Racconti Erotici > lesbo > compagna di calcetto
lesbo

compagna di calcetto


di sticazzi
13.03.2013    |    36.571    |    8 9.3
"Rimaste solo mi chiese se avevo superato la rottura con il mio ex e così discutemmo sui morosi e le confidai che non vale la pena sacrificarsi per uno che non..."
I luoghi comuni non nascono per caso...
E quello che le squadre di calcetto femminile sia zeppe di lesbiche non è da meno.
Ho iniziato da adolescente a giocare e anche se non si parla apertamente certe cose si sanno, non si dicono a meno di casi eclatanti. Io ho avuto un paio di esperienze lesbo fuori dal mondo del calcetto per provare, non perchè ne fossi convinta al cento per cento, per insicurezza sia a calcetto che a scuola c'erano amiche lesbo, bisex e io che non avevo particolare propensione al mio stesso sesso volevo sperimentare e vedere oltre agli uomini se le donne fossero meglio.
Le mie amiche di calcetto sapevano che ci avevo provato, ma che alla fine ero etero e mi lasciavano in pace dalla avance che se inizialmente possono far piacere poi diventano fastidiose e se fatte da persone dello spogliatoio che devi rivedere tre volte a settimana, logora.
A settembre dell'anno scorso però le cose erano cambiate mi ero appena lasciata col mio ragazzo, io avevo cambiato squadra e l'occasione capitò giusta giusta.
Dopo alcune settimane di allenanti avevo legato con il gruppo e la sera mi fermavo a bere qualcosa con le ragazze e nei vari discorsi saltava fuori i soliti intrighi tra compagne e così avevo chiara la situazione, io come al solito cercai di defilarmi per respingere eventuali tentativi.
Una serata dopo allenamento ci fermammo al bar come al solito, un posto tranquillo dove c'è poca gente che dia fastidio o quanto meno non sono morti di figa. Dopo qualche giro, quattro di noi vanno a giocare al calcio balilla e io rimango da sola con Ginevra la più carina, aveva fatto la modella per qualche anno, veramente bella bionda minuta, ma con un bel seno. Restiamo a chiaccherare in attesa che finiscano la partita così da giocare anche noi. Dalle precedenti serate sapevo che era fidanzata. Rimaste solo mi chiese se avevo superato la rottura con il mio ex e così discutemmo sui morosi e le confidai che non vale la pena sacrificarsi per uno che non ti merita. Avevo toccato un tasto dolente, iniziò a confidarsi sulla sua storia, che non riusciva più a sostenere per via del suo ragazzo che era cambiato e la trattava male. Mi sorprendeva che uno potesse trattare Ginevra nel modo che mi raccontò, di solito una bella così per la paura di perderla la si tratta fin troppo bene, ma diceva che era innamorata e non riusciva a pensare di lasciarlo. Le avevo già sentite queste storie e ribadii anche questa volta il mio pensiero e le dissi di mollarlo. Poi per cambiare discorso la provocai chiedendole se per caso tenesse il ragazzo per far vedere che non era lesbica. Alla mia provocazione superficiale ci fu da parte sua un silenzio e un rossore sulle guance che mi fecero pensare di aver messo il dito nella piaga. Per fortuna le altre finirono la partita e la coppia che perse ci cedette il posto. La serata si concluse con Ginevra che mi chiese se l'indomani potevamo incontrarci in aula studio a Bologna.
Tornammo al punto dopo vari giri di parole, era confusa sentiva di provare qlc per le donne che però cercava di reprimere anche se la faceva star male. Mi disse che voleva scappare, era arrivata al limite di sopportazione si sentiva prigioniera. Io mi limitai a farla riflettere, a farle capire che difronte a un problema scappare non serve a niente. Le chiesi infine se aveva mai avuto un'esperienza con un'altra donna e mi disse che no, non aveva mai provato.
Le dissi allora in tono seccato di provare ad avere una relazione con una donna così almeno sapeva se tutte quelle paranoie erano sensate. Al che si sentì ferita e mi rispose male, non stetti a sentire altre lagne e la mollai sulla panchina dove ci eravamo messe a discutere. Mi vennero i sensi di colpa, ma al tempo stesso fu contenta di essermela tolta di torno o almeno così pensavo...
