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Vacanza premio 2*


di MasterT2
06.06.2020    |    19.554    |    4 9.3
"Dovetti sostenerla perchè non si accasciasse..."
Con nonna e zia: orgia all campo nudisti


Mi svegliai al suono delle loro risatine.
“Ce l'ha davvero rosso, vero mamma?”
“Già, meno male che non si è girato molto se no gli si sarebbe cotto anche il salsicciotto!”
Un tocco fresco sulle chiappe mi richiamò alla realtà. E si, le chiappe mi bruciavano un po'.
“Marco caro, guarda qui come ti sei ridotto il culetto! Meno male che al ristorante ci si può vestire. Mica potevamo portarti ingiro con le chiappe arrosto!”
“Si, nonna, è vero. Le sento scottare un po'. Nonna! Se mi metti la crema lì, va a finire che al ristorante nonn ci andiamo più!”
“E va bene, vuol dire che faremo dieta di succo d'uccello. Vero Rita? Nostro nipote ha anche il culetto sensibile, non solo il bigolo.!
“Veramente io una bistecca la mangerei e scommetto che anche Marco muore di fame. Perciò poche storie. Vedrai che appena provi a camminare ti si ammoscia subito.”
Detto fatto. Appena in piedi il bruciore si sentì più forte e il capitone abbassò subito la testa. Io pantaloncini, loro pareo ma sempre in topless: rotta verso il ristorante.
La maggior parte degli ospiti doveva aver già mangiato, vista l'età media!! Un paio di vecchie carampane con le tette sullo stomaco salutarono la nonna e mi guardarono speculando su chi potessi essere. Una di loro si avvicinò. La curiosità era troppa!
“Ciao Maria! Ciao Rita! Ci siete anche quest'anno! Come va?” e intanto guardava me “Sono con la Carla e siamo qui da qualche giorno. I mariti già in ritiro.” e continuava a studiarmi.
“Cesira cara, che piacere vederti! Quest'anno ci siamo portatela scorta. Questo è Marco. Se qui è tutto come al solito, più di giocare a carte la sera non si faceva!”
“Già, portiamo i mariti a vedere un po' di carne... e loro niente, pensano ad andare a pescare! Giovane il ragazzo eh?” lo sguardo si abbassò studiandomi.
“E si Cesira. Proprio per quello che il marito lo lascio a casa! Vacanza madre e figlia! Non ssarà che vanno a pescare il mattino presto per vedere se trovano qualche sirena?”
“E anche se la trovano cosa se ne fanno? Ormai! Ma perchè non organizziamo una serata assieme, tanto per fare una rimpatriata!”
“Si, certo, una di queste sere. Abbiamo un nuovo gioco di società da proporvi. Vero Rita?”
“Mmmm, si. Nuovissimo Cesira. Sono sicura che vi piacerà!”
“Adesso mi avete incuriosita. Niente anticipazioni?” e mi riguarda.
“Nooo, se no la sorpresa è rovinata! Ma posso dire che si tratta di qualcosa che vi state sognando spesso!”
“Va bene allora! Fatevi sentire eh! Noi abbiamo già preso il caffè. Mi raccomando! Siamo al 24, il doppio bungalow.”
Finalmente la vecchiarda si allontnò non senza avermi squadrato per l'ultima volta. E ancheggiava anche, le vecchie tette ondeggianti.
“Nonna, perchè mi viene il sospetto che nella sorpresa di cui parli sono coinvolto anch'io?”
“Perchè sei un porcello! L'idea però mi è venuta. Che ne dici Rita? Sai Marco, Cesira e Carla sono due vecchissime amiche. Le conosciamo da anni e siamo parecchio in confidenza.”
“Dì pure intime, mamma! Tutti gli anni ci scappa sempre un'orgetta. Non granchè, ma ci si diverte!”
“Ma zia! Sono vecchie!”
“Marco! Hanno solo qualche anno più di me. Dici che sono vecchia?”
“No nonna, scusa nonna! Adesso che ti conosco meglio, non dirò mai più che sei vecchia! Ma prima lo pensavo sai!”
“Va bene Marco, sei sincero e ti perdono. Però stasera dovrai darmi una dimostrazione.”
“Certo nonna, tutto quello che vuoi.”
Finalmente arrivò la cena. Risotto ai funghi ed un bel roastbeef, più formaggio e dolci. Con la fame che mi ritrovavo spazzolai il mio e metà del loro. Più il vino mi aveva messo di buonissimo umore. Se non fosse stato per le chiappe ustionate, avrei detto che era perfetto. Facemmo una passeggiata ma non c'era più nessuno E così rientrammo. Ed ecco un'altra sorpresa. Mi ero giusto sdraiato, di fianco che era meglio, che nonna si presentò, di nuovo nuda, con in mano una grossa palla rossa dotata di una lunga punta nera.
“Marco, vieni mettiti quua sulle mie ginocchia che ti faccio la peretta!”
“La peretta? Quella cosa lì? E vorresti metterla dove?”
“Ma nel tuo buchetto tesoro. Ci vuole quando si cambia clima e abitudini. Aiuta a regolare l'organismo!”
“E non solo! E poi è un'esperienza piacevolissima. Vedrai!”
“Zia, ti ci metti anche tu! Ma già, voi siete sempre d'accordo.”
“Dai su, che poi ne facciamo una anche noi! Il discorso vale per tutti!”
Me le immaginai chiappe all'aria col buchetto aperto con la peretta dentro. Sentii subito che il mio uccello non era insensibile a quell'immagine. In tutta fretta mi abbassai sulle ginocchia della nonnache ne approfittò subito per darmi un paio di pacchette sulle chiappe ossute e ben tostate.
“Nonna, mi fai male!”
“Scusa caro, non ho resistito alla posizione. Mi stimola troppo l'istinto materno!”
“Si, ti stimola l'istinto sadico, mi sembra!”
“Poverino! Vieni Rita mettiamo ancora un po' di crema e tanto che ci sei, mettila anche qui.”
Con pollice e indice la nonna mi aprì il solco mostrando alla zia il mio buco. Provai lì per lì un po' d'imbarazzo. Che passò subito appena il dito di zia Rita me lo sfiorò leggermente prima e poi in circolo premendo sempre più fino a che il dito non si ritrovò dentro. Strisi aspirando forte.
