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La prima volta di Angelina al Certe Notti -2-


di Membro VIP di Annunci69.it giorgal73
09.06.2025    |    6.663    |    2 6.0
"Il bacio è un opera sartoriale, lento e curioso, la lingua di Sonia danza sulla riga lucida delle labbra di Angy prima di insinuarsi con destrezza..."
“Angy, tutto bene?” grido tra le bolle, cercando il viso di Angelina. Lei sorride, ancora incredula ma visibilmente meno a disagio. “Adesso sì. Tranquillo!”

Come se avesse sentito, Jane si abbassa e inizia a succhiare il mio cazzo e tutti quelli che sono nelle immediate vicinanze si accodano in fotocopia. È una catena di montaggio, ma al posto delle lamiere ci sono lingue e corpi e la vernice è la schiuma.
In quel marasma di corpi io vedo solo il suo sguardo: Angy, spalla a spalla con Sonia, si prende la rivincita sulle proprie paure e si lascia cospargere di bolle, capelli e pelle brillano come seta bagnata. La guardo e vedo che prova a ballare, ridendo come una ragazzina e muovendo fianchi e gambe con crescente libertà, anche se ogni tanto il contatto umano la riporta bruscamente all’imbarazzo.
Un’ altra donnina ingorda si abbassa e inizia ad aiutare Jane a spompinare ogni turgido e voglioso cazzo. Anche Tania partecipa alla festa. Un ragazzo alto e muscoloso, riesce a far sollevare i fianchi di Jane e da dietro la impala senza pietà, mentre la sua bocca soddisfa le voglie degli altri partecipanti.

Il Dj si diverte a prendere in giro Jane:" Ecco la Bionda che si diverte, tra poco arriverò anche io, preparati bella bionda!"

In quell’orgia di piacere collettivo, Jane lascia andare un urlo breve e animale, e subito dopo il ragazzo le sborra sul culo un getto bianco, mischiato agli spruzzi di schiuma che adesso sembrano panna impazzita. Tania, che sta ricevendo un trattamento analogo, ride a crepapelle e grida a tutti: “Se non venite almeno una volta, non potete uscire da qui!” Le sue labbra sono appiccicate al cazzo di uno sconosciuto, che le scopa la bocca senza pietà.

Io non resisto, la pressione mi mozza il respiro e mi basta il gioco di lingua che una morettina mi sta donando per sganciare una scarica che la lascia piena in gola, ma lei non smette. Mi guarda negli occhi, golosa, poi si pulisce la bocca con la lingua e abbraccia il mio petto zuppo di schiuma. “Non avrai mica già finito?” sibila. Ma la mia curiosità è troppo forte, voglio vedere dov’è finita Angelina.

Sgattaiolo tra le braccia, i fianchi e le mani, aggiro il panico di piacere e in un angolo trovo Angy e Sonia. Ora sono abbracciate, il costume leopardato ormai solo un souvenir: una spallina scende dalla spalla e lascia intravedere la curva del seno prosperoso. Un capezzolo è libero di giocare con la schiuma che lo ricopre, mentre l'altro si nasconde ancora. Sonia le parla all’orecchio, ed Angy chiude gli occhi. Poi la bionda le prende la mano e le loro bocche si uniscono.

Il bacio è un opera sartoriale, lento e curioso, la lingua di Sonia danza sulla riga lucida delle labbra di Angy prima di insinuarsi con destrezza all’interno, cercando complicità. Angelina, all’inizio, sembra irrigidirsi, ma poi la prende come una scommessa. Le mani di Sonia sono affamate di dettagli: scivolano lungo la schiena, frugano sui fianchi, azzardano una presa laterale sulla natica, si arrampicano sotto il costume per sfiorare pelle morbida e inesperta di oscenità.