Dopo qualche allenamento senza parlarci di ritorno a casa vengo raggiunta sulla porta di casa (abito sola e lei lo sapeva) da Ginevra mi incastra sul portone di casa ancora chiuso e senza parole mi infila la lingua in bocca, scioccata e senza sapere come reagire vengo limonata a mia insaputa. Senza fiato si stacca da me e mi resta a guardare più per capirsi che non per vedere la mia reazione. Voleva provare, ma non volevo che ricominciasse a lagnarsi. Voleva il gioco duro ."Bene Ginevra, hai deciso di provare se ti piacciono le donne? Spero allora non ti fermerai ai bacetti che non siamo più al liceo" aprendo la porta "entra se sei così decisa altrimenti, dimenticherò quello che è appena successo". La mia durezza la mette a sua agio e quel che più mi piace è che non parla. Entrata si ferma in piedi in attesa di istruzioni. Decido di divertirmi.
La prendo per mano e la faccio sedere sul divano vicino a me e comincio a baciarla. Sento la sua leziosità è intimorita si lascia guidare le faccio slacciare il mio reggiseno poi io faccio lo stesso. Le bacio il seno, la palpo lei ricambia ritorna a baciarmi sulle labbra poi ancora sul seno. La stendo sul divano, le tolgo i pantaloni della tuta la accarezzo appoggio la mia lingua sul suo sesso protetto dagli slip, e incandescente appiccicoso. Tolgo quell'ultimo velo prima di piantarle due dita dentro e succhiare la sua ritrosia al sesso femminile, finalmente sento il suo corpo libero senza freni mi passa le mani e sui capelli e mi stringe a sé. Alzo gli occhi mi sta guardando felice "Godo" mi dice. Rallento voglio che duri ancora quel momento la giro a pancia in giù facendole tenere il sedere sollevato per poterla leccare. Mi piace la vedo contorcersi sta venendo, stacco la lingua giusto in tempo per impedirglielo passo la mia lingua sul suo ano e si irrigidisce "non il culo no, non l'ho mai fatto". "Tranquilla lo lasciamo per la prossima volta" le sussurro riportandomi al centro del piacere pochi tocchi con la lingua e il suo mugolio si trasforma il un deciso siiiiiiiiiiiiii con voce roca e affannata, freme e vibra si scioglie sul divano.
Mi stesi accanto a lei sul divano, fianco a fianco ci scambiammo baci teneri lascivi i suoi, più intensi carichi di desiderio ancora acceso i miei. Volevo godere anch'io e con voce suadente la stuzzicai "Bene essere ciucciata da una donna ti piace... vediamo come te la cavi a leccare!" Senza parlare mi guardò con un sorriso malizioso e calmo di chi ha il coltello dalla parte del manico.
Sempre vicine e strette come due tenere amanti lei si risveglio dal torpore dell'orgasmo e si mosse con tutto il corpo verso le fonti del mio piacere, scivolò con le mani sulla mia figa e le sue labbra si staccarono dalle mie per scendere tra le mie tette. Mi venne l'acquolina in bocca. "Mangiami Ginevra, ti prego, fallo!". "Mmm, tranquilla c'è tempo, sono impacciata è la prima volta che lecco una donna..." lo disse guardadomi negli occhi con lo sguardo superficiale da bambina cattiva che mi fece bollire il sangue, stringendola verso di me cercando col mio bacino la sua carne per spegnere il fuoco che rischiava di bruciarmi all'istante. Allontanò il suo corpo dal mio di poco, ma sembrava tantissimo il suo contatto mi placava la voglia la sopiva, per scendere con la lingua sulla strada che porta alla mia essenza al focolaio dell'incendio, arrivata sul monte scese lentamente padrona della situazione, pompiere sapiente che non teme il fuoco sicuro di poterlo domare e comandare a suo piacimento. Lenta. Dal monte scese lentamente come la neve che al contatto con la pelle sublimava in piccole goccie di piacere che appannavano la mia mente inebriata, fuori dal mondo sciolta senza pensieri.
"BANG BANGGGG" Questo è il suono del campanello che risuonò nella mia testa. Un pungno in volto era il campanello "Si chi... chi è?" "Susanna". "Un attimo e arrivo ad aprirti!" Il panico, mi rivestii con la tuta senza intimo che ficcai in tasca, mentre Ginevra quasi folgorata le dissi di sistemarsi e attendere sul divano. Era la mia amica che come di consueto, una volta al mese, veniva a farsi la ceretta.