“No, Marco, rilassati! Devo metterti la crema. E poi non mi sembra ti dispiaccia!”
Quel traditore del mio uccello diffatti mostrava di apprezzare le attenzioni e si era rizzato strusciandosi contro la gamba della nonna. Inutile negarlo. Quel dito era stimolante. Sospirai e mi rilassai. Il dito entrò tutto. Poi uscì, e rientrò. Così per un po' facendomi mugolare di piacere. Infine il dito uscì per lultima volta sostituito dalla cannula che sentii arrivarmi a fondo prima che cominciasse a spruzzarmi dentro il liquido tiepido. Che sensazione! Da piccolo mamma mi aveva già fatto qualche peretta, ma non ricordavo un tale piacere. E poi la zia mi massaggiava le palle. Nonna svuotò tutta la pera dentro di me e mi spedì in bagno, non senza una veloce palpata al cazzo rigido. Mi ero appena alzato dal wc che entrò.
“Dai, mettiti a cavallo del bidè che diamo una bella risciacquata.”
Obbedii e di nuovo mi mise tutta la cannetta nel culo riempiendomi di acqua tiepida.
“Fai presto che ti aspettiamo!” disse poi lasciandomi.
Feci velocissimo e tornai in stanza preceduto dal mi uccello scappellato. Sorrisero, poi nonna si curvò sulle ginocchia di zia che subito le aprì le chiappe.
“Vieni Marco, mettile tu la crema.”
Mi avvicinai leccandomi le labbra. Altro che crema. Col cazzo duro al massimo mi avvicinai e lo strofinai sulla fica già tutta bagnata.
“Marco, quello dopo! Devi avere pazienza. Forza, prima il dito con la crema.”
“Nonna, è che quando vedo la tua ficona così, io non resisto!”
“Certo caro, ma adesso fai un bel lavoretto bel mio buchino che poi facciamo un bel giochetto. Ecco, bravo, metti tutto il dito dentro. Bravo e adesso muovilo su e giù, si, così, bravo.”
Al dito fece seguito la pera manovrata da zia Rita che mi mostrò come spremerla in un gesto lento e continuo. Alla nonna ne mettemmo due e poi se ne andò in bagno. Zia Rita volle succhiarmi la goccia che si era formata sulla cappella per poi farse prendere sulle mie ginocchia offrendomi il culetto da imburrare. Lo aprii bene e forte dell'espesrienza le spinsi subito tutto il dito dentro, facendola sospirare, lanciandomi in un altamente ditalino anale fino a che la nonna non arrivò con la peretta piena che infilò subito. Anche zia ne prese due. La nonna la seguì in bagno. Curioso mi affacciai sulla porta e vidi la zia fare alla nonna il risciacquo per poi scambiarsi di posto per riceverrne uno.
“Marco, non sta bene spiare le signore quando sono nella loro intimità!”
“Ma è proprio nella vostra intimità che voglio entrare!” dissi mostrando il cazzo in tiro.
“Mamma, mi sembra che stia diventando un po' arrogante. Dobbiamo fargli abbassare la testa.”
Un attimo dopo eravamo tutti e tre di nuovo a letto. Dapprima si dedicarono al mio cazzo con un delizioso pompino a due lingue a quattro mani. Avevo dita dappertutto e appena sentivano che cominciavo a tendermi cambiavano ritmo dandomi una leggera schiacciatina alle palle. Se lo passavano da una bocca all'altra come se fosse cosa di tutti i giorni. Poi nonna si sdraiò a gambe larghe. Non dovettere dire niente. In un attimo le ero sopra e glielo stantuffavo nella fica fradicia. La zia mi venne dietro. Con la mano sulle palle e un dito nel culo. Improvvisamente me lo afferrò distogliendolo dal suo bersaglio e puntandolo su di un'altro. Il buco del culo di nonna.
“Adesso Marco! Spingi forte e inculala. Mettiglielo tutto dentro!”
Avevo sentito parlare dio inculate, ma credevo fosse roba da professioniste. Ed ora mia nonna lo voleva nel culo! Si, nonna cara. Eccotelo! Sentii la rosetta cedere sotto la mia spinta e, accolto da un urletto, mi ritrovai tutto immerso nel suo budello che mi strise con forza impedendomi di muovermi.
“Aaahhh, Marco! Siii! Fermo che mi arriva al cuore! Oddio rita, non finisce mai. Ecco, ora si, dai Marco, inculami! Incula la nonna che le piace tanto!”
Aveva alzato ancora di più le gambe. L'afferrai sotto le ginocchia e spinsi. Spingevo sulle gambe e spingevo nel culo. Il suo sfintere mi avvolgeva come una bocca ogni volta che l'estraevo. Che tremenda sensazione. Ormai perso cominciai a pompare più veloce accolto ad ogni affondo da urletti di gioia e quando, senza ritegno, le spruzzai in pancia tutta la mia carica, lei si irrigidì urlando sotto di me godendo.
“Oddio Marco! Adesso levalo piano o mi tiri fuori le budella. Rita, non ci crederai fino a che non l'avrai tutto dentro. Piano Marco! Oohhh, Oddio che vuoto adesso! Me l'hai proprio riempito! La sento che cola. Rita cara ci pensi tu?”
Asesso capivo i clisteri. Zia Rita si inginocchiò tra le cosce della nonna e cominviò a leccarsi tutta la sborra che colava per poi passare a succhiarla direttammente dal buco. Così col culo in aria era eccitantissima. La ficona fradicia e sopra il suo culo che sembrava chiedermi di infilarglielo. Le acchiappai le chiappe e ci tuffai dentro il naso. Ricordavo ancora com'era dolce e succosa. Stavolta leccai per bene anche il forelllino che cedeva alle spinte della mia lingua. Me lo avessero detto solo ieri avrei pensato di aver a che fare con dei pazzi. Invece ero lì con la lingua nel culo di mia zia e tra poco ci avrei messo il cazzo. Obbediente il volatile cominciò a rialzare la testa. Mi inginocchiai dietro di lei e cominciai a passarglilo lungo la spacca, dal clito all'ano, su e giù come una spazzola, ogni secondo sempre più duro.
