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La festa privata


di theclash
04.02.2019    |    14.632    |    4 9.0
"Tirò fuori dal suo trolley una montagna di vestiti, molti più di quanti potesse indossarne in quel weekend e iniziò a provare intimo, calze e out fit..."
Rifletto spesso su quale sia la trasgressione perfetta, quella completa, quella che ti fa dire..."ecco adesso ho fatto tutto, veramente tutto...", la risposta ricorrente, l' unica in cui mi ritrovo e che abbia un senso è: " quella che deve ancora venire...".

Era il periodo in cui lavoravo in trasferta, lontano dalla mia città e dai miei amici. Nella bassa pianura padana, dove l'autunno imminente portava già ventate fredde e la nebbia, da lì a poco, avrebbe peggiorato la situazione. 
Lavoravo tutto il giorno, mangiavo in pessime trattorie low cost e passavo il mio tempo libero sull' iPad, visitando siti trasgressivi, alla ricerca di qualcosa di emozionate  da fare, cosa che non succedeva mai. 
La cosa peggiore era dove alloggiavo, uno squallido motel lungo una statale, che mi permetteva, di alternare le ricerche su internet a guardare il via vai di prostitute e coppie clandestine che prendevano le camere a ore. Le osservavo stando fuori dalla stanza, con accesso al parcheggio, mentre fumavo, sperando che qualcuna mi invitasse a giocare con loro. Più squallido ancora era però il mio collega e compagno di stanza, passava il suo tempo libero ad abbuffarsi di cibo gratuito, innaffiato da ogni sorta di alcolico che rastrellava in giro, per cui appena entrava in camera crollava sul letto ubriaco e fino al giorno dopo non si riprendeva.
La settimana prendeva a migliorare il venerdì, quando veniva a trovarmi Loretta, un' amica, della mia stessa città, che si faceva 4 ore di treno per passare il fine settimana con me. 
Con Loretta ci conoscevamo da oltre un anno, c' era un rapporto strano tra noi, non avevamo una relazione, non eravamo solo amici, forse eravamo solo complici, forse riempivamo semplicemente i vuoti, l'uno, dell' altro; sta di fatto che da quando ero partito, non aveva saltato un weekend, puntuale come il suo treno, arrivava a metà del venerdì pomeriggio e ripartiva la domenica sera.
Cercavamo di trascorrere dei fine settimana come una coppia normale, ma proprio non ce la facevamo, in un modo o nell'altro altro finivamo sempre a cercare qualcosa di trasgressivo: privè, parcheggi, luoghi insoliti e quant' altro. Avevamo avuto parecchie esperienze insieme, ma qualche sfizio da togliere era rimasto. Un desiderio ricorrente era quello di poter partecipare ad una festa privata fra coppie, quindi no locali, ne ospiti di coppia, senza stanzette o separè, ma un' orgia vera e propria.

Arrivò il venerdì pomeriggio e con lui il treno e Loretta. Andai come al solito alla stazione e come al solito scese inguainata da un jeans e stivali a tacco alto che fasciavano un culo da urlo, scollatura da arresto, su una quinta piena e rossetto rosso fuoco completavano l'opera.
Baci, abbracci e convenevoli vari, qualche notizia portata dalla nostra città e ci recammo subito a prendere un' aperitivo.
"Cosa si fà stasera?", la domanda era stata posta con un sorriso malizioso, che lasciava sottintendere di non aver in mente di andare al cinema. Avevo il terrore di quella domanda, perché avevo scandagliato la rete per tutta la settimana, senza rimediare niente di accattivante, tranne qualche invito da singoli o l'offerta di una coppia per andare in una sauna. 
"Non lo sò. Qui siamo in provincia, tutti morti. Al massimo possiamo farci un po' di strada e andare a Milano, nei privè che siamo già stati". Sorrise nuovamente, forse perché mi aveva colto in fallo, non ero riuscito a combinare nulla.
Continuò a sorseggiare L' aperitivo e mi chiese:" Dov' è C.......", pronunciò il nome di un paese leggendo dal cellulare. Quel nome non l'avevo mai sentito e dovetti cercare su google. "Mercoledì ho risposto ad un annuncio e ci hanno invitato a una festa privata, di quelle di cui abbiamo sempre parlato, è stasera, se ti và devo confermare".
Guardai ancora il posto e dissi:" sono quasi 200 km da qui, se dobbiamo andare, dobbiamo sbrigarci".
Pagai il conto mentre lei iniziava a digitare sul cellulare confermando la nostra partecipazione.
Loretta prendeva sempre una stanza nel mio stesso motel perché la mia era in condivisione col collega "pachiderma" ed io nel weekend mi trasferivo da lei.
La festa iniziava alle 22,30 per cui dovevamo sbrigarci, avevamo quasi 2 ore di strada da fare. Tornando all' hotel avevamo preso cibo da asporto e lo consumammo sul letto chiacchierando. D' un tratto si alzò e disse " prima di fare la doccia devo fare una cosa...". Non terminò la frase, ma si avventò dritta su di me e sui miei jeans; da sdraiato sul letto non riuscii a sfuggirle, in un secondo slaccio cintura e bottoni, estrasse quello che cercava e iniziò uno dei suoi magici pompini. Il pompino era uno dei suoi cavalli di battaglia, una sfida tra lei e il piacere maschile. Alternava la lingua alle labbra, per poi leccare tutta L' asta e ricominciare da capo. Quando sentì che ero prossimo a venire, s' interruppe, mi prese per un braccio mi fece mettere in piedi, si inginocchiò davanti a me e disse "sborrami sulle tette...", senza attendere risposta imboccò nuovamente il mio cazzo e un secondo prima che le venissi in bocca, lo estrasse, con sapienti colpi di mano si fece schizzare sulla sua fantastica 5a e parte sul viso.
Si tirò su sorridendo e disse "è una settimana che non vieni, così stasera sarai bello prestante.."
Facemmo la doccia insieme, senza dare seguito a quello fatto prima, mi preparai e lei anche. Tirò fuori dal suo trolley una montagna di vestiti, molti più di quanti potesse indossarne in quel weekend e iniziò a provare intimo, calze e out fit.
Alla fine scelse una gonna non troppo corta, nera, con due zip, una frontale e una posteriore, che lasciò parzialmente aperte, come a confermare che sotto aveva un paio di autoreggenti, anch' esse nere, con la balza in pizzo, finemente decorata; dal top spuntavano due bocce straripanti, che gonfiavano anche il giacchino. Scarpe con tacco altissimo. "Sempre sobria eh, hai messo anche la gonna tattica..." la apostrofai sorridendo e di suo mi rispose: "finalmente stasera andiamo alla nostra prima festa privata". Era eccitata come una bambina in procinto di andare alle giostre.

Il navigatore dettava la strada e noi chiacchieravamo, alternando discorsi seri a sconcerie tipiche del nostro anomalo rapporto. 
Dopo quasi due ore uscimmo dall' autostrada e mi fece fermare, estrasse il cellulare e iniziò a massaggiare. L' interlocutore le diede le inviò una posizione. Eravamo eccitati, poiché era il nostro primo party e perché quest' aria di mistero sul luogo e sull' indirizzo ci rendeva ansiosi. Mancavano 15 km ed eravamo un po' in ritardo.
La posizione ci portò in una zona industriale e cominciammo a interrogarci se non fosse stato uno scherzo o se non avessimo sbagliato qualcosa. Fermi sulla posizione, squillo il suo telefono, dall' altro capo un uomo, molto gentile e affabile, le chiese se eravamo davanti ad un' azienda e lei rispose di sì. Ci venne indicato di svoltare L' angolo e proseguire dritto fino al piazzale dove c' erano varie auto.
Nel piazzale c' erano un po' di macchine e sulla porta di un capannone, ad attenderci un uomo sulla cinquantina, Matteo, vestito casual e sorridente. Ci presentammo entrando e salimmo al primo piano, sul pianerottolo, ad attenderci, Barbara, la moglie di Matteo, non molto alta, ma curvy al punto giusto, con un vestitino supersexy, che urlava: toglimi, toglimi. Bionda occhi azzurri e con un seno oversize; a parte le tette, l'esatto opposto di Loretta.
