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Papà Alberto e la mia matrigna


di Ubbidiente_69
02.01.2023    |    3.173    |    6 9.9
"Senza lasciarmi il tempo si mette in posizione, fa roteare la frusta e poi mi colpisce..."
- racconto ispirato da uno di voi -
Stavolta la mia matrigna mi aveva beccata; mi faceva punire da Albano, mio padre, per molto meno, figurarsi adesso che mi aveva beccata a leccare la sborra dal seno alla mia amica. Non che a Alberto servissero delle scuse per punirmi, anzi adesso che avevo 17 anni vedevo che le punizioni stavano cambiando. Se fino a qualche tempo prima erano delle cinghiate sul culo o sulla schiena, adesso il suo bersaglio preferito erano le mie tette (già grosse e con due bei capezzoli sporgenti e tondi). E l'ultima volta dopo avermi dato una ventina di frustate, aveva usato per la prima volta le mani torcendomi i capezzoli. Inoltre aveva iniziato a farmi frustare anche dalla matrigna e nel godersi lo spettacolo, tanto da farselo succhiare davanti a me a fine tortura... Essere frustata mi piaceva già allora e vedere quello spettacolo eccitava anche me; il cazzo mi piaceva e Albano ne aveva uno davvero grosso. Ma quell che mi faceva davvero bagnare era vedere come a fine pompino, sborrasse in faccia alla matrigna lavandole la faccia con 5-6 fiotti che la ricoprivano. Così avevo iniziato a fare lo stesso con gli amici e la mia amica della nostra compagnia. Ed ero stata beccata...
Ero lì legata, completamente nuda. Lei entra, completamente nuda anche lei, con indosso solo delle scarpe dal tacco alto, nelle mani un bastone al cui estremo è attaccato un fascio di 3 lingue di cuoio di circa 1 metro. Si mette di fronte a me e accarezza la frusta fissandomi.. Poi entra Alberto, nudo, con il cazzo duro e scappellato e una frusta in mano. Si avvicina, mi afferra un capezzolo che stringe forte “ho sempre saputo che sei una gran puttana, non sapevo che ti piacesse fare la troia anche con le donne” Poi si siede di fronte a me iniziando a masturbarsi. Non riesco a staccare lo sguardo dalla sua cappella, grossa e lucida; mi sto eccitando.. Si avvicina lei…mi afferra il capezzolo e inizia a torcerlo ma non per farmi soffrire, ma per eccitarmi. Mi sussurra all’orecchio quanto sia bello quel cazzo, dolce la sua sborra e quanto sia bello prendere tutto il suo seme, non quelle 3 spruzzatine del mio amico. Inutile negare che sono eccitata da morire, ll respiro è affannoso e quando la sua mano, su ordine di Albano, va alla mia fica è un sollievo. “Cazzo, quanto sei bagnata ragazzina, sei davvero una troia in calore. Ti piacerebbe farti riempire dal cazzo di Alberto, vero? Sai invece cosa piacerebbe a lui? A lui piacerebbe mettere il suo cazzone nella mia gola mentre io vengo leccata da una ragazzina con grosse mammelle da vacca”
“Vaffanculo troia, io a te non ti lecco”
Ride, anche Alberto ride…”Arrogante puttanella, ne riparliamo tra un centinaio di frustate”
Si scosta e inizia a frustare… Le frustate sono meno violente di quanto immaginassi, le strisce di cuoio sono abbastanza leggere. Fanno un sibilo e uno schiocco molto forte, ma l’effetto sulle mie carni non è così duro. E’ chiaro che è fatto per far durare quella flagellazione molto a lungo e far eccitare Alberto fino a fargli perdere la testa.
La matrigna è molto metodica nel flagellare. Parte dalle cosce e da colpi frequenti e ritmati risalendo il corpo fino a frustarmi il viso e il collo. Il corpo ben presto brucia, nonostante non ci siano segni evidenti. Poi da dietro di me e ripete la cosa sul culo e la schiena. Alberto davanti a me mena con lentezza il suo cazzone fissandomi… Vorrei sostenere il suo sguardo, ma quel cazzo è per me troppo invitante…
Le frustate continuano, la brucia e in alcuni punti inizia a rovinarsi e si intravvede qualche gocciolina di sangue. Sarà passata quasi un’ora, sono veramente al limite della sopportazione e quando vengo colpita in vagina o sui capezzoli non trattengo delle urla di dolore.
Alberto alla fine si alza “Puttana, possiamo andare avanti per ore fino a toglierti la pelle di dosso. E non sai quanto volentieri lo farei dopo quello che mi ha raccontato” poi mi frusta una decina di volte con la sua frusta… colpi pesanti e precisi sui capezzoli. Le gambe iniziano a non sorreggermi, la testa gira… Si avvicina e sento il suo cazzo massaggiarmi la figa… Che sta facendo? una scossa mi fa ridestare… vuole scoparmi? la testa si ribella ma il resto del corpo vorrebbe che quel grosso cazzo entrasse dentro di me… La matrigna ricomincia a frustarmi la schiena e da dietro colpisce i seni ai lati. Quel violento massaggio e la cappella di Alberto mi stanno facendo letteralmente gocciolare. “Ti prego Alberto, basta frustate, non resistito più, ti prego falla smettere” La sua cappella entra decisa nella mia figa “Perchè dovrei farla smettere? sei bagnata fradicia e il mio cazzo adora le puttanelle fradice”. Lei intanto prende la frusta dalle mani di Alberto e inizia a frustare entrambi. Ad ogni colpo che lui riceve il suo cazzo entra un po’ di più nella mia figa… è grosso, duro, caldo, sento che mi riempie come nessun cazzo aveva mai fatto.
All’improvviso esce, si mette dietro di me, sento il suo cazzo duro premere tra le natiche; legata a gambe aperte non posso oppormi alla cappella che preme contro il buco del culo, poi passa ancora alla figa, entra si bagna e poi torna a premere sul culo. Sono già stata inculata, ma da cazzi più piccoli e corti e sempre con del lubrificante. Ancora una volta la testa mi direbbe di ribellarmi, che quel cazzo mi sfonderà dolorosamente, che quel cazzo è di mio padre…ma ancora una volta il corpo e la figa decidono per me… mi inarco, voglio quel grosso cazzo nel culo. Sono pronta, voglio sentire il bruciore intenso dell’essere inculata, sentire la carne che entra e mi allarga, mi riempie e provare quella magnifica sensazione di dolore che si trasforma in incontenibile eccitazione. Invece si ritrae e rivolgendosi alla sua donna “avevi ragione, ho allevato una lurida puttana” un forte manrovescio sul seno “preferisce farsi inculare a secco piuttosto che obbedire agli ordini”. Seguono due-tre schiaffi fortissimi ai seni. Le sue mani forti e ruvide fanno male… “pensaci tu” chiosa. La matrigna, soddisfatta ed evidentemente eccitata, avvicina la bocca all’orecchio “tu non capisci proprio un cazzo, sei solo una stupida troia in calore. Al tuo paparino piace la bocca, non il culo e soprattutto lui vuole che mi lecchi la figa; ma tu infoiata di cazzo non pensi… te lo chiedo l’ultima volta: implora e dimmi che vuoi leccarmi la fica”. Senza lasciarmi il tempo si mette in posizione, fa roteare la frusta e poi mi colpisce. E’ metodica e sa come farmi soffrire e godere: 5 colpi sulla mammella sinistra, poi 5 sulla destra, poi dei calci in figa. Gli occhi pieni di lacrime, alzo lo sguardo e non vedo Alberto al suo posto. Le sue mani mi afferrano ai fianchi. è di nuovo dietro di me, mi tira contro il suo cazzo e mi costringe a chinarmi. Le tette penzolanti sono bersagliate da decine di colpi… Urlo, imploro.. “Vi prego signora, vi prego basta! voglio leccarle la figa, la prego mi dia la figa” le frustate cessano “non ho capito” dice… “vi prego signora, vorrei leccarle la figa” “chi vuole leccarmi?” “questa troia in calore vuole leccale la figa” “Questa lurida troia lesbica?” “si signora, sono una troia lesbica che desidera farsi spruzzare dal nettare della vostra figa”.
Le corde si allentano, vengo fatta inginocchiare e messa a pecorina. Lei è stesa davanti a me a figa larga, prendo la sua figa in bocca, porta le ginocchia al petto e si allarga con le mani il buco del culo. “Avanti, lecca bene anche il culo” obbedisco. Sento Alberto inginocchiarsi dietro di me, la cappella contro la figa… mi apre, spinte forti, vengo, anche la matrigna mi spruzza la faccia… poi finalmente sento che pulsa, sborra, un fiume mi inonda e mi fa perdere le forze…che splendida scopata
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