"Entra, accomodati sul divano con Ginevra una mia amica del calcetto, vado ad preparare la cera e torno". Vado in bagno ad accendere lo scalda cera, tirar fuori le strisce e ritorno in salotto. Le trovo mute sul divano. "Ginevra, resti per la ceretta a Susanna?" Speravo rimanesse per poi finire quello che aveva lasciato sul più bello, anche se quella speranza era data mio desiderio. "Massì, lo faccio tutti i giorni, dato che lavoro in un centro estetico, ma rimango e ti do una mano se Susanna mi permette, così facciamo prima". Susanna:"Ma certo, figurati". "Ottimo, andiamo in bagno che è tutto pronto" avevo un lettino per queste cose, ho l'hobby della cura del corpo. Mentre Susanna si stende senza pantaloni sul lettino io e Ginevra ci diamo da fare, rullo prima a me poi a lei e via, qualche ciacola tra uno strappo e l'altro e in meno di 10 minuti gambe lisce per Susanna meglio del team Ferrari. Io sono radiosa vedo la fine del lavoro come il via libera al sesso che mi spetta, ma facendomi infastidire Ginevra disse "Susanna vuoi che facciamo anche il bikini?" esitando un po' Susanna accettò anche se aveva paura di rovinare gli slip, le dissi che glieli prestavo un paio di vecchi e che poi poteva tenerseli, ma rifiutò e propose di farlo senza se non c'erano obiezioni, e così fu. Sia io che Ginevra approfittammo per guardare come verginelle la fichetta ben curata di Susanna, che non si curò dei nostri sguardi. Ginevra lanciandomi delle occhiate indugiava sulla fica di Susanna senza destare sospetti di voglie lesbo, per farmi fremere, spazientirmi e ci riusciva, chiedeva a Susanna se era pronta per lo strappo e intanto tirava la pelle fino a finire con le dita dentro alla vagina della mia amica. Le lasciò una striscia di peluria sopra. Molto deliziosa, mi sembrava di essere una maniaca guardavo e mi eccitava da impazzire vedere Ginevra palpare la figa di Susanna che ignara si prestava al gioco di quella piccola impertinente. Come se dovesse darmi altro spettacolo si offrì anche la depilazione del culo e anche se non era da deontologia, la fece mettere a terra gattoni perchè così andava meglio si scusò Ginevra. Inoltre la fece divaricare in modo osceno dandomi a vedere il sesso si Susanna come non avevo mai visto e anche se non mi aveva mai eccitato ora con quella troietta che gliela menava (anche se era solo per la ceretta) mi stuzzicava all'inverosimile.
Susanna ringraziò Ginevra del servizio e me per la bravura della mia amichetta prendemmo un caffè e poi Susanna si congedò. Finalmente. Tutta quell'attesa mi aveva snervato, non volevo coccole e quasi rimpiangevo che Ginevra non fosse un uomo per sbattermi in fretta senza tanti complimenti. Il piacere interrotto prima e poi quello spettacolo quasi irritante della ceretta a Susanna mi avevano esasperato. Ma se pensava che sarei stata in balia sua si sbagliava di grosso.
Chiusa la porta la presi e la sbattei sul divano,la palpavo ovunque sparsi in un batter d'occhio feci volare la sua tuta con la mia, si incendiò con me ci stavamo strusciando con le gambe accavallate, le lingue si contorcevano in un kamasutra senza fine, mi attaccai ai suoi capezzoli che lei mi offriva senza risparmiarsi, voleva farsi ciucciare nuovamente, voleva ancora. Le presi i capelli dorati con una mano e scivolando sotto di lei mandai all'inferno tra le mie gambe, non aspettava altro sembrava un maiale, mi ficcava la lingua fin dentro alle viscere con il naso strusciava la mia clitoride con un ritmo forsennato era ingorda proprio come volevo, la spinsi ancora più forte contro la mia figa quasi soffocandola, ma la sua foga era tanta e continuava a leccare avida del mio piacere, girai gli occhi fatta di piacere e posai la testa o il mio ventre era fuori controllo, si sottraeva alla sua bocca vorace e in maniera frenetica si dava in un'alternanza folle fuori controllo che mi fece esplodere in qualcosa di insolito, le stavo pisciando in bocca godeva di questo. Venni come un uomo, cercavo di bloccarmi ma era impossibile, non era pipì. Mi disse che aveva il mio gusto volevo assaggiare e baciandomi mi fece assaporare me stessa. Fu stupendo. Restò a dormire perchè non era ancora sazia.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.3
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per compagna di calcetto:

Altri Racconti Erotici in lesbo:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni