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La sorella liceale - Terza parte


di Roleplay93
04.10.2017    |    37.375    |    3 9.1
"Ero eccitato e la mia erezione non dava cenni di fermarsi, ne volevo ancora, sia io che lei..."
Continuo: La sorella liceale, si consiglia di leggere la prima e la seconda parte per capire meglio la trama ed entrare infondo nella storia!


L’eccitazione mi stava travolgente sempre di più facendomi perdere il controllo, con l’altra mano strizzai forte la sua tetta quasi a farle male, ma lei da brava non interrompeva ciò che mi provocava un immenso piacere. Lei non dava segni d’interruzione, non demordeva e continuava il suo operato, ma io ero quasi al limite, di solito duravo molto tempo durante un rapporto sessuale, ma non capivo se era la situazione o se era proprio questa ragazza che stava riuscendo ad abbattere tutti i miei freni inibitori. Sento l’orgasmo salire, lascio velocemente la presa dal suo seno e poggio entrambe le mie mani sulla sua testa, stringendole forte e muovendola a mio piacimento come se fosse un mio giocattolo sessuale, con un forte colpo di bacino la spingo contro il muro facendole battere la testa contro quella superfice dura, strinse un po' la presa con i denti sul mio cazzo come cenno di dolore, ma non mi importava, e iniziai a tenere bloccata la sua testa e scopare la sua bocca mentre muovevo il mio bacino con grande velocità. Sentivo il mio cazzo entrare nella sua piccola e stretta gola, percepivo che stavo per esplodere da un momento all’altro, e nel giro di pochi secondi, bloccai la sua testa con forza e spinsi con tutto il mio peso il mio cazzo dentro di lei soffocandola. Il mio sperma iniziò ad uscire, sentivo dei spasmi come se stesse tossendo o soffocando, e una volta terminato il mio piacere uscii il mio cazzo dalla sua bocca, con un mio dito raccolsi lo sperma che aveva attorno alle labbra e gli inserii sensualmente e dolcemente il dito sulle sue labbra, incitandola ad ingoiare. Si alzò di scatto, la sentivo affannata, e si avvicinò al mio orecchio facendomi sentire il rumore mentre deglutiva il mio abbondante sperma. Fece una dolce risatina divertita, per poi baciarmi inaspettatamente. Sentivo il mio sperma ancora nella sua bocca, il sapore forte si mischiava con le nostre salive, ero un po' disgustato ma eccitato nello stesso momento e la lasciai fare. Ero eccitato e la mia erezione non dava cenni di fermarsi, ne volevo ancora, sia io che lei.

Il mio corpo risentiva ancora l’orgasmo appena raggiunto, cuore a mille, sudorazione, respiro pesante e quella stanchezza improvvisa quasi appagante, ma ciò che dimostrava il mio corpo era diverso da ciò che voleva la mia mente, volevo ricambiare il favore, volevo farla godere, volevo farla mia e farle ricordare per sempre questo giorno di pazzia nello sgabuzzino con un ragazzo di cui non sapeva l’identità. La mia erezione fortunatamente non dava cenni di abbandonarmi, sorrisi compiaciuto. Avevo ancora il sapore di quello strano bacio, era di fronte a me e sentivo il suo respiro caldo scontrarsi contro la mia pelle. Decisi di sorprenderla, l’afferrai per le spalle e la spinsi contro la parete creando un frastuono sordo, lei fece una risatina stupita ma non affatto di dissenso. Le mie mani cercarono le sue nel vuoto mentre il mio corpo aderiva completamente al suo pressandola soprattutto con il mio sesso che puntava dritto alle sue gambe, trovate le sue mani nel buio, le afferrai con forza per i polsi, quasi a farle male e le inchiodai alla parete tenendole con forza impedendole qualsiasi movimento. Lei non faceva opposizione, anzi sembrava quasi curiosa su dove volessi arrivare, e non aspettò molto a scoprirlo.
Con le mani bloccate iniziai a morderla nuovamente il collo, ma non più con la delicatezza iniziale, questa volta i miei morsi erano forti al punto di farle un male misto al piacere, dei morsi da lasciare il segno come segno del mio passaggio. I miei denti afferravano la sua carne pressandola per qualche minuto per poi scendere centimetro dopo centimetro fino a raggiungere il suo splendido e morbido seno che avrei voluto tanto strizzare con forza con entrambe le mie mani, ma questo mi avrebbe fatto lasciare la presa di controllo che stavo esercitando su di lei, decisi quindi di affidarmi solo alla mia bocca raggiungendo alla cieca i suoi capezzoli. Iniziai a succhiarli con tutta la forza che avevo in corpo, mentre li tenevo fra le mie grinfie, la mia lingua ruotava e solleticava la punta del capezzolo per stimolarle più piacere possibile. Lei provava invano a dimenarsi per il piacere mentre le mie mani non le davano possibilità di movimento, sentivo il suo respiro mutarsi velocemente da affannoso in dolci e innocenti suoni di godimento, ma sapevo che sfortunatamente avevo i minuti contati, avrei voluto dedicare tutto il mio tempo disponibile solo al suo fantastico seno, ma il mio scopo era farla godere come non mai.
Liberai i suoi capezzoli dalla morsa dei miei denti, lei fece quasi un sospiro e un suono misto fra liberazione e rammarico, difficile da descrivere ma molto percepibile dalla reazione del suo corpo. Mi inginocchiai velocemente sotto di lei mentre tenevo ancora ben salde e bloccate le sue mani, non volevo dargli neanche un attimo di tregua e velocemente mi intrufolai sotto la sua gonna con la testa, faceva molto caldo lì sotto, si sentivo un forte e strano odore di sesso ma, soprattutto, sentivo il suo nettare scivolare abbondantemente dalla coscia. Decisi di iniziare proprio da lì, leccando dal suo interno coscia, proprio quella goccia abbondante e densa del suo succo. Era dolcissima e non vedevo l’ora di arrivare alla fonte! Affondai la mia testa alla sorgente del suo piacere inserendo velocemente tutta la mia lingua dentro la sua succosa e bagnatissima figa, iniziando a leccarla per poi infilarla il più a fondo possibile per poi ruotarla dentro di lei. Era caldissima, era buonissima, talmente buona al punto che iniziai a succhiare con forza, bevendo il più possibile la sua essenza, sembrando quasi un avaro che volesse prosciugarla e averla tutta per sé. Lei iniziò a tremare, strinse le sue cosce contro la mia testa, i gemiti si tramutarono in veri proprio urli e con la foga del momento riuscì addirittura a liberarsi dalle mie presa, afferrandomi con forza per i capelli spingendomi la testa, con tutta la forza che aveva in corpo, contro la sua figa, mentre lei si lasciava quasi cadere di peso su di me, quasi sedendosi. Io stavo soffocando, mi mancava letteralmente l’aria sotto quella gonna e in quella morsa. Il mio viso era bagnato, respiravo a stento ma non volevo demordere, e nonostante tutto continuai a leccare e succhiarla, mentre, con le mani ormai libere, afferrai con forza il suo culo da sotto la gonna iniziando a strizzarlo violentemente. Sentivo il suo orgasmo vicino, ma non volevo finirla così velocemente, volevo farla godere scopandola.
Decisi di interrompermi sul più bello, proprio mentre il suo respiro e i suoi gemiti si facevano sempre più forti e assordanti e il suo corpo avere spasmi incontrollati, non si aspettò questa mia reazione e si fece scappare un spontaneo “ Nooo” con voce affannata. Subito mollo la presa delle mani dalla mia testa per posizionarsi le mani dinanzi la bocca per evitare di dire altre parole di troppo che avrebbero potuta farla riconoscere. Sarei un pazzo a negare che non ho provato a capire di chi fosse la voce, e addirittura sospettare di chi appartenesse, ma in quel momento di eccitazione e ubriachezza, era il mio corpo e il mio istinto animale che voleva prelevare sulla ragione. Mi alzai di colpo, afferrai entrambi i suoi seni con le mie mani e li strinsi con forza e la girai contro il muro, feci pressione con il mio petto contro la sua schiena schiacciandola senza darle possibilità di movimento, mentre le mie mani continuavano ad afferrare i suoi seni e le mie dita come delle pinze a stritolare i suoi capezzoli. Alla cieca, diedi un colpo di reni all’indietro, per poi successivamente fare un colpo di bacino in avanti forte e assestato riuscendo ad infilare tutto il mio cazzo dentro la sua figa fradicia.
