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Un lunedì al lavoro


di Ubbidiente_69
13.05.2024    |    6.830    |    11 9.0
"“Prima la maglia, voglio esaminarti attentamente” Sfilo la maglia, rimanendo in reggiseno..."
Tutto è iniziato Sabato. Il Padrone mi convoca a casa sua e mi sottopone ad una severa tortura alla fica. Brutale come Lui sa essere, mi lega una catena stretta in vita cui aggancia 3 robusti elastici che mi fa passare nel solco del culo e dentro le labbra della fica. Usciamo a cena e solo salire sull’auto mi fa capire che ogni movimento mi provocherà un dolore atroce.
Durante la cena mi obbliga ad andare 3 volte in bagno, dove devo spogliarmi nuda, accovacciarmi con i piedi sul bordo della tazza e fare dei primi piani alla fica da inviargli. Il movimento di quei maledetti elastici mi aveva già provocato degli evidenti segni sulla pussy. Una volta a casa Sua, mi ero dovuta stendere nuda sulla schiena con le ginocchia al petto. Lui prendeva gli elastici, li tendeva e li faceva schioccare sulla fica aperta. Nonostante i miei sforzi, dopo la quinta volta non ero riuscita a trattenere le urla di dolore, chiudendo le cosce ad ogni colpo. Dopo 10, in preda al dolore più pazzesco, non avevo trattenuto il piscio. Al 13° aveva avuto pietà di me, ormai sull’orlo dello svenimento.
Finita la devastazione e fatto svuotare il Padrone nel mio culo e poi in bocca, ero tornata a casa. Appena arrivata mi ero subito resa conto della devastazione: il perizoma bianco era letteralmente fradicio di sangue… Mando una foto al Padrone ringraziandolo per la devastazione.
Passata la domenica a mettere ghiaccio sulla mia povera pussina devastata, oggi arrivo in ufficio.
Appena arrivo il Direttore mi convoca. Busso, mi fa attendere fuori della porta per un minuto buono. Poi mi dice di entrare
“Bene mammelle, sanguina ancora la fica?”
Mentre lo dice, gira lo schermo del pc e vedo la foto di sabato sera. Mi sento sprofondare… abbasso gli occhi e rispondo “Si, Signor Direttore…”.Vedo il suo sguardo di rimprovero e aggiungo “La fica di mammelle è profondamente segnata e sanguina ancora un po’”
“Togli i pantaloni, voglio controllare”
In un imbarazzo mostruoso, con la paura che la sua segretaria entri mentre sono nuda, abbasso i leggins. Per evitare che il sangue macchiasse i leggins, avevo indossato due paia di mutande molto grandi. Appena le vede sbotta, quasi urlando “Lurida cagna, come cazzo ti presenti in ufficio? Va immediatamente a casa e mettiti il perizoma più piccolo e da troia che hai. Anzi, devi indossarne uno così, spero per te che li abbia” e mi mostra un perizoma con una fila di perline al posto del triangolino davanti. Mi afferra un capezzolo e stringe. “Allora mammelle, lo hai uno così?” “Certo Signor Direttore, mammelle ne ha alcuni. Vedrete che mammelle non vi deluderà”
Torno a casa, come un automa prendo il perizoma dal cassetto, lo indosso e lo faccio entrare per bene nello spacco della fica. La mia coinquilina, vedendo la scena, si avvicina e mi dice di non farlo: ”così te la distruggi, povera pussy… almeno metti una maglia lunga, nasconderà la chiazza di sangue”.
Torno in ufficio e subito sono convocata. Entro e trovo il Direttore con la segretaria. “Vuole che aspetti fuori, signor Direttore?” “No, rimani. Voglio subito controllare se hai fatto le cose per bene; con Paola abbiamo quasi finito”. La segretaria interviene subito “Posso aiutarla, Jacopo?” Quella troia, penso. Farebbe di tutto per apparire al Direttore e infatti tutti la odiano… “No grazie Paola. Sei gentile, ma certe faccende le devo sbrigare da solo". Un po’ delusa raccoglie delle carte dalla scrivania e nel farlo le sue tettine quasi escono dalla scollatura della camicetta. Non posso non notare la cosa, compresa l’occhiata da maiale del Direttore. Lei se ne accorge e mi dice “con te farò i conti presto, troia” incurante del fatto che il Direttore la stesse sentendo. Esce.
Appena soli mi fa cenno di spogliarmi.
“Prima la maglia, voglio esaminarti attentamente”
Sfilo la maglia, rimanendo in reggiseno. Mi sfila le mammelle dalle coppe e mi fa appoggiare un piede su una sedia.
“C’è una macchia… squirt o sangue?” “Sangue Signor Direttore, la fica di mammelle non è ancora guarita del tutto”. Prende un righello e mi colpisce in fica. Un colpo secco che urta le perline e che mi fa barcollare; riesco a trattenermi e a emettere solo un grugnito.