“Zia, è pronto! Lo vuoi nel culo pure tu?”
“Oh si caro! Certo che lo voglio in culo! Ma aspetta un'attimino che lo lubrifichiamo un po'.”
La nonna rispose subito all'appello, mentre la zia si sistemava spingendo il culo bene in alto, le ginocchia larghe, la testa bassa. Nonna le spalmò una ditata di crema sul buco e poi me lo fregò per benino con la mano lubrificandomelo tutto da cima a fondo.
“Ecco qua caro. Aspetta che lo guido io. Sei pronta cara? Ecco che arriva. Respira!”
Nonna me lo puntò giusto in mezzo alla rosellina scura e grinzosa. Sotto la mia spinta vidi le pieghe dilatarsi, stirarsi, e il buco aprirsi, aprirsi e zac, ero dentro. Senza fedrmarmi continuai a spingere mentre la zia si lasciava scappare un “Siiiiiii!” lungo come il mio pisello. Come mi sentì appoggiato contro le chiappe strise forte.
“Siiiiiii!! Tutto dentro!! Marco, adesso inculami senza fermarti, dai svelto. Tutto dentro fino in fondo, forza!”
Niente di meglio di un'inculata nel mio libro, da allora in poi. Forse le ragazze facevano le stupidine quando lo vedevano, ma le donne, una volta sparsa la voce, furono molte curiose di assaggiarlo. E specialmente nel culo!! Che scoperta! Ricevetti i più disparati inviti da signore che conoscevo a malapena e da altre che mi conoscevano da bambino. Ma quelle sono altre storie. Ora mi stavo dedicando ad inculare la zia. Anche lei conosceva a fondo l'arte di prenderlo in culo e mi mungeva il cazzo con lo sfintere. Quanto potevo risistere ad un simile trattamento? E la nonna dietro di me con le tette che mi massaggiavano le chiappe spingendo i suoi capezzoloni duri contro il mio buchetto contratto. Dentro Marco, dacci dentro mi dicevo. Da qualche parte nel mio serbatoio c'era ancora qualche goccia di sborra. Sbuffando e digrignando i denti, spingendo a tutto vapre in quel culo fantastico, quelle gocce trovarono l'uscita e si trascinarono fuori anchi il mio cervello. Col ruggito che avevo in testa, sentii appena le urla di piacere della zia. A mala pena mi resi conto della bocca di nonna c he mi risucchiò appena 'lei' lo estrasse dal buchetto di zia. Mi accasciai sul letto appena notando loro due avvinghiate in un sessantanove a fianco a me.

Quando riaprii gli occhi era giorno ed ero solo. Ero tutto rotto. Mi stiracchiai sentendo reclami da ogni osso, da ogni muscolo, da ogni fibra del mio corpo. Poi mi ricordai dov'ero e cosa avevo fatto. Riaprii gli occhi e si, ero solo ma non avevo sognato. Corsi in bagno e poi sotto la doccia che mi rinfrancò. Nel lato giorno, sul tavolo, insieme a succo d'arancia e cornetti, trovai una nota. “Siamo in spiaggia”, diceva. Trangugiai il tutto da morto di fame che ero poi guardai l'ora. Le undici. Meno male, quasi ora di pranzo. Acchiappai l'asciugamano e uscii.
Sulla spiaggia c'era più gente di ieri e subito mi sentii occhi addosso. Fortuna che avevo l'asciugamano tenuto indifferentemente, piegato, davanti a me mentre camminavo. Ma sentivo i loro sguardi sulle mie chiappe, volevano vedere cosa c'era là in mezzo i vecchi porci! Finalmente le vidi. Sdraiate sotto l'ombrellone, tutte le loro grazie esposte alla vista di tutti quelli che passavano. Belle patatone! E io me le ero scopate, e inculate, e … Ooops, il volatile si stava risvegliando. Non mi fermai ma mi diressi subito in acqua. Uff, non potevo neanche fare il morto. Qualcuno sarebbe venuto ad alzare la bandiera. Una nuotatina poi mi feci coraggio ed uscii. Sempre quella sensazione di essere osservato. Le raggiunsi e mi sdraiai tra di loro. A pancia in giù naturalmente.
“Sei arrivato finalmente! Tutto sotto controllo lì sotto?”
“Guarda che le chiappe è meglio che le tieni all'ombra oggi. Magari fai prendere un po' d'aria all'animale!”
“Si, con tutti sti pervertiti qui attorno, io...”
“Guarda che prima o poi non ci farai più caso e allora non ti farà più effetto. Meglio cominciare subito. Magari qualche minuto e se il caso ti rigiri di nuovo.”
“Oppure salti di nuovo in acqua! Cosa te l'ha fatto tirare prima?”
“Solo il fatto che mi sono scopato le vostre belle figone. E non fatemici pensare o siamo da capo.”
“Che caro! Questo si che è un complimento! Va bene, non ne parliamo più. Stamatina sono già passati di qua tutti. Che delusione quando non ti hanno visto! Ma vedrai che adesso ricominceranno a girare. Dai su, prova a girarti anche tu. Dobbiamo pur dargli un contentino!”
Con uno sforzo mentale mi girai mettendo tutto in mostra, ma coprendomi il viso con l'asciugamano, pretendendo di dormire. Loro furono tanto delicate da non commentare. E mi addormentai davvero. Non proprio un sonno profondo, piuttosto un sonnecchiare che mi anestetizzò. Sentivo che qualcuno passava, si fermava a scambiare qualche parola, ma io immobile. Il tempo volò e fui scosso da una mano che preannuciava panini e bibite! Si mangiava! Mi svegliai immediatamente.
Era il pranzo che avevano ordinato in spiaggia. Mentre mangiavamo, nonna fece il punto sulla situazione.
“Bravo Marco. Grazie per essere stato al gioco. Adesso tutta la spiaggia sa che da noi vola un'aquilotto di tutto rispetto. E' rimasto lì bello basanotto per tutto il tempo. Dovevi vedere gli sguardi d'invidia! Ma l'hanno capito. Fauna protetta in riserva privata!”