Basta vederle una volta, per capire che c’è dentro qualcosa che si sta sbloccando. Le bolle coprono e svelano a intermittenza, e Angelina ora ride, poi si blocca, poi richiude la bocca di nuovo su quella di Sonia come un pesce che non vuole tornare nella rete. Il suo sguardo incrocia il mio per un istante: è una richiesta di aiuto, la conosco e so che devo salvarla.

“Vuoi che ti tiro fuori?” urlo, sopra il techno martellante.

“No, no… cioè, forse sì… aspetta!” mi risponde, già un po’ brilla ma con negli occhi una fiamma giovane che non le avevo mai visto addosso. “Vieni qui, però. Starò meglio se ci sei anche tu.”

Mi faccio largo tra corpi unti e schiumosi, sguscio tra due tipi che si stanno limonando pesante e raggiungo Angy. Lei mi aggancia al collo con uno scatto che non mi aspettavo, e si appoggia a me come se stessi per tirarla fuori da una piscina profonda milioni di metri, invece la tengo su con estrema facilità. Di fianco, Sonia la tiene ancora per mano, e senza smettere di sorridere ci tira entrambi nella riserva di schiuma più densa, coprendoci fino al petto come tre sopravvissuti ai Tropici.

“Mi sento fuori di testa e ho gli occhi che mi bruciano!” confessa Angy, visibilmente ubriaca e frastornata. La guardo: ha la pelle a fuoco e la bocca lucida, dita tremanti di adrenalina. “Ho bisogno di bere per lasciarmi andare oltre.”

Mano nella mano, trascino Angy al bar dopo aver fatto una veloce doccia. Mi appoggia il corpo addosso come se stesse ancora cercando l’equilibrio — forse lo sta davvero facendo. Ordina un altro drink che arriva servito in un bicchiere troppo piccolo per la sete che ha, e lo scola in due sorsi. Mi guarda con la lingua appiccicata al palato, gli occhi lucidi: “Adesso che facciamo?”

“Ti va di provare la sauna?”

“Dopo tutta quella schiuma? Sì, direi che una sauna ci sta benissimo.”

Si lascia guidare, sempre più ostaggio di un’ebrezza che non è solo quella dell’alcol, ma dell’idea di essere capitata in un mondo dove le sue regole sono sospese, il pudore corroso da sguardi, lingue, desiderio.

Entriamo in sauna, aria calda e tagliente come un forno apocalittico, e ci sediamo sulle panche. C’è qualche coppia silenziosa e il ragazzo che ha cercato di approfittare del corpo di Angelina pochi istanti prima tra la schiuma e la musica a palla.

Angy, timida, si sistema accanto a me, le cosce strette come in un sandwich d’ansia. Il ragazzo si presenta e cerca di scambiare qualche parola con la mia amichetta. Tuttavia, il caldo è tanto e dopo cinque minuti , Angelina esce e io la seguo per vedere se sta bene. Si sdraia su un lettino, la bocca aperta come un pesce fuori dall’ acqua.

“Stai bene?” chiedo, cercando di incontrare il suo sguardo.

Lei sospira, poi ride, un suono sorprendentemente limpido: “Si tutto a posto, secondo te se, chiedo al ragazzo dei soldi per scoparmi me li darà? non voglio farlo gratis, quello solo con te, ma mi sono un po’ eccitata e lui è figo.”

Mi viene da ridere, ma capisco che non sta scherzando del tutto. “Angy, qua tutti vogliono solo divertirsi, normalmente nessuno paga, almeno a quanto mi risulta.. Comunque se vuoi provarci, fallo pure. Al massimo di manda a quel paese.”

Si tira su sui gomiti e prova a guardarsi le tette: “Accidenti, ho ancora un po’ di schiuma. Ok, appena esce gli faccio la proposta e vediamo se hai ragione tu oppure io.”

Quando il ragazzo esce dalla sauna, si siede sul divanetto accanto al nostro. Angelina si avvicina senza mezzi termini, puntando dritta verso la sfida che si era imposta: “Ciao, io sono Angy, mi ripeti il tuo nome?”

