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La benda rossa: incesto in incognito – Cap. 3


di Membro VIP di Annunci69.it Aquarius
19.05.2025    |    5.576    |    5 9.9
"Con tre dita così non l’aveva mai provato..."
La benda rossa – Cap. 3: Un dolce risveglio - Giochi lesbo con l’amica di gioventù

La vicenda di Rachele e del figlio Samuele riprende dalla conclusione dei primi due episodi (pubblicati a novembre 2024, di cui si mantiene il titolo originale per continuity) con nuove vicende.
* * * * *

Quella sera, dopo il compimento dell’atto incestuoso, madre e figlio rimasero a dormire nel letto matrimoniale l’uno accanto all’altra. Avevano bevuto vari bicchieri di spumante per quella strana occasione che avevano vissuto e che gli avrebbe cambiato la vita. Così Rachele, con la mente annebbiata dai fumi dell’alcool ebbe un sonno agitato: da una parte il suo corpo non si era mai sentito meglio, appagata dai godimenti che da troppo tempo le mancavano; dall’altra la sua mente era un turbinio di pensieri, in cui le emozioni positive erano turbate dal senso di colpa e di peccato per quello che aveva fatto. Se inizialmente il sesso con suo figlio era avvenuto a sua insaputa, a causa della benda rossa che le occultava la vista e la percezione della realtà, in seguito l’eccitazione e l’attrazione ebbero la meglio per fare l’amore come infine voluto da entrambi.
Ma nella successione di pensieri notturni, le venne anche il dubbio se fosse stato vero o solo un sogno erotico creato dal suo subconscio.

Ora Rachele si stava svegliando; aprì lentamente gli occhi nella penombra con la poca luce che filtrava dalle persiane. Si accorse di essere nuda e soprattutto che suo figlio Samuele era accanto a lei, ugualmente nudo e con il suo grosso uccello in piena erezione mattutina.
Lo guardò con ammirazione e soddisfazione, era proprio un bel ragazzo. Così cominciò ad accarezzarlo mentre lui ancora dormiva profondamente. Dal viso le mani passarono al torace e quindi, inevitabilmente, al pube. Gli cinse il membro con le dita muovendolo delicatamente e, senza pensarci troppo e senza poter resistere alla tentazione, si avvicinò con il capo e iniziò a leccarlo prima dalla base, poi lungo l’asta e infine sulla cappella turgida. Ne sentiva l’aroma di giovane maschio e dei residui di sperma del precedente amplesso. Continuò lentamente l’opera per poi prenderlo tutto in bocca, iniziando a succhiarlo con dolcezza.
Nel mentre la madre si prendeva cura del suo arnese, Samuele cominciò ad avvertire qualcosa in quelle zone ma essendo ancora pressoché addormentato non se ne rese subito conto. Poi gli stimoli aumentarono e quindi iniziò a mugolare per poi aprire lentamente gli occhi nel dormiveglia.
Finalmente realizzò: sua madre gli stava facendo un pompino mattutino! Una cosa fino al giorno prima da non credere ed ora invece una piacevole realtà. Riuscì solo a dire:
“Mmm.... ma... mamma... che fai?”
Lei contenta che il suo bambino si fosse svegliato a seguito del suo trattamento, fece:
“Shhh!... Tranquillo Samuele, la mamma si sta prendendo cura di te!” e si ricacciò il cazzo in bocca fino in gola, ora risucchiandolo con più decisione.
“Oh sì, mamma... continua pure... che piacevole risveglio!”
Rachele seguitò a spompinare il figlio, ipnotizzata da quel bastone di carne della sua carne che ora gustava con piacere. Nel mentre, sentiva la sua vagina inumidirsi sempre di più, vogliosa di riprendere quella verga maschile.

Così, dopo qualche minuto, Rachele prima baciò a fondo Samuele, poi si sollevò sopra di lui per calarsi delicatamente e piantarsi il cazzo nella vulva bagnata, proferendo un sospiro di piacere.
Quindi iniziò a cavalcarlo, guardando il figlio negli occhi e muovendosi su e giù facendo leva sulle gambe come una provetta amazzone, mentre in realtà era tantissimo tempo che non provava quella posizione con il marito.
“Sìì... sìììì.... che bello cavalcarti così, figlio mio!.... Ti piace che la mamma ti scopa in questo modo?”
“Mmm.... certo che sì, mamma... è delizioso sentirti sopra di me e vederti muovere così con le tette che vanno su e giù!.... Ma non so quanto resisto... non sono abituato in questa posizione e sono molto eccitato!”
“Non ti preoccupare, figlio mio... lasciati andare, al resto ci penso io!”
Così Rachele continuò a muoversi sopra di lui, alternando i movimenti, prima chinandosi verso di lui per baciarlo e offrirli le tette in bocca, poi appoggiandosi con le braccia all’indietro per sentire ancor più la cappella strusciare sul punto-G. Ciò le aumentò l’eccitazione, portandola a sfregarsi il clitoride sempre più intensamente e aumentando i gemiti di piacere.
“Oh Samuele... tra poco la mamma gode... forse forse riesco a squirtare!”
“Sì mamma... anch’io sto per venire... dai, godiamo insieme!”
I due continuarono ancora qualche minuto a ritmo crescente, finché Samuele non resistette più e disse concitato: “Ecco, mamma... sto venendo!”
Rachele sentì una serie di fiotti di sperma caldo inondarle la vagina, che le diedero lo stimolo finale per raggiungere il suo orgasmo, gridando il suo piacere:
“Aahhh... sìì... sììì... la sento la tua sborra....mmm... mi fai godereee!... Ecco, ora vengo anch’io... sìììì!”
E in quella posizione, così stimolata, Rachele spruzzò il succo del suo godimento sul torace e sul viso del figlio che non si aspettava quella doccia, dato che non gli era mai capitato con altre ragazze. Assaggiò quelle gocce del piacere materno dal sapore così eccitante, rimanendo inebriato.
“Mmm... che buono il tuo squirting... l’ho visto solo in qualche video, mai dal vero...”
“Oh, sono contenta che ti sia piaciuto... sai è da secoli che non squirtavo così... ci volevi proprio tu....E ora mi gusto anch’io la tua sborra!”
Così dicendo, Rachele raccolse con le dita lo sperma che le colava dalla vulva ancora pulsante, portandosele alla bocca e assaporando quel liquido caldo e denso.
Infine, si sfilò il cazzo e lo leccò ancora un po’ per ripulirlo dalle ultime tracce di sperma.

Samuele fece: “Uaooo... che risveglio!... Ma adesso ti dispiace se dormo ancora un po’... mi sento un po’ frastornato...”
“Certo, piccolo mio... dormi pure... io adesso mi sistemo che tra poco devo uscire...” rispose Rachele dando un altro bacio al suo bambino che già si stava assopendo.

Dopo essersi lavata e ricomposta e fatto colazione, passato l’apice dell’eccitazione a mente fredda Rachele ricominciò a pensare a quella situazione così particolare e decisamente fuori dalle regole canoniche.
Le cominciarono a venire alla mente i sensi di colpa e i rimorsi per essere caduta in tentazione.
Inoltre, essendo lei religiosa, si chiese se quello che aveva fatto fosse un peccato mortale imperdonabile e da scomunica.
Essendo domenica, di solito andava alla messa. Decise di andarci anche quel giorno, per confessarsi e chiedere se possibile il perdono divino. Ma non andò nella sua chiesa parrocchiale abituale dove era conosciuta, ma in un’altra in un diverso quartiere.

La chiesa non era molto affollata per la messa di metà mattina; si avvicinò al confessionale e quando si aprì lo sportellino, fece un sospiro e dopo le frasi di rito disse al sacerdote:
“Mi perdoni padre perché ho peccato...”
“Sorella, apri la tua anima al Signore che ti ascolterà benevolo.....” rispose il confessore.
“Ecco... ho peccato perché ho infranto il sesto comandamento...” continuò Rachele con un filo di voce, quasi singhiozzando.
“Hai commesso atti impuri?” chiese per conferma il reverendo.
“Ehm, si padre... ehm... la carne è debole...” Poi, dopo qualche attimo di silenzio, pensò che dovesse aggiungere qualcos’altro: “Vede, è successo che...ehm... io ho fatto delle cose... con... con...”
Non riuscì a completare la frase con le sue colpe tanto era l’imbarazzo, ma per sua fortuna dall’altra parte c’era un prete dalla mentalità moderna e aperta che intervenne:
“Sorella, non è necessario che racconti altri dettagli... hai già ammesso il tuo peccato e l’Altissimo conosce già la situazione... Io suo umile servo, ti chiedo solamente: tu ami la persona con cui hai commesso il peccato?”
“Sì padre, è la persona che amo di più al mondo...” rispose con voce flebile Rachele.
“Allora se c’è l’amore è più forte del peccato!... Nostro Signore è comprensivo e indulgente...”
Il sacerdote continuò con la formulazione di rito, ottenendo il pentimento di Rachele e impartendo la penitenza di preghiere e rosari. Infine, impartì l’assoluzione:
« Ego absolvo te a peccatis tuis in nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen.”

Rachele uscì dal confessionale più sollevata, ma non aveva ancora risolto i suoi dubbi esistenziali e remore morali. Si fermò in una panca a pregare e chiedersi come comportarsi in questa nuova situazione con suo figlio. Guardò le immagini sacre alle pareti e nella volta e sussurrò tra sé e sé:
“Oh Signore, dammi un segno se posso continuare questa storia, in fondo d’amore, che mi ha ridato la vita o se devo smettere e tornare a essere una donna frustrata e triste...”
In quel momento, un raggio di sole, spuntato tra le nubi, apparve dalla vetrata policroma della navata e illuminò il dipinto della Resurrezione nell’abside. Rachele rimase un attimo a bocca aperta e stupefatta e lo interpretò come un segno divino propiziatorio; così tra le lacrime disse commossa: “Grazie Signore della tua comprensione!”
Dopo qualche altra preghiera, al termine della messa uscì dalla chiesa rinfrancata e con una ritrovata tranquillità interiore.

Quel pomeriggio e sera suo figlio non ci sarebbe stato in quanto aveva la partita con la sua squadra di calcio e poi la cena con i compagni; così almeno non sarebbe ricaduta subito in tentazione.
Però, dopo la confessione in chiesa, ora aveva bisogno di parlare di questa situazione con qualcuno che la potesse capire come madre e come donna, magari un’amica. Ma con le sue amiche e conoscenti abituali non parlava quasi mai di sesso e delle proprie esperienze, se non i pettegolezzi sulle altre. Ci voleva qualcuna che non avesse tabù e una mentalità molto aperta per poterla comprendere.

L’occasione giusta si presentò un paio di giorni dopo. Nel liceo scientifico di Rimini in cui Rachele insegnava matematica, arrivò una nuova insegnate. Quando Rachele la incontrò in sala professori rimase stupita ed esclamò: “Oh!... Sara!... che sorpresa, cosa fai qui?”
“Rachele!...che piacere rivederti!... non mi ricordavo che insegnassi qui... io sono la nuova supplente di inglese e resterò per qualche mese....”
Era la sua amica Sara, che conosceva sin da ragazza e con la quale aveva condiviso l’appartamento ai tempi dell’università e vissuto tante avventure, anche erotiche, insieme e con i loro amici e amiche. Poi per lungo tempo si erano perse di viste, ma ogni tanto si risentivano e qualche volta si ritrovavano.
Si abbracciarono e si baciarono, castamente perché c’erano altre persone ma da giovani avevano avuto una certa attrazione reciproca. Inoltre, tempo prima Sara aveva messo a parte Rachele del suo segreto: lei aveva fatto sesso con suo figlio ed ora vivevano serenamente la loro relazione incestuosa. Di questo, a Rachele le era venuto fugacemente in mente la sera che era successo il fatto con Samuele, ed ora tutto combinava e le si ripresentava questa amica proprio quando ne aveva più bisogno.
Probabilmente era proprio Sara la persona giusta con cui parlare della sua situazione.
Così, dopo i convenevoli, le due amiche ritrovate si guardarono negli occhi e si sorrisero contente di ritrovarsi. Entrambe volevano ripercorrere i vecchi tempi e stare un po’ insieme. Così Sara prese l’iniziativa e disse:
“Rachele cara, che ne dici di vederci?... Abbiamo tante cose da dirci... Per la mia permanenza a Rimini ho preso un bell’appartamentino a Rivazzurra... Vuoi venire da me questo pomeriggio, diciamo alle 16.00?... “
Rachele accettò subito: “Oh sì, certamente....con molto piacere!”
Poi suonò la campanella dell’inizio delle lezioni e ognuna andò nella sua classe, non prima di un abbraccio: “Allora a più tardi...” le sussurrò ammiccante Sara.

Al termine delle lezioni, Rachele rientrò a casa per un pranzo veloce e per poi prepararsi per andare dalla sua amica. Voleva mettersi bene: si sistemò i capelli, si truccò un po’ e si mise un perizoma piuttosto ridotto. Nel mentre era in bagno seminuda davanti allo specchio, rientrò Samuele che nel vederla così solo col perizoma e a seno scoperto si eccitò all’istante e disse:
“Ciao mamma... cosa stai facendo?”
“Ciao Samuele, ben tornato... mi sto preparando che tra poco devo andare a trovare una mia amica che ora insegna nel nostro liceo e che non vedevo da tempo....”
Il ragazzo si avvicinò a lei da dietro; ammirò il corpo ancora attraente della madre e le disse sottovoce: “Ma per andare dalla tua amica c’è bisogno di tutto questo trucco e parrucco?”
“Beh, sai... esco raramente e mi piace mettermi bene...e poi lei è stata la mia compagna di appartamento all’università... ed anche un po’ più di un’amica...” rispose Rachele, continuando a sistemarsi.
“Ah, capisco... chissà cosa avete combinato voi due insieme in quell’appartamento...” fece lui con tono sornione. Poi si mise dietro alla madre, l’abbracciò stringendole i seni ed appoggiò il pacco già gonfio sui glutei, sussurrandole:
“Mamma, a vederti così mi sono già eccitato!... Lo senti?”
“Ma cosa fai?... Ti ho detto che devo uscire... non possiamo farlo adesso... “
Ma lui continuò a tastarla imperterrito e le infilò due dita nelle mutandine, sentendo la vagina già umida, e aggiunse:
“Dai, ti stai eccitando anche tu... sei già bagnata!”
Quindi, con l’altra mano si slacciò la lampo dei pantaloni ed estrasse l’uccello duro sbattendoglielo sulle natiche. A quel punto, Rachele non oppose più resistenza se non un flebile: “Ma no... adesso non è il momento...” ma contemporaneamente allungò la mano sull’uccello del figlio, fece un sospiro e lo guidò sulla fregna già irrorata dal desiderio.

Così a Samuele non restò che completare l’opera infilando tutto il cazzo nella calda figa materna e iniziando a stantuffarla a fondo.
Rachele accolse quel membro a occhi chiusi sospirando, si chinò sul lavandino per favorire la penetrazione alla pecorina in quell’amplesso in piedi. Nel mentre il figlio la scopava, si sfregava il clitoride, aumentando così l’eccitazione e dicendo: “Sì Samuele... continua... scopa la mamma!”
Samuele ci dava di brutto, era carico e doveva svuotarsi. Continuò a fotterla per una decina di minuti sempre in quella posizione, ma poi all’improvviso sentì lo stimolo dell’imminente punto di non ritorno e si lascò andare a una abbondante eiaculazione :
“Ecco mamma... sto venendo... ti riempio di sborra!”
“Oh sì, figlio mio... la sento...mmm... sto colando di piacere anch’io...” fece lei, che non era affatto dispiaciuta di quell’amplesso estemporaneo.
Dopo la venuta, Samuele si accasciò sulla schiena della madre, baciandola da dietro; quindi estrasse l’uccello gocciolante e andò in camera sua, salutandola per lasciarla ai suoi preparativi.
Rachele cercò di ricomporsi, raccolse più volte con un dito lo sperma che le colava dalla vagina passandoselo in bocca, assaporando il seme del figlio. Non si lavò neppure, perché la eccitava rimanere con la figa sborrata ed aveva il recondito pensiero che forse alla sua amica non sarebbe dispiaciuto trovarla così.
Si vestì, mettendo un reggiseno a balconcino molto ridotto lasciando i procaci seni ben in vista e indossando un vestito assai scollato che evidenziava bene le sue forme.
Quindi uscì per dirigersi in auto verso l’indirizzo dell’amica a Rivazzurra, frazione nella zona-mare di Rimini, dove pullulavano appartamenti ad uso estivo e per “altri scopi”.

All’arrivo, Sara l’accolse calorosamente, dicendo:
“Oh, Rachele... finalmente ti posso abbracciare e baciare come si deve tra vecchie amiche!”
e la baciò prima sulle guance poi direttamente in bocca per più di qualche secondo, sorprendendo Rachele che, nell’abbraccio ebbe l’impressione che Sara la stesse proprio tastando.
“Mmm... un’accoglienza davvero calorosa... è davvero un piacere rivederti dopo tanto tempo...”
“E’ più che un piacere, cara mia... abbiamo un sacco di cose da dirci e da fare... e poi tra amiche che hanno condiviso tutto, non abbiamo segreti... vero?” fece Sara, che pareva avere già in mente qualcosa.
“Eh... oh... certo!” rispose Rachele, e per completare i convenevoli aggiunse: “Carino questo appartamento! Ti trovi bene?”
Sara la guardò con un sorriso ammiccante e disse: “Sì, anche se sono qui da pochissimi giorni, mi trovo proprio bene... sai, era l’appartamento di una escort... e ieri è venuto un tizio che la cercava... ho preso la palla al balzo e gli ho detto: ‘Adesso ci sono io... se ti vado bene lo stesso...’... così ho fatto una marchetta e me lo sono scopato!... Mi ha anche pagata bene... chissà, forse dovrei fare la puttana anziché l’insegnante!”
Rachele la guardò tra lo stupore e l’ammirazione, ritrovando in lei quella sfrontatezza e spontaneità senza remore che aveva sempre avuto sin da ragazza, e le disse:
“Però!... Complimenti per l’iniziativa... non perdi occasione, eh!”

Nel mentre si accomodarono nella sala da pranzo per prendere il caffè che Sara aveva già preparato, Rachele osservò la sua amica. Pur se coetanee, fisicamente non potevano essere più diverse: tanto Rachele aveva forme arrotondate e seno abbondante, quanto Sara era molto magra, quasi skinny, alta, atletica, capelli neri lisci a caschetto una seconda scarsa di seno con piercing, ma emanava un fascino particolare, ambiguo e sensuale, da cui Rachele in gioventù era stata attratta, non solo come amica.
E adesso la vedeva altrettanto attraente, con una gonna molto corta e un corpetto attillato e scollato, da cui spuntavano i capezzoli in rilievo. Già da giovane, Sara aveva cominciato a decorare il suo corpo con tatuaggi ed ora erano aumentati.
“Sara, sei in ottima forma... e vedo che... ehm... hai tanti tatuaggi, molto più di quanti me ne ricordassi...” disse Rachele.
“Grazie cara... sai, oltre che in palestra mi mantengo in forma facendo tanto sesso!... E i tatuaggi sono dedicati a ogni mio amante che ho avuto, uomini e donne...” rispose candidamente Sara, aggiungendo: “...ce n’è anche uno dedicato a te!”.
“Davvero?... non me lo avevi mai detto... Posso vederlo?” fece Rachele, stupita.
“Certo!... è qui sul bordo del seno... ecco, vedi?” Con nonchalance Sara si tirò giù il corpetto, mostrando il suo petto e il tatuaggio con due figure femminili stilizzate abbracciate.
“Oohh!... che carino!... grazie per averlo dedicato a me... non pensavo che mi considerassi una tua amante...”
“Beh... da giovani ci siamo divertite insieme e abbiamo avuto le nostre esperienze sessuali tra ragazze... che non mi dispiacerebbe ripetere ora che ci siamo ritrovate...” le sussurrò Sara avvicinandosi a lei, e aggiunse: “Sai, il tuo corpo prosperoso mi ha sempre attratto e sono sempre stata invidiosa del tuo bellissimo seno.... il mio invece è così piccolo...”
“Ma no, è carino e proporzionato al tuo fisico atletico... e poi con quei capezzoli così sviluppati...”