Intanto mi guardavo attorno. Seduta qualche metro di fronte era una cosa un po' cicciuta a cosce larghe e un po' più in là una magra che appena notò che stavo guardando la sua parte, aprì ancora di più le gambe, toccandosela con le dita. Continuando il giro notai che la maggior parte delle persone attorno erano donne. Il vociare mi indicò che gli uomini erano per lo più vicino al bar a giocare a bocce, e a guardare le bariste in topless. Altro centro di attenzione era il bagnino. Era continuamente assediato da qualcuna che voleva sapere qualcosa.
“Poverine,” disse la nonna “se sapessero che alui piace il cazzo più che a loro!”
Ma era uno dei segreti meglio custoditi. Gli abituè godevano nel vedere cosa facevano gli altri per attirarne l'attenzione. Il pranzo mi riconcilià con la vita e mi sviò la mente in modo che quando passarono di lì le signore della sera prima ero in uno stato di beatitudine.
“Ah, eccole qua! Gruppo al completo finalmente.”
“Ciao Cesira, Carla.”
Alzai gli occhi su di loro. Mi sembrarono un po' meno tragiche. Si che avevano le tette mosce ma Cesira aveva i fianchi larghi ed un bel culo polposo, mentre Carla era più longilinea e poi, non avevano pelo! Si poteva vedere la fica! E loro si erano fermate a parlare giusto davanti a me, con le gambe un po' divaricate, vedevo le loro spacche semiaperte, le labbra belle gonfie. Ooops, ero nei guai!
“Allora ragazze, cosa ne dite di stasera, magari un pokerino. Eih, guarda Carla. Al giovanotto sembrano piacere le nostre passerine implumi.”
“Wao, sembra proprio di si! Maria, Rita, adesso capisco perchè lo tenevate nascosto!
Marisa aprì ancor di più le gambe e come fosse la cosa più naturale del mondo premette una mano sul pube depilato, facendo socchiudere le grandi labbra e scoprendo un clito ben sviluppato.
“Guarda pure caro. Anche zia Marisa ha qualcosa di nascosto!”
Sentii un'ondata di panico e feci per prendere l'asciugamano ma zia Rita mi fermò.
“Troppo tardi ormai. L'hai fatto uscire dal sacco e devi subirne la conseguenze! L'hai fatto apposta Marisa, vero?”
“Mi conosci Rita, ma lì è molto meglio di quello che mi aspettavo! Non ti sei offeso, vero Marco? Vedrai stasera come ci divertiremo se queste due vampire ti lasceranno un po' di forza, naturalmente!”
“Tranquille che ce n'è per tutte! E vedrete che noi lo faremo tirare anche ai vostri mariti. Lo sanno già?”
“No, Maria. Ma ci hanno visto venire da voi e sono sicura che immaginano qualcosa.
Carla, spostati un po' più in qua che voglio dare una toccatina. Sai, porta fortuna toccare il cornetto, vero ragazze!”
“Marisa sei sempre la solita sfacciata. Va bene, solo una palpatina però! Carla, se vuoi anche tu!”
“Oh si, grazie. Così comincio a prepararmi psicologicamente!”
Una alla volta Marisa e Carla si accucciarono di fronte a me, palpandomi la palle e passando le mani sull'asta e stringendomela. In quella posizione le loro fiche si offrirono tutte aperte a portata di mano. Restituii subito il favore sfregandoglile a mano aperta!”
“Ma che caro! Visto che avevo ragione! Gli piace la gnocca nuda! Visto caro, adesso sai cosa ti aspetta stasera!”
“Salve ragazze, mi raccomando, vi aspettiamo alle cinque. E si cena da noi!
Finalmente se ne andarono lasciando scoperta la visuale a tutti. Via col fido asciugamano verso la frescura delle onde. In quache maniera sopravissi un'altra oretta e poi ci ritirammo. Appena dentro ebbi un'altro attacco che stavolta risolverono con un bel bocchino a due lingue per poi sciogliersi in un godurioso sessantanove. Stavolta le osservai per bene. Si rotolavano in modo che fossero a turno sopra o sotto. La faccia tuffata l'una nella fica dell'altra con le lingue che lappavano furiosamente. Anche loro ne avevano di tensione da scaricare. Di nuovo duro, mi avvicinai offrendolo a quella che era sopra. Due cappellate alla nonna, due cappellate alla zia e via così. Ogni tanto una lingua me lo leccava per tutta le sua lunghezza. Cominciarono a godere e si fermarono. Nonna era rimasta sotto e zia le sfregava la fica sulla faccia sbraitando che stava godendo.. In piedi davanti a lei cominciai a segarmi velocemente e giusto mentre le sue convulsioni si calmavano, le scaricai una serie di fiotti di sborra calda sui seni e sul viso.
Soddisfatto schiacciai un pisolino sognando fiche con le ali, nude o con il pelo, ma quelle nude erano aperte e cercavano di abbassarsi ed inghiottire il mio passero solitario. A svegliarmi stavolta fu il telefono. Era mia madre che voleva sapere come andava. Zia Rita aveva il telefono.
“... avresti dovuto vederlo Tina! Ieri non si è levato l'asciugamano davanti per tutto il giorno! E si è tostato le chiappe! Ma oggi già è diventato la mascotte della spiaggia. Ci sono passate davanti tutte, una più curiosa dell'altra! Lo sapevi vero? Ma che fosse così ben fornito! Non ti credo, non puoi non saperlo! Alla mamma quasi le è venuto un coccolone. Si, si, ma ti perdoniamo! Ci fa fare una bella figura in giro! Poverino! Non ti preoccupare che non lo faremo andare a letto con la fame. Alla sua età non ci sono problemi d'appetito. Guarda che sei stata tu ad affidarcelo. Lo sapevi benissimo!
Ma certo che non ci dispiace e sono sicura non dispiace neanche a lui! Te lo riporteremo come nuovo! Certo, a meno che tu non ci raggiunga per qualche giorno!
Pensaci, ne vale la pena! Si, lo so, lo so, ma ormai è fatta e non mi sembra soffrirne. Ne vale la pena ti dico! Sta sonnecchiando, sai il sole e il mare. Si, si, anche il resto! Va bene, poi ti faccio sapere. Ciao, un bacio. Anche da mamma! Ciao.”