“Abbassa i leggins… e dimmi, Paola non ti sta simpatica?”
“Non molto Signor Direttore”
“Sai è un peccato… tra me e lei non ci sono segreti. E non mi piace che lei non sappia di te… Mi stavo proprio chiedendo se non fosse il caso di spiegarle. Dopotutto la prossima settimana sarò via. Lo sai no? sono con Fabio, si Fabio, il tuo padrone, e non vorrei, anzi vorremmo lasciarti sola e inoperosa…”
Tace, penso voglia un mio commento. Tiro un gran respiro per darmi coraggio
“Preferirei che questo rimanesse tra di noi”.
Torna alla scrivania, posa il righetto e prende un cavo. Con studiata e sadica calma afferra i due capi facendo passare la mano come per tenderlo per bene. Penso che se usa quello, trattenermi sarà davvero difficile. SI avvicina, lo passa sulla figa, gode nel vedere il terrore nei miei occhi. Poi sul capezzolo. Chiudo gli occhi e mi mordo il labbro per soffocare il dolore che so sta per arrivare.
“Paola è molto brava a punire, sai? Dove lavoravamo prima, in Slovenia, almeno una volta al mese le davo delle ragazze con cui farla divertire. E ogni volta dovevo fermarla! quando inizia a frustare non ha il senso della misura… Pensa che per evitare di farle urlare, infilava alle ragazze dei dildo in gola. Poverette, ogni volta diventavano paonazze, rischiavano di soffocare mentre lei le lacerava da capo a piedi…Ci penso, se dirle tutto, dico...adesso togliti i leggins, voglio vedere bene”
Abbasso la gamba, tolgo le scarpe e sfilo i leggins. Rimetto le scarpe, tacco 10. Mi giro per appoggiarli allo schienale della sedia e per far vedere quanto è sottile il filino del perizoma. Poi torno di fronte a lui e appoggio il piede sulla sedia. Mi osserva e senza esitazione mi sferra una violenta frustata in fica. Barcollo, quasi cado. Invece non so come riesco a stare in equilibrio. Riesco anche a soffocare il grido... il respiro è affannoso e non riesco a trattenere dei lamenti. Appena sono di nuovo in posizione, arriva un’altra frustata… Il dolore insopportabile mi fa piegare in avanti. Perdo l’equilibrio, ma riesco ad appoggiarmi alla scrivania ed evitare di cadere a terra. Un terzo colpo arriva a solcarmi la schiena...è troppo... mi accascio in ginocchio tenendo le mani sulla pussy e singhiozzando. Passa qualche secondo e suona il telefono. Mentre risponde mette il vivavoce: “Si Paola?” “Signore, scusi se la disturbo, ma quella troia fa parecchio rumore. E’ possibile che la sentano dagli uffici” “Grazie, sei sempre molto preziosa” “Grazie a Lei, Signore, e se posso fare altro… mi dica” “Certo Paola, non mi dimentico dei suoi…servigi… e come sai, ti ripagherò a breve”. Scandisce bene quelle parole e mentre le dice mi guarda e sorride.
"Avanti mammelle, ricomponiti"
Mi fa rivestire, chiama la segretaria che mi accompagna in un nuovo ufficio temporaneo (almeno così dice) dove sono sola. Prima di lasciarmi mi fissa e mi gela “Approfitta di Jacopo fino che puoi, che tra poco ti faccio passare la voglia di venire in ufficio con il perizoma dentro la figa”

La stanza è spoglia, giusto una sedia in metallo e una scrivania. Ho poche cose da fare, peggio... il tempo passa lento e sento la figa che pulsa dolorante. Verso le 15.30 entra la segretaria, ha in mano un bottiglietta di plastica da 50 cl piena di un liquido giallo. So perfettamente che è piscio del Direttore, ma lei gode nell'umiliarmi...
"Da parte del Direttore"
Toglie il tappo e annusa, l'odore è nauseante e fa una faccia schifata, poi fa colare della saliva nella bottiglia prima di porgerla. La prendo e vedo che rimane in attesa
"Avanti, bevila tutta, devo riportare la bottiglia vuota"
E' calda, appoggio le labbra al collo e bevo un paio di sorsi. Devo prendere fiato o mi viene da vomitare. In quelo momento arriva il Direttore. Senza curarsi della presenza della segretaria, anzi con l'intento di degradarmi ancora di più,dice
"Avanti mammelle, bevi che ho il cazzo che scoppia di piscio e la bottiglietta mi serve"
Non sono stupida, capisco che quel piscio è della segretaria e la guardo con odio. Lei scoppia in una risata e va via.
Abbasso lo sguardo, mi sento umiliata ed usata. Di solito è una sensazione che adoro, ma oggi, in quel frangente, mi sono sentita davvero male...
"Avanti, bevi, se non vuoi che le dica che l'altro giorno ti ho dato la mia sborra"
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