te?
- Ne sarei felice.
Saverio è il primo uomo che Mario sta abbracciando.
- Io ho parlato tanto, ora dimmi tu cosa è successo in spiaggia, come è avvenuta l’intesa tra te e Vittorio.
- Mario tu sai da chi è frequentata quella spiaggia?
- Cosa vuoi dire.
- Chi di voi due ha deciso di andare in quella spiaggia?
- L’ha scelta è stata di Vittorio.
- Mario, quella è una spiaggia in cui si possono fare incontri, dove uomini vanno per cercare altri uomini, mi spiego?
- Sì, ho capito e conferma quello che ho pensato di Vittorio, che con me non è la sua prima volta. Ora dimmi come è andata.
- Appena arrivato mi sono guardato in giro, ci sono pochi bagnanti. Devo scegliere un posto dove mettere l’ombrellone. Camminando vedo due che stanno sotto un ombrellone, distesi pancia in giù. Uno legge un libro e l’altro mi sta fissando in modo fin troppo esplicito, uno sguardo ammiccante e sfacciato. Intanto gli sono arrivato vicino e, sempre guardandomi con quello sguardo malizioso, si infila una mano nel costume per toccarsi l’uccello. Una chiara provocazione, un invito a non allontanarmi e mi fermo invadendo il campo. A questo punto Vittorio ha fatto un’esibizione tutta per me, si è sistema il costume per mostrarmi le chiappe, lo stesso ha fato con il tuo costume e in aggiunta mi è sembrato che abbia cercato di ficcarti un dito nel culo.
- Sì Saverio, confermo ha cercato di farlo.
- E tu gli sei andato addosso dicendogli di smettere che vi potevano vedere e lui ti ha proposto di andare in acqua. Solo allora, quando vi siete alzati e insieme vi siete mossi per andare in acqua, ho capito che tu non ci vedi. Con un gesto della mano Vittorio mi ha invitato a seguirvi e l’ho fatto.
Una volta in acqua Vittorio ha toccato il mio cazzo e il tuo, prima con le mani e poi con i piedi. Quando anche io, come già stavi facendo tu, ho allungato un piede, oltre al cazzo di Vittorio ho tocca anche il tuo piede, così hai scoperto il gioco e, dopo un momento di riflessione hai deciso di partecipare.
Ora vorrei riprendessi a raccontare di te e Vittorio.
- Quando per paura e altro bruscamente mi sottrassi e uscimmo di casa, Vittorio mi prese per mano, nessuno dei miei accompagnatori lo aveva fatto. Essere tenuto per mano in mezzo alla gente, in un modo così intimo, che meglio non so descrivere, mi turbò, mi sentii il sangue ribollire e mi eccitai. Probabilmente la stessa cosa era successa anche a lui e, giovane ed esuberante quale è, volendo farmelo sapere, portò le nostre mani unite davanti a sé e mi fece sentire sul dorso della mano il duro del suo cazzo, poi col dorso della sua mano fece la stessa cosa con me e, sentito che anche io ero eccitato, fece un verso, definibile un’esultante risata, e manifestò la sua felicità abbracciandomi lì, in mezzo alla gente. Riprendendo a camminare mi prese sottobraccio e fu ugualmente eccitante. Quando fummo di ritorno a casa mi abbracciò da dietro, mettendomi le mani sul cazzo e facendomi sentire dietro al culo il suo cazzo già barzotto che continuava a indurirsi. Prima provai a sottrarmi, poi la mia resistenza fu sempre meno, fino a diventare partecipazione portando anche io le mani dietro di lui a toccargli il culo.
Eravamo entrambi eccitati e vogliosi. Fu lui a tirarmi giù la lampo, cercarmi l’uccello spostando le mutande, metterlo fuori e iniziare a menarmelo. Da lì ogni suo movimento ebbe l’intendo di togliere di mezzo gli indumenti che avevamo addosso, prima i miei, slacciandomi la cintura e il bottone dei pantaloni per calarmeli e con essi le mutande, mettendomi a cazzo e culo nudi. Continuando con una mano a segarmi con l’altra si liberò dei suoi pantaloni e mutande e cominciò a smanettarsi anche il suo. Oltre a non vedere, era come se non avessi neanche le mani, che penzolavano inerti senza opporsi, ma neanche partecipare. Vista la mia passività me lo fece sentire tra le gambe. La punta del suo cazzo umida e vischiosa sulla mia pelle, mi fece reagire e mi girai, così facendo una mia mano incontrò il suo cazzo e lo strinse. Muovendoci in sincronia, stringendo io il suo cazzo e lui il mio, tra mugolii, palpeggiamenti e incitamenti, sborrammo nello stesso momento.
Quello che ho appena raccontato è successo, più o meno nello stesso modo, altre volte quando l’ho chiamato per accompagnarmi da qualche parte. La settimana scorsa mi ha chiamato lui proponendomi di andare in spiaggia, e lì ci siamo toccati stando in acqua, un po' come abbiamo fatto noi tre. Non essere complementari ma uguali evidentemente gli aveva fatto capire che quello che ci voleva per noi, per completarci, era un partner che lo fosse, ce lo siamo anche detto e per eccitarci lo abbiamo pensato anche in azione, ma non pensavamo che potesse veramente succedere di trovarlo.
- E invece lo avete trovato.
Mario, se anche tu lo vuoi, io non ti lascio più. Sono libero e mi metto già da ora a tua disposizione, se devi andare da qualche parte, non dovrai chiedere ad altri, sarò io il tuo accompagnatore fisso.
- Bene, allora comincia subito a renderti utile, andiamo in cucina, guardati in giro, individua bene dove sono le cose e, senza cambiare di posto a niente, neanche un barattolo insignificante, prepariamo la cena per quando torna Vittorio che sarà affamato e voglioso.
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