Un sorriso reciproco d’intesa e a quel punto i discorsi tra le due amiche si fecero più serrati e la distanza si riduceva sempre più.
“Rachele, me le fai vedere le tue tette, così grosse e morbide?... “ insistette Sara allungando le mani per accarezzarle sopra il vestito. Rachele non sapeva cosa fare, non le dispiaceva il tocco gentile dell’amica e inevitabilmente lasciò fare.
Così l’intraprendente Sara le aveva già slacciato il vestito e abbassato il reggiseno, facendo fuoriuscire quelle rotondità.
“Mmm... che belle!... Ancora più grosse e morbide di come me le ricordavo!... Ti mantieni bene anche tu, complimenti!.... Anche tu fai tanto sesso per rimanere in forma?” Chiese provocatoriamente Sara mentre le sfiorava le tette con le dita e vi si avvicinava con le labbra.
Rachele avvertì uno stimolo crescente al tocco dell’amica e capì che quella era l’occasione adatta per lasciarsi andare a confidenze.
“Beh... tanto sesso proprio no, anzi mio marito da tempo mi trascura... anche se recentemente...” disse lasciando in sospeso il discorso.
“Anche se?... Cosa ti è successo di bello?... Dai racconta!” la incalzò Sara.

A quel punto, Rachele raccolse i pensieri per fare outing della sua esperienza incestuosa.
“Sai, qualche giorno fa è successa una cosa per la quale ho pensato a te... a quello che mi hai raccontato tempo fa... delle tue esperienze... ehm... con tuo figlio.. . che mi hanno colpito.”
Sara sorrise, per nulla turbata che l’amica le avesse detto quella frase; e ne parlò senza remore.
“Alludi al fatto che io faccio liberamente sesso con mio figlio John?... Oh sì certo, te l’ho raccontato e non lo nascondo... anzi ne sono orgogliosa... vedi io ho vissuto per molto tempo in America e lì, specie in certi ambienti, il sesso in famiglia è molto diffuso e accettato... sono stata per alcuni anni in una comunità di mormoni dove si praticava il poliamore, l’incesto e il sesso di gruppo... con orge continue... e mio figlio è cresciuto liberamente in quell’ambiente... e quando ha compiuto 18 anni mi sono concessa a lui per essere la sua prima donna... ora lui ha 25 anni ed è meravigliosamente bisessuale... è fidanzato con una coppia di gemelli, maschio e femmina che naturalmente fanno anche sesso tra loro... e alle volte facciamo delle orgette in quattro tutti insieme ... e comunque, pur se io in questa fase della vita sono prevalentemente lesbica, quando ho bisogno di un cazzo lui c’è sempre!... E gli ho dedicato il tatuaggio principale che ho, vedi qui sulla spalla...” mostrando un disegno artistico di una donna avvinghiata a un giovane amante.
“Ah, però!... non me le avevi dette tutte queste esperienze, così complete... ancora complimenti, non è da tutti...all’epoca mi ero scandalizzata, ma ora posso capire meglio...”
“Ma tu, piuttosto...perché hai fatto riferimento al fatto che io faccio sesso con mio figlio?... Forse anche tu hai vissuto qualcosa di simile?” chiese Sara che aveva intuito che l’amica aveva qualcosa da dirle a tal proposito.

Rachele fece un sospiro, era il momento di raccontare tutto, pur con un certo imbarazzo.
“Ecco vedi Sara... ebbene sì!... è successo che... ehm... anch’io ho fatto sesso con mio figlio Samuele... all’inizio in modo inconsapevole... poi voluto!”
“Ah, complimenti anche a te che ha superato questa barriera... ma come inconsapevole?... dai racconta, voglio sapere come è andata...”
Così Rachele, che con Sara si sentiva tranquilla, si aprì a lei.
“Ecco, le cose sono andate così...” e cominciò il racconto della sua esperienza, prima con i due allievi Flavio e Franco, poi con il coinvolgimento del figlio inizialmente a sua insaputa a causa della benda rossa galeotta, infine il sesso voluto e condiviso tra loro due [il tutto come narrato nel primo episodio “La benda rossa: incesto in incognito” in due parti, N.d.A.].
Mentre parlava, Rachele entrava sempre più nei particolari erotici e sentiva che si stava gradualmente liberando di un peso con una madre che prima di lei aveva avuto quell’esperienza e ora la viveva serenamente. Inoltre nel ripensare a quelle situazioni, avvertiva una crescente sensazione di eccitazione.

Ma Sara nell’ascoltare si era del tutto immedesimata nella situazione e si era sempre più avvicinata a Rachele, quasi per condividere la sua palpabile emozione, ma si stava veramente eccitando e con una mano si era sollevata la corta gonna, senza che avesse nulla sotto, per sditalinarsi lentamente.
Rachele vedendola in quella posa a gambe divaricate, sentì un fremito e le disse:
“Sara, ma cosa fai così?... Vedo anche che ti sei dimenticata di mettere le mutandine...”
“Oh, le mutandine non le metto mai... me le bagno sempre, mi eccito in continuazione... come adesso sentendo la tua storia... è stupenda... tu e tuo figlio e prima con tre ragazzi insieme!... Da non credere, molti complimenti... Così ora anche tu ti sei resa conto di quanto è bello il sesso in famiglia, non c’è cosa più divina.... Ma sono curiosa, dopo quel primo amplesso com’è continuata la vostra relazione?”
“Beh, grazie per i complimenti... in effetti, mi sono fatta coraggio prima di raccontartela, ma ora mi sento meglio perché tu sei la persona più adatta per capirmi perché lo stai vivendo anche tu...
E comunque tutto ciò è successo solo pochi giorni fa e sono ancora frastornata.... pensa che sono anche andata in chiesa a confessarmi... dopo quel primo giorno in cui ho scoperto l’amore e il sesso di mio figlio, l’abbiamo fatto altre volte come domenica mattina al risveglio quando l’ho cavalcato fino a squirtare, come non mi succedeva da molti anni... e poi... anche oggi prima di venire qui da te!”
“E brava Rachele che non perde occasione di farsi scopare come si deve!... Così si fa!... Ma se ti ha scopato poco fa non è che è rimasta qualche traccia?... Mi fai vedere li sotto?” fece Sara guardando maliziosamente l’amica negli occhi.
Non le diede neanche tempo di rispondere che le sollevò la gonna arrivando subito al perizoma, accorgendosi che era assai umido.
“Mmm... sei già bagnata, cara mia...mi sa che sei eccitata anche tu!... Ora te le tolgo così starai meglio!” Così dicendo Sara le sfilò rapidamente lo slippino, lo annusò e lo leccò, dicendo:
“E’ proprio fradicio dei tuoi umori e di sapore di maschio!... Rachele, non resisto... ti voglio leccare!”
Rachele cercò di resistere a quelle avances, ma non più di tanto; in fondo sapeva che avrebbe ceduto o forse lo sperava.
“Ma...ma.... Sara, cosa fai?”
“Shhh... silenzio, cara mia... lasciami fare... non ti sarai dimenticata dei nostri giochi tra ragazze ai tempi dell’università... e quanto sesso abbiamo fatto insieme...”
“Ehm... sì, certo... come lo posso dimenticare... ma adesso siamo grandicelle... e io non sono lesbica... almeno non credo...” già queste con queste parole Rachele sapeva di essere poco convincente.
“Non c’è bisogno di essere lesbiche per fare sesso e godere tra donne... ora ti voglio assaggiare come si deve!”

Così, senza troppe insistenze, Rachele cedette. Si distese sul divano e allargò le gambe; subito Sara si avventò sul suo inguine, non potendo fare a meno di notare il pelo “nature” ed esclamò:
“Ehi, ma qui c’è una bella foresta!... Ma di solito non ti depili?... Non siamo più negli anni ottanta con le “hairy pussy”... dopo ci penso io a rasare la tua aiuola... ora la esploro!” fece Sara con tono deciso.
Subito affondò la lingua nella vulva umida che non aspettava altro che ricevere le dovute attenzioni. Appena la sentì, Rachele avvertì un brivido: era davvero dai tempi dell’università che una donna non si prendeva cura di lei, e in un attimo riscoprì sensazioni dimenticate.
Sara era ovviamente molto esperta e sapeva come stimolare la parte; la sua lingua frullava come un vibratore con movimenti precisi e mirati, dalle labbra verso l’interno e quindi sul clitoride che prima leccò delicatamente e poi prese a succhiarlo come un piccolo pene.
Rachele sospirava a ogni passata, mai nessuno da decenni l’aveva leccata così.

Nel mentre esplorava le intimità dell’amica, Sara si accorse subito che oltre ai succhi vaginali c’era ben altro: la parte era impregnata di una sostanza densa e biancastra, dall’aspetto e dal sapore inequivocabile; così esclamò:
“Ehi, ma questo è sperma!... Mmm... adesso capisco quando prima hai detto che tuo figlio ti ha scopato prima di venire qui... E così ti sei fatta fare un bel creampie da tuo figlio!... Così si fa!...Brava, complimenti!... Adoro leccare le fighe sborrate!... Adesso me la gusto la sborra di tuo figlio... mmm... è davvero buona, dolce e ancora tiepida!”
Rachele non sapeva più cosa dire, era eccitata che l’amica la leccasse e la ripulisse dallo sperma di Samuele, che forse inconsciamente o forse volutamente aveva lasciato lì dopo la sveltina di poco prima. Tra l’altro dalle parole di Sara, finalmente si rese conto delle allusioni alla “torta alla crema” che erano maturate durante i fatti scatenanti dalle parole del figlio e dei i suoi amici [nei dialoghi del primo capitolo, N.d.A.].
“Ah, ecco perché avevano detto... che dolce sarei....la torta alla crema... il creampie... Adesso capisco... che birichini questi ragazzi!...” disse sorridendo tra sé e sé.
“Come dici Rachele?”
“Oh niente... una cosa mia che finora non avevo capito... Ma ti prego, continua... mi stai leccando divinamente... mi sa che tra poco vengo...”
Sara riprese a dedicarsi a quella fregna pelosa, in cui infilò due dita per stimolarla dall’interno fino al punto-G, al che Rachele ebbe un sussulto a fronte di stimolazioni inedite che sentiva risalire.
Ma Sara, non contenta, si dedicò anche alla rosellina anale di Rachele, con un rimming prolungato e deciso infilando la lingua a fondo, per assaporare l’aroma di culo che tanto le piaceva.
Quindi, all’indice e al medio che continuavano a accarezzare il punto-G aggiunse il pollice in culo, per una presa ad uncino, che fece sobbalzare Rachele provocandole un ululato di piacere.
“Uuuhhhh... con tre dita così non l’aveva mai provato...non resisto...continua... fammi venire!” Mentre l’amica la stimolava così, Rachele ne amplificava gli effetti sfregandosi il clitoride finché, dopo qualche minuto, raggiunse un orgasmo molto intenso, accompagnato da una squirtata che Sara raccolse prontamente in bocca.
“Oh si... sììì.... godoo... godooo!... Aahhh....” gridò il suo piacere, mentre aveva gli occhi socchiusi per vivere appieno l’intensità del momento.

Sara si fermò un attimo. Ammirò compiaciuta l’amica che aveva appena fatto godere. Poi si mise sopra di lei, ponendole letteralmente la figa in faccia e le disse:
“Ora leccami tu!”
Rachele non se lo fece dire due volte. Quella vagina glabra con il piercing sul clitoride l’attraeva assai e voleva ritrovarne il gusto che aveva provato quasi trent’anni prima.
Così vi passò la lingua dove poteva, in modo disordinato, non era più abituata a dedicarsi al sesso di una donna. Ma appena prese il via con le sue lappate, ritrovò gradualmente quel piacere smarrito nel tempo, tanto più che Sara stava colando in continuazione.
E si rese conto che era sicuramente meglio leccare una vagina liscia e ben depilata che non irta di peli come la sua; quindi quasi quasi si sarebbe fatta rasare volentieri dalla sua abile amica.
Nel mentre Rachele la leccava, Sara si divertiva a tastare e stringere le tettone dell’amica, dalle quali era molto attratta.
“Mmm... che belle tette che hai... le vorrei avere anch’io così...” poi si chinò per succhiarle i capezzoli fino quasi a morderli, facendo sobbalzare Rachele.
La lingua di Rachele le stava facendo effetto, ma per godere Sara aveva bisogno di qualcosa di più grosso. Così si allontanò un attimo e ritorno con alcuni toys.
Porse due dildo, li lubrificò e ordinò a Rachele:
“Ora cara mia, infilami questi dildo nei miei buchi!”
Sarà alzò le gambe fin quasi alle spalle per offrire i suoi deliziosi orifizi alla vista e alle cure dell’amica. Infatti Rachele non resistette alla tentazione e riprese a leccare quelle invitanti intimità, ma non vedeva l’ora di possedere Sara con quegli attrezzi di piacere.
Così sorridendo le inserì il dildo più piccolo in culo, dove entrò senza difficoltà, e quindi l’altro ben più grosso nella figa sempre più bagnata, dove fu letteralmente risucchiato.
“Mmm... che bello sentirsi riempita così... in una doppia penetrazione.... Ora Rachele muovili insieme e fammeli sentire fino in fondo.... che mi fanno godere tanto!”
Rachele prese il via, trovando subito il ritmo per muoverli prima alternati e poi all’unisono. Scorrevano senza difficoltà in quei pertugi, tanto Sara era abituata a riceverli, come peraltro la stessa Rachele usava i suoi per i momenti di piacere solitario.
Quindi accese la vibrazione dei due falli e Sara, che già mugolava, fece un prolungato sospiro di piacere:
“Sìììì.... così... così... dai... dai... continua... spingi forte, che sto per venire!”

