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orge

i vicini di casa


di qwer85
06.09.2010    |    30.767    |    0 8.9
"Anna si era alzata dal divano e aiutava Aldo a tenermi ferma la testa, mentre ripeteva: “ti piace vero piccola? avete visto che bella troietta vi ho portato..."
Dopo l’esperienza vissuta dagli zii, mi ero resa conto che avrei fatto meglio a cercarmi una sistemazione per conto mio. Certo, questo imponeva dei sacrifici non indifferenti, visto che Torino ha degli affitti abbastanza alti, ma riuscii a trovare un lavoro in un ufficio, che mi lasciava il tempo sufficiente a continuare gli studi, così da trasferirmi in un grazioso appartamento vicino all’università. Fin dal mio arrivo nel condominio, fui accolta dalla vicina di casa, che mi diede il benvenuto e si mostrò cordiale e disponibile. Anna, questo è il suo nome, è una bella donna di 45 anni, morbida e materna, sposata con Gino, un signore alto e corpulento di 50 anni e di poche parole. Con loro abita anche suo fratello Aldo, un omone di 55 anni, anch’egli di poche parole, che è rimasto scapolo. Non ci si vede molto, perché esco al mattino e torno la sera e spesso, esco con i compagni di università. Anna però, appena mi sente arrivare, viene a suonarmi alla porta per chiedermi come va e per portarmi qualcosa di buono che ha preparato: “tu sei sempre fuori, non hai tempo di prepararti nulla quindi, se non ti disturba, ho pensato di prepararti qualcosa di caldo”. Devo dire che molte volte fa comodo, ma non voglio neanche approfittare della loro generosità.
L’altra domenica mi hanno invitata a pranzo e dato che me lo chiedevano da tempo, ho deciso di accettare. Mi sono offerta di andare ad aiutare Anna a preparare, così sono andata a casa sua alle 11.
Quando arrivai c’era solo Anna ad aspettarmi, perché il marito e il fratello erano andati a prendere vino e dolci. Mi misi a pulire delle verdure e intanto parlavamo del più e del meno. Si parlava di come andavano gli studi, il lavoro e se mi decidevo a trovarmi un fidanzato:
“possibile che una bella ragazza come te, non riesca a trovare nessuno? Scommetto che c’è la fila di bei ragazzi che ti corre dietro!” mi diceva Anna, divertita.
“qualcuno c’è, ma niente di serio… più che altro si esce in compagnia, ma non siamo una coppia”. Il resto del tempo trascorse tranquillamente, finché non arrivarono gli uomini di casa:
“Eccoci qui!” esordì Gino lasciando trasparire un buon umore cui non ero abituata, che trapelava anche da Aldo. Ci sedemmo a tavola e fu tutto piacevole, dal cibo al vino, che bevvi con piacere nonostante non sia assolutamente abituata.
Gli effetti non tardarono a farsi sentire. Eravamo euforici e si rideva per niente. Alla fine mi accorsi che anche sparecchiare era faticoso, perché avevo le gambe molli e ricaddi, ridendo, sulla sedia
“Lascia stare i piatti, ci penso io… altrimenti rischiamo di rimanere senza! Vai pure a metterti comoda sul divano” disse Anna
“Giusto cinque minuti” risposi e andai a sedermi davanti alla tv, dove Aldo aveva iniziato a guardare un film. Era “Le età di Lulù” di Bigas Luna e dopo un po’ mi accorsi che si trattava di un film erotico, ma fatto con un certo stile, dove se il nudo non si risparmiava, la carica erotica delle atmosfere era intensissima. Fatto sta che nessuno parlava e anche Gino venne a sedersi, mettendosi di fianco a me. Nessuno parlava e solo io rispondevo a quello che Anna diceva dalla cucina. Mi accorsi che gli uomini erano rossi in viso e con indifferenza si massaggiavano il pube, che denunciava un evidente turbamento, dato il vistoso gonfiore.