Ci spiegarono che la location era di loro proprietà e ne avevano adattato un piano, per fare festicciole tra amici, che dentro c'erano una quindicina di coppie, qualche singolo  e si poteva fare tutto, tranne fumare, utilizzare stupefacenti e esagerare con L' alcol. Alle loro spalle due porte, in metallo, tipiche dei fabbricati industriali, una più grande è una più piccola. Ci fecero entrare nella piccola, precisando che era gli altri ospiti lì avremmo dopo. Era una stanza in cui avevano ricavato uno spogliatoio e un paio di docce. Tutto molto pulito e ordinato. 
Matteo e Barbara continuavano a far domande su di noi, su qual esperienze avessimo avuto e su quali locali per scambisti avessimo frequentato. Un educato terzo grado, per capire chi fossimo, la cosa mi infastidiva, ma lo comprendevo.
"Bene" disse Barbara facendoci uscire dallo spogliatoio. " Se vi fa piacere fermarvi siete nostri ospiti e ci accomodiamo di là", indicando la porta più grande.

La parte del salone a vista era molto grande, abbastanza spoglio, qualche tavolo con il buffet, uno stereo che suonava commerciale e qualche spot che si accendeva a ritmo con la musica molto bassa, alcune sedie contro i muri e altre in mezzo alla sala a formare un cerchio. Nessun divanetto, ne poltrona. Una parte della sala era chiusa da un tendone di stoffa molto spesso che non lasciava intravedere oltre.
Circa una quindicina di coppie, assortite per età ed abbigliamento, chiacchieravano a gruppetti o stavano in disparte, molti sembravano conoscersi fra loro. Al nostro ingresso si voltarono tutti e iniziarono ad avvicinarsi per salutare. Le donne baciarono tutte Loretta sulle guance, gli uomini ci strinsero la mano e squadrarono lei con sguardi lascivi. Vista la difficoltà a ricordare i nomi delle persone iniziai mentalmente a dare dei soprannomi rispetto a ciò che mi veniva in mente. Subito si avvicinò una coppia, di mezza età, che divennero " il texano", visto che calzava stivali da cow-boy e "Crudelia", una donna molto alta e magra , interamente vestita da una tuta di rete nera, microgonna in pelle e giacchino in pelle, adornata da svariate catenelle e pendagli. Mi ricordava la cattiva della carica dei 101. Fù la  volta di "Rolex" e consorte, che si beccò il nome di "professoressa", forse per via del tailleur e degli occhiali, mentre il marito aveva al polso un paio di anni del mio stipendio. Mi colpì una coppia, che si avvicinò quasi per ultima, erano un po' più giovani di noi, sembravano molto innamorati perché continuavano a sbaciucchiarsi, ma il grado di estetica era molto differente fra loro. Lei bella, minuta e vestita molto sexy, con gonna dalla quale camminando spuntavano sistematicamente calze e reggicalze, mi faceva venire in mente jennifer aniston, mentre lui un tipo esile esile, magrissimo e con la faccia da topo, si beccò subito L' appellativo di "topolino".
Ci sentivamo un po' in imbarazzo per cui terminati i saluti ci avvicinammo al buffet. Due singoli, si prodigarono subito a porgerci del Franciacorta e iniziarono a chiacchierare. Uno era molto grosso, muscoloso, con braccia tatuatissime, per cui divenne "tattoo" e L' amico, un ragazzo normale, ma vestito molto raffinato, fu detto "trendy".
Mi guardavo intorno e cercavo di capire la serata e i suoi partecipanti. Capii subito che a parte jennifer, non vi era nessuna donna bellissima, ma ognuna aveva qualcosa di sensuale. Nell' aria aleggiava una strana sensazione, una sorta di fermento imminente, ma nel contempo tutto sembravano rilassati e a proprio agio come ad una festa di compleanno casalinga. 
Da quando eravamo entrati, Loretta aveva parlato poco, rimaneva avvinghiata al mio braccio e caracollando sui tacchi altissimi continuava a sussurrarmi: " ma dove cazzo siamo capitati".
Tutti tornarono alle proprie conversazioni, gli uomini che già si conoscevano, a formare un gruppetto e le donne, anch' esse dimostravano una grande confidenza fra loro, seguivano come una corte, Barbara, la padrona di casa, che andava accertandosi che i vassoi del buffet fossero sempre pieni. Fra queste spiccava una lei, quarant' anni circa,  bionda e riccia; era sempre al fianco di Barbara, sembravano molto amiche, spesso parlottavano fra di loro, ridevano sguaiatamente, ma quello che più mi colpì era il fatto che la riccia, così la soprannominai, toccava la sua amica continuamente, a volte le mani, a volte la schiena e così via, con gesti molto intimi e affettuosi.