“ Zia, cosa stavate dicendo? Mamma viene qui?”
“Ma no, solo così per dire! Perche? Ti dispiacerebbe?”
“Ma, ma, sarebbe, dovrebbe, dovrebbe anche lei... “
“Spogliarsi? Certo, non è mica la prima volta che viene qui. C'è già venuta anche con tuo padre! Che ci sarebbe di male? Non hai mai visto tua madre nuda?”
“Beh, veramente no, tutta nuda no! Ma e mio padre?”
“Eih, non chiedermelo. Quando è venuta con lui, noi non c'eravamo! Se sei curioso devi chiedere a loro.”
Uff, meno male. A pensare a mio padre nudo vicino a loro mi aveva preso una sensazione di panico. Mi avrebbe sentito la mamma. Farmi certi scherzi! Mandarmi in un campo nudista! Va beh che poi non mi dispiaceva mica! Mi sa che la perdonerò. Mi sa che l'ha fatto per il mio bene!
“Ma allora mamma sapeva che sareste venute qui in vacanza?”
“Certo, ci veniamo tutti gli anni. Non sei contento ti ci abbia mandato?”
“Con il senno del poi si, ma mi viene un dubbio! Non è che lei immagina che voi due, insomma, che sarebbe successo?”
“Forse lo immaginava, ma adesso lo sa! E sono sicura che se lo aspettava! Magari da parte mia se non di tua nonna. Lei dovrebbe avere più autocontrollo! Dovrei essere io la pecora nera!”
“Senti chi parla! Forza che è tardi! Avanti, peretta e doccia. Non vorrete far subito la penitenza!”
Alle cinque in punto ci presentavamo al bungalow 24 in rigorosa tenuta: nudi!
Se me lo avessero detto solo qualche giorno prima mi dsarei fatto una grassa risata. E invece eccomi qui, nudo tranquillo presentarmi ad incontrare perfetti estranei tra cui uomini, maturi e nudi anche loro. Nonna e zia furono abbracciate e baciate ed io scrutato ed apprezzato. Cercarono di mettermi subito a mio agio comportandosi come fossimo vestiti di tutto punto e non ci fossero in giro tedde dai capezzoli già erti, fiche pelose e non, cazzi appollaiati su grosse palle. Parlavano di parrucchieri e di famiglia di fronte ad un'ottimo te all'inglese con dolcetti, tartine e un sacco di roba. Facendo finta di niente mi abbuffavo. E facendo finta di niente mi trovai sul divanetto tra Carla e Cesira. Zia e nonna erano sul divano con Mario e Piero che come ad un segnale convenuto si alzarono e si inginocchiarono davanti a loro che subito spalancarono le gambe, appoggiandosi all'indietro.
“Marco caro” fece Cesira “cosa ne dici di cominciare a conoscerci un po' meglio! Dice tua nonna che ci sai fare con la lingua!”
Così dicendo si allungò sul divano, alzando e ginocchia e aprendosi la fica con la mano. Il prodigioso clito si presentò subito mezzo scapucciato. Il tempo di curvarmi su di lei che il mio volatile aveva già allungato il collo, cosa che non sfuggì a Carla che immediatamente si inginocchiò a terra e ci si avventò sopra famelica. Fame arretrata di cazzo duro mi sembrava! Il sapore dela fica mi fece ricredere ancora di più sulle vecchie. Dolce e sugosa. Un brivido mi percorse. Carla lo aveva preso tutto in gola, doveva esserle arrivato nello stomaco!! Faceva le fuse come una gatta. Marisa mi spinse la testa sulla fica. Dovevo leccare. E succhiare, e mordere, e sfregare. Riuscii a spingerle dentro due dita e mi dedicai al clito. Lo succhiai tra le labbra come una caramella. Cominciò a sfregarmela sulla faccia e con un gridolino cominciò a venire.
“Bravo Marco! Ti hanno insegnato bene a casa eh! Wao, ragazzi, guardate la Carla. Se l'è preso tutto in gola. Guardate che pompa! Vecchia baldraccona, guarda che adesso tocca a me.”
Tutti sospesero le loro attività e si avvicinarono a guardare Carla che lentamente si faceva scendere tutto il mio cazzo in bocca. Ora che facevo attenzione potevo sentire la cappella passare dentro l'esofago e anche lo stuzzichio dell'ugola. Arrivata a brucare il pube lo faceva riuscire sempre lentamente per poter tirare un lungo respiro. Due veloci succhiate con menata e poi di nuovo tutto dentro.
“Carla, sei fantastica, ma come fai?”
“Brava eh? Mi ero dimenticato com'era brava!”
“Già, ormai certe pompe possiamo scordarcele! Bisogna avercelo duro per quello!!”
“E si, una pompa del genere bisogna guadagnarsela. Ormai voi due va bene se riuscite ad infilarcelo nella fica!”
“Cesira, come sei cattiva! Vedrai che oggi si faranno anche un bel giretto per gli sfinteri!”
“Me l'auguro, visto che ci siete voi a portare un po' di pepe! Di solito ormai, sono solo i loro gli sfinteri che si spalancano! Carla basta così!”
Di peso Marisa sollevò l'amica prendendone il posto. Zia e nonna avevano in mano due uccelli basanotti e li lavoravano lentamente. Poi, mentre Cesira cominciava a succhiarmelo, li spinsero a terra e sedutesi sulle loro facce, in modo che anche loro cominciassero a lavorare di lingua. Carla invece si accucciò sulla mia di bocca offrendomi la fica depilata e grassoccia. E fradicia. Un liquido molto viscoso e blando che inbreve mi rese la faccia tutta appiccicosa. Marisa tentò anche lei di farselo scendere in gola, ma dovete fermarsi per non vomitare. Pertanto si diede da fare in un pompino veloce coadiuvato dalla mano che scorreva sull'asta mentre con l'altra mi stuzzicava il culo e mi massaggiava le palle. Per un attimo solo si udirono gli sciacquii e gli slurpii delle bocche più i gemiti di Carla che fu la prima a raggiungere l'orgasmo. Fu come un segnale. Cesira si staccò e si mise a pecora incitandomi a chiavarla. Nonna e zia si erano scambiate i cazzi. Carla si allontanò e tornò un secondo dopo con in mano due dildi che consegnò alle due pompinare che, immediatamente li spinsero nei culi dei loro partners. Con l'aiuto dei dildi, anche loro raggiunsero un'erezione accettabile di cui le donne approfittarono subito. Anche loro a pecora una alla mia destra e l'altra a sinistra si presero il cazzo con grande piacere. I gemiti e i commenti salaci si sprecavano, ma io ero concentrato su quello che facevo. La fica di Marisa mi stringeva come un guanto e la vista della zia e della nonna che si facevano chiavare al mio fianco, era parecchio eccitante. Altro che filmino porno! Carla, rimasta disoccupata, mi venne dietro facendomi sentire i capezzoli duri su tutta la schiena e poi si mise a leccarmi il culo. Mi piaceva sempre di più essere leccato nel culo!