Mi sentivo gli occhi pesanti e pensai di andare a riposare a casa mia, ma quando dissi ad Anna che sarei andata a casa, protestò: “Ma come, te ne vai adesso che ho finito di rassettare e possiamo stare un po’ insieme?” e nel frattempo, mi raggiunse alle spalle del divano. Mi mise le mani sulle spalle e mentre mi massaggiava il collo, mi disse ridendo: “Sei stanca, hai bevuto un po’ troppo?” e poi, vista la scena che scorreva sul televisore in quel momento, abbassò il suo viso vicino al mio e disse: “Certo che la piccola si da’ da fare… addirittura in tre! tu hai mai provato? Sembra che se la goda parecchio…” e mi soffiò una risatina nel collo, facendomi sentire il calore del suo respiro, che mi provocò un brivido, insieme al turbamento che la situazione stava generando.
”Anna, ma cosa dici…” risposi con poca convinzione e provando a sorridere per scacciare l’imbarazzo. Intanto le sue mani mi stavano abbracciando da dietro e appoggiandomi le labbra sull’orecchio, mi sussurrò: “Io ho provato… e ti posso dire che è bellissimo… quello che mi manca è un’esperienza con una donna…” e concluse la frase baciandomi l’orecchio e la guancia. Fu un attimo, il tempo di una vertigine che mi fece chiudere gli occhi e reclinare la testa per un momento, che mi ritrovai con la sua bocca sulla mia, mentre le mani si impadronirono dei miei seni. Provai a sottrarmi a quella bocca, ma sentì una mano che mi tenne ferma torcendomi una ciocca di capelli. Era Gino, che complice della moglie, voleva convincermi a lasciarmi andare.
Aprii la bocca in un gemito e mi sentii invadere dalla lingua morbida di Anna, che prese a massaggiarmi le tette, riempiendosene le mani con golosità.
Mani si posarono sulle mie gambe e le divaricarono, per risalire lungo le cosce e soffermarsi a massaggiarmi il sesso, attraverso il velo dello slip…doveva essere Aldo, che si univa al gruppo.
Mi scostò lo slip e prese a leccarmi golosamente la figa, ci sapeva fare…
Con una mano mi schiudeva le labbra facendo risaltare il clitoride per poterlo mordicchiare e succhiare in maniera lenta ma inesorabile, mentre con un dito si era introdotto dentro di me e scorreva lentamente, massaggiandomi la figa ormai gonfia e fradicia di desiderio. ero in estasi, con la lingua di Aldo tra le gambe e le mani e le lingue di Gino e Anna, che si contendevano il mio seno e la mia bocca. Ad un certo punto la scena si mosse e Anna volle approfondire la sua esperienza “lesbo” mi fece sdraiare sul divano e mi volle tutta per se, adagiandosi sul mio corpo e iniziando a spogliarmi, cercando di continuare a succhiare le mie labbra e la mia lingua.
Quando fummo completamente nude strusciò il suo corpo sopra il mio, godendo dei brividi che questa esperienza ci dava. Lentamente iniziò a scendere lungo il mio corpo, succhiando, mordendo e leccando, ogni centimetro della mia pelle che incontrava nella sua lenta e inesorabile discesa, finchè non arrivò al ciuffetto rossiccio che mi faceva capolino tra le gambe, a nascondere la mia dolce fighettina, carica di umori e pulsante di desiderio. Non aveva fretta…se la annusò ben bene, dava colpi di lingua sul pube e all’interno delle cosce, strappandomi gemiti e risatine per il solletico. Poi cominciò timidamente a sfiorarmi il sesso con la lingua…era inizialmente timorosa, ma poi si fece più audace perché scoprì che il sapore della figa le piaceva un sacco; allora cominciò ad andare più in profondità, cercando di spingere la sua lingua sempre più in fondo, per catturare ogni goccia del mio succo che la mia figa, dato il grande piacere che mi invadeva, produceva copiosamente. Le sue mani mi allargavano la figa e un paio di dita mi esploravano in profondità, io tenevo gli occhi chiusi con le mani saldamente tra i suoi capelli e mi godevo quella meravigliosa leccata di figa, che improvvisamente mi portò ad un orgasmo accecante, che mi fece serrare le cosce intorno alla testa di Anna e spingere la mia figa contro il suo viso. Quando non fui più scossa da fremiti, aprii gli occhi e vidi il viso di Anna trionfante, che si avvicinava al mio per posarmi un bacio dolcissimo e dirmi: “sei dolcissima, mi è piaciuto farti godere, piccola mia… ora però dovremmo occuparci di loro…” e in quel momento mi accorsi che i due uomini, erano rimasti sul divano, con il cazzo che sembrava scoppiare tra le mani, a gustarsi tutta la scena. Allora ci alzammo e sorridendo ci inginocchiammo davanti a loro, prendendoci in bocca un cazzo per uno.
Io succhiavo Gino e Anna il cognato, entrambi si godevano ad occhi chiusi le nostre bocche che scorrevano sulle loro aste, muovendo sapientemente la lingua in morbidi massaggi e succhiotti sulle loro cappelle. Ci fermarono presto perché dopo aver visto noi due lesbicare, il nostro pompino li avrebbe fatti sborrare in pochi secondi e loro volevano prendersi ancora la loro parte di divertimento. Ci fecero quindi sedere sopra di loro, impalandoci con lentezza ma con decisione e presero a farci muovere sopra di loro, artigliandoci per i fianchi e succhiandoci le tette. Cominciai a muovermi e godermi quell’asta poderosa che mi riempiva ad ogni affondo, piantando le unghie nella pelle del divano, sul quale Gino mi stava sbattendo. Allo stesso modo, Anna si gustava ogni affondo del cazzo del cognato, che la afferrava saldamente per il culo, facendola sobbalzare con delle poderose spinte dei fianchi. Ad un certo punto Gino mi mise due dita in bocca, che presi subito a succhiare avidamente, sbavandole di saliva. Un attimo dopo mi afferrò le chiappe e mi introdusse quelle dita ben lubrificate nel culo, in profondità. Il dolore non fece che aumentare il mio senso di impotenza e sottomissione, facendomi sentire quello che volevo essere: l’oggetto con cui soddisfare le loro voglie…questo pensiero mi fece nascere un’eccitazione e un piacere del tutto cerebrale, che mi portò presto ad un intenso orgasmo. Nonostante fossi arrivata all’orgasmo, Gino non smetteva di sbattermi e Anna si protese verso di me per incollare la sua bocca sulla mia e rovistarmi golosamente con la lingua. Poco dopo si staccò da me per urlare anche lei il suo orgasmo accasciandosi sul cognato, che la pompava con foga. Appena si riprese, mi guardò mentre saltavo sul cazzo del marito, con il viso nuovamente stravolto dal piacere e mi disse: “ho ancora voglia di te, piccola…” quindi si sfilò dal cazzo e mi tolse dal marito, facendomi inginocchiare sul divano, con le mani appoggiate alla spalliera. A quel punto lei si sdraiò sotto di me, ricominciando a leccarmi la figa, mentre teneva in tiro, con un sapiente massaggio, il cazzo del marito. Poi me lo strusciò tra le grandi labbra e lo guidò in fondo al mio sesso, continuando a gustarsi il sapore delle mie secrezioni. Mi stava slappando rumorosamente, mentre il marito mi pompava in maniera egregia, facendomi sentire ogni centimetro di quell’asta poderosa, che si faceva strada dentro di me con prepotenza e decisione. Aldo, intanto, si era posizionato dietro la spalliera del divano, offrendomi il suo cazzo da succhiare…non me lo dovette neanche chiedere, perché chiusi immediatamente le labbra intorno a quella nerchia, che aveva ancora il sapore di Anna. Non capivo più niente, mi stavano stimolando psicologicamente e fisicamente tutti i punti più erotici, per cui cominciai a godere in maniera decisamente rumorosa; mugolavo come un’ossessa, dato che avevo la bocca strapiena di cazzo e rinculavo in maniera oscena verso la verga di Gino, per sentirla sempre più in fondo. Questo mio atteggiamento mandò fuori giri i due maschi e gli fece perdere il controllo…Aldo mi afferrò per capelli e cominciò a scoparmi violentemente in bocca, mentre Gino si aggrappò ai miei fianchi e cominciò a darmi dei colpi talmente violenti, che le mie ginocchia si staccarono dal divano e mi ritrovai sospesa, appoggiata solo con le mani sulla spalliera, ad incassare colpi di una violenza inaudita. Anna si era alzata dal divano e aiutava Aldo a tenermi ferma la testa, mentre ripeteva: “ti piace vero piccola? avete visto che bella troietta vi ho portato per spassarvela?!? scopatela sempre più forte che le piace essere la troia del branco…”
Ero completamente fuori di me, quelle parole mi diedero un’ulteriore scarica che mi fece urlare un nuovo orgasmo, mentre Anna prese a schiaffeggiarmi violentemente il culo. non sentivo più niente, in quel momento avrebbero anche potuto uccidermi, che avrei continuato ad urlare il mio orgasmo. Quando cessarono le scariche di piacere, persi quasi i sensi, sembravo una bambola rotta, non avevo più la forza di reggermi, ma il gruppo continuava ad accanirsi sulle mie carni.
Anna prese a leccarmi il buco del culo che, per quanto troia, non ho concesso troppe volte nella mia vita, così da essere quasi vergine. Mentre lo leccava, cominciò a spingersi in profondità con un paio di dita, ma il dolore era sommerso sotto le fitte di piacere che i cazzi mi stavano regalando ad ogni affondo. Poco dopo Gino uscì da me con il cazzo in procinto di esplodere e fermò la sua voglia di sborrare strusciandomi la cappella sul culo. Anna lo prese e lo appoggiò sul buchino, dopo averlo insalivato ben bene e disse: “avanti, sfondala!”
Quando Gino cominciò a entrare, mi sembrò che il respiro si fermasse, il dolore mi fece urlare, ma Aldo mi afferrò saldamente i polsi, e Anna continuò a tenermi la testa sul suo cazzo…Gino lo tirò fuori completamente e Anna sputò sul mio culo, per far affondare nuovamente quella trave dentro di me…faceva un male cane, ma mi piaceva un sacco perché quel dolore era parte del piacere di essere schiava della loro perversione.
Gino cominciò ad intensificare gli affondi, ma ormai il culo si era abituato a quella penetrazione devastante, per cui il mio corpo si rilassò completamente, sobbalzando ad ogni spinta imperiosa…mi scopava nel culo con tale foga che sentivo il cazzo uscire completamente e riaffondare nella mia carne senza la minima difficoltà. Gino non ce la fece più a resistere e mi scaricò nel pancino tutta la sua sborra, graffiandomi il culo e i fianchi come una bestia da monta, riempiendomi di sborra e di insulti.
Anna intanto, aveva ripreso a leccarmi la figa (le piaceva proprio!) e mi portò all’orgasmo, mentre anche lei era scossa come una tarantolata, per come si pastrugnava la figa, con quattro dita completamente affondate nella sua intimità…nel frattempo, non smisi un momento di succhiare con passione il cazzo di Aldo che, in un ultimo affondo, mi tenne ferma la testa e con un urlo animale mi scaricò diversi schizzi di sborra sul palato. nella mia testa ripetevo:
“sborra piccolo, dai ancora, non smettere…”.
non ingoiai nulla finchè non smise si scuotermi e di scaricarsi, volevo mandarla giù tutta insieme, perché volevo sentirne tanta… e devo dire che mi regalò una bella sorsata di autentico piacere.
Quando ci alzammo per ricomporci, mi accorsi che sul video scorrevano i titoli di coda del film e con un sorriso dissi: “non credo che quelli del film, se la siano goduta più di noi!”
A tutti scappò un sorriso, anche se eravamo senza fiato ma ogni forma di imbarazzo, qualora ce ne fosse, era stata spazzata via.
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