Dopo qualche minuto di quella doppia penetrazione, Sara guardò negli occhi l’amica e le sussurrò:
“Ora mia cara sostituisci un dildo con la mano!”
Rachele resto sorpresa e chiese: “Come con la mano?.... Cosa vuoi dire?”
“Voglio dire di infilarmi la mano in figa!... Mai visto un porno di fisting?”
“No...non l’ho mai visto, né l’ho mai fatto... ma come fa la mano a entrare lì?” chiese incredula Rachele ma in fondo eccitata all’idea.
“Non ti preoccupare, ti guido io... vedrai come entra... sono abituata e mi fa godere tantissimo!... L’altro dildo lascialo pure in culo!” le disse sicura Sara, mettendosi a gambe aperte e offrendo la sua vulva bagnata e pulsante all’attenzione dell’amica, prendendole la mano e lubrificandola.
“Ecco, ora comincia a infilare le dita e poi ruotandolo un po’ anche il palmo...”
Rachele seguì le istruzioni e inserì una dopo l’altra quattro dita e poi il pollice e parte del palmo; era già abbastanza all’interno ma non osava andare oltre, ma Sara la incitò:
“Coraggio, continua... non mi fa mica male... ora spingi con decisione per far entrare le nocche e il gioco è fatto”.
Allora Rachele aumentò la spinta e con un movimento rotatorio la mano fu interamente risucchiata in quell’antro caldo e umido fino al polso.
“Oh Sara, sono dentro di te!... Non lo credevo possibile... è una sensazione incredibile... ti sento pulsare!”
“Bene, ora continua dando dei colpetti, come per scoparmi con la mano a pugno... vedrai che effetto mi fa!”
Rachele prese a muovere la mano spingendo come un ariete, ci aveva preso gusto e ora voleva continuare a fotterla in quel modo; inoltre per completare l’opera con l’altra mano le spingeva il dildo in culo avanti e indietro.

Andarono avanti per parecchi minuti; Sara smaniava per essere fistata e inculata e si sfregava freneticamente il clitoride, finché lanciò un grido e arrivò a un inteso orgasmo, con una cospicua fuoriuscita di succhi vaginali. Poi dopo qualche attimo per riprendersi, sussurrò:
“Mmm... che bello... mi hai fatto godere tantissimo... grazie, Rachele....tra poco ricambierò il favore!”
Rachele si chinò per baciarla e poi sfilò lentamente la mano impregnata di succhi del piacere che leccò avidamente per poi ripulire con la lingua quella vulva dilatata che piano piano si stava richiudendo.
“E’ stato fantastico possederti così... una cosa mai provata... ma come fai?”
“Cara mia, con un po’ di pratica con il nostro corpo si riesce a fare tutto...!” Quindi aggiunse:
“”.. ma ora volevo fare qualcosa per te... hai mai pensato di depilarti tutta la tua bella passerona carnosa?... Chissà come staresti bene...” disse per stuzzicarla.
“Depilarmi tutta?... Oh no, non l’ho mai fatto... a mio marito quando ancora mi guardava piaceva così col pelo naturale...”
“Allora è il momento di farlo!... Ti sentirai meglio con te stessa e farai una sorpresa a tuo figlio, gli piacerà sicuramente...Ti posso depilare io... sai, sono brava, l’ho faccio spesso a qualche mia amica!” disse Sara con tono deciso, continuando a insistere finché alla fine Rachele cedette.
“E va bene Sara, mi hai convinto... proviamo!”

Sara fece distendere l’amica su una poltroncina da bagno, quindi prese tutto l’occorrente: forbici, rasoio, crema depilatoria, ecc.
“Ora allarga le gambe che comincio a tagliare i ciuffi di peli più lunghi con queste apposite forbici a punta arrotondata...” Eseguita l’operazione aggiunse:
“Ecco, già è un po’ meglio... ora passiamo alla crema depilatoria... te la spalmo con questa spatola...poi aspettiamo che faccia effetto...Sai, nel tuo caso penso sia meglio in questo modo che non con la ceretta o le strisce depilatorie... lo trovo più piacevole e meno doloroso....”
In attesa che la crema facesse effetto, nel sentire l’amica armeggiare intorno alla sua vagina Rachele non era affatto in imbarazzo ed anzi iniziò a provare una sensazione di benessere e di piacere. E sentiva che la vagina si stava inconsciamente inumidendo, cosa che fino a poco tempo prima non le sarebbe successo. Sara se ne accorse dai leggeri umori che rendevano lucide le labbra vaginali; ne fu compiaciuta pensando che Rachele stesse provando piacere. A sua volta Rachele nel guardare la sua amica di gioventù, ne ammirò il corpo nudo, così snello e tonico nonostante fossero coetanee, e disse:
“Sara, devo dire che ci sai proprio fare... non sento alcun fastidio... anzi, è piuttosto piacevole...”
“Cosa ti dicevo?... Vedrai come ti sentirai bene ad opera compiuta...”
“Grazie cara per avermi convinta...E devo dire che a vederti così hai davvero un bel corpo... capisco i tuoi... ehm... ammiratori uomini e donne che siano attratti da te... ma piuttosto quei piercing ai capezzoli non ti fanno male?”
Sara la guardò sorridendo e si toccò i capezzoli trafitti da due barrette, dicendo: “Oh no!.... Anzi mi stimolano molto... Sai oggi i piercing sono molto diffusi, anche tra i maschietti... ce li ha anche mio figlio...” Poi aggiunse:
“Ecco cara... la crema ha fatto effetto... ora completo l’opera passando delicatamente il rasoio dove ancora c’è qualche pelo residuo... Piuttosto, facciamo anche la zona sotto?”
“Come la zona sotto?... Cosa intendi?”
“Intendo la zona anale... Ora che sei tutta pulita non vorrai lasciare dei peli lì...”
“Ma Sara!... Lì proprio non serve...”
“Su dai Rachele... lasciami fare... anche lì è piacevole sentirsi belle lisce... ehm... per ogni uso...”
Dai, stenditi di più e alza le gambe!”
Rachele oramai non sapeva dire di no alle insistenze dell’amica, e si mise in quella posizione per lei innaturale, offrendo la sua rosellina alle abili cure di Sara, che ripeté il trattamento con crema e rasoio.
Dopo alcuni minuti, Sara spalmò sulle parti un po’ di crema idratante e lenitiva, ripose gli attrezzi ed annunciò: “Ecco... ho finito!... Direi che è venuto molto bene... Ora lì sei così bella e liscia che vorrei darti un bacio ...”
Senza attendere la risposta di Rachele, Sara si abbassò verso la vagina e la baciò teneramente.