“Dai Mario, spingi che vengo!”
“Siiii Piero! Lo sento tutto! Riempimi di sborra!”
“Marco, mi stai squartando! Più forte, spaccami!”
Tra urla e guaiti, gemiti e ruggiti, incitazioni ed inviti, ci avvicinammo tutti all'orgasmo. Marisa fu la prima. Dovetti sostenerla perchè non si accasciasse. Continuai a pompare tra un'urlo e una scrollata, martellandola senza pietà. Poi vennero la nonna e la zia quasi assieme, seguite a ruota dai loro partner. Ed infine io, Marisa ormai spenta sotto le cappellate, le fiottai in pancia una signora sborrata.
La scena succesiva vide noi uomini seduti sul divano con le donne stese a terra e Carla che faceva il giro delle fiche per succhiarsi tutta la sborra di cui erano piene. Dopo aver ripulito anche i nostri cazzi, si stese sul letto a cosce larghe, sfregandosi con forza il clito.”
“Rita, fattela tu che hai la mano più piccola!”
Qualcos'altro che faceva parte dai loro riti! Zia Rita si avvicinò al letto con in mano un flacone di gel. Ne spalmò liberamente su tutta la fica di Carla, spingendone dentro con le dita. Intanto Piero e il marito si erano messi ai sui fianchi aprendolele gambe e tirandole indietro. Una vera spaccata!
“Vieni a vedere che vaccona è la Carla!”
Assistevo con Marisa che, dietro di me, mi palpava le chiappe. Lentamente zia Rita spinse dentro Carla tre dita, poi quattro. Le fece andare con solo il pollice fuori che le tormentava il clito, non grosso e lungo come quello di Marisa, ma una bella nocciolina tutta fuori dal suo cappuccetto. Mugolava e si dimenava. Zia Rita aggiunse un po' di gel, poi mise il pollice al centro della mano leggermente curva e spinse ancora. Lentamente, oscenamente, la fica si aprì per accoglierla tutta dentro, tutta fino al polso e oltre. Carla si inarcò muggendo mentre zia Rita cominciava a chiavarla con tutta la mano. Marisa mi lasciò e si portò sull'amica prendendole in bocca il clito mentre i due uomini le strizzavano i capezzoli. E Carla urlò. Urlò e si irrigidì quasi ad arco. Zia Rita continuava a stantuffarla e lei ad urlare. Una mano si impadronì del mio cazzo nuovamente duro. Era la nonna che mi morse anche la spalla, il suo pelo morbido che mi strofinava le chiappe. Carlà urlò nuovamente, un'urlo quasi disumano e poi si accasciò sul letto. Delicatamente la zia estrasse la mano mentre Mario rimaneva al suo fianco continuando a massaggiarla sussurandole dolcemente quanto fosse bella così porca. Soddisfatte le prime necessità erano tutti più rilassati. Solo io ero ancora in tiro. E si, beata gioventù, dicevano tutti. E riuscirono a stupirmi ancora!
“Ragazzi, non siate timidi!” fece la nonna rivolta ai due uomini “Lo so che avete voglia di assaggiarlo anche voi! Non ti dispace Marco, vero?”
Nonna era seduta al mio fianco e me lo menava lentamente, lasciando la cappella scoperta. Marisa intervenne subito.
“Eih, una succhiatina va bene, però andateci piano. Mi sa che per oggi sarà l'unico a funzionare e dobbiamo ancora sentirlo nel bus del gnao. O per lo meno io, visto che voi due lo prendete sempre e Carla è ancora sott'acqua!”
“Come sei egoista Cesira! Tranquilla che il servizio non te lo toglie nessuno. Io e Mario lo pompiamo solo un pochino, tanto per sentire cosa ti sei gustata prima!”
“Vecchi culattoni. Se fosse per voi vi fareste tampinare come troie! Va beh, magari più tardi se ne avanza. Marco, ti piace la carne di porco?”
Si accorse che la guardavo con l'aria perplessa.
“Anna, mi sa che tuo nipote sia proprio alle prime armi! Caro Marco, i porcelli siete voi maschietti e il mio maritino e il suo degno compare, si sono accorti nella loro terza giovinezza che non gli dispiace farlo, appunto, tra di loro. E tu? Hai mai avuto un'amichetto? Usa ancora farsi le seghe tra ragazzi?”
Ero passato da niente sesso al sesso senza limiti ed il tutto da un giorno all'altro. Meglio non pensare e andare con la corrente. In fin dei conti mi stavo divertendo. E si se mi divertivo!
“Mmmmm, no, non direi! L'unico pisello della mia vita è solo stato il mio! Però se i ragazzi vogliono farsi un giro, che si accomodino. Io sono per il piacere e lo sto scoprendo a fondo in questi giorni, e mi piace da matti!”
Mi stravaccai sul divanetto aprendo le gambe. In un attimo Mario e Piero erano in adorazione davanti al Santo Graal. Mentre la nonna mi mordeva l'orecchio e si portava una delle mia mani sulla fica, i due uomini presero a suonare il mio flauto con una coordinazione invidiabile. Mentre uno leccava l'asta e le palle, l'altro imboccava la cappella. Qualche frullata di lingua e poi lo scambio. Nonna mi sussurrava nell'orecchio.
