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Prime Esperienze

Passaggi Mercenari


di Angelopazzo
02.11.2012    |    9.493    |    0 7.3
"Si vergognava!! Mi era venuta in faccia e si vergognava!! Oddio che sensazioni provavo all’uccello, infinite ed intense pulsazioni ad ogni suo sguardo, alla..."
Storia di pura fantasia

Era una fresca serata autunnale ed io tornavo a casa dopo una serata con amici. In macchina il riscaldamento acceso mi ridette vitalità e passando nella zona delle prostitute iniziai a moderare sempre più l’andatura. Col finestrino leggermente abbassato sentivo gli smack delle belle ed un po’ abbondanti ragazze di colore che in quel momento frequentavano i lungarni. Vicino un semaforo c’erano due ragazze, una decisamente più intraprendente ed “esperta” ed iniziò a dirmi, a voce alta “ ehi bello, lei vergine, prima volta, 20 euro, vieni dai andiamo ”. Rimasi un po’ di stucco a quelle parole, pensando comunque che non fossero, la ragazza sembrava più che ventenne e con un seno enorme, bellissimo. Il semaforo diventò verde, e continuai la mia strada.. ma quelle parole rimbalzavano dentro la mia testa, e mi sentivo decisamente eccitato all’idea di poter avere, anche solo per finta, una prostituta vergine e meravigliosa! Alla prima rotonda feci il giro, loro sempre li. Accostai la macchina, e la ragazza che parlava italiano (almeno un po’ per farsi capire) iniziò a “barattare” la sua amica; “amico lei vergine eh, prima volta, no fare casino eh, no trombare forte eh” evvia evvia. Il cazzo mi stava diventando sempre più duro, e cominciai ad azzardare un “ si non ti preoccupare, lo vedi, sono uno apposto, giovane. Le lecco la figa e la faccio godere per bene dai”. Lei iniziò quasi ad urlare “ ma che lecca figa, tu fa bocca o poi figa, 30 euro!! Tu no fare leccare figa lui ok? ” E probabilmente glielo ripeté nella loro lingua, un misto fra inglese, francese e qualche parola italiana. Lei, che visibilmente capiva poco di quello che le veniva detto, annuiva solamente, guardandomi con una gran voglia di allontanarci!! Dopo un po’ di si e no, la ragazza salì in macchina e partimmo, finalmente. Il suo odore intenso mi faceva venir voglia di girarmi e guardarla, lei invece aveva smesso di guardarmi, ed osservava bene dove andavo. Iniziò a parlarmi, in un inglese meno che scolastico, dicendomi dove andare, ma io le risposi che conoscevo un posto vicino, “ two minuts, due minuti, parli francese? Parlez vous francais? ”. . Sembrava capire pochissimo, ma qualcosa del francese lo prendeva, vedendomi tranquillo, mi lasciò andare. Da come mi parlava, e da quello che diceva, sembrava davvero una giovane vergine di … pochissime stagioni… Quell’aria infantile e quel corpo che a momenti riuscivo a toccarle, scatenavano in me un’eccitazione incredibile, mi faceva male da quanto tirava da dentro i pantaloni.. Arrivammo dietro un orticello, con l’Arno a far da voce grossa vicino a noi, fermai la macchina, spensi le luci, e mi girai per guardarla meglio.. Pian piano dalla penombra uscirono due occhi grandi e curiosi, né sorridenti né impauriti, con un pizzico di voglia accentuata da un mezzo sorriso e da un respiro appena appena accaldato. Lei sembrava aspettare me, così tirai fuori il compenso, il primo che mi era stato gridacchiato, e. . . lei cominciò a rilassarsi, mi fece tirare giù i due sedili, e si sdraiò sul suo. Con le mani tremanti ini cominciai a toccare da sopra i vestiti quelle enormi e sode bocce, mamma mia che tettone incredibili! I suoi mugolii, sussurrati quando stringevo più forte un seno ( o almeno la parte che riuscivo a prendere, forse un terzo di tutta una mammella ) si fecero più intensi e profondi, il suo maglioncino era stato sfilato ed appoggiato dietro, e un reggiseno che sembrava stesse per esplodere venne riempito dalla mia faccia, che sprofondò in quel morbido e profumato abbraccio. Avvolto dalle sue nere tettone, le mie mani si avvinghiarono ai capezzoli, già fuori dopo due strizzate.. grossi e gonfi, neri come la notte, e belli turgidi e grinzosi per l’eccitazione.. santo cielo, ansimava come una verginella davvero, ed infilando una mano nelle mutandine trovai una fichetta esageratamente fradicia!! Era