Un bacio affettuoso e prolungato, a cui subito si aggiunse la punta della lingua che lambì il clitoride di cui avvertì il leggero ingrossamento e che procurò come una scossa a Rachele.
“Ma cosa fai?”
“Ti ho solo dato un bacio... anzi ora vorrei dartene un altro e leccarti come si deve..”
Si avvicinò alla bocca dell’amica appoggiando le proprie labbra alle sue: “Ti voglio bene, Rachele... Amiche per sempre?!””
Rachele apprezzò quel gesto affettuoso, ricambiando il bacio e rispose: “Certo, amiche per sempre! ... e grazie per il bel lavoro che hai fatto...Adesso mi dovrò abituare a sentirmi così...”

Ma Sara non aveva ancora completato l’opera. Tornò ad occuparsi delle parte appena depilate e le ripassò ben benino con la lingua, infilandola con abilità nella vulva umida e poi a scendere lentamente fino al buchino anale che esplorò a fondo, per un rimming che fece trasalire Rachele, la quale dopo l’orgasmo precedente era di nuovo pronta a ricevere le attenzioni che con savoir-faire Sara le stava dedicando.
Dopo averla così leccata a fondo, Sara si alzò ed esclamò: “Ora voglio scoparti!”
“Come scoparmi?” chiese Rachele sorpresa.
“Certo, con questo!” e le mostrò lo strap-on che aveva preso da un cassetto e che ora se lo stava indossando, regolandosi la cintura. Era un bel membro di una ventina di centimetri per cinque di diametro, che Rachele guardò con curiosità e timore e fece:
“Ma... io... non ho mai preso un attrezzo del genere... quando facevamo sesso all’università non lo avevi...”
“In effetti all’epoca ancora non c’era... ma è uno strumento molto utile per i giochi tra donne e non solo...Su, dai... apri le gambe che adesso voglio scoparti in quella bella passerona ora tutta liscia!”
Così Sara si mise davanti a Rachele che aveva aperto volentieri le gambe, pronta a ricevere quell’attrezzo. Le due si guardarono maliziosamente negli occhi, quindi Sara appoggiò la punta dell’asta sulla vulva e spinse con una certa decisione. In un attimo fu dentro e Rachele fece un: “Oohhh....” a cui aggiunse: “Sì, dai... scopami!”..

Sara ci sapeva fare con quello strumento di piacere; affondava i suoi colpi prima delicatamente per fare abituare la sua partner, poi con più decisione e con ritmo martellante che un uomo non avrebbe fatto meglio. Rachele si abituò ben presto a ricevere quel fallo artificiale ma molto realistico, colando di piacere e incitando l’amica: “Mmm... oh sì quant’è bello farsi scopare da una donna... meglio che da un uomo... Continua...fammi godere ancora!”
Dato che Rachele dimostrò di gradire quello strumento, Sara pensò bene di raddoppiare la dose:
“Ora cara mia, passiamo all’altro buchino e aggiungiamo un altro dildo!”
Rachele era ormai sua succube e lasciò fare, alzando il bacino e aprendo ancora di più le gambe.
Sara le leccò a fondo la rosellina anale, liscia e morbida dopo la depilazione; aggiunse un pochino di gel e quindi la sodomizzò con lo strap-on, facendola sobbalzare: “Oohhh!”
“Però!... Rachele, devo dire che il tuo culetto è già abbastanza aperto... lo hai preso in un colpo solo... brava!”
“Ehm... sì, devo dire che alle volte uso un dildo anale ed effettivamente mi piace sentirlo lì...”
“Poi immagino che hai già dato il culo a tuo figlio...”
“Devo dire di sì... è successo la prima volta a mia insaputa quando ero bendata, come ti ho raccontato...”
“Vedrai che lo rifarete... adesso che hai anche il buchino dietro ben depilato ne sarà attratto!... Adesso però aggiungo anche un dildo davanti... sentirai come ti piacerà!”
Così dicendo prese un altro fallo e lo inserì nella figa fradicia di umori, iniziando a muoverlo avanti e indietro mentre la inculava con lo strap-on.

Rachele non capiva più niente; due cazzi, seppur artificiali, dentro di sé la facevano impazzire di piacere. Sara continuò con il suo ritmo incessante, affondando i suoi colpi nel corpo dell’amica, la quale si contorceva dalle stimolazioni che le salivano alla testa dai suoi pertugi penetrati.
Finché, dopo una decina di minuti di quel trattamento, Rachele venne con un grido di piacere in un orgasmo devastante: “Aahhh....gghhh....sììì... godoo... godooo!”
Sara rallentò la doppia penetrazione fino a fermarsi, ammirando compiaciuta la sua cara amica che aveva goduto così tanto. Si chinò a baciarla, poi estrasse i falli, leccò quello vaginale gustando il sapore della venuta di Rachele e si tolse la cintura fallica, leccandone il membro impregnato dell’aroma anale della sua partner.
Le due si guardarono negli occhi e Rachele sussurrò: “E’ stato bellissimo... non facevo sesso con una donna da quelle volte con te ai tempi dell’università...” Poi aggiunse:
“Quello strap-on è uno strumento di piacere tremendo, sarei curiosa di provarlo da... ehm... attiva!”
“Bene, sono contenta che ti sia piaciuto e che vuoi provare nuovi giochi... ecco, indossalo pure e... scopami!”

Così Sara si mise alla pecorina in ginocchio sul letto davanti a lei, mostrando i suoi orifizi invitanti.
Rachele indossò la cintura, sì posizionò in piedi dietro di lei e le infilò il fallo in figa; non lo aveva mai fatto e quindi ci mise un attimo a capire come muoversi. Quindi trovò il modo, tenendo l’amica per i fianchi e muovendosi prima piano poi gradualmente più forte. Rachele non era affatto abituata a fare l’uomo ma ben presto quel nuovo gioco le procurò delle sensazioni inedite ed eccitanti.
Sara se ne accorse e disse: “Brava Rachele... vedo che ti piace... hai imparato subito a usarlo...continua pure a scoparmi...”
Dopo qualche minuto, cambiarono posizione con Sara messa sotto a gambe aperte e Rachele che la montava alla missionaria, dicendo: “Oh Sara... ti scoperei all’infinito così!”
L’amica la guardò e fece: “E ora che ne dici di mettermelo nel culo?”
“Mmm... certo!... Non vedo l’ora di incularti con questo cazzo!”
Così Rachele estrasse il fallo dalla vagina e lo inserì nell’ano di Sara, che lo accolse senza opporre resistenza, abituato com’era a ricevere visite di ogni tipo, e la incitò: “Sì, dai... inculami forte!”
Rachele ci aveva preso gusto ed era assai eccitata nel sodomizzare l’amica, la quale poco dopo disse: “Ti piace questo gioco, eh... Dì un po’, hai mai inculato tuo figlio?”
A quella domanda inaspettata Rachele si fermò; era una fantasia erotica a cui non aveva mai pensato, e rispose:
“Come inculato mio figlio?... No, anche perché è poco che è successo di fare sesso con lui... ma poi è un maschio quindi non credo che...” non finì la frase che Sara, forte della sua esperienza, la stuzzicò dicendo:
“Cara mia, non sai quanto piace ai maschietti essere presi per il culo... a mio figlio è una delle prime cose che gli ho fatto provare... e una volta cominciato a prendere cazzi e dildo in culo non si è più fermato... E poi è così eccitante quando la madre incula il proprio figlio!”
Rachele rimase interdetta, l’idea di possedere suo figlio Samuele come ora stava scopando l’amica la eccitò ancor di più, ma non sapeva come fare:
“Certo che sarebbe molto eccitante... ma non so come fare e se a lui piacerà... e poi non ho una cintura come questa...”
“Se è per questo, prendi pure quella che hai indosso, io ne ho altre... è un piccolo omaggio che vedrai vi piacerà usare ad entrambi...”
“Oh, così mi fai venire certe idee... grazie tante!” Si chinò, la ringraziò baciandola a fondo; quindi Sara le fece un’ultima proposta:
“Rachele, ora che mi hai aperto bene il culo, che ne dici di infilarmi la mano?... Dai fistami nel culo, vedrai come entra!”