“Marco!” risponde lui, quasi intimidito dall’intraprendenza.

“Marco, ti va di farmi compagnia in una delle stanze?” domanda Angy continuando a guardarlo negli occhi. Gli occhi, però, raccontano che la domanda è retorica: non hai molta scelta, caro Marco.

“Quanto sei disposto a offrirmi per scoparmi?”

La domanda atterra gelida e bollente, come uno schiaffo dato col guanto di velluto. Marco la guarda, ride piano, poi si fa più serio – forse cercando di capire se stia scherzando o no. “Non pago mai per il sesso,” risponde, fingendo una sicurezza con sopracciglio alzato e gambe larghe da spaccone. “Ma se vuoi qualcosa in cambio… posso offrirti tutto il corpo, senza limiti.”

Angelina gli prende una mano e la fa accomodare su una sua tetta. Prende l’altra e l’avvicina alla bocca per succhiagli un dito. Gli occhi lo fissano e lo devastano. Le grandi tette di Angy sono un’offerta irrinunciabile.

“Se mi fai un regalino, tutto sarà tuo e anche subito, altrimenti amici come prima!”

Marco rimane interdetto il tempo di un respiro, poi si lascia andare, completamente soggiogato dal gioco di attrazione che Angelina ha innescato. “Va bene, piccola bandita, ti prendo qualcosa da bere e poi vediamo,” scherza, ma già si è alzato in direzione del bar per esaudire il ‘capriccio’ della nuova stella del locale. Quando sparisce dietro l’angolo, Angy si gira verso di me: “Visto? Dove c’è voglia, c’è un modo!”

Mi sdraio vicino a lei, raggiungendola sul divanetto. Le appoggio una mano sulla coscia, ancora calda di sauna e leggermente lucida per le gocce di vapore. “Quindi oggi sarai la puttanella non solo mia, ma anche del bel Marco,” le mormoro, “Cazzo quanto mi ecciti, vorrei partecipare, ma so che preferisci non avere spettatori!”

“Te l’avevo detto che ti avrei stupito!” sorride lei, e mi bacia, un bacio bagnato di liquore, schiuma, e del suo nuovo coraggio. Intanto gli occhi le balzano oltre le mie spalle, verso il ritorno di Marco, due bicchieri in mano e la voglia di scopare stampata sulla fronte. Io mi allontano per lasciarli soli, con la coda degli occhi noto che insieme al bicchiere, Marco ha una banconota tra le mani.
La piega è immediata: Angy afferra la banconota, la arrotola carezzevolmente, la infila nella coppa del reggiseno (giusto per il gusto di compiere un gesto da film porno d’altri tempi), poi con un tiro di schiena gli si piazza quasi in braccio. Marco è rapito e infoiato. Le mani si muovono subito sulle tette, allargano le coppe del costume per avere il contatto con la pelle e i capezzoli duri. Lei si gode l’attenzione, fa finta di negarsi agli occhi spalancati degli altri, poi affonda le dita sui fianchi dell’uomo e lo guida a baciarla, lo lascia fare, anzi guida con malizia la sua intrusione.

“Però senza preservativo non se ne parla,” lo ammonisce sottovoce, ma la voce è roca e il labbro tremolante.

Lui annuisce, e la solleva da terra staccandola letteralmente dal divanetto, portandola a spasso come un trofeo. Sono ridicoli e bellissimi. Un attimo dopo scompaiono nella penombra del privè.

Rimango un momento a guardarmi attorno. Il locale ormai brulica di forme e corpi sciolti, l’aria ha odore di liquore, umanità, sesso. Jane e Tania sono impegnate in una bella Gang nella saletta delle orge. Io ne approfitto per rilassarmi dentro l’acqua calda della piscina in esterno.