vergine sul serio! Ero davvero il primo come continuava a ripetermi nel suo strano ed eccitante linguaggio!! Io continuavo a non crederle, fino a quel momento.. Mi spinse la faccia verso il basso, desiderando di essere prima spogliata, e poi, con mia grande sorpresa, leccata per la prima volta da un uomo! Un fiore ancora non sbocciato ma da un profumo stupendo, grondante di piacere, mi si offrì completamente. Da sotto le mie mani facevano impazzire e rimbalzare quelle splendide tette, aiutate dalle sue mani decise ed impazienti, e la mia lingua la faceva farneticare parole senza senso, in un’estasi sempre crescente. Non so per quanto ho leccato quella succosa verginella, le mie dita non riuscivano quasi a penetrarla da quanto era stretta, e lei godeva, godeva coma una pazza. Spingendo sempre più forte la mia testa sulla sua passerina calda, si inarcò profondamente, ed iniziò a godere gridando Je viens, Je viens, JE VIEEEEEENSSSSSSSS!!!!!!!!!!! Un incredibile e meraviglioso attimo, durato una vita intera.
Mi rimisi a sedere, sdraiato dalla mia parte, con lei che ancora fremeva con una mia mano fra le cosce. Cominciai di nuovo a leccarle i capezzoli, duri come il marmo, senza darle un minuto di tregua.. d’altra parte non avevamo molto tempo, e la sua prima volta doveva ancora cominciare… mi slacciai i pantaloni e tolsi il maglione e la maglietta, il caldo in quella macchina era davvero soffocante. Togliendomi i boxer vidi nuovamente il suo sguardo curioso dare occhiate veloci la sotto.. si vergognava!! Mi era venuta in faccia e si vergognava!! Oddio che sensazioni provavo all’uccello, infinite ed intense pulsazioni ad ogni suo sguardo, alla sua indecisione, davanti alla sua enorme voglia di prenderlo in mano! La avvicinò, timorosa come una verginella dovrebbe fare, piano piano lo strinse, tutto lungo e duro com’era lo strinse dolcemente nella sua tremante inesperta mano. Mi scoppiava per quanto era in tiro, e lei era in vena di scoprire, di provare, mi toccava e ritoccava i testicoli, massaggiava l’asta andando piano su e giù, sentendolo pulsare, sentendomi godere. Poco dopo in preda a spasmi premonitori, la fermai, sentendo la sborra affiorare in fondo al mio uccello, e fermandomi riuscii a non far uscire il mio liquido ovunque su di noi. Tenni dentro tutta la mia voglia, tutto il mio piacere, che continuava a farmi godere ed irrigidiva ogni muscolo del mio corpo. Lei mi guardava sorpresa, non capiva, ma forse intuì cosa volevo quando gentilmente le misi la mano dietro la nuca, iniziando a portarle le labbra intorno al mio massiccio cazzo voglioso. E qui fu lei a sorprendermi, non voleva succhiarmelo, si avvicinava e poi resisteva, arrivava a due centimetri dal prenderlo per la prima volta in bocca, ma poi si ritraeva con un’infinità di sospiri smorzati.. Si rigettò sul suo sedile, sembrava indecisa.. mi guardò, si guardò nuda e completamente bagnata, ed iniziò a schiudere le gambe, guardandomi fisso negli occhi! Un sorrisetto pieno di voglia mi fece capire.. le apriva per accogliermi dentro!! Tirò fuori un preservativo, ed a fatica ricoprì il mio affare sempre più tosto e voglioso, mi fece abbassare tenendomi fermamente da li, e lo lasciò proprio davanti alla sulla fessura appena aperta. Quel gesto mi eccitò così tanto da farmi venire pochi attimi dopo avermelo lasciato andare; la sborra iniziò ad uscire da sola, tantissima. Glielo infilai mentre ancora schizzavo, e dolcemente, godendomi ogni centimetro, glielo misi tutto dentro, intensamente, sentendola godere e urlare mentre anche lei veniva per la seconda volta. Le pulsazioni della sua passerina mi provocarono dopo alcuni minuti un altro orgasmo, eravamo arrivati in paradiso in pochi attimi di passione pura.
. . . ormai stavo per mettere in moto la macchina, e volendo guardare ancora una volta con tutta tranquillità quel dolce viso mi accorsi che le uscivano lacrime leggere e dolci da quei bellissimi occhi grandi.. Mi tirò su di se, facendomi toccare la sua fragile anima senza dire nulla.. un velato sorriso le si intravedeva nella penombra di quella notte autunnale, e mi sembrò la ragazza più bella di questa maledetta terra.
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