incesto
Monica: un viaggio intimo e travolge


28.06.2025 |
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"Era come guardarmi in uno specchio, e la sorpresa mi ha travolta: lei era me, desiderosa dello stesso piacere, dello stesso abbandono..."
Mi chiamo Monica, ho 39 anni, e se hai visto il mio profilo, forse hai colto un frammento di me. Sono separata, vivo con mia figlia Alice, 16 anni, che ha appena affrontato l'ultimo compito in classe prima delle vacanze. Alice è un’esplosione di bellezza, più donna di me, con quella luce negli occhi che mi ricorda com’ero io alla sua età, ma con una sensualità che sembra già più matura, più consapevole. Vivo per lei, ma anche per me stessa, per quei momenti in cui mi sento viva, desiderata, selvaggia. E quei momenti, spesso, hanno un nome: Frank.Frank è il mio “amico”, il mio gioco, come lo chiamo io. Un uomo che sa accendermi come pochi, con il suo corpo scolpito, la pelle scura che profuma di muschio e desiderio, e quel cazzo enorme, possente, che mi fa tremare ogni volta. Quando viene a casa, il mondo fuori svanisce. Scopiamo nella mia camera da letto, e ogni volta è come precipitare in un vortice. I suoi colpi sono profondi, il suo ritmo inesorabile, e il profumo del suo sudore si mescola al mio, un odore acre e dolce che mi inebria. Dopo, sono sempre stravolta, il corpo pesante, la fica pulsante, la mente persa in una nebbia di piacere. Mi addormento, sempre, come se il mio corpo dovesse riprendersi da un terremoto.
Alice, però, non è mai stata solo una spettatrice. L’ho sempre sentita, anche se non lo ammettevo. Di nascosto, mi guardava. Sentivo i suoi passi leggeri nel corridoio, il fruscio della porta socchiusa quando Frank era con me. Sapevo che ascoltava i miei gemiti, il suono ritmico del letto che sbatteva contro il muro, il rumore bagnato dei nostri corpi che si univano. Non ne parlavamo mai, ma lo vedevo nei suoi occhi: una curiosità bruciante, un desiderio che cresceva ogni volta che Frank varcava la soglia di casa. E io, in fondo, ne ero lusingata. Vedevo in lei una versione più giovane di me, affamata dello stesso piacere che mi faceva perdere la testa.
Quella sera di giugno, però, tutto è cambiato. Dopo una sessione con Frank, mi sono addormentata come al solito, sfinita. Il suo cazzo mi aveva devastata, lasciandomi la fica gonfia e il corpo tremante. Ricordo il suo sapore ancora in bocca, salato e intenso, mentre scivolavo nel sonno. Lui ha detto che andava a farsi la doccia, e io mi sono abbandonata al letto, il profumo del nostro sesso ancora nell’aria, un misto di sudore, sperma e il mio odore dolciastro.
Un rumore mi ha svegliata. Un suono soffocato, un gemito che non era il mio. Mi sono alzata, il cuore che mi martellava nel petto, e ho seguito quel suono fino alla camera di Alice. Ho aperto la porta, e il mondo si è fermato. Lì, sotto la luce fioca della lampada, c’erano loro: Frank e Alice, nudi, i corpi lucidi di sudore e acqua. Si masturbavano a vicenda, le mani di Frank che scivolavano sulla fica di Alice, le dita di lei strette intorno al suo cazzo duro, pulsante. L’aria era densa del profumo del loro desiderio: il sapone della doccia, il sudore fresco, l’odore muschiato della sua eccitazione. I loro respiri erano pesanti, i gemiti di Alice acuti, quasi disperati. E io... io non ero arrabbiata. Ero eccitata. Lo stesso fuoco che mi consumava quando Frank mi scopava, lo vedevo ora in lei. Era come guardarmi in uno specchio, ma più giovane, più affamata.
Alice mi ha vista, e nei suoi occhi ho letto tutto: il desiderio che aveva represso per mesi, il bisogno di provare quello che provavo io. Mi sono resa conto che non era solo curiosità. Alice voleva essere me, voleva sentire quel cazzo dentro di sé, voleva esplodere come facevo io. E Frank lo sapeva. Lo vedevo dal modo in cui sorrideva, dal modo in cui il suo cazzo pulsava ancora di più sotto le mani di Alice.
È uscito dalla stanza, il cazzo eretto che oscillava a ogni passo, e Alice lo seguiva, come ipnotizzata. Io ero lì, immobile, la fica che pulsava di nuovo, il cuore che batteva all’impazzata. Frank mi ha preso per mano, mi ha tirata a sé e mi ha baciata, con una forza che mi ha fatto girare la testa. Il suo sapore era ancora quello della doccia, fresco, ma con un retrogusto di sesso che mi faceva impazzire. Lo ha fatto davanti a lei, e io mi sono sentita morire, un capogiro che mi ha quasi fatto crollare. Poi ha baciato Alice, e lei ha risposto con un gemito che mi ha trapassato. Poi di nuovo me. Le sue mani ci hanno guidate, spingendo le nostre teste vicine, finché le nostre labbra si sono sfiorate. Un bacio a tre, caldo, disordinato, pieno di lingue e respiri. Il sapore di Alice era dolce, quasi fruttato, e si mescolava al gusto salato di Frank. Le nostre mani si cercavano, accarezzavano la pelle liscia di Alice, il petto duro di Frank, i nostri corpi che si intrecciavano senza regole, senza freni.
Ero persa. Frank ha spinto la mia testa verso il suo cazzo, e io l’ho preso in bocca, succhiandolo con una fame che non riconoscevo. Il sapore era intenso, salato, con una traccia del sapone della doccia e del sudore di Alice. Lo leccavo con avidità, mentre lui baciava Alice, i loro gemiti che si mescolavano al suono bagnato della mia bocca. Poi, ho preso l’iniziativa. Ho tirato Alice verso di lui, invitandola a continuare. Lei si è abbassata, esitante ma curiosa, e ha iniziato a succhiarlo. I suoi movimenti erano incerti, ma il desiderio nei suoi occhi era inconfondibile. Io, senza pensarci, mi sono chinata ancora di più, leccandogli il buco del culo, assaporando il suo odore muschiato, terroso, che mi faceva girare la testa. Non c’era più nulla che mi trattenesse. E neanche Alice. La sentivo, la vedevo, mentre cercava di prenderlo tutto in bocca, i suoi gemiti soffocati, il suono del suo respiro che si spezzava.
Siamo finiti nella mia camera da letto, il letto ancora sfatto dal mio incontro con Frank. L’aria era densa del profumo del nostro sesso precedente, un misto di sudore, sborra e il mio odore dolciastro. Frank ha fatto stendere Alice, aprendole le gambe con una dolcezza che contrastava con la sua forza. Ha iniziato a leccarle la fica, e il suono dei suoi colpi di lingua era osceno, bagnato, accompagnato dai gemiti acuti di Alice. Io, dietro di lui, ho continuato a leccargli il culo, la mia lingua che scivolava dentro di lui, assaporando ogni centimetro. Il suo odore mi inebriava, e i gemiti di Alice mi spingevano a continuare, a perdermi in quel piacere condiviso.
Frank si è alzato, il cazzo duro come il marmo, e ha iniziato a penetrare Alice. La sua fica stretta lo avvolgeva, e il suono dei loro corpi che si univano era ritmico, bagnato, quasi ipnotico. Io, sotto di loro, leccavo le palle di Frank, il loro sapore salato che si mescolava all’odore dolce della fica di Alice. Sentivo i suoi gemiti crescere, diventare più disperati, e conoscevo quel piacere. Era lo stesso che provavo io quando Frank mi scopava, lo stesso fuoco che mi consumava. Alice era me, e io ero lei, unite in quel momento di pura estasi.
“Vieni dentro di me, Frank,” ha sussurrato Alice, la voce rotta dal desiderio. “Riempimi la fica, ti prego.” Quelle parole mi hanno colpita come un fulmine. Era così sicura, così affamata, proprio come lo ero io. Ho smesso di leccare il culo di Frank e ho preso il vibratore che avevo lasciato sul letto, ancora bagnato della mia fica. “Riempila, Frank,” ho detto, la voce tremante di eccitazione. “Falla godere come fai con me.” urlai eccitata, e mentre lui spingeva più forte, ho infilato il vibratore nel suo culo, facendolo gemere di sorpresa e piacere. Il suono del suo godimento, profondo e gutturale, si mescolava ai gemiti di Alice, che si contorceva sotto di lui.
Quando Alice è venuta, il suo grido è stato come un’esplosione. Il suo corpo tremava, la sua fica pulsava, e Frank l’ha seguita, riempiendola di sborra. Il profumo del loro orgasmo ha invaso la stanza, un odore denso, animalesco, che mi ha fatto girare la testa. Quando Frank si è scostato, mi sono chinata su Alice, leccando la sua fica, pulendola, assaporando il mix salato della sborra di Frank e il sapore dolce di lei. Con una mano, mi scopavo con il vibratore che avevo ripreso, la mia fica aperta, pulsante. Frank l’ha notato. Ha tolto il vibratore e ha infilato la sua mano dentro di me, muovendola con una forza che mi ha fatto urlare. Alice, ancora ansimante, si è seduta sulla mia faccia, e io ho leccato la sua fica, il suo sapore che mi travolgeva. Il mio orgasmo è esploso, uno squirt violento che ha inzuppato il petto e la faccia di Frank, il suono del mio piacere che echeggiava nella stanza.
Siamo rimasti lì, ansimanti, i corpi intrecciati, il silenzio rotto solo dai nostri respiri. Guardavo Alice, il suo viso arrossato, i suoi occhi pieni di una soddisfazione che conoscevo bene. Era come guardarmi in uno specchio, e la sorpresa mi ha travolta: lei era me, desiderosa dello stesso piacere, dello stesso abbandono. Le ho accarezzato il viso, il suo odore ancora sulle mie labbra. “La prossima volta, piccola,” ho sussurrato, la voce morbida, “ti farò leccare la mia fica. Scoprirai quanto è bello e dolce la fica della mamma.” Lei ha sorriso accarezzandomi tra le gambe, un misto di timidezza e curiosità, e in quel momento ho saputo che il nostro viaggio era solo all’inizio.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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