Prime Esperienze

Pausa pranzo


di Membro VIP di Annunci69.it MybrettyD
09.10.2023    |    651    |    3 9.3
"Mi prende da dietro, a quattro zampe, mi toglie la camicia dagli occhi e mi obbliga a guardarci..."
Il pranzo è pronto.
So che lo mangeremo a ora di merenda ma non importa, quando arriva, la voglia di noi supera la fame.
Ho cucinato per lui.
Altra novità.
Mi ha detto che è una dichiarazione d'amore. Ho alzato gli occhi al cielo, non sono Brat per finta.
Ho cacciato di casa le figlie, mi sono assicurata che non tornassero per avere 3 ore libere.
Entra in casa e appoggia le sue borse. Una so che contiene i suoi giochi, chissà se oggi li useremo. Di solito ci dimentichiamo dei giochi. Troppo presi da noi.
"Sei sempre timida"
Lo so.
Mi fa questo effetto. È insopportabile che mi legga così facilmente.
"Sono già duro"
Non ho fatto niente.
Ho solo indossato i leggings che voleva e fatto una treccia, come ha ordinato. Niente di che, quasi banale.
Una pacca sul sedere e siamo già per terra, io bendata con la sua camicia nera che lo fa cosi sexy, mezzi nudi davanti all'enorme specchio dell'ingresso.
Mi prende da dietro, a quattro zampe, mi toglie la camicia dagli occhi e mi obbliga a guardarci.
Ma io guardo lui. Nello specchio. Un'altra pacca.
Mi gira, mi mette in ginocchio e sono davanti a lui, lo prendo in bocca. Sa di me. Adoro che sappia di me.
E oggi si è messo il profumo.
Di nuovo.
Dopo lo sentirò su di me.
Lo so già.
Continuo a leccarlo.
So che in camera è tutto pronto. Le candele, non per l'ambient romantico, una benda e il telefono per riprenderci...
Ho messo un intimo che gli piace, non lo vede nemmeno.
Vede me, ed è meglio.
Siamo in camera e siamo di nuovo noi.
Come sempre, in ogni posizione.
Ho osato dire di no mezza volta, spossata dai troppi orgasmi. Mi ha guardato con uno sguardo che non ammetteva un rifiuto. Ho eseguito subito. Nemmeno un dubbio.
Gli piace prendermi da dietro.
"Amo il tuo culo"
"Alla fine hai capitolato tu!", rido, ma non è vero. Lui non capitola mai.
Oggi ha usato il plug. Non quello piccolo. Lo sentivo freddo dentro di me, dietro, mentre lui, caldo, era davanti. E mi tirava col collare.
Si, mi ha messo il collare.
Per un attimo, in bagno, mi sono vista allo specchio.
Col collare.
Pensavo di sentirmi ridicola.
Mi sono sentita sua invece.
La treccia un groviglio di nodi, non mi era mai capitato prima. Dopo il sesso ero sempre perfettamente pettinata, come se niente fosse.
Dopo di lui sono sempre scombinata. Nuda, spettinata, struccata.
Col collare.
Mi ha regalato i plug, per giocare con me. Possibile sentirlo come un regalo? "Sono tuoi ora" mi ha scritto ieri. Ed è eccitante.
"Sto troppo bene con te"
E non capisco se è un bene o un male...
Insieme abbiamo scoperto il sesso anale.
Non che fosse una novità, per nessuno dei due.
Ma con lui è diverso.
Non c'è dolore, solo piacere all'ennesima potenza. Orgasmi inaspettati e potenti.
"Chi cazzo sei?"
Dice sempre, dopo.
E io non lo so chi sono.
A volte mi chiedo se sia troppo, oggi glielo chiederò.
So che con lui dolore e piacere si mescolano e si fondono.
Oggi è venuto cosi. Io sdraiata supina su di lui, con lui dentro di me, dietro.
Avevo paura mi facesse male.
Invece era solo piacere.
Quel piacere che ti stacca la testa e ti sconnette dal mondo.
Quel piacere che ti parte da dentro e ti fa venire i brividi.
Quel piacere che non puoi spiegare, solo provare.
Ed e' strano parlarne dopo.
È strano sedersi a un tavolo, con gli spaghetti cucinati per lui, per noi. Un tavolo semplice. Due piatti, due bicchieri, una bottiglia di vino. Un'immagine che fa molto casa. Senza sovrastrutture.
Io e lui.
A parlare di sciocchezze, di noi, di tutto e niente.
Ho fatto una battuta sull'essere una delle tante.
"Non importa cosa sei, importa che siamo, mi ha detto una ragazza, una volta"
E aveva ragione questa ragazza senza nome e senza volto.
Lui è senza camicia.
Finisco seduta a cavalcioni su di lui. In un abbraccio che non finisce e non ha confini.
Un abbraccio dove lui mi chiede se lo amo e io che non rispondo. La risposta non conta. Non cambia nulla a lui, cambierebbe tutto a me.
Lascio stare, evito, non me lo chiedo e non mi rispondo.
Conta quello che sentiamo, quello che abbiamo sentito.
Conta la maglietta che sa di lui, che mi lascia, conta il braccialetto che mi regalerà, col suo nome, conta la certezza che lo rivedrò e sarà come non fosse passato nemmeno un minuto. Solo il suo profumo su di me, per oggi. Su di me e sulle lenzuola appena cambiate.
È troppo?
Continuo a chiedermelo.
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