Avevo già scopato altre volte nella mia vita, ma quella volta la potrei definire la più bella e appagante di tutte, la sua vagina era stranamente larga, ma non ci feci molto caso e mi concentrai soprattutto alle sue contrazioni che tentavano di stritolare il mio cazzo mentre il suo calore vampante mi creava un appagamento unico. Lei urlò forte, spezzò il suo respiro trattenendolo dentro di sé finché non iniziai a muovermi sempre più velocemente e con colpi sempre più assestati e in profondità. Ad un tratto quel momento fu quasi interrotto dal bussare della porta, catapultandomi nella realtà, ricordandomi che ero dentro uno stanzino e avevo i minuti contati, una voce ruppe lo strano silenzio di fuori urlando “Manca un minuto!!!!”. Entrambi in contemporanea sbuffammo di dispiacere, e decisi di accelerare il più possibile per appagarla. Il mio bacino sbatteva contro al suo culo risuonando per tutta la stanza come se fosse un tamburo, sentivo lei contrarsi sempre di più, come se stesse tentando a venire e liberarsi da quel peso dell’eccitazione ed esplodere in un orgasmo liberatorio. Strinsi sempre di più i suoi capezzoli, ma ormai li avevo tartassati talmente tanto che la loro sensibilità andò sempre più scemando, decisi quindi di spostare le mie mani sotto di lei, posizionando un dito su suo clitoride e l’altro, a sua insaputa, nel suo ano. Iniziai a muovere prima il mio dito sul clitoride ruotandolo come non mai, e quasi in contemporanea, entrai due dita dentro il suo culo alla sprovvista. La sentii irrigidirsi come un pezzo di legno, bloccò il suo gemito e la sentii perdere le forze, sentivo solo contrarre da impazzire le mie dita e il mio cazzo e lei tremare quasi come se avesse delle compulsioni mentre urlava come una pazza. In tutto questo contrarre io non riuscii a trattenermi e scaricai la mia seconda ondata di sperma dentro di lei riempendola proprio durante il suo orgasmo.
Gli urli tornarono sospiri affannosi fino a scemarsi per poi cadere sul pavimento entrambi senza forze, ma anche sta volta la realtà dei fatti ci venne sbattuta nuovamente in faccia con i rintocchi alla porta. Io non avevo forza di parlare e neanche di muovermi, sentii solo un mio amico urlare quasi intimidito: “ Ragazzi... abbiamo deciso di cambiare le regole mentre eravate dentro, per rendere tutto più misterioso vi faremo uscire uno alla volta al buio in modo da non riconoscervi, quindi esca prima la ragazza, noi spegneremo le luci e vi aspetteremo nel salotto”. Tutto ciò mi sembrava strano, da un lato un rammarico di non poter capire con chi avessi fatto questa fantastica scopata, dall'altro il brivido e il mistero nel capire da solo chi fosse. Ci alzammo e provammo a rivestirci il meglio possibile, sentimmo la serratura girare e la porta aprirsi e nel buio più totale sentivo i passi della mia amante uscire discretamente. Dopo qualche secondo uscii anche io e mi recaii nella stanza insieme agli altri ragazzi, c’era un silenzio quasi imbarazzante, nessuno accennava o chiedeva come fosse stato come era successo nel turno precedente, sembravano quasi ammutoliti, e la cosa che mi turbava di più era proprio che erano gli unici a sapere chi io mi fossi scopato dentro quello stanzino.
Il giocò continuo per un'altra oretta, e fino ad allora sia io che mia sorella fortunatamente non uscimmo nel sorteggio. Conclusa la serata iniziai a sistemare un po' la cucina, mia sorella mi raggiunse per darmi una mano. Sentii di nuovo quel profumo che sentii dentro lo stanzino, mi si blocco il cuore per un istante, iniziai a guardarla meglio e notai che aveva dei strani segni su quasi tutto il collo. Ad un tratto mi si gelò il sangue, tutto iniziava ad avere un senso, il profumo, la mancanza di intimo della ragazza a causa della sua scopata precedente con il mio amico, la sua figa larga e i miei amici che hanno escogitato questa tattica del non farci vedere. Afferrai la sua maglia e abbassai leggermente per osservare meglio quei segni che ricordavano molto i punti in cui avevo dato i morsi. Lei non disse nulla e appena vide il mio sguardo scioccato a bassa voce e guardandomi negli occhi timidamente mi disse: “P…p-pensavo che l’avessi capito”
Mi sentii mancare, mi coricai sul pavimento e fra me e me mi ripetevo “ Mi sono scopato mia sorella”

Fine



Mi scuso per l’attesa nel fare uscire il continuo della storia, spero che sia stata di vostro gradimento.
PS: scusate per gli errori, sfortunatamente scrivo di getto e difficilmente riesco a rileggere attentamente prima di pubblicare, (se volete segnalarmeli fatelo via email sia per questo che per altri miei racconti e io provvederò a sistemarli)
Commenti, critiche o consigli sono graditi!
Inoltre volevo proporre alle ragazze, che se qualcuna fosse interessata nel creare un roleplay o solo scoprire come funziona di scrivermi in privato e io sarò lieto di darvi tutte le informazioni possibili!
EMAIL: [email protected]
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