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Prime Esperienze

L'evoluzione di una piccola santarellina (parte 2)


di consi
14.01.2020    |    16.485    |    3 9.8
"Si prese il cazzo in mano e me lo sbattè in faccia più volte..."
Tornai a casa e non feci altro che ripensare a tutto ciò che era successo. I rischi che avevo corso, l'eccitazione, il sapore della sborra di Marco. Ero sdraiata sul letto e mi sentii la fighetta bagnata. Cominciai a toccarmi: prima il clitoride, me lo trovai bello duro. Poi cominciai a toccarmi le grandi labbra, erano fradicie. Capii che volevo rifarlo: quel rischio, quella voglia di sentirsi libera. Mi toccai e mi masturbai fino all'orgasmo, ma volevo di più, volevo un cazzo.

Il giorno dopo, mentre ero a scuola, mi risentiti con Marco. Lui aveva 20 anni e aveva già finito gli studi. In pochi messaggi, ricominciai a essere eccitata. Gli dissi che la sera prima, appena tornata a casa ero fradicia, ripensando a ciò che era successo e che volevo rivederlo.
"io ora sono libero, se puoi uscire da scuola, possiamo fare un giro da qualche parte"
Mi mancò un battito, ma ero già bagnata al solo pensiero di fare qualcosa. Mi feci firmare la giustificazione dalla vicepreside e dopo 20 minuti ero fuori con Marco, nella sua macchina. "Te l'avevo detto che ci saremmo rivisti" mi disse ridendo. "Scemo... Dove mi porti?" "Pensavo di fare un giro al parco". Lo guardai stranita: "Seriamente? Ti dico che ripensando a ieri, mi bagno la figa e te vuoi portarmi a fare un giro al parco come due fidanzatini?!" Dissi tra lo scherzo e il serio." Ti offro un caffè a casa mia?" "Già meglio"
Mentre guidava verso casa e parlava di cosa gli era capitato al lavoro, lo osservai meglio. Ok, un bel viso, ma nulla di più. Non mi sono mai piaciuti i ragazzi biondi. Poi neanche un minimo di muscolo nelle braccia, la pancetta. Mi serviva solo per dimenticare Gianluca...
Arrivati a casa sua cominciammo a baciarci, prima lentamente, poi sempre più passionalmente. Le sue mani cominciarono a toccarmi il culo, poi il seno e io cominciai a eccitarmi. Arrivammo in camera sua e cominciò a spogliarmi. Mi baciò il collo, poi scese sul seno, me lo leccò, mi succhiò I capezzoli che cominciarono a indurirsi. Lo spinsi sul letto e cominciai a spogliarlo. Gli levai la maglia e raggiunsi i pantaloni. Non avevo voglia di tante moine. Non eravamo fidanzati, ero lì solo per una cosa: il cazzo.
Glieli sbottonai e tirai giù pantaloni e mutande. Lo trovai ancora a riposo. "Ma come! Non sei felice di avere una ragazza fra le tue gambe?". Senza aspettare la sua risposta cominciai a toccarlo, a fare su e giù con la mano. Cominciai a baciarlo sul collo, a leccarlo. Il suo cazzo cominciava a indurirsi. Scesi con la bocca, sul petto, sulla pancia. Mio dio.. Cosa stavo facendo. Veramente volevo arrivare con la bocca sul cazzo? Fanculo, se può succhiare quella troia della ragazza di Gianluca, posso farlo anch'io. Arrivai di fronte al suo cazzo che era bello duro e bollente. Lo studiai: guardandolo meglio era anche un pochino più piccolo di Gianluca. Sentii che era profumato e pulito, cosa che apprezzai molto. Cominciai a baciarlo alla base, poi salii arrivando alla cappella. Appoggiai la lingua. Lo leccai dalla base fino alla cappella. La leccai bene. Marco cominciò a gemere e ad accarezzarmi la testa. Tirai giù la pelle con la mano e lo imboccai. Sentii quella cappella calda e saporita entrarmi in bocca. Mi sentivo piena e non ero arrivata neanche a metà. Però sentivo bene anche i suoi gemiti. Lo guardai e vidi che aveva gli occhi chiusi e che stava iniziando a godere. Capii che avevo il potere di far godere gli uomini e ciò mi eccitò come non mai. Cominciai a muovere la bocca sul cazzo. Volevo prenderlo sempre di più a che se non ero abituata. Me lo sentivo arrivare in gola. Mi fermai per prendere fiato e lo guardai con la faccia immersa nel piacere. Sentii la mano bagnata per via della saliva, scivolava benissimo. Lo reimboccai e lo riempii di saliva. La sentivo colare dagli angoli della bocca. Ripresi fiato e ricominciai con la mano. Lui godeva sempre più forte e io ero sempre più eccitata. Provai a leccare anche le palle muovendo la mano sul suo cazzo. Con la testa cominciava a spingermi contro di lui. Ero eccitatissima. Guardai il suo cazzo al massimo della durezza, le vene che pulsavano. Tutto bagnato con la cappella bianca per la sua eccitazione. La succhiai e la ripulii. Era duro a sufficienza, ora volevo godere anch'io. Feci per alzarmi ma Marco mi rispinse la testa sul cazzo. "No, ti prego, sto per sborrare Giada..."
Di già?? Senza poter ribattere mi ritrovai con la bocca piena di cazzo. Mi prese i capelli e cominciò a muoversi sotto di me. Mi stava scopando la bocca. Me lo sentivo fino in gola, mi veniva da tossire e non riuscivo a respirare. Tutto questo non fece altro che aumentare la mia salivazione e la sua eccitazione. Mi staccò finalmente la bocca e potei ricominciare a respirare. Si prese il cazzo in mano e me lo sbattè in faccia più volte. Sentivo la mia bocca pulsare, la faccia piena di saliva. Prima che riuscissi a dire nulla mi ritrovai ancora il cazzo in gola. "Si troia!! Fammi sborrare!! Fammi sborrare in questa bocca da succhiacazzi!!".
Io ero shockata. Mi sentivo usata, violentata... E tremendamente eccitata. Avevo ancora indosso le mutande e me le sentii fradice. "Senti che bocca da troia!! Sei proprio una gran pompinara! Non l'avrei mai detto!".
Volevo incazzarmi, urlargli contro che non ero una troia e che doveva rispettarmi. Il massimo che riuscii a fare fu stringergli il culo e spingermi ancora di più il cazzo in gola. Godevo nel farmi chiamare troia, nel farmi usare. Sentivo il cazzo sempre più duro nella mia bocca. "Ooooh si sto per venire!! Dai che sborro Giada!!! Succhialo aaaaaaaaah!!"
Me lo spinse fino in gola fino a che non iniziò a urlare: "Oooooooooh siiiii troiaaaaaa! Vengooooo! Prenditela tutta in bocca, siiiiiiii!!!"
Tutta la sua sborra mi schizzò in gola, bollente, densa. Levai il cazzo per riprendere aria. Avevo Ancora la bocca piena di sborra. La assaporai, cazzo quanto era buona!! Guardai il cazzo di Marco perdere vigore "puliscimelo, puttana!" Senza pensarci un secondo, leccai tutto. Glielo ripulii da saliva e sborra.
Ora però è il mio turno, eh!
" Marco! Siamo a casa"
"Cazzo! I miei genitori!" esclamò Marco.
Oh ma dai!! Seriamente?? Presi dal panico recuperammo tutte le mie cose e mi nascosi sotto il letto. Farsi vedere in quelle condizioni non era il caso. Marco si rivestì e andò verso i suoi genitori. Fortunatamente accostò la porta così che potessi rivestirmi. Aspettai sotto al letto per una decina di minuti, quando rispuntò in camera con una sacchetto della spazzatura in mano "Veloce, esci che i miei sono in cucina!".
Fuori di casa finalmente potei ricominciare a respirare. "Scusami, non pensavo tornassero così presto"
"Scusa un paio di palle, al prossimo giro il pompino arriva solo alla fine!!"
Ridemmo entrambi. Ci salutammo e tornai a casa con l'autobus. Ero delusa perché non avevo goduto ma soddisfatta. Come primo vero pompino della mia vita... Non ero andata male, credo.
Arrivata a casa trovai diversi messaggi: mia mamma che avrebbe fatto tardi a lavoro, Marco che mi ringraziava e prometteva di ricambiare il favore, il gruppo di classe e in fondo... Alessio. Un amico mio e di Marco. "Ehiii bellissima!"
Mmmm... Quasi quasi

Continua...

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