Racconti Erotici > Prime Esperienze > COME UNA GIOSTRA
Prime Esperienze

COME UNA GIOSTRA


di Membro VIP di Annunci69.it Jasmineit71
13.07.2017    |    7.586    |    1 7.4
"Del suo spirito deduttivo non avevo mai dubitato ma questa volta ero io che dovevo fare attenzione ai dettagli, non dargli la possibilità di intercettare..."
La luce del sole, all'altezza della linea dell'orizzonte, mi dava fastidio agli occhi ed il parabrezza impolverato creava una strana luce all'interno dell'abitacolo della macchina durante il tragitto verso casa.
Sapevo che ad attendermi non ci sarebbero stati abbracci e coccole ma una dura lezione, ero venuta meno ad una delle regole fondamentali che io stessa avevo voluto "se si ritarda si avverte".
Onestamente non so se io lo abbia fatto veramente inconsapevolmente oppure fosse esattamente quello che desideravo, essere punita perché il mio pensiero era andato oltre il circolo degli affetti.
Insomma mi sentivo sporca per aver fatto volare la fantasia senza la sua presenza, come se fosse giusto che il mio corpo fosse sottoposto ad una punizione per compensare la mancanza di tatto.
Non che io abbia fatto qualcosa di male o di irreparabile ma il galateo che ci legava era di facile comprensione per chi è abituato a vivere nel mondo dei grandi.
Il presupposto per una vita felice era quello di condividere quelle occasioni di eccitazione che potevano capitare, siamo animali in fin dei conti con passioni e pulsioni, senza mai nasconderli e doversi preoccupare del giudizio dell'altra metà del proprio cielo.
Io invece ero venuta meno e il patimento alla quale sarei stata sottoposta per il ritardo avrebbe compensato la mancanza di condivisione della mia eccitazione al pensiero di quanto avrei vissuto venerdì.
Ed ecco di nuovo quel fremito, ma ora non era più laggiù, era salito, lo sentivo all'altezza della bocca dello stomaco, il mio diaframma era in preda a degli spasmi, mi sentivo oppressa.
Velocemente le mie mani presero il telefono, e scrissero la prima cosa che mi stava passando per la testa:
"Ciao, come mi vesto venerdì?"
Furono due minuti lunghissimi, come lungo può essere un attimo lungo un sogno.
Inconsciamente misi il telefono tra le gambe, sia per averlo a portata di mano che per non interrompere la guida che avrebbe provocato ulteriore ritardo.
La vibrazione mi colse impreparata, con un misto di speranza e di incredulità lessi il nome del mittente, era proprio chi speravo che fosse ed il messaggio era chiaro e semplice:
"un bel vestitino sexy"
Mi guardai nello specchietto retrovisore compiaciuta, avevo fatto la scelta giusta. Almeno nella scelta del vestito.
Avevo scelto il giorno sbagliato per ritardare.
Il benvenuto non fu quello che mi aspettavo, dal calore immenso della serata unita alla sensazione di mancanza di aria appena varcata la porta mi sembrava di essere stata catapultata in un altro posto, freddo, gelido ed in penombra.
Velocemente mi trovai con il viso, il seno, la pancia aderente al muro davanti la porta d'entrata, la sua bocca all'orecchio mi ordinarono di spogliarmi. Felice del fatto che tutto si stesse compiendo, assecondai.
Come accadeva, sempre più di rado ormai, la corda fatta da lunghe strisce di seta bianca girò velocemente intorno ai miei polsi bloccandoli, vidi che la passava intorno al gancio montato sopra la porta. Di colpo le mie braccia raggiunsero la posizione delle lancette quando segnano il mezzogiorno. Come quando comincia la resa dei conti.
Sentivo le cavigliere di stoffa con la chiusura di velcro stringerle, udii i moschettoni di metallo attaccarsi alla sbarra che mi costringeva a gambe larghe senza possibilità di difesa.
La benda che avevamo comprato insieme mi coprì buona parte del viso e da quel momento mi sentivo nella parte.
Non mi aspettavo questo slancio nei miei confronti e mi pregustavo ciò a quello che sarei andata in contro da lì a poco. Ma noi anime semplici facciamo i conti sempre senza l'oste.
Del suo spirito deduttivo non avevo mai dubitato ma questa volta ero io che dovevo fare attenzione ai dettagli, non dargli la possibilità di intercettare nulla di più del ritardo.
Era sempre stato un suo vezzo quello di raccogliere i miei slip e guardarli, non per odorarli e altro, solo per guardarli. Sapevo che lo avrebbe fatto e per la prima volta non volevo essere in quella posizione, avrei voluto toglierli dalle sue mani ma era tropo tardi. Avrebbe notato l'umore biancastro sugli slip.
"e questo? il segno della tua eccitazione lo vedo, ma il significato? quale sarebbe?"
la sua voce non mi sembrava la solita, mi faceva paura. Ma il mentire, perché sapevo che avrei mentito mi terrorizzava.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 7.4
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per COME UNA GIOSTRA:

Altri Racconti Erotici in Prime Esperienze:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni