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La prima volta che ho rischiato di morire.


di Membro VIP di Annunci69.it Baciami_Ancora
31.08.2017    |    970    |    0 4.0
"Ciò che unisce le altre tre volte è il fatto che le sensazioni che intercorrono sono esattamente le stesse, l'esperienza non esiste: 1 - tempo un decimo di..."
Questa storia non parla di sesso, ma di un'emozione ancora più tremenda. Avete mai rischiato la pelle? Cioè, non che vi siate rotti una gamba, non che abbiate avuto la febbre a quaranta, non che vi siate ubriacati a tal punto da vomitare tutta la notte e poi non ricordarvi il perché.
Niente del genere: proprio che abbiate rischiato di morire così, da un momento all'altro, senza averne il preavviso e rendendovene conto dopo un minuto. Quel famoso minuto in cui si dice che ti passi in mente tutta la tua vita.
E quante volte vi è successo?
A qualcuno mai, fortunato, o forse no, perché potrebbe succedere che l'unica volta ancora da venire sia quella buona ...
A qualcuno dei nostri amici è già capitato, e non è più qui a raccontarcelo.
Qualcun altro, per fare lo sborone, dirà che gli è capitato decine di volte: ce ne fosse stata una buona!
A me è successo tre volte.
Mia madre direbbe quattro, ma la prima io non la considero, perché avevo solo sette anni e non me n'ero reso conto: fui investito di striscio dallo scuolabus, e ne ricavai solo una botta in testa.
Ciò che unisce le altre tre volte è il fatto che le sensazioni che intercorrono sono esattamente le stesse, l'esperienza non esiste:
1 - tempo un decimo di secondo, fai appena in tempo a pensare: "adesso muoio";
2 - tempo un secondo, apparentemente breve ma nella tua testa eterno, accade l'evento, quale che sia, e ti ricordi della mamma che ti dava il bacio della buonanotte, della maestra, dei nonni, di quando andavi a sciare ed a pescare, degli amici e della squadra di calcio, del primo amore e di quello del momento, di Babbo Natale, degli spaghetti al pomodoro e di un milione di altre cose.
3 - tempo 15-20 secondi, l'evento è passato, ti rendi conto che ci sei ancora e, grazie all'adrenalina che ti gira in corpo, pensi di essere Superman, ti viene da ridere e ti dici "ma che scemo che sono, come ho potuto pensare che mi accadesse qualcosa ... "
4 - tempo 10-15 minuti, l'adrenalina passa e ti rendi conto di tutto, senti i brividi anche se ci sono 40 gradi, ti tremano le gambe e ti si secca la gola. Dentro di te ringrazi il Signore, che tu ci creda o no, pensi di essere un coglione, se la colpa è tua, oppure che dovevi stare più attento e non fidarti troppo se la colpa è di qualcun altro. E poi dici mai più, non potrà capitarmi mai più, da oggi ci starò attentissimo.
E ti sbagli, perché in quel modo lì la pelle magari non la rischi più, e non è detto, ma la rischi comunque in qualche altro modo, perché non puoi certo essere padrone del tuo destino.
Come già detto, ogni volta è uguale, la prima, la seconda e la terza, nel mio caso.
Ce ne sarà una quarta? E come finirà?
In ogni caso, in onore al titolo del Blog, ecco come andò la prima: io avevo diciassette anni, ed assieme ad altri tre amici salimmo sulla Fiat Ritmo del padre di un nostro quinto amico diciottenne, per festeggiare la patente appena ottenuta.
Sei del pomeriggio d’estate, strade della nostra zona, niente di pazzesco, percorse centinaia di volte in bici ed in motorino per chi l’aveva (non io), finestrini aperti e musica, risate ed allegria; insomma, tutto tranquillo.
Si viaggia, curva a destra, stop, rettilineo, curva a sinistra, altro rettilineo; velocità normale, 70 all’ora non di più … eppure, in fondo a quel rettilineo, c’è la curva del cimitero (neanche a farlo apposta), una di quelle curve che stringono il raggio poco alla volta, ed iniziarla a 70 all’ora ti sembra normale, solo che a metà curva ti accorgi che è tardi per frenare e l’altro lato della strada è ormai lì, così come la rete di recinzione del giardino a fianco.
Cinquanta metri di strisciata, poi il controsterzo da principiante del nostro amico la riporta sulla nostra corsia; silenzio, nessuno fiata, nessuno ce la fa, tutti ringraziamo il Destino o chi per esso per aver fatto sì che in quel momento nessuno arrivasse da quella direzione opposta che avrebbe significato un frontale sicuro …
Inutile dire che in cinque a festeggiare non ci siamo andati più, soprattutto io: le altre due volte a rischiare la pelle in auto c’ho pensato da solo …



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