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my new family cap 1 - sverginato inconsapevole da mio padre


di Cruella98
03.11.2023    |    13.676    |    7 9.2
"Ero andato a comprargli la torta e un regalo di compleanno..."
Ciao a tutti mi chiamo marco ho 54 anni, ho un figlio di nome Gabriele domani compie 18 anni e tra e dovrà decidere se rimanere da me per sempre o andare a vivere da sua madre visto che siamo separati e il giudice ha deciso che per tutto questo tempo Gabriele stava da sua madre e veniva da me solo nei weekend.
Non so molto di mio figlio, non l'ho mai visto ne con una ragazza ne con un ragazzo, forse per il poco tempo che passa da me e sinceramente il sabato sera quando tutti escono lui sta sempre chiuso in camera sua, ma da un pò di tempo sto avendo fantasie su di lui, non avevo mai pensato a mio figlio come una fantasia perché sono un uomo vecchio stile che vede l’incesto uno scandalo, ma fantasticare non ha mai fatto male a nessuno… no?
Arriva il giorno del suo compleanno, per tutto il giorno è stato in bagno perché da quando sono uscito dopo pranzo a quando sono tornato poco prima di cena lui era ancora chiuso dentro.
Ero andato a comprargli la torta e un regalo di compleanno.
Inizio a cucinare e mi dice che non ha tanta fame, mangiava un piatto di insalata ed usciva.
Mi insospettii perché come già detto non usciva mai cosi presi la decisione di seguirlo.
Gli chiesi se aveva bisogno che lo accompagnassi da qualche parte visto che la città è molto grande ma lui disse di no.
non mangiò nemmeno la torta aprì solo il regalo sapendo che c’erano dentro dei soldi e se ne scappò via.
Non misi nemmeno la lavastoviglie e cominciai a seguirlo.
Erano appena le 8:45 e le serate cominciano più tardi, quindi non stava andando in discoteca, non capivo e questa cosa mi faceva diventare pazzo…
continuava a camminare senza incontrare nessuno, ma aveva un passo ben spedito ed arrivò quasi fuori città. Non c’erano molti locali in quella zona così quando imboccò una strada senza uscita gli stetti più vicino, avevo paura che potesse capitargli qualcosa. Entrò in un locale chiamato “Brutalus” e non credevo che mio figlio frequentasse dei posti così sudici, l’esterno era tutto sporco con bottiglie di birra per terra, cartacce, mozziconi, tutto e di più, ma quando entrai il posto era molto accogliente c’era un bel salotto con poltrone di velluto rosso, tavoli in legno tutto colorato da luce e calore di un grosso camino.
Lo vidi parlare con una signora, darle dei soldi, ricevere una carta, e sparire in cima alla scalinata centrale salii anche io di sopra cercando sempre di seguirlo, ma quando entrai al piano di sopra vidi tanti uomini mezzi nudi che si cambiavano e altri che si facevano la doccia.
Quelli nudi andavano tutti in un unica direzione avevo paura così cercai di seguire la mandria ma venni fermato da un addetto alla security che mi disse che non si poteva entrare se non nudi.
Senza pensarci 2 volte mi spogliai ed entrai in quella stanza vidi come se fossimo in un maneggio, c’erano queste cabine in legno con un buco in centro davanti, da dove uscivano dei culi e un buco centrale dietro, da dove uscivano le teste dei vari ragazzi, ma erano bendate con una sorta di passamontagna in pelle c’era solo il buco per respirare e I buchi per gli occhi coperti da una mascherina per dormire e gli uomini che prima stavo seguendo ora stavano scopando vari culi.
Poi vidi un addetto allo staff legare le gambe di un ragazzo in alto come per metterlo a 90 gradi e riconobbi che era Gabriele dal tatuaggio sulla caviglia, era l’unico culo rimasto gli altri erano tutti occupati… che facevo lo facevo scopare da un altro? Certo che no!
Decisi però in qualche modo di fargli capire che ero io, così cominciai a baciargli il tatuaggio sulla caviglia e leccargli solo il piede dove c’era il tatuaggio, poi tra baci e leccate finii sul suo buchetto. Era strettissimo faceva fatica ad entrare il mio mignolo, figuriamoci un cazzo.
Lo leccai per alcuni minuti e sentivo I ragazzi chiusi nelle cabine ansimare la cosa mi eccitava molto e credevo che con un buchetto così stretto nessuno fosse entrato fino a quel momento. La cosa mi eccitava essere il primo a sverginarlo, e volevo che se la sarebbe ricordata per sempre quella volta, così, purtroppo per lui, decisi di essere brutale.
Andai dove c’era la sua testa, il mio cazzo era già duro sapendo chi ci fosse dietro la maschera e così glielo infilai in gola.
sentivo un pochino I denti perché il mio cazzo era largo e lungo e a parte quello mi piaceva sentire che soffocava con il mio cazzo, volevo lasciargli I segni così con le mani cercai di tenerlo per il collo. Prima di andare dove c’era il suo buchetto gli succhiai l’orecchio e lo sentii dire “ti prego non farmi male” detta questa frase vidi una scatola in terra sotto la sua testa con dentro dei giochini, c’era un collare con una palla rossa di gomma gliela misi in bocca e gliela legai dietro la nuca.
Andai dove c’era il culo, lo leccai un attimino, poi chiesi all’uomo di destra se poteva allargare la chiappa destra del mio “ragazzo”, lo stesso lo chiesi a quello di sinistra, ora si vedeva bene il suo buchetto stretto, con un colpo secco ci entrai e Gabriele fece un urlo che anche avendo quella palla in bocca si sentiva fino a fuori dalla porta lo tenni fermo dentro e I tipi ai lati mi dissero “così si fa I buchi vanno spaccati e riempiti” poi lo tirai fuori e vidi che il buco si stava restringendo, dissi ai miei nuovi amici di mollare la presa della chiappa per fargli richiudere bene il buchetto, tornai sulla bocca e cambiando un pò la voce gli dissi che non doveva urlare. Gli tolsi la palla dalla bocca e gliela scopai di nuovo.
Dopo qualche minuto tornai al buchetto ai miei amici dissi di allargare di nuovo le chiappe, così fecero e rientrai di nuovo di colpo ma stavolta per rimanerci.
Gli scopai il buchetto con la presa delle chiappe di Giuseppe e Carlo e dopo un pò gli dissi di mollare perché non lo sentivo più gridare.
Mi eccitava farlo gridare perché tutti gli uomini erano concentrati su “Gabriele”.
Gli scopai così forte il buchetto che ormai lo avevo allargato in pochi minuti e la cosa bella era che non poteva tirarsi indietro come faceva la mia ex moglie ogni volta che glielo infilavo nella vagina.
Ad un certo punto un addetto entrò dicendo “mancano 5 minuti alla fine del turno” non sapevo che significasse, ma continuai a scoparlo finché non gli venni dentro.
Dopo poco sentii l’addetto richiamare la mia attenzione dicendo che doveva liberarlo dalla cabina perché il turno era finito, così corsi a nascondermi.
Non si fece nemmeno la doccia prima di andarsene, ma io ormai mi ero fatto anche delle amicizie quindi scambiai il mio numero dicendo che ci saremmo rivisti presto.
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