A quella proposta oscena, Rachele rimase incredula:
“Come anche in culo?... Non ci credo, la mano in quel buchino non ci può passare...”
“Eppure ci entra... prima mi hai fistato davanti e ora completa l’opera dietro... coraggio, non mi fa male, sono abituata... mi faccio fistare anche da mio figlio!”
Rachele era sempre più eccitata dalla perversione dell’amica, quindi si mise all’opera. Dopo aver estratto il fallo dello strap-on, ammirò l’ano aperto e invitante, lo leccò insalivandolo, cosparse la mano con il lubrificante quindi cominciò a inserire le dita in quel pertugio.
Con sua sorpresa le prime quattro dita entrarono agevolmente e poi anche il pollice; rimise in pratica la tecnica imparata poco prima e quindi ruotò il polso muovendo gradualmente la mano.
Sentiva che piano piano stava entrando, finché superate le nocche fu tutta dentro, rimase a bocca aperta. “Oh Sara!. E’ tutta dentro!... Ho la mano nel tuo culo fino al polso.... è incredibile”
“Mmm... sì, amore... la sento... sei dentro di me... è una sensazione stupenda... ora muovila, con il pugno chiuso avanti e indietro... così mi farai godere nuovamente!”
Rachele eseguì, sentiva le pareti anali di Sara palpitare intorno alla sua mano e ora voleva proprio continuare il più possibile. Così cominciò a spingere e a stantuffare il culo dall’interno; oramai era dentro fino all’avambraccio e non voleva fermarsi. Sara avvertì l’irruenza dell’amica, era una sensazione forte ma anche lei non si poneva alcun limite e quindi la incitò:
“Sì, dai.... continua... fammi sentire tutta la tua mano fino in fondo... rompimi il culo!”
Così Rachele la fistava a tutta forza e Sara si masturbava freneticamente il clitoride, fino a che dopo alcuni minuti, raggiunse un violento orgasmo:
“Aahhh.... sìì.... sììì.... godo di culo!.... vengooo!” gridò, squirtando il suo piacere in una abbondante spruzzata che Rachele cercò di raccogliere in bocca il più possibile.

Poi, dopo qualche attimo per farla riprendere, le sfilò la mano dal culo martoriato, inizialmente aperto come un cratere vulcanico dopo un’eruzione, ma che già si stava lentamente richiudendo.
“Che culo che hai, Sara... è stupendo!.. E’ stata un’esperienza incredibile possederti così.... tutto con te oggi è stato incredibile e bellissimo... ti voglio bene come ce ne volevamo da ragazze...”
“Anch’io ti voglio bene Rachele... è stato bellissimo anche per me... lo rifaremo presto e magari una prossima volta potremo far partecipare anche i nostri figli e le loro fidanzate...”
“Ma mio figlio non è fidanzato...” provò a dire Rachele.
“Ma ce l’avrà una qualche ragazza con cui scopa...” chiese curiosa Sara.
“Beh, in effetti c’è una a cui le sta dietro, si chiama Martina... ma la volta in cui erano in intimità sono arrivata io e gli ho rovinato la festa [alludendo alla situazione tra Samuele e Martina nel primo episodio, N.d.A.] ... e lei poverina è scappata spaventata... tra l’altro è una mia allieva e anche brava...”
“E allora aiuta tuo figlio a riconquistarla... e poi magari partecipi anche tu ai loro giochi, visto come ti sono piaciuti oggi quelli tra noi....” le suggerì Sara.
“In effetti mio figlio vorrebbe tanto riprovarci con lei... e poi chissà” rispose Rachele che stava pensando che forse non le sarebbe affatto dispiaciuto condividere con suo figlio il piacere di fare sesso con quella bella ragazza.

Così le due amiche dopo quella lunga cavalcata di sesso rimasero abbracciate l’una all’altra, baciandosi dolcemente e continuando a parlare e confidarsi mentre si accarezzavano.
Ma poi si era fatto tardi ed era già sera; improvvisamente Rachele si ricordò che doveva preparare la cena per Samuele e quindi, dopo un ultimo bacio a Sara si rivestì velocemente, senza mettere nulla sotto al vestito scollato, ed usci.

Mentre era in macchina, Rachele ripensò a quanto avvenuto quel pomeriggio: dai bellissimi momenti di intimità con la sua amica ritrovata con fantasie sessuali finora mai realizzate come il fisting di cui rimase impressionata e che nel subconscio avrebbe voluto prima o poi provate su di sé, nonché le idee e provocazioni erotiche che Sara le aveva dato nel rapporto con suo figlio, tra cui lo strap-on che aveva messo nella borsa ed a come aiutarlo per riconquistare la sua amichetta Martina.
E inconsapevolmente quei pensieri finirono per trasformarla sempre più verso una donna vogliosa di vivere appieno la sua sessualità, troppo a lungo negletta, senza più limiti ne tabù.
Nel mentre guidava si mise una mano sotto la gonna, ritrovandosi senza mutandine lasciate chissà dove, e passandola sulle sue intimità le sentì morbide, lisce e vellutate dopo la delicata depilazione che le aveva fatto Sara, e ancora bagnate dato lo stato di eccitazione in cui ancora era.
“Chissà se la mia passerona così depilata piacerà a mio figlio” pensò; tra poco lo avrebbe verificato.


3 – CONTINUA

Di prossima pubblicazione, serie “La benda rossa” (ripartizione e titoli provvisori):

Cap. 4 - Rachele sodomizza il figlio
Cap. 5 - Trio con Martina
Cap. 6 – Un ritorno inaspettato


Il racconto è di fantasia; ogni riferimento a persone o fatti reali è puramente casuale.


P.S. Sono graditi commenti, osservazioni e suggerimenti, anche tramite messaggio privato sul profilo. Grazie per l’attenzione.
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