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PERSI NELLA TECHNO-par 3


di Membro VIP di Annunci69.it Skilem
13.04.2025    |    65    |    1 8.7
"Era la foga con cui mi prendeva che ad ogni botta mi faceva sentire sempre più troia..."
Consiglio musicale per la lettura :
——-Jon Hopkins live @ Second Sky Festival 2021.09.19 (DAY 2 STREAM)----------

nb: se non lo hai fatto leggi le prime 2 parti per non perderti dettagli dei personaggi e della location ;)


Avevamo perso la cognizione del tempo: la realtà in quel luogo aveva tempi differenti, dilatati, quasi liquidi. Non esistevano giorno e notte, fame e sonno. Solo sete, musica e fotta che scandivano i ritmi dentro il tempio.

Nel corridoio i bassi rimbalzavano sulle pareti e rimbombavano nei nostri corpi: le vibrazioni dei bit si mischiavano a quelle dell’eccitazione.
Sgusciando tra i corpi sudati che cercavano una pausa dalle piste, dove la musica pestava ancora forte dopo ore ed ore, la Bruna dai lunghi capelli neri, che guidava quell'insolita carovana, era ancora alla ricerca di un luogo dove far esplodere la libido di quei sei corpi che si erano trovati tra i neon e la musica.

Mentre stringevo la tua mano, nell’altra tenevo quella del ragazzo che aveva acceso tutta la mia eccitazione. In quel momento mi resi conto che tra le mie cosce gli umori abbondanti colavano sul reggicalze, lasciandomi bagnata e appiccicosa.
Mi faceva sentire libera: libera di dare e ricevere, libera di accogliere e sentire, libera di mostrare la mia figa ad ogni movimento del mio minuscolo abito.

La frenata fu brusca: lei si fermò davanti ad un arco coperto da una tenda nera.
Noi dietro di lei, inchiodando, ci trovammo l’uno sull’altro, labbra a pochi centimetri, occhi che si cercavano.
Tu approfittasti subito per cercare il mio sguardo: i tuoi occhi raccontavano senza parole tutta l’eccitazione di questa inaspettata avventura. Mi baciasti con foga, con la lingua che mi bagnava il mento.
Il ragazzo che mi teneva la mano lasciò la presa ed immediatamente sentì la mano che con forza prendeva una delle mie chiappe. Sussultai nella tua bocca, mi girai e trovai la sua bocca, che raccolse la tua saliva e continuò il lavoro di lingua.

Ma così interrompevamo la fuga del gruppo.

L’uomo riccioluto, che tra noi avevamo rinominato il Generale per le sue azioni sicure e risolutive, mi tirò a sé per la catena, anche lui fece sparire una mano tra le mie cosce, e poi si leccò le dita mentre mi invitava a seguire la sua compagna dietro la tenda, dove una stretta scala a chiocciola scendeva nel buio più buio.Tu sempre dietro di me, con una mano sul mio collo , mi facevi sentire tutta la tua eccitazione.

Scendevamo lentamente, con le mani che scivolavano sul muro, mentre piano piano gli occhi si abituavano all’oscurità.
Ci ritrovammo in un ambiente immenso, con il soffitto altissimo, con solo un paio di neon bianchi a regalarci un minimo di chiaroscuro e dei divani neri disposti a caso nello spazio. Riconobbi molto molto lontano la sagoma fiocamente illuminata della scala metallica che ci aveva portato al dancefloor: eravamo all’ingresso, in quello spazio che aveva attirato la mia curiosità appena avevamo varcato la porta.

Mentre io cercavo di capire dove fossimo arrivati, gli altri non avevano perso tempo: il Generale e i due ragazzi avevano già i cazzi in mano e si leccavano e baciavano su uno dei divani. Lei era seduta a gambe aperte, proprio vicino ai tre, ti fissava famelica: ti voleva. Sentì la catena che tirava: mi stavi riscuotendo dai miei pensieri, mi volevi con te mentre ti avviavi verso quei seni che lei stava liberando dal balconcino.

Arrivato davanti a lei ti inginocchiasti facendo scorrere le tue mani prima sui quegli seni pieni e poi sulle sue gambe fino a trovare il suo perizoma che con molto calma le sfilasti mentre lei si strusciava, con le dita, due grandi capezzoli scuri e accesi. Io in piedi davanti a queste due scene non sapevo dove guardare: tu che stavi per affondare la faccia nella sua figa o quei tre cazzi duri che ritmicamente si segavano.

Come prima cosa ti liberai dalla catena: eravamo insieme e liberi di agire secondo i nostri piaceri.

Il ragazzo che mi aveva messo la mano sul culo si accorse della mia indecisione: si staccò dalle labbra del Generale, si girò verso di me, mentre continuava a menarsi calmo il bel cazzo, allungò una mano per invitarmi a raggiungerlo.

Non essendoci spazio sul divano mi inginocchiai tra le sue gambe, proprio vicino a te che eri ormai perso tra le gambe di lei.

Aveva le palle depilate fuori dai pantaloni di pelle, un bel piercing ad anello luccicava alla base del cazzo.
La saliva nella mia bocca stava aumentando copiosamente mentre un sorriso goloso si apriva sul mio viso. Prima iniziai a leccarlo, dalla base fino alla cappella, lentamente, per poi farlo affondare di colpo fino in fondo alla mia gola lasciandolo a bocca aperta ed ansimante.

Ma non riuscivo a concentrarmi solo su di lui.
Volevo vedere il viso di lei che godeva delle tue leccate mentre con le dita la facevi contorcere sul divano, volevo vedere mentre il Generale piegava a novanta il ragazzo dai lunghi capelli biondi stusciandogli il grosso cazzo tra le chiappe. La mia mano istintivamente iniziò a cercarti trovandoti già sbottonato e con un'erezione pulsante: la tua mano prese saldamente la mia e l’avvolse intorno al cazzo. Ora con una mano penetravi lei mentre con l’altra cercavi il mio culo.

Mentre il giovane cazzo affondava nella mia gola le tue dita entrarono senza sforzo nel mio buco, già bagnato dalla figa che gocciolava, dandomi il ritmo ed alimentando la mia troia interiore.

Il ragazzo dai capelli biondi, sotto i forti colpi del generale, urlava già di piacere mentre il mio giovane compagno con una mano lo segava e l’altra mi teneva per i capelli.

Eravamo un unico ingranaggio di piacere: un godimento condiviso in cui le mani esploravano senza limiti e i gemiti si confondevano con la techno.

Un instante dopo Il tuo cazzo che pulsava forte scivolò via dalla mia mano, le tue ormai tre dita lasciarono il mio culo: ti stavi alzando per affondare la bocca bagnata di figa su quei capezzoli gonfi, poi più su, facendo sparire la lingua nelle sue labbra.

Io ti guardavo e continuavo golosa a sbavare sul giovane cazzo.

Ad un tratto sentii diverse mani sul corpo che mi invitavano ad alzarmi.
Il Generale da dietro mi afferrò per il culo palpandolo con foga, infilando le dita avanti e dietro, spalmando i miei umori su tutta la pelle a disposizione. Tu mi prendesti per le mani, baciandomi con foga e mettendomi in ginocchio sul divanetto vicino a lei, che nella stessa posizione, mi aspettava con uno sguardo eccitato che immediatamente incendiò la mia parte saffica.

In ginocchio sui divanetti, culi all’aria, iniziammo a leccarci le labbra, a baciarci mentre le nostre mani stringevano i rispettivi capezzoli e cercavano i clitoridi golfi. Tu e il Generale, alle nostre spalle, con i cazzi in mano godevate di quegli istanti che vi separavano da quelle fighe bagnate.

Mentre lei scendeva per succhiarmi i capezzoli ormai di marmo mi accorsi che il Biondo era sparito e che il giovane Bruno, che fino a poco fa stavo spompinando si era messo dietro il divanetto, con il cazzo che si segava in direzione delle nostre bocche.

Non lo feci attendere e lo spinsi ancora fino in gola, sbavando fino a che non iniziaI a sentire il cazzo del Generale che si strusciava la cappella sulle mie grandi labbra sbrodolate. Ero certa che tu gli avessi dato le indicazioni giuste su come portarmi all’estasi, perché mi stava facendo salire la fotta a livelli troia stellare. Lei aveva preso il mio posto è ora aveva iniziato a succhiare il bel cazzo del Bruno e tu le avevi afferrato i suoi fianchi e la stavi già scopando duro.

Mi girai verso il Generale, scalai quelle spalle enormi e baciandolo lo inviati a goderci la scena per qualche istante mentre le sue mani grandi e avide scorrevano sul mio corpo ormai solo in reggicalze e stivali, stringendo i seni e la figa calda.

Essere tra le braccia di un altro uomo e guardarti mentre scopavi quella bellissima donna tatuata, mentre le tiravi i capelli e le leccavi la schiena mi lasciava a metà tra l’eccitazione e la gelosia.
Come un senso di sfida nei tuoi confronti.

Ero persa nei miei pensieri di cuckqueen, quando il Generale iniziò a spingermi verso la sua donna, che era già piuttosto impegnata.
Tornai a strusciare il mio corpo su quello sudato di lei, ad immergere la faccia tra quei seni enormi e gonfi, mentre il Generale da dietro trovava la strada per la mia figa entrando con tanta prepotenza da farmi inarcare la schiena e urlare di piacere.
Era un cazzo di notevole presenza quello che mi stava dando colpi secchi, arrivando a sentirlo fino nel basso ventre.
Era la foga con cui mi prendeva che ad ogni botta mi faceva sentire sempre più troia.

Ma volevo che ora fossi tu a guardarmi.

Presi la tua faccia, iniziai a baciarla mentre il mio corpo sbatteva ritmicamente sul corpo di lei. Eravamo uno addosso all’altro, distaccati dalla realtà ed immersi in un piacere condiviso che cresceva ad ogni gemito. Sentivo che eri vicino all’orgasmo, così mi girai, schiena al divanetto, gambe aperte e con lo sguardo finalmente libero di osservare tutta la scena.

Il Generale, sempre addosso, non mi dava tregua, mi scopava facendomi scivolare su e giù sul grosso cazzo, mettendomi le dita in bocca per succhiarle, mentre un seno di lei che mi sbatteva in faccia: anche io ero molto vicina all’estasi.

Mi accorsi che il tuo sguardo ora era solo per me, stavi per sborrare sul suo culo mentre mi guardavi scopata da un altro.
Mi sentivo una Troia divina su quel morbido palcoscenico orgiastico.

Le nostre fantasie avevano incontrato la realtà e la scintilla di questa consapevolezza nei nostri sguardi ci portò ad un orgasmo esplosivo e contemporaneo.

I nostri compagni seguirono l’esempio e il Generale mi inondo di calda sborra tutto il corpo, lei soffocava un orgasmo mentre il Bruno le riempiva la bocca.

Ero appagata e ancora vibrante, quando scendesti su di me per baciarmi con una dolcezza spiazzante.

Corpi sui corpi, anime in estasi, techno nelle vene e stelline orgasmiche negli occhi.

Era quello che volevamo.
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