D' un tratto Barbara si unì a Matteo e richiamarono a gran voce L' attenzione di tutti: "Dai tutti qui seduti che ci conosciamo meglio...", indicando il cerchio di sedie a centro sala. Tutti smisero di conversare e si accomodarono, i padroni di casa fecero qualche saluto di rito e ringraziamento e poi proseguirono dicendo: " per conoscersi meglio, visto che non ci conosciamo ancora tutti, ogni coppia si presenterà e ci racconterà qualcosa...iniziamo da voi", toccando la spalla del lui della coppia che aveva vicino.
Erano marito e moglie sui sessanta, attaccò lui presentandosi e presentando la signora, con marcato accento lombardo, tipo commedia anni 90, disse che erano molto amici dei padroni di casa e che partecipavano a tutti i loro splendidi party; concluse con una battuta sconcia su quello che da lì a poco sarebbe accaduto e alzandosi passò la parola al vicino dicendo: "detto questo vado di là a prendere la pastiglia blu". 
Il vicino non si fece attendere, cogliendo la battuta al volo e dicendo di portarne una anche per lui, confermò l'amicizia con il lombardo, l'accento la confermava e proseguì facendo lo spiritoso, poi passò la parola alla moglie, che soprannominai immediatamente chanel per le gli abiti griffati che vestiva. Era molto diversa dal marito, dai modi eleganti e garbati, tanto che sembrava appena uscita da una caffetteria londinese per L' ora del te, e comunque non consona a quell' evento. Raccontò che anche loro partecipavano spesso, ma che lei la maggior parte delle volte non giocava , bensì le piaceva osservare il marito farlo. 
Il giro continuò così, fu la volta dei due singoli tattoo e trendy, che piuttosto imbarazzati dissero di essere stati accettati da barbara in seguito alla conoscenza su un sito, poi il texano e  crudelia, che dichiararono di essere habituè delle feste di barbara ed introdussero la coppia seduta accanto, presentandola come conosciuti in un prive della zona e subito divenuti molto amici; una coppia abbastanza normale, lui abbigliato molto formale, giacca e cravatta, capello sale e pepe, cinquant'anni portati bene, lei poco più giovane, formosa, cappello castano e inguainata da un vestito strettissimo, che la faceva molto sexy, il tutto contornato da un faccino da milf navigata. Fu il turno di un altro singolo che avevo visto spesso in compagnia di barbara e dell' amica riccia, si presentò come il singolo amico di famiglia, un bel ragazzo, sotto i quaranta e di ottimo aspetto, ma non m venne nessun soprannome da affibbiargli; accanto a lui sedevano la riccia e consorte, tipo sportivo stessa età della moglie, probabilmente appena tornato da una vacanza, poiché sfoggiava un abbronzatura inviadiabile.
Fu il nostro turno, ci presentammo come coppia a tutti gli effetti, raccontammo che eravamo lì perché io ero in trasferta e qualcosa delle nostre esperienze. 
Mi sentivo abbastanza stupido a fare quel giro di tavolo, poiché più che un party trasgressivo aveva preso la piega della terapia di gruppo, ma in ogni caso eravamo lì e non potevamo che restarci e poi era carino vedere cosa sarebbe successo dopo.
Il giro terminò con jennifer e topolino i quali erano ancora più a disagio di noi. Anche loro li per la prima volta, novelli alle trasgressioni, con figli piccoli, che di tanto in tanto si concedevano una serata pazza.
Qualcuno si alzò per prendere da bere o andare al bagno, i più rimasero seduti a conversare tra battute e doppi sensi. Il giro di tavolo aveva rotto un po' il ghiaccio. 
Barbara si alzò, controllò il buffet e si diresse verso il tendone chiuso, con un movimento secco lo fece scorrere sulle guide e alzò le luci all'interno. Di punto in bianco si rivelò anche la parte nascosta del salone. Due grossi letti, pari a due matrimoniali e oltre, ricavati da bancali appaiati a 4 e sovrapposti, su cui erano appoggiati materassi in gommapiuma e lenzuola enormi a ricoprirli; qualche decorazione appesa ai muri, qualche attaccapanni e tavolini su cui erano appoggiati profumatori per ambienti, salviette e ciotole con preservativi. Nella sostanza un ambiente gradevole e soprattutto funzionale.