“Marco, sei più porcello di quanto avessi pensato! E' eccitante vedere degli uomini che lo fanno tra loro. Senti come ce l'ho di nuovo bagnata?!
Anche la zia e Marisa si erano avvicinate e si toccavano le fiche mentre guardavano, scambiandosi anche lunghi baci a tutta lingua.
I due vecchiardi erano buoni pompinari, lo succhiavano da veri amanti del cazzo. Mario mi diede anche qualche slinguata al buco del culo. A dir la verità,se me lo avessero chiesto, magari un'assagiata al cazzo l'avrei data anch'io. Ma non successe. Nonna li lasciò succhiare per un po', poi reclamò l'attrezzo. Mi si mise a cavalcioni facendoselo sparire tutto nel culo, dicendo loro che potevano leccarle la fica mentrelei si godeva l'inculata. Marisa invece li fece spostare e si accoccolò lei davanti alla fica spalancata di nonna.
“Maria, sei fantastica! Non capita mica tutti i giorni di vedere una nonna farsi inculare dal nipote. Sei troppo eccitante. Guardate come lo prende tutto dentro fino in fondo!”
Zia Rita si avvicinò anche lei cominciando a limonare la madre. Lingua in bocca e palpate di tette. Marisa leccava la fica come una cagna, seguendone il movimento senza staccare la bocca. La sua mano mi aveva artigliato le palle. Nonna si impalò sul cazzo per qualche minuto, godette in bocca a Marisa e le lasciò il posto. Insieme l'aiutarono a salirmi in sella. Con un urlo da vera cavallerizza Marisa si sedette facendeselo sprofondare in fondo alle budella. Sempre urlando ad ogni affondo prese a cavalcarmi con gusto, scappando alla nonna che cercava di prenderle il grillo in bocca. La zia le aveva datole mani e la teneva in equilibrio dandole appoggio per potersi mantenere dritta su di me. Un paio di minuti di saliscendi e cominciò a perdere colpi. Nonna le afferrò il grillo tra le dita strizzandoglielo, il colpo di grazia. Marisa se ne venne sgocciolandomi sulle palle. Avrebbe anche ricominciato se la zia non l'avesse rialzata. Credevo si sarebbe seduta lei, invece fece la modesta offrendo il mio cazzo agli uomini.
“Mario, Piero, venite a farvi un giro di giostra! Venite a provare sto' tarello! Non credo ne abbiate mai provato uno del genere.”
“Grazie, Rita! Ne approfitto subito! Ecco! Anna, puntamelo bene. Oddio, non finisce più! Altro che il tuo Mario! Mamma mia che gusto! Marisa, ti ricordi quel dildo che abbiamo provato in Olanda? Me lo sento nella bocca dello stomaco. Questa si che è un'inculata! Adesso capisco cosa volevate dire! Caro Marco hai proprio quello che si chiama uccello padulo!! Della giusta misura per il culo!”
Piero blaterava e intanto se lo cuccava tutto. Mi sembrava così strano sentire le sue palle sbattere sulle mie ad ogni discesa. Strano ed eccitante. Un paio di minuti e il posto fu lasciato a Mario che si impalò più lentamente tirando un grosso sospiro!”
“Dio, che roba! Hai ragione Piero! Questa si che è un'esperienza che valeva la pena fare! Carla, sei ancora viva? Dai, vieni a provarlo anche te, prima che lo sciogliamo! Non ti dispiace Rita, vero? In fin dei conti tu puoi farti inculare tutti i giorni! Piero, io sento un certo stimolo, lo sentivi anche tu? Carla, tesoro, eccoti qua! Vieni che te l'ho tenuto bello in forma!”
Altro cambio della guardia e sul mio cazzo ecco scendere il buco del culo della rediviva Carla. Il più sfondato che avessi provato finora! Chissà se si faceva fistare anche lì? Le entrai dentro come un coltello nel burro!
“Siiiii! Che bello! Ne ho presi di più grossi, ma mai così lunghi. Ragazze, chi mi succhia il clito? Grazie Maria, sei un'amore! Ho ancora la fica tutta sconquassata per prima. Rita mi hai proprio sfondata! E' stato bellissimo! Vai Maria, lecca! Brrr, non credo ce la farò a resistere. Oddio, che stanga! Dai Maria che ci sono. Ti innaffiooo!”
Anche Carla si era goduta il mio cazzo nel culo. Restava la zia che declinò. “magari più tardi!” disse. Li fece venire tutti e quattro di fronte a me e cominciò a menarmelo.
“Buona idea Rita, una bella spruzzata di sborra in faccia farà contenti tutti!” disse la nonna allungando una mano sulle mie palle.
“Preparatevi ragazzi che sono belle piene! Vai Rita, mena veloce che la sento arrivare!”
La mano della zia era tutto il mio mondo. Un mondo concentrato alla base del cazzo, proprio sotto le palle. Chiusi gli occhi, Sentii la pressione accumularsi e poi come se la bottiglia fosse stata stappata, la sentii risalire al rallentatore, richiamata da quella mano esigente, per poi esplodere in getti potenti dal mio cazzo, accolta da grodolini di gioia. La zia aveva diretto gli spruzzi come avesse in mano una manichetta da pompiere, ce n'era per tutti. Prosciugato riaprii gli occhi per vedere mogli e mariti baciarsi e leccarsi reciprocamente le gocce che erano rimaste sulle loro facce.
Fermarsi un po' fu gioco forza. Il bagno chiamava! Marisa ebbe il coraggio di seguirmi per potermi tenere in mano l'uccello mentre facevo pipì, succhiandosi poi le ultime gocce direttamente dalla cappella. Ma tutti avevamo bisogno di rifocillarci. Decisero di ordinare la cena mentre facevamo la festa ad una bottiglia di vino. Marisa annunciò una sorpresa per il dessert. Fu una cena in allegria piena di racconti e storie su esperienze che avevano avuto negli anni. Io ero un po' dimenticato in disparte ma andava bene così. Preferivo non essere al centro dell'attenzione. Mi abbuffai anche un po' troppo. Dopo che i camierieri tornarono a sbarazzare ed io mi ero anche abbioccato, arrivò il momento. Prima di tutto avremmo proceduto ad un'ulteriore pulizia anale. Uno alla volta andammo in bagno dove Marisa e Carla procedettero ad un'altra seduta di clistere, solo lavata e doppia sciaquata con appena un litro di liquido. Piacevolissimo come prima e come prima mi ritrovai col palo della cuccagna bello in tiro e loro, naturalmente, non mancarono di trastullarsi. Appena tutti fummo pronti, ecco la sorpresa. Marisa si presentò con una siringa da pasticcere, un sacco a poche, un vaso gigante di nutella e una grossa bowl di zabaione. Il menù era:

Sfinteri farciti alla nutella-
Fiche stagionate ripiene allo zabaione-

Non che ci voglia molto a capire. Per mezzo della siringa tutti i culi vennero riempiti di una generosa porzione di nutella poi, in circolo, ci applicammo alla pulitura degli stessi, tirando a sorte gli accoppiamenti. Io beccai Carla, Carla Piero, Piero nonna, nonna Marisa, Marisa Mario, Mario zia Rita e zia Rita il sottoscritto. Che leccata di culo fantastica!! Col leccato che cercava di spremerne il più possible in bocca al leccatore. Per le fiche ripiene procedemmo con le fiche ben riempite col sacco a poche, poi le donne si distesero a gambe larghe e fica aperta e noi uomini facemmo il giro slinguandone la maggior parte, poi si misero a sessantanove e si leccarono il resto. Ci guardammo ghignando. Ora l'avevamo duro tutti e tre. Le facemmo mettere in fila, tutte a pecora e cominciammo ad infilarle in fica prima e poi nel culo. Una dietro l'altra senza fare torto a nessuna. Dieci cappellate per buco e poi cambio. Le vaccone godevano senza ritegno, non aspettavano altro dall'inizio della festa. Seppi poi che i due vecchiardi si erano pappati una pastiglina di viagra a testa. Andammo avanti per parecchio, il continuo cambio di buchi rompeva il ritmo. Quando, con loro che ormai erano pronte ad alzare bandiera bianca visto che stavano godendo a ripetizione, le facemmo sdraiare a terra e, in piedi di fronte a loro ce lo menammo velocemente fino a spruzzare un fiume di sborra sui loro corpi. Si litigarono i nostri cazzi per ripulirli e si spalmarono addosso tutta la sborra che le copriva. Marisa e Carla non ne avevano ancora abbastanza. Dicendoci di seguirle tornarono in bagno e si sdraiarono nella vasca una di fronte all'altra, le gambe incrociate. Aprendosi le fiche con le mani, cominciarono ad innaffiarsi a vicenda con un getto di piscia che saliva in alto e ricadeva arcuandosi l'uno verso l'altra. Ci incoraggiarono a farla anche noi. I mariti si collocarono lungo la vasca e col pisello in mano presero subito ad annaffiarle a loro volta ed io li imitai a ruota. Che sballo vederle massaggiarsi la piscia calda su tutto il corpo. Zia e nonna entrarono nella vasca mettendosi a gambe larghe una da un lato ed una dall'altro ed anche loro contribuirono alla doccia collettiva. Carla e Cesira erano letteralmente zuppe da capo a piedi. Carla la prendeva anche in bocca inghiottendone piccoli sorsi mentre Cesira la faceva riuscire. Fu l'ultimo urrà della serata. A vederle fregarsi le fiche sotto la pioggia mi aveva eccitato di nuovo, ma erano tutti spompati e dopo una doccia collettiva, con acqua e sapone stavolta, Cesira e Carla mi spompinarono un'ultima volta prima di alzare bandiera bianca. Solo al rientrare al nostro bungalow mi accorsi di quanto spompato fossi anch'io. Non mi ricordo neanche come ci arrivai a letto. Inutile dire che il giorno dopo nessuno mi vide in giro. Mi alzai per andare al cesso e bere, la sera di nuovo mangiai anche un panino e poi di nuovo a dormire. Mi resi conto di voci e persone che mi giravano attorno, ma niente, ero morto. Un'altra notte e finalmente risorsi. Risucchiai la colazione che trovai sul tavolo e le raggiunsi in spiaggia.
“Toh, guarda chi si vede!”
“Assomiglia a Marco, nostro nipote!”
“Marco, se avessimo saputo che il sesso ti stancava tanto, l'avremmo presa più alla leggera. Allora, gambe ancora molli?”
“Si, ridete pure, approfittarvi così della mia innocenza.. d'ora in poi non potrò più vedere una vecchietta senza pensare a quelle due sporcaccione!”
“Perchè, e noi non lo siamo?”
“ Certo che siete anche voi due porcone, ma loro erano la pietra dello scandalo!”
“Guarda che tuo fratello lì sotto si sta svegliando anche lui! O ti sdrai o in acqua!!”
Mi sdraiai. Loro continuavano a ghignare sottoi i baffi.
“Nonna, dici che potremo rifarlo?”
“Cosa, l'orgia dell'altro giorno? Troppo tardi mio caro. Se ne vanno oggi. Ieri sono passati a trovarci e noi ci siamo fatte un giro di leccate, ma tu hai perso il treno!”
“No, io dicevo se potevamo rifarlo noi, sai certe cose mi sono davvero piaciute!”
“Vedremo, se te lo meriterai. Vero Rita?”
“Si mamma, e poi forse arriverà qualcun' altro. Dimmi Marco, cosa ti piacerebbe rifare?”
Credo di essere diventato rosso fuoco! E loro a sfottermi!
“Quella cosa con la mano tutta dentro era eccitante, e poi, alla fine, nella vasca tutti assieme, mai neanche sognato una cosa del genere! Se poi devo essere sicero, non mi sarebbe dispiaciuto assaggiare un'uccello...”
“Marco, davvero? Congratulazioni stai maturando in fretta! Cosa dici mamma, conosci qualcuno che potrebbe levare a Marco la curiosità?”
“No, al momento no, ma non si sa mai. E poi visto che siamo diventati intimi, non è detto non si possa organizzare una festicciola a casa. Bene, adesso rilassati o farai un buco nell'asciugamano. E anche noi rilassiamoci o non rispondo delle mie azioni. E, Marco, sei stato bravo. Siamo orgogliose di te.

… continua..

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