Le bolle raspavano la pelle come baci lievissimi; il rumore dell’acqua camuffava quello delle risa, dei gemiti ovattati, dei bicchieri che brindavano nella notte. Galleggiavo in uno stato di sospensione, lasciando che il calore mi sbloccasse la schiena, e nella nebbia dei vapori immaginando le urla di piacere di Angelina.

Chiudo gli occhi per un istante, ascoltando solo i suoni. Poi, come un richiamo ancestrale , li riapro e vedo Angelina venire verso di me velocemente.
Sono passati neanche dieci minuti da quando è andata a scopare con Marco e la vedo contrariata, anzi infuriata.

“Quel pezzo di merda è venuto subito, neanche fosse la prima scopata della sua vita! ” sbotta Angy lanciandosi in piscina, facendo schizzare acqua e microbolle dappertutto. Si siede sul bordo e, imbronciata, fa roteare la banconota tra le dita. “E poi… uguale agli altri, via, manco un po’ di classe.”

Non posso far altro che scoppiare in una risata. “Tesoro, non è mica facile stare al tuo passo. Sei così figa che posso capire la scarsa performance.”

Angy mi fulmina con uno sguardo, poi si ammorbidisce e mi tira contro la banconota, che mi arriva al petto fradicia di cloro. “Sei proprio uno stronzo, ma voglio godere, esci e scopami, almeno so che tu sei lungo e non vieni mai.”

----- CONTINUA -----

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Dopo diverse settimane a raccontare le storie degli altri, finalmente riesco a raccontarne una mia. Ed essendo mia è una storia vera. Quasi una cronaca degli avvenimenti accaduti quel mercoledì particolare al Certe Notti. Angelina ha 25 anni è la ragazza protagonista del racconto "24 anni:il mio angelo depravato". quella che nel racconto si chiama Angelica che è poi diventato anche un romanzo pubblicato. Ormai è quasi un anno che ci frequentiamo. Io un Daddy premuroso e maialino e lei ... beh è lei, fortunato chi ha avuto l'occasione di conoscerla. Angelina lavora nei Night club in giro per l'Europa, ma ogni volta che torna a casa ci vediamo e ci divertiamo a scandalizzare... Sembra strano, visto il lavoro che fa, ma Angelina in certe occasioni è molto timida e pudica, non ama mostrarsi e ha un idee molto seria del sesso, quindi la storia che avete appena letto è molto particolare vista la sua indole, ma forse il merito è stato anche dell' alcol. Questa è solo la prima parte, visto che la storia è lunga, ho preferito dividerla in tre parti.

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Eccoci qua: tocca a voi decidere se sono un genio incompreso o solo un tizio che si illude di saper scrivere. Dai, un votino non me lo potete negare, non siate tirchi! E se vi va, buttate lì un commento: anche uno di quelli che strappa una risata, che male non fa.

Scrivo queste storie perché mi piace farvi viaggiare con la fantasia, ma, lo ammetto, anche per mettermi un po’ in vetrina. Sono tipo un venditore di sogni proibiti, di quelli che piazzano la bancarella all’angolo della strada. E sì, ho un debole per le donne, non lo nego, ma non ho un “tipo” fisso. Mi piace variare, sperimentare, buttarmi nel caos delle possibilità.

Se vi va di entrare nel mio club di fan (o meglio, di complici), fatevi avanti. Chissà, magari insieme possiamo inventare , o vivere, ancora meglio, una storia ancora più folle. Io sono un maestro della pubblicità subliminale, mi vendo tra le righe, ma il modo migliore per capirmi è conoscermi di persona. Poi si vedrà dove ci porta la corrente!

Potete contattarmi qui su A69 o su Te. le. gr. am, stesso nick: giorgal73. Proposte, idee, commenti, o magari un invito a una serata o un club per scrivere insieme il prossimo capitolo – sono tutto orecchi. P.S.: se preferite la vecchia cara email, parte con giorgal73, poi la chiocciolina, e chiude con gmail.com. Facile, no?
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