La riccia si avvicinò alla padrona di casa, che sistemava gli ultimi dettagli sui maxi letti, le due si fermarono a parlare un secondo a bassa voce, poi tornò verso il singolo amico di famiglia, lo prese per mano e tornarono verso barbara. 
Le amiche erano una di fronte all'altra accanto ad uno dei due letti, il singolo era alle spalle di barbara. Le due bisbigliavano e si guardavano negli occhi molto intensamente, era chiaro che fra loro c'era qualcosa di speciale, poi d'un tratto partirono in un bacio saffico molto passionale.
La maggior parte degli ospiti aveva smesso di chiacchierare ed ora osservava in silenzio, cosa accadeva; chi si spostava per vedere meglio, chi confabulava con il partner, solo il marito di chanel e il suo amico commentavano ad alta voce con frasi spinte, indirizzando qualche sfottò, verso matteo che sorrideva divertito.
Il bacio terminò, sempre senza staccare gli sguardi, la riccia prese il vestito di barbara dalle spalline, abbassandole e facendolo scivolare sul suo corpo. Rimase in piedi, con il solo perizoma e la sua 5a di seno, che era un piacere per la vista. L'amica la sospinse delicatamente verso il letto e la fece sdraiare iniziando a massaggiarle le gambe, risalendo lentamente verso le cosce. Il singolo, che appariva molto sicuro di cosa stava accadendo e di sè, non si mosse di un centimetro.
I primi ad alzarsi furono texano e crudelia, seguiti dai due singoli e da topolino e jennifer. Loretta mi prese per mano e ci avvicinammo anche noi, in pochi secondi tutti gli ospiti erano disposti a cerchio intorno a ciò che stava accadendo sul letto.
LE effusioni continuavano, le mani della riccia carezzavano le gambe dell' amica, scorrendo sapientemente verso l'alto, insinuandosi nei solchi dell' inguine, sfiorando di tanto in tanto il pube e ritornando verso il basso. Quando barbara pareva gradire L' attività della compagna, questa comincio a insistere di più sulla figa, massaggiandolo attraverso il perizoma millimetrico e bianco trasparente. Si vedeva che L' amica gradiva poiché l'intimo iniziava piano piano a inumidirsi e lei sollevava di tanto in tanto il bacino, per esporsi ancor di più. Il singolo si tolse la camicia e rimase a petto nudo, sempre dietro la ragazza distesa, che afferrò gli avambracci per sostenersi quando inarcava la schiena.
Le gambe divaricate, il perizoma ormai scomparso, la riccia si chinò sulle ginocchia per esse alla stessa altezza dell' amica e iniziò a baciarle il sesso, alternando la lingua ad un paio di dita, leccandone avidamente i fluidi.
Una piccola folla si era radunata di fronte al letto, tutti stretti, gli uni accanto agli altri, per vedere meglio. Tenevo Loretta cinta per i fianchi e avevo gente che mi premeva da dietro, ad un certo punto lei non riuscì a trattenersi e volle andare più avanti, per cui si sciolse e cercando di tenermi la mano si avvicinò alla riccia, ormai con la testa affondata tra le cosce di barbara, si inginocchiò e iniziò a carezzarla, cercando una condivisione. 
Non riuscì a tenermi la mano perché gli ospiti cercavano a loro volta di compensare lo spazio, per cui la lasciai e rimasi lì ad osservare insieme agli altri. Accanto a me la milf e  il marito distinto, lei aveva già iniziato a frugare nei pantaloni di lui, estraendo il membro dalla cerniera e palpeggiandolo con sapienza, mentre lui con la mano sul fianco di lei, aveva sollevato la gonna quanto poteva e le palpava il culo formoso, segnato dalle strisce del reggicalze. La guardai, sorrisi e ritornai allo spettacolo. Qualcuno stava già occupando L' altro lettone, scorsi il texano, la moglie e i trendy intendi ad un sandwich, ma ancora vestiti e Jennifer e topolino che limonavano nei pressi.
La milf accanto a me partì all' attacco, il marito le aveva infilato una mano dentro l'intimo e la sgrillettava, mentre lei con la destra teneva il cazzo di lui, masturbandolo e con l'altra frugava nei miei jeans alla ricerca del mio. Gradii le sue attenzioni e la agevolai voltandomi un po e con la mano sinistra mi insinuai da dietro, nel suo perizoma, fino al sesso, incontrai la mano del marito che le massaggiava il clitoride, per cui mi dedicai a infilarle un dito dentro e iniziai un lento dentro fuori.
Cercavo anche di tenere d' occhio Loretta, perché non mi andava di lasciarla sola a lungo; lei era sempre lì, ogni tanto la riccia le faceva spazio permettendole di leccare barbara e poi scambiandosi dei baci saffici. Il singolo dietro barbara era già partito all' attacco e calatosi i pantaloni, se lo stava facendo succhiare da lei, ormai era in preda a spasmi continui.
La gente si era sparsa per il salone, chi sui letti, chi in piedi ognuno seguiva o partecipava a qualcosa.
Con un po' di maestria spinsi avanti la milf che si trascinò dietro suo marito, per arrivare a contatto con Loretta, le feci una carezza sulla testa, lei si voltò sempre mantenendo le mani tra le cosce della padrona di casa, mi guardò e sorrise. Quando vide il mio cazzo impugnato dall' altra, si staccò per un secondo, lo impugnò anche lei e iniziò a succhiarlo. A quel punto la milf si chinò e imbocco quello del marito, sempre mantenendo la mano su di me. Loretta tornò a barbara e a questo punto la milf iniziò a spompinare sia me che il marito.
Il singolo amico di famiglia, si fece più audace, stringendosi verso sinistra tolse il suo dalla bocca di barbara e iniziò a passarglielo sul seno, lasciando evidenti scie di saliva. Il suo cazzo si trovava a portata di mano di Loretta, che non esito a stringerlo e iniziare a masturbarlo. 
C'è l'avevo durissimo perché sia ciò che mi capitava intorno, sia il vedere Loretta brandire una bella verga mentre leccava barbara, nonché la bocca della mia nuova amica,  erano un eccitante superlativo.
Per non rischiare di venire, volli prendere un attimo di fiato, staccai la milf e mi sdraiai sul letto dietro la testa di barbara, non capì e si fece ancora più audace, brandendo il marito per il fallo, si avvicinarono a me e stando in piedi, diede le spalle al marito, riprese a spompinarmi, mentre il lui la penetrava da dietro.
Dalla mia posizione supina vidi che il singolo stava godendosi la bocca di Loretta o forse era Loretta che si godeva il membro del  singolo; tentai allora un approccio con barbara, che era a pochi centimetri da me, postando la mano sulla sua 5* e iniziando a carezzarla, ma non gradì e la ritrassi un po' deluso.
Cominciavo a non farcela più, sentivo che da lì a poco sarei esploso, per cui mi concentrai sulla milf che ci sapeva veramente fare con la bocca. Complici le spinte che riceveva da dietro, dal compagno, ingoiava completamente il mio cazzo,  per poi ritrarsi per tutta la lunghezza e ricominciare.
Le feci segno che era giunto il momento, tolse la bocca e appoggiò la testa sul mio inguine, sempre continuando a menarmelo. Per la prima vota la sentii godere per le spinte da dietro, non c'è la feci più ed esplosi, ricoprendola le mano di sperma e qualche schizzo sui capelli, anche il marito, probabilmente eccitato dalla scena, si svuotò dentro di lei, mentre entrambi venivano scossi dall' orgasmo.
Mi alzai, asciugandomi con una salvietta presa da un tavolino, mi ricomposi un po' e a passo veloce mi diressi verso i bagni. Passando fra i due letti, scorsi Jennifer a gambe spalancate, impugnate dal marito all' altezza delle caviglie, che si faceva scopare potentemente, ai lati due singoli che giusto i quell' istante le schizzavano sulle tette, in un meraviglioso bukkake.
Volevo fare in fretta, per non lasciare molto tempo Loretta da sola e non volevo perdere nulla della serata. Arrivai nei bagni, mi tolsi i vestiti e mi buttai sotto una doccia, uscì dopo pochi istanti, agguantai un asciugamano dalla pila messa a disposizione per gli ospiti, mi asciugai, rimisi i jeans rimanendo però a petto nudo e attraversai L spogliatoio in direzione dell' uscita. Nello stesso istante entro jennifer, con indosso solo il perizoma, rossa in volto e con il seno coperto di liquido seminale. Per non imbarazzarla la guardai in volto e sorrisi maliziosamente, lei rispose con un sorriso altrettanto malizioso.
Rientrai nel salone. Erano passati al massimo cinque minuti e lo scenario era completamente cambiato. Un paio di coppie erano al buffet e si rifocillavano, mentre nella sala riecheggiavano gemiti e gridolini, ma su tutte dominava una voce femminile urlante, che riempiva il locale.
Cercai rapidamente Loretta con lo sguardo, avvicinandomi a dove L' avevo lasciata. Era più o meno allo stesso posto, ma non con barbara e amica, messa a quattro zampe, si stava facendo scopare da Rolex, non aveva più i vestiti, solo le autoreggenti e le scarpe. Di fronte a lei il marito della riccia, glielo metteva in bocca e ci dava dentro con foga. Dietro Rolex, topolino, che probabilmente attendeva jennifer ancora in bagno e si godeva la monta. 
Mi spostai fra i due letti, individuai barbara e la riccia, le posizioni si erano capovolte, la riccia era finita supina, a cosce aperte e barbara la masturbava con forza, stando di lato, il pezzo di lenzuolo davanti alla riccia era copiosamente bagnato, non ci misi tanto a capire, poiché arrivò quasi subito quel grido che sovrastava ogni voce, sentito in precedenza e dalla fica della riccia partì uno spruzzo. Squirtava.
Proseguii il mio giro alla ricerca di qualcosa di sfizioso, non volevo disturbare Loretta, ma un po' mi infastidiva vederla a spiedino con due uomini e ancor di più mi infastidiva sentire gli incitamenti di Rolex: " dai brava, così, dai...", mentre lei muoveva il culo avanti e indietro per prenderlo tutto.
Passai davanti a Crudelia e al texano, marito e moglie, che stavano scopando accanto alla coppia lombarda, intorno due singoli, che cercavano di farsi coinvolgere, mentre la lei che avevo approcciato all' inizio, soprannominata la milf era alle prese con un altro paio di singoli, oltre al marito e si stava dando un gran da fare.
In tutto ciò era molto atipico vedere Matteo, il marito di barbara nonché padrone di casa e chanel, quella che non giocava quasi mai, in piedi a bordo del letto, osservare e commentare a bassa voce, come se fossero davanti ad un' opera d' arte. A lei non piaceva giocare, ma da come si aggiustava continuamente la camicetta e sistemava la gonna tirandola in avanti, inumidendosi ogni pochi istanti le labbra, con la lingua, si vedeva che era piuttosto eccitata dalla situazione.
Compii tutto il giro e tornai accanto a Loretta, il marito della riccia, che prima si stava sollazzando con la sua bocca, non c' era più e neppure Rolex, ma lei era sempre lì, prona, con la testa poggiata al materasso, di lato e rossa in volto, che continuava a gemere. Dietro c'era topolino, che la stava scopando e accanto a lui sua moglie, con indosso solo reggicalze, calze e tacchi, che osservava e commentava con il marito.
Guardai bene e mentre lui estraeva da Loretta il suo pene, per dare un' altra pompata, rimasi quasi esterrefatto, aveva un cazzo enorme, in circonferenza, ma anche in lunghezza, quello che la natura non le aveva concesso in bellezza lo aveva fornito in dotazione.
Loretta sembrava stralunata e gemeva di piacere ogni volta che veniva penetrata. Di nuovo quella sensazione di fastidio.
Jennifer mi vide, mi propose di nuovo quel sorriso malizioso visto in bagno, fece un passo di lato, nella mia direzione, staccandosi un po' dal marito e continuò a osservare la scena.
Carezzai la testa di Loretta, questa alzò gli occhi e mi vide, sapeva che ero lì. Mi girai verso Jennifer, ancora in piedi li vicino e passai due dita sulla sua schiena nuda, lei si voltò, ancora quel sorriso e per contro fece scorrere la mano sulla schiena di Loretta, piegata lì davanti, facendo questo, si spostò ancora di un passo verso di me.
