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Mia madre è una troia - 2


di sweetshy82
19.02.2012    |    95.605    |    3 9.3
"La salutai e mi sedetti; non sapevo cosa fare: gridargli che era una puttana, che era una troia o starmene zitto..."
Continuai a girovagare per la città scioccato ma soprattutto eccitato da quello che avevo visto.
Rientrai a casa verso l’ora di pranzo, aprii la porta e sentii dei rumori in cucina.
“Mamma?”
“Si tesoro sono qui, non sono andata più al centro commerciale, sbrigati che è quasi pronto”
Si, si, non è andata più al centro commerciale…
Lasciai lo zaino in camera, mi lavai le mani e andai in cucina.
La salutai e mi sedetti; non sapevo cosa fare: gridargli che era una puttana, che era una troia o starmene zitto. Fu pronto, aveva cucinato spaghetti con il sugo, mi porse il piatto e si sedette di fronte a me. Portava una camicetta un po’ scollata, non potevo fare a meno di guardarle il suo bellissimo seno.
Mina: “Come è andata a scuola?”
Io: “Come al solito, niente di eccezionale…e tu invece, cosa hai fatto, sei uscita o sei rimasta qui?”
M: “Ehm…sono andata dalla mia amica Palma, dovevamo andare a Bari al centro commerciale, stavamo per partire ma ha avuto una chiamata da sua sorella che le ha chiesto un favore e non siamo andate più”
Che scusa del cazzo…
Finii di mangiare e andai in camera mia, chiusi la porta a chiave, mi tolsi i pantaloni e le mutande e mi stesi sul letto. Avevo il cazzo in tiro da questa mattina, presi il cellulare e feci partire il video si mia madre e iniziai a segarmi. Non resistetti molto, ero troppo eccitato.
Passarono i giorni e arrivò il venerdì, mia madre andò all’aeroporto a prendere mio padre.
Decisi di non dire nulla di ciò che sapevo, per il momento.
Il weekend passò in fretta e, in questo tempo, mi diede molto fastidio l’atteggiamento di mia madre nei confronti di mio padre: amore di qui, amore di la, tesoro, ti amo, baci e baciotti. Che puttana era.
Il lunedì mio padre se ne andò. La sera ero in camera mia e lei in quella sua. Ad un certo punto, squillo il cellulare di lei, sentii che chiuse la porta della sua camera. Certamente doveva essere il bastardo. Mi avvicinai pian piano alla sua porta e origliai: “Si, il cornuto è partito…ci vediamo domani allora?...no qui a casa è rischioso, vediamoci al solito posto…allora a domani…”
La notte dormii poco o niente, avevo sempre in mentre lei, il suo corpo e su quanto la desideravo. Certo sarebbe stato molto facile possederla: avevo il video che la incastrava, potevo andare in camera sua, farglielo vedere e riccattarla. Ma non so come mi venne un idea al quanto diabolica ed eccitante…
Il mattino seguente stavo per uscire quando lei mi avvisò che quella uscita al centro commerciale la faceva oggi, quindi sarebbe tornata tardi.
La salutai e uscii. Chiamai un mio amico e mi feci prestare la sua auto. Mi appostai vicino a casa mia. Verso le 9:30 vidi mia madre che uscii, prese l’auto e si incamminò. Riuscii a seguirla senza farmi vedere.
Si fermò nel piazzale di un supermercato e nel giro di pochi minuti, le si affiancò un auto. Lei scese ed entrò in quella. Iniziai l’inseguimento.
I due andarono fuori città, arrivarono in un paese a mezz’ora di auto. Si fermarono vicino ad un hotel e vi entrarono. Feci delle fotografie del loro ingesso in hotel.
Non potetti aspettare ancora per molto, dovevo restituire l’auto al mio amico, così tornati a casa.
Riconsegnai l’auto a questo mio amico che era una specie di mago dell’elettronica; gli chiesi se aveva qualche programmino, applicazione per il mio cellulare, per modificare la voce quando si fanno le chiamate con la scusa che dovevo fare uno scherzo ad una mia amica. Fortunatamente lo avevo e me lo installò.
Passò qualche giorno e feci scattare il mio piano.
Come ogni mattina uscii per andare a scuola e, come quasi al solito, non ci andai.
Prima di andare nel parco, infilai una busta nella cassetta delle poste.
Aspettai un oretta e, con l’applicazione delle modifiche delle voci, chiamai in forma anonima, a casa.
Mina:”Pronto?”
Roberto:”Parlo con la signora Mina?”
M: “ Si sono io, chi è lei?”
R: “Ah che bello sentire la voce di una troia”
M:” Ma come si permette, chi è lei?”
R:”Stai calma Mina, non ti agitare, sono un tuo nuovo amico”
M:” Senta o mi dice chi è lei o chiamo la polizia, ha capito?”
R: ”Ma lo sai che quando ti arrabbi, sembri ancora più troia? Comunque, vai alle cassetta delle poste, ce qualcosa per te, ti richiamo fra qualche minuto”
M:”Cosa? Pronto, pronto, pronto…”
Chiusi la chiamata. Mina era un po’ terrorizzata, andò giù e prese la busta che c’era. Ritornò a casa, aprii la busta e rimase senza parole: vi erano delle foto di lei e il suo amante che entravano in un hotel. Squillò il telefono…
M:”Pronto?”
R.”Ti piacciono le foto?”
M:”Ma chi diavolo sei?”
R:”Mina, Mina, non si fanno certe cose, tradire tuo marito…”
M:”Ma che dici, quale tradire mio marito, ma sei impazzito? Queste foto non provano nulla, se non mi dici chi sei chiamo sul serio la polizia”
R:”Chiamala non ce problema, vuol dire che tuo marito Franco saprà la verità”
M.”Cosa vuoi da me?”
R:” Se seguirai le mie istruzioni e mi darai quello che voglio, non dovrai preoccuparti”
M: “Che diavolo vuoi allora?”
R: “Dovrai essere mia, voglio scoparti”
M: “Ma sei impazzito? Ora basta chiamo la polizia”
R: “Basta lo dico io ora!!! Se la vuoi chiamare, chiamala! A tuo rischio e pericolo..”
Mina rimase qualche attimo in silenzio, non sapeva cosa fare.
M: “Mi assicuri che se mi concedo a te solo una volta, tu sparirai?”
R: “Certamente, hai la mia parola”
M: “Va bene, dove e quando”
R: “A casa tua, domani alle 8:30”
M: “Come a casa mia domani? No, a casa mia scordatelo e poi ce mio figlio”
R: “Non discutere, non sei nella posizione di farlo capito? Ho detto a casa tua e non mi prendere in giro con la storia che ce tuo figlio, lo so che domani è in gita con la scuola”
M: “Ma come fai a saperlo, chi sei?”
R: “So molte cose di te, ci vediamo domani allora mia bella troiona”

Contunua…


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