Era quasi attaccata al mio corpo, ne sentivo L odore della pelle, misto al profumo che stava svanendo, le passai un braccio intorno alle spalle e cercai di avvicinarla ancora di più. Non fece resistenza, guardai il marito, sempre intento a infilare la sua spranga dentro Loretta, che ricambiò lo sguardo annuendo.
La baciai sul collo, facendo scorrere contemporaneamente le mai lungo i fianchi e posizionandola esattamente davanti a me, abbozzai un lento massaggio e nel contempo le feci sentire da dietro, L' eccitazione che montava dentro i miei jeans.
Reclinò la testa all' indietro, poggiando la nuca contro la mia spalla e lasciandosi accarezzare.
Si abbandonò quasi subito, lasciando che palpassi con la sinistra le su tette e con la destra inizia a sfiorarle dolcemente il clitoride.
Gli umori non tardarono a farsi vivi, infilandole un dito entro la sentii abbondantemente bagnata, per cui con una leggera pressione la feci piegare appoggiando la testa sulla schiena di Loretta e rivolgendo il culo verso la sala, mi chinai e iniziai a leccarla da dietro, alternando il clitoride alla fessura.
Loretta gemeva più forte, probabilmente perché topolino stava aumentando i giri e da multiorgasmica qual'era non si stava perdendo nulla.
Decisi che era il momento di scoparmi Jennifer, la feci alzare la girai e guardandola in volto, mi passai un dito sulla bocca e lo passai a mia volta sulla sua in modo da farle sentire i suoi umori.
Ricomparve quel sorriso malizioso, la adagiai di fronte alla testa di Loretta, mi abbassai i jeans, calzai il preservativo e iniziai a strofinarlo sulla sua fica, puntando a solleticare bene il grilletto che faceva capolino tra le labbra rosee e gonfie.
Attirai L attrazione di Loretta, passandole una mano tra i capelli, mi guardò e poi vide che a pochi centimetri da lei c'era un altra donna, distesa, che stava per farsi scopare.
Allungò una mano e la pose sul monte di Venere di Jennifer, aprendo ancora un po' le labbra. Lo infilai e iniziai un lentò andirivieni, per far salire ancora di più L' eccitazione.
Jennifer a cosce spalancate inarcava il bacino per averne di più, probabilmente perché abituata all' XXL del marito. Nonostante il viso d' angelo era molto sexy e ci sapeva fare. La scopai per un po', mentre lei con una mano stringeva quella di Loretta e con l'altra si sgrillettava.
Quasi all' unisono senti topolino emettere dei sospiri e riempire il preservativo tra lui e Loretta e Jennifer aumentare gli sfregamenti sul suo clitoride ed emettere un suono rauco, era venuta.
Anch'io ero al limite, con un colpo sulla spalla di Loretta, le feci alzare la testa, presi il suo mento tra le dita, facendole aprire la bocca, sapeva che cosa stavo per fare, fra noi c era tacito accordo, L ' ultima venuta della notte doveva essere per lei. Sfilai il preservativo, rivolsi il cazzo verso di lei e le schizzai in bocca. Solo io potevo venirle in bocca.

La strada del ritorno fu lunghissima, Loretta si addormentò sfinita, quasi subito e io guidavo assorto nei miei pensieri. Ero turbato per la sensazione di fastidio che avevo provato a vedere la mia amica scopata da due uomini, senza di me.
Tornati in albergo, Ci mettemmo a letto esausti, nel buio Loretta si appoggiò alla mia spalla e disse: " Ehi sei stato uno stronzo a scopartela con la mia faccia a due cm...", sapevo che stava sorridendo, ma anche che non stava mentendo, c' era rimasta un po' male. Non le risposi e lei continuò " lo sai anche tu che dovremmo dare un senso a questa..." non le permisi di finire la frase, mi voltai, le diedi un bacio e le dissi " sssst!" " buona notte".

Questo racconto è completamente vero, ho aggiunto solo qualche sfumatura letterale per dare un po' più di vivacità alla narrazione.
Desidero dedicarlo a Loretta, con la quale abbiamo passato momenti intensi, ma i fatti della vita non ci hanno permesso di proseguire e noi l'abbiamo accettato senza poca sofferenza. Oggi siamo buoni